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Bozza per la Conferenza programmatica cittadina
La sfida per la Padova
del nuovo millennio
La forze politiche di centro-sinistra
aprono il dibattito e il confronto con tutta la città

Il documento è la prima bozza di un programma per lo sviluppo della città di Padova, alla quale hanno contribuito le forze politiche del centro-sinistra: Democratici di Sinistra, Partito Popolare, Patto dei Federalisti, Verdi. L’iniziativa si propone di contribuire ad un dibattito con le forze vitali della città e con i cittadini, e costituisce un materiale di lavoro per la Conferenza programmatica padovana, attraverso la quale si arrivi a costruire un programma di amministrazione civica il più possibile condiviso. E’ dunque innanzi tuto strumento per allargare la partecipazione politica dei cittadini e i soggetti della rappresentanza democratica a Padova.
Per questo la bozza è destinata ad arricchirsi ed a precisarsi. I contributi di associazioni, cittadini e famiglie possono essere inviati anche attraverso posta elettronica, all’indirizzo che c’è in basso a destra di questa pagina.

 

Pensare ad un programma per la Padova del 2000 significa per prima cosa cercare di definire le grandi tendenze in atto nella città e nel territorio urbano:

nei prossimi dieci anni il calo di natalità porterà ad un calo della popolazione "indigena" di almeno 10-15 mila abitanti;

crescerà contemporaneamente la popolazione anziana e molto anziana (spesso non autosufficiente);

sempre più numerosi saranno i cittadini stranieri che verranno a Padova richiamati dal mercato del lavoro a svolgere le attività che i giovani padovani non saranno più disposti a fare.

Come ci si attrezza per affrontare e per correggere queste tendenze?

Come si produrrà il reddito incontrando alcune particolari caratteristiche della nostra popolazione e del nostro tessuto produttivo e utilizzando le "presenze" che caratterizzano la Città (Università, Centri di ricerca, sistema sanitario, piccola impresa, commercio diffuso, monumenti, arte e turismo)?

Quali nuovi investimenti occorrerà attivare per essere all'altezza degli obiettivi di sviluppo compatibile con l'ambiente e di benessere che oggi appartengono alle esigenze dei padovani?
Il programma di iniziative amministrative, di investimenti, di lavoro che presentiamo, e sulle quali vogliamo avviare un dibattito, si propone di raggiungere nuovi e superiori livelli di sviluppo e di qualità della vita a Padova mantenendo fermo il proposito di garantire una società solidale in cui anche i cittadini (padovani e non padovani) che hanno delle situazioni di svantaggio possano partecipare pienamente al benessere diffuso.

