ULIVO

Interventi nella discussione
Il valore del dibattito nell'Ulivo
Prevale la necessità di una sintesi positiva

Il valore e i limiti del confronto interno all'Ulivo su cui sono intervenuti un giovane componente dell'Assemblea provinciale della Margherita padovana, Igor Sanguin, e il senatore Tino Bedin, parlamentare veneto dell'Ulivo, suscita interesse. Riportiamo qui altri interventi

Padova, 21 aprile 2003
Il vincolo più forte deve essere un progetto positivo
Caro Igor, sono anch'io convinto che una dialettica dentro l'Ulivo se correttamente vissuta e presentata possa essere una ricchezza e non un vincolo.
Ciò però che non va è trasmettere agli elettori l'immagine di una coalizione rissosa ma che soprattutto è alla ricerca di ogni pretesto, anche marginale, per dividersi e non ritiene un valore positivo ricercare una sintesi condivisa, sacrificando una parte delle proprie posizioni. Molte delle divisioni che abbiamo vissuto in Parlamento sono derivate dalla volontà delle forze minori di ricavare una specificita visibilità e quindi a priori di essere divisi o dal confronto aspro in corso dentro i ds, confronto che naturalmente finisce per riguardare anche la margherita.
Si può essere divisi su singoli punti, ma si deve far capire agli elettori che c'è un vincolo più forte, che non può essere solo la contrapposizione a Berlusconi, ma un progetto in positivo e che, se premiati dagli elettori, si possa essere affidabili nella sua realizzazione.
Penso che occorra lavorare molto su questo aspetto.

Paolo Giaretta
senatore dell'Ulivo

Verona, 23 aprile 2003
Alla fine deve prevalere una decisione unitaria
Caro senatore, cercavo proprio un appiglio per dire la mia opinione.
E' bene finirla con le chiacchiere: se è giusto il confronto alla fine deve prevalere una decisione unitaria (cosa che non è successo quasi mai!).
E mi scusi per la franchezza, sono un "ulivista" della Margherita.
C'è da chiedersi perché un recente sondaggio di orientamento politico dava la CdL in aumento e L'Ulivo in regressione del 2 per cento, nonostante gli eventi bellici, la pessima politica estera del governo e l'80 per centoi dell'elettorato d'accordo con noi contro la guerra. Purtroppo finché in Parlamento il centrosinistra dimostra disunione e manca il leader da contrapporre a Berlusconi, l'Ulivo resterà sempre una sterile minoranza.
La saluto, sempre nella speranza di un ravvedimento, con o senza Prodi.

Elìa Di Giovine
membro del Comitato Cittadini per L'Ulivo, Collegio 6

Padova, 23 aprile 2003
Le differenze: per sommare, non per dividere
Caro Tino, sono d'accordo con te. Chissà che partecipando a Civitas 2003 su "Le differenze come valore" anche L'Ulivo (e i politici in genere) non trovi una strada comune, dove le differenze diventano modi per sommare e non per dividere.
Buon lavoro, tessitore non di trame ma di una trama comune.

Fernando

Piove di Sacco (Padova), 24 aprile 2003
È possibile un confronto sincero?
Egregio senatore, ho apprezzato la sua riflessione e mi domando se è possibile andare oltre arrivando a un confronto sincero tra i vari punti di vista o se la "ragion di stato" impedisca il mettersi in gioco completamente.

Giorgio Pizzeghello

Battaglia Terme (Padova), 25 aprile 2003
Incominciamo dalle fondamenta
Caro senatore Bedin, ho letto con piacere il tuo ultimo intervento del 20 aprile. Mi inserisco nel dibattito; è davvero pietoso il quadro che talvolta si vede nei cosiddetti vertici... Altro che baruffe chioggiotte... qui corriamo veramente il rischio di rimanere all'opposizione sine die. Teniamo anche in considerazione che l'attuale governo non ha ancora realizzato il potere globale, ma quando l'avrà?
Perché non cominciamo dalle fondamenta a riformare un'intesa che non siamo in grado di raggiungere neanche nelle piccole realtà come la nostra?