Premessa: Nel tempo dell’innovazione
È indubbio che Padova è andata incontro a significativi cambiamenti in ordine al substrato commerciale e artigianale, anche e soprattutto nel livello della piccola e media impresa: l’ingresso in città di molte catene commerciali di livello nazionale (o anche multinazionale), la diffusione del fenomeno franchising, la chiusura di molti piccoli e medi esercizi "storicamente" condotti (per generazioni) da esercenti padovani, l’ingresso di nuovi imprenditori anche dalla provincia o da città vicine, introducono anche per la nostra città il tema della globalizzazione e della integrazione delle risorse e dei servizi.
Inoltre la tendenza demografica che caratterizza tutta l'Italia settentrionale si ripercuote anche sulla nostra città, che (per questo motivo e per le difficoltà sul mercato della casa di cui spesso soffrono le giovani coppie) ha già visto un calo della popolazione residente e un relativo incremento di quella anziana.
Per continuare, a grandi linee, il quadro, va ricordato il fenomeno (che da generazioni caratterizza Padova) della profonda intersecazione fra città e popolazione universitaria.
Ultima, in ordine di tempo, la variabile immigrazione: troppo si sono sottolineati solo i problemi, ad essa correlati, di degrado sociale e malavita, svilendo così le molte persone e famiglie disposte ad inserirsi nel nostro mondo civile e lavorativo con spirito di collaborazione e volontà di rispettare le regole della buona convivenza.
La nostra città viene quindi ad essere una simbiosi fra cittadini residenti (per quanto la categoria dei residenti "generazionali" vada di giorno in giorno ridimensionandosi) e utenti, erogatori di servizi e lavoratori, studenti e turisti; molte di queste categorie sono quindi persone spesso di transito o di permanenza a tempo determinato a Padova.
Va perciò evitato il rischio che questo caleidoscopio di realtà e presenze determini uno smarrimento o uno scollamento sociale: le diversità non devono essere elemento di conflittualità, bensì fondersi in una virtuosa ed armonica sintesi. Tema dominante sarà quindi il mantenimento, la conservazione ma soprattutto lo sviluppo dell’identità, di ciò che fonda la nostra comunità, di ciò che caratterizzerà la nuova patavinitas.
Spetta quindi alla politica, a chi si candida per una buona amministrazione della città, cogliere tutti questi elementi nuovi, tutte le possibilità costruttive e positive insite nelle forze vitali della nostra città, per proporre ai cittadini, agli elettori un progetto di forte caratterizzazione e finalizzato a fare di Padova una comunità fondata sul buon convivere, sull'accogliere, sul costruire insieme, sul condividere percorsi, sul rispettare le buone regole, sul migliorare la qualità della vita, sul costruire una città sana per noi e per le generazioni future. In sostanza, non si tratta più di impostare il lavoro in termini di completamento, ma piuttosto di innovazione.
Il percorso che l'odierno scenario politico italiano propone con forza (nella sequela della scelta referendaria del 1992 che ha visto gli italiani invocare per le città garanzie mirate alla stabilità, alla buona amministrazione, alla concretezza realizzativa) è quello della formulazione e presentazione agli elettori di un vero programma e di una squadra di amministratori credibili nella loro capacità di realizzare tali contenuti programmatici; la figura del sindaco, come primo cittadino e primo responsabile amministrativo della città, è così l'estrema garante della fedeltà degli amministratori eletti al patto di fiducia e di intesa stretto con gli elettori.
Oggi, vedendo chiaramente il termine della realizzazione di opere ormai indispensabili per una città moderna e da essa fin troppo a lungo attese, la coalizione di centro-sinistra offre ai padovani la propria capacità ideativa e la propria cultura di governo nell'ottica di instaurare un dialogo aperto fra istituzioni e società civile, di recepire le istanze e le proposte di cittadini e associazioni, di gettare le fondamenta per un armonioso e sano convivere in una città che saprà trovare un ruolo proprio e sempre più significativo sullo scenario veneto e nazionale.
Tornando sul suddetto concetto di "innovazione", questo termine va collocato nel giusto contesto di una sintesi tra valori e ispirazioni.
La riflessione sulla necessità della sintesi tra valori e aspirazioni, tra l'altro potrebbe trovare uno spazio opportuno, un'occasione eccezione nell'evento giubilare del 2000, che, a meno che non si voglia esaurire nel riduttivo ambito di culto e turistico, potrebbe rappresentare una grande opportunità di riflessione tra passato e futuro. L'esigenza di mettere in moto un percorso virtuoso verso l'innovazione, sintesi di valori e aspirazioni, implica un campo di dibattito e di interlocutori ampio, articolato, onnicomprensivo delle diverse aree del sapere e del sociale.

1. Una politica di difesa e di rafforzamento della famiglia
La difesa, la valorizzazione, il rafforzamento della famiglia, come fondamentale e insostituibile cellula sociale, è un impegno fondamentale dell'Amministrazione comunale di Padova.
Siamo consapevoli che esistono fenomeni culturali, "mode", stili di vita proposti, che concorrono direttamente o indirettamente alla crisi della famiglia: una visione "edonistica" e "materialistica" della vita, un'idea del successo individuale che si persegue senza alcun rispetto degli altri, la ricchezza economica come unico obiettivo, il mercato come unico valore, il disinteresse per il bene collettivo e sociale... tutto questo richiede innanzi tutto una iniziativa culturale e ideale che va attivata collaborando con tutte le espressioni - di cui è ricchissima la nostra Città - della vita sociale: le parrocchie, il volontariato laico e cattolico, le associazioni.
Per
difendere la famiglia occorre il concorso di più enti, dello Stato, della Regione, di ogni espressione della vita civile organizzata. Molte sono comunque le iniziative che possono essere intraprese o rafforzate dall'amministrazione comunale. per individuare politiche a sostegno della famiglia.
a.
Il calo di nascite dipende da molti fattori culturali e di costume che non è semplice analizzare e ancora più difficile contrastare.
Sicuramente uno dei fattori che incide su questo fenomeno è il massiccio inserimento femminile nel mondo del lavoro e la difficoltà per la donna di essere insieme madre e lavoratrice. Vanno per questo attivate iniziative che favoriscano la madre lavoratrice (asili nido, altre forme d'aiuto con la partecipazione anche delle Parrocchie) e anche definite forme di sussidio economico per quelle famiglie che decidono di avere più figli.
In ogni maniera va affermato che la maternità e natalità è un grande valore positivo per l'intera comunità padovana.
b.
La crescita del numero di anziani e di anziani non auto sufficienti richiede iniziative di particolare solidarietà nei confronti di questi concittadini ai quali va garantita finché possibile - una vita inserita nel contesto sociale e culturale e soprattutto di rimanere il più a lungo possibile nella famiglia di appartenenza.
La nostra città è sicuramente dotata di grandi e ospitali case di riposo per anziani sia di proprietà pubblica (le Ipab: IRA, Istituto Breda, Configliacchi) sia di proprietà di Enti d'ispirazione cattolica (OIC). Quello che appare ancora carente, anche se molte iniziative sono state attivate, è una decisa iniziativa che favorisca la permanenza dell'anziano presso la propria famiglia e nel quartiere dove ha vissuto. Non sfugge che anche questa possibilità è legata a motivi culturali oltre che di reddito e non deve essere sottovalutato l'intreccio di questo problema con quello della "natalità".
Se si considera, come è giusto, l'anziano come una grande risorsa della città (risorsa di esperienza, di valori, di cultura, di umanità, di professionalità) bisogna aiutare prima di tutto le famiglie che desiderano restare con i loro anziani e aiutare gli anziani a rimanere nel contesto cittadino dove hanno vissuto per tutta la loro vita. Si possono per questo attivare aiuti economici alle famiglie che si impegnano a tenere in casa un anziano non autosufficiente e degli aiuti agli anziani, sia famiglie anziane sia quelli soli, che possono con un supporto (servizi e/o contributo) restare nella loro casa.
Anche le strutture che favoriscono la vita sociale degli anziani vanno potenziate, a partire dai centri sociali.
c. Anche per
i cittadini lavoratori immigrati la possibilità di avere una famiglia è condizione per un più rapido e meno difficile inserimento nella società padovana. Si tratta di favorire il ricongiungimento familiare che è condizione di vita più "normale", più "regolare" e meno caratterizzata da elementi di precarietà e di "improvvisazione" che spesso sono un terreno di facile adescamento degli immigrati verso comportamenti illegali.
Determinante per consentire agli immigrati di avere con loro la famiglia è la soluzione del problema abitativo. Se, e non ci sono dubbi, nei prossimi anni arriveranno a Padova altre migliaia di cittadini stranieri occorre subito provvedere, anche con standard abitativi semplici, a trovare alloggi con questa destinazione. Si tratta di una esigenza avvertita anche dagli imprenditori e dalle organizzazioni sindacali. Una strada potrebbe essere quella di un accordo sindacale che preveda per chi, immigrato, lavora nelle imprese padovane la soluzione abitativa. Una parte dello stipendio potrebbe essere trattenuto a questo scopo e l'Amministrazione comunale in questo caso si impegnerebbe a trovare degli alloggi o altre soluzioni abitative.
d. Il grande
ruolo del volontariato e del "non-profit". In tutti questi campi la città di Padova sarà avvantaggiata dalla grande presenza di associazionismo solidale e di volontariato che la caratterizza e che l'Amministrazione deve continuare a valorizzare e a sostenere. C'è infatti nell'attività di chi pratica volontariato un "valore aggiunto" che consente di affrontare con maggior umanità problemi che hanno nella loro intrinseca consistenza l'esigenza di una forte solidarietà.

2. Uno sviluppo legato alle grandi risorse della città di Padova
Imprenditorialità diffusa e grande numero di imprese con alti livelli di specializzazione e di professionalità, Università, sistema sanitario ospedaliero e universitario, centri di ricerca, turismo culturale e religioso, sistema commerciale caratterizzato dal piccolo commercio, attività di servizio di alta qualità. Sono queste le principali risorse della città che, opportunamente aiutate e difese, possono garantire ancora per molto tempo una qualità elevata della vita nella nostra città.
Per sostenere questo tipo di sviluppo, basato sulle attività legate al settore dei servizi, alle tecnologie a maggior valore aggiunto ed alle produzioni "leggere", va incentivata la vocazione all'autonomia e all'auto-imprenditorialità dei giovani. A questo proposito va prevista la realizzazione di "incubatoi" che possano ospitare, fornendo loro le infrastrutture tecnologiche e logistiche di base, quei giovani imprenditori che intendano avviare la loro attività autonoma concentrandosi sin dall'inizio su un progetto imprenditoriale. Si configura così una concreta politica per l'occupazione e il lavoro dei giovani padovani.
Questo tipo di strutture, di cui a Padova esiste già qualche significativo esempio, dovranno essere rese disponibili anche per l'attività del terzo settore - quello del "non-profit" - per creare "incubatoi sociali" che consentano anche alle attività basate sul volontariato (o comunque sulla rinuncia al profitto) di poter esercitare la loro preziosa funzione economica e sociale con la migliore efficacia ed efficienza.
Questo tipo di sviluppo basato sulla valorizzazione degli elementi qualitativi del nostro sistema ha il vantaggio di non creare squilibri sociali ed ambientali e incontra la domanda di lavoro dei nostri giovani che sempre più sono diplomati e laureati e che gradiscono lavori caratterizzati dalla creatività e da una grande libertà di iniziativa e di azione, di autoregolazione dei propri tempi.
Si tratta quindi di attivare tutte le possibili iniziative per favorire un sistema che ha nella sua articolazione e nella varietà delle sue componenti un grande elemento di ricchezza.
In un quadro nazionale ed internazionale, caratterizzato con sempre maggior evidenza dal tema della competizione tra le aree urbane, è necessario anche nella nostra città affrontare il tema della promozione e della valorizzazione di Padova, con l'obiettivo di attrarre investimenti che contribuiscano a migliorare la qualità della vita e il profilo economico e sociale della nostra città.
Padova, come già ricordato, possiede all'interno delle proprie caratteristiche buona parte dei valori che caratterizzano la competizione moderna tra aree urbane. Lo sviluppo e l'affermazione di questi valori dipende oggi dall'azione coordinata ed integrata di tutti gli "attori" responsabili del governo e dell'indirizzo della città e del suo territorio: questi ultimi anni hanno dimostrato che la collaborazione tra entità amministrative ed economiche della città portano a buoni risultati su progetti specifici; si pensi alla Fiera di Padova o al Mercato Ortofrutticolo o all'Interporto, ai Magazzini generali. Questa collaborazione non può essere lasciata unicamente alla buona volontà dei singoli Enti rappresentati o all'occasionalità di alcuni progetti contingenti per quanto importanti. Di qui l'utilità di rafforzare – anche allargandolo a nuovi soggetti economici – il coordinamento degli Enti Economici dove può essere coordinata una politica per lo sviluppo di Padova al fine di valorizzarne le caratteristiche peculiari.
Obiettivi sono: 1. attrarre turisti e uomini d'affari, 2. attrarre investimenti; 3. consolidare ed espandere le attività esistenti; 4. promuovere e sostenere nuove imprese; 5. sviluppare rapporti con soggetti esterni (altre aree urbane, altri soggetti economici interessati ad una collaborazione, altre aree economiche di altri Paesi ).
Le fondamentali risorse della Città su cui formulare proposte e attivare iniziative:

l'Università e i centri di ricerca;

il sistema ospedaliero (necessarie serie iniziative di ristrutturazione: piano di recupero dell'area dell'Azienda ospedaliera con sistemazione della viabilità della zona, definizione del nodo geriatrico-psichiatrico);

la presenza di un direzionale militare;

il nuovo "direzionale sportivo";

Fiera, Interporto, Magazzini generali, Agrimercato, Parco scientifico e tecnologico, Zip Spa servizi;

il turismo religioso e culturale;

il sistema bancario.

3. La qualità della vita a Padova
Una nuova urbanistica deve diventare lo strumento per riequilibrare e risanare le aree degradate della nostra città.
Aggiornato il Piano Regolatore Generale tramite una serie di varianti particolarmente innovative e impegnative (zone a tutela dello stato di fatto; nuovo piano di edilizia residenziale pubblica che ponga al centro il problema della residenza per le giovani coppie, per gli anziani e per i lavoratori immigrati; zona insediativa periurbana; zona direzionale; zona di espansione di Padova Est; piano dei servizi) tese a diminuire e a meglio distribuire il carico urbanistico nelle residue aree di espansione o di recupero intensivo, l'attenzione dei prossimi anni dovrà concentrarsi su:
1. la riqualificazione - trasformazione della città esistente con contestuale miglioramento dell'ambiente urbano e della qualità abitativa;
2. il rapporto tra città e i Comuni contermini per l'individuazione di un piano strategico di area vasta preordinata almeno ad un condensamento degli interventi relativi a infrastrutture, zone produttive, decentramento attività direzionali, trasporti pubblici.
Il Piano previsto comporterà da una parte un aggiornamento del regolamento edilizio e dall'altra la partecipazione a tutte le iniziative regionali e statali in grado di supportare interventi di grande scala (piani di riqualificazione urbana, contratti di quartiere); il secondo punto richiederà un consolidamento delle attività di coordinamento già positivamente sperimentate nell'ambito della cintura urbana. In questo senso va ripensata con nuovo impulso anche l'organizzazione dell'area della grande Padova e il ruolo della città nel Veneto.
Nel definire un progetto di città vivibile è necessario abbandonare la consuetudine di considerare le politiche sociali come derivate dalle politiche economiche. Anche se può sembrare ovvio che solo la città ricca, che produce reddito, che è dotata delle strutture e infrastrutture necessarie allo sviluppo dell'economia può permettersi una adeguata politica e spesa sociale, obbiettivo fondamentale dovrà essere quello di realizzare una città in cui sia innanzitutto piacevole vivere per la civiltà dei servizi alla persona, là qualità urbana ed edilizia, l'accessibilità per tutti, in particolare anziani e disabili, con un deciso impulso all'abbattimento delle barriere architettoniche e culturali, la sicurezza e tranquillità sociale, l'offerta di cultura e di conoscenza.
La sicurezza dei cittadini e la difesa dell'ordine pubblico in città si caratterizza sempre più come un diritto a vivere, a spostarsi, a godere della città senza paura e senza rischi. Vanno per questo attuate in collaborazione con tutte le forze di polizia coordinate dal Prefetto e in collaborazione con i Vigili Urbani iniziative di contrasto contro lo spaccio di droga, la prostituzione nei quartieri residenziali della città, altre forme di piccola e media criminalità. In questo senso è stato recentemente firmato un protocollo con il Prefetto.

4. La "Grande Padova" e il suo ruolo nel Veneto
È necessario, di fronte alla frammentazione del tessuto regionale, all'impossibilità che Venezia, nonostante gli sforzi fatti in questi ultimi anni, possa svolgere il ruolo di capitale, che Padova si candidi ad un ruolo di cerniera, diventi punto di riferimento e nodo strategico della rete comprendente le province di Vicenza e di Treviso. In questo senso vanno costruite nuove politiche di alleanza con le altre città, politiche in parte avviate in questa direzione anche dal parco scientifico Galileo. Il disegno e il ruolo di Padova nel Veneto, si misura con la sua capacità di proporre scenari anche sullo scacchiere della fascia Adriatica. L'Alpe Adria, se non si fosse ridotta ad una serie di banchetti, era un'intuizione valida che è necessario rileggere e reinterpretare.
La proposta di fusione dei Comuni della cintura padovana ha suggerito soluzioni istituzionali di grande rilievo, si è definitivamente concretizzato, nel dibattito politico ed amministrativo, il concetto di "area urbana" di Padova e del suo rapporto con l'area centrale veneta.
Quella che convenzionalmente si definisce ormai Grande Padova ha posto con forza il problema della scala adeguata ad affrontare il ruolo, le funzioni, ma soprattutto lo scenario complessivo entro cui la città può esercitare la propria capacità nella produzione di reddito, nel governo del territorio. Padova ha bisogno di un rinnovato piano del suo ruolo, di ritrovare lo "spirito della città". La funzione strategica di Padova, prima ancora che problema culturale e politico, è in qualche misura legata alla sua centralità geografica, al suo essere diventata centro di gravitazione di tutta una serie importante di funzioni, al suo essere diventata, se vogliamo inconsapevolmente, il "motore" in grado, grazie alle sue potenzialità, di far decollare l'intera area centrale della nostra regione.
Da dieci anni si parla del futuro e delle aspettative per questo esteso agglomerato urbano del Veneto che compete, per ruolo, capacità produttiva, finanziaria, culturale, scientifica, artistica, turistica, dimensioni, con le grandi concentrazioni urbane europee quali Monaco, Lione, Vienna, Barcellona, Zurigo.
D'altro canto Padova possiede un ruolo e potenzialità proprie, a partire dall'Università (60.000 studenti e 4.000 dipendenti), dal centro Direzionale e finanziario (più di 150.000 addetti nel terziario nella grande Padova), dalla sanità (1.000.000 di giornate di degenza nell'USL 16, per il 50% erogate a persone provenienti da altre aree e regioni), dalla Zona Industriale (750 imprese e 25.000 addetti).
Queste potenzialità di Padova sono le più idonee in grado di promuovere lo sviluppo ed il decollo europeo di tutta l'area centrale, inclusa Venezia, Porto Marghera, le "città dimenticate" come Chioggia.
Si tratta di un processo di sprovincializzazione, internazionalizzazione culturale e sociale, a cui siamo chiamati per il ruolo storico e le già sperimentate relazioni internazionali della nostra gente, nella migliore tradizione della Repubblica Veneta.
Sul progetto di una "Grande Padova", intesa come agglomerazione di progetti, competenze e capacità istituzionali e finanziarie, come accordo tra Enti pubblici e privati per garantire servizi pubblici di qualità, ed una prospettiva concreta di occupazione sia ordinaria che di alto livello intellettuale e scientifico, com'è nelle tradizioni della Padova storica, si tratterà di riprendere il dibattito.
La trasformazione delle tre aziende speciali comunali (ACAP, AMNIUP, AMAG) in una unica azienda Spa di servizi rappresenta, anche da questo punto di vista, un grande passo in avanti. Sarà infatti possibile, a fronte di fondamentali servizi come il trasporto pubblico, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, la distribuzione dell'acqua e del gas che si svolgono in un bacino comprendente la città e i comuni limitrofi, creare una gestione che rappresenti progressivamente tutto il territorio servito.
In questo modo la proprietà e il governo di fondamentali servizi pubblici finiranno col coincidere con "la grande Padova".

5. La mobilità resta una grande priorità
Uno dei fattori che favoriscono sia l'economia cittadina, sia la qualità della vita, è la possibilità di spostare persone e merci con rapidità e con il più basso impatto possibile sull'ambiente; non si deve dimenticare che a Padova l'inquinamento dell'aria e da rumori è quasi interamente legato all'uso del mezzo di trasporto privato.
Il sistema cittadino di traffico resta caratterizzato e condizionato dalla presenza nel Centro Storico di una gran quantità di attività economiche e di servizio che attraggono enormi quantità di persone e di mezzi di trasporto privato. Ospedale, Università, Municipio, la quantità davvero grande di negozi e di uffici pubblici e privati attraggono ogni giorno circa 100 mila persone.
Non esiste una soluzione miracolosa a questo problema ma occorre una strategia che attivi diverse soluzioni contemporaneamente: una viabilità periferica adeguata che tolga il traffico di attraversamento, un potenziamento del trasporto pubblico, che col "metrotram" riceverà un importante rinnovamento, in modo da consentire ai lavoratori della Città di spostarsi rapidamente e a costi limitati a partire da parcheggi periferici e scambiatori, la realizzazione di un sistema di piccoli parcheggi centrali a disposizione dei residenti e degli utenti delle diverse attività del Centro a partire dal Commercio.
Molte sono state in questi anni le iniziative per completare il sistema viario cittadino e non appare lontano il completamento del sistema delle tangenziali tutte appaltate, ma questo non basta per una mobilità efficiente.
Infatti a ovest la prossimità della tangenziale alla città (Corso Australia) non risolve il problema del traffico di attraversamento di alcuni importanti quartieri cittadini (Chiesanuova, Brentella, Mandria) come non risolve il problema di alcuni comuni della cintura urbana che sono in grande difficoltà per il traffico che li attraversa. (Rubano, Selvazzano, Limena, Abano Terme).
Questa carenza, che appare la più grave oggi, è stata affrontata dai comuni (città, e limitrofi) che hanno definito sia iniziative a breve che sono in grado di affrontare con loro mezzi, sia una soluzione definitiva per la quale le risorse dei comuni non possono essere sufficienti e che quindi richiede il concorso dello Stato e della Regione.
Anche i collegamenti della città e dell'area urbana con le altre realtà ha una importanza strategica per questo interessa a Padova, oltre che naturalmente a Venezia, la soluzione rapida del problema del passante di Mestre visto che si tratta dell'unica possibilità di raggiungere il Friuli e le realtà dell'Est Europeo di grande importanza per la nostra industria e le nostre attività produttive.
A questa soluzione è legata anche la possibilità di raggiungere rapidamente l'aeroporto di Tessera in attesa che sia collegato dal sistema ferroviario.
Per motivi analoghi il ritardo nella realizzazione della "Strada dei vivai" danneggia fortemente le nostre attività e ci priva di una possibilità di collegamento fondamentale con la "Romea".
Fondamentale è il quadruplicamento ferroviario della Padova-Venezia, della Verona-Padova, e della realizzazione del SFMR e delle opere ad esso collegate nel territorio urbano: nuova stazione di San Lazzaro, centro intermodale viaggiatori presso la Stazione ferroviaria.
La Padova-Chioggia, intesa in una prima fase anche come utilizzo del raccordo ferroviario con l'Interporto e di collegamento bus in coincidenza fino a Legnaro.

6. La partecipazione e una nuova etica dei diritti e dei doveri
Il governo della città deve inevitabilmente fare i conti con quello che oggi può essere considerato il problema dei problemi, tipico delle democrazie mature, ovvero con la capacità di dare speranza, di ricostruire quel rapporto di fiducia che lega il cittadino alle istituzioni pubbliche, alle loro regole, ai loro valori, cori la necessità di rimettere insieme i cocci di tante illusioni frantumate, che non poco impatto hanno nello spirito, nei sentimenti dei nostri concittadini.
Questo problema si risolve con nuovi strumenti di partecipazione e di coinvolgimento dei cittadini, delle loro associazioni, dei sindacati, delle categorie economiche nei processi di decisione e delle scelte.
È fondamentale, per non incontrare atteggiamenti corporativi e di difesa di interessi parziali, di zona, di categoria, che la partecipazione e il coinvolgimento avvenga a livello di programmazione generale. È questo infatti il momento in cui devono essere fatte le scelte e le diverse esigenze devono essere tra loro rese compatibili.
Il rischio è che altrimenti ogni "settore" di società ritenga che la "partecipazione" si attua scaricando sugli altri i problemi, i disagi e le contraddizioni che la vita in un grande aggregato moderno inevitabilmente comporta.
Sempre più quindi la partecipazione è anche una pratica di responsabilizzazione e di conquista di un giusto rapporto tra diritti e doveri. (stop alla politica dei diritti senza un'etica dei doveri).
Con questo spirito le circoscrizioni cittadine, devono assumere più marcatamente una funzione di articolazione decentrata delle iniziative dell'amministrazione comunale.
Una serie di funzioni come la manutenzione delle strade e dei marciapiedi di quartiere, del verde, le iniziative culturali e sportive verso i giovani e gli anziani, la gestione di spazi pubblici di quartiere devono diventare oggetto dell'attività delle circoscrizioni (oggi troppo numerose per svolgere bene questa funzione) che a loro volta assumeranno la responsabilità di fare i conti con le risorse disponibili e di rendere partecipi i cittadini anche di questo problema.

Alcuni grandi spazi da reinventare e da progettare:

ex carceri di Piazza Castello, ex Foro Boario di Corso Australia, la facciata del Foro Boario del Prato della Valle.

La musica e l'arte (auditorium)

Lo sport (palazzetto dello sport) e altri impianti (bocciodromo).

 

Contributi all’approfondimento
Un programma per Padova: verso la condivisione con i cittadini
Il partenariato tra istituzioni e associazioni
La sicurezza urbana
Il vigile di territorio


31/08/1998
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