Carlo Zoccarato

Padova, 26 aprile 2003
Far camminare le idee
Caro Tino, complimenti per la chiarezza e la franchezza... ma adesso occorre far camminare le idee!

Cesare

Padova, 27 aprile 2003
I dirigenti dell'Ulivo si confrontino con la base
Caro senatore leggo lo scritto di Igor Sanguin sul confronto all'interno dell'Ulivo, la tua riflessione al riguardo e gli interventi del senatore Giaretta e di altri.
La varietà di opinioni anche all'interno dello stesso partito può essere senz'altro una risorsa, ma non credo che sia da esaltare l'attuale situazione all'interno dell'Ulivo come invece mi sembra faccia Igor Sanguin. Lui si richiama ad Hegel e Fichte; io, più modestamente, mi riferisco a quanto leggo e sento tutti i giorni e penso che se uno come me, sorretto da convinzioni piuttosto radicate, viene colto sempre più spesso da scoramento, molti altri si siano ormai stancati di tutte queste differenziazioni e navighino verso altri lidi.
Non ho mai creduto e non credo al monolitismo del centro destra perché sono convinto che quella coalizione abbia un unico collante concretizzato dai soldi di Berlusconi che tengono in piedi, oltre a Forza Italia, gli altri partiti del centro destra. Penso che in molte occasioni i più intelligenti e presentabili del UDC (Casini, Tabacci e Follini) debbano ingerire notevoli quantità di Alka Seltzer per votare a favore di questo governo, ma lo fanno altrimenti non possono usufruire dei soldi che Berlusconi gli passa per poter esistere come partito. Tra l'altro, anche se si dissociassero, non ci sarebbero i numeri per realizzare qualcosa di significativo.
A questo riguardo, dobbiamo proprio ringraziare i signori Bertinotti e Di Pietro, ma anche tanti (duri e puri) maggiorenti dell'Ulivo che, andando sparpagliati alle elezioni, hanno consentito la realizzazione di una maggioranza numerica schiacciante anche se la differenza di voti era minima percentualmente
Comunque non è più possibile che si continui con eterni distinguo. Tante altre considerazioni avrei da fare, ma non voglio essere prolisso. Ritornando alla tesi di Sanguin, confrontiamoci pure, anche vivacemente, al nostro interno, ma presentiamoci il più possibile omogenei all'esterno evitando prese di posizione che sono più il frutto di ambizioni personali che di una significativa linea di pensiero.
E' però necessario che gli eletti ed i dirigenti del partito (possibilmente eletti al più presto con procedure democratiche) si confrontino di più con la base, in incontri ristretti dove possa emergere quel che effettivamente i cittadini pensano. Sono sicuro che da incontri del genere scaturirebbe qualche buona idea da inserire nel programma dell'Ulivo.

Alberto Vernizzi

San Daniele del Friuli (Udine), 28 aprile 2003
La politica per governare e ridurre la complessità
La riflessione proposta dal senatore Bedin è del tutto condivisibile, in quanto esprime il mio disagio di ulivista, "costretta" a scegliere una delle parti delle coalizione invece che dialogare alla ricerca di una difficile sintesi che farebbe crescere tutti. Credo sia questa la sfida non solo del centrosinistra ma dell'intera società, che ha un bisogno assoluto di ricostituire un quadro con un minimo di unità a partire dagli infiniti frammenti del postmoderno.
La politica dovrebbe tendere a governare e ridurre la complessità fornendo criteri di interpretazione e di azione condivisi ed autorevoli. Altrimenti, nella legittimazione del multiculturalismo puro, si diventa semplicemente una voce di una delle tante culture in scena, senza essere capaci di indirizzare il cambiamento verso obiettivi comuni. Rappresentare gli interessi di 10 o 100 persone con idee alternative rispetto a quelle di altri gruppi sociali può essere un'operazione intellettualmente molto interessante, in alcuni casi addirittura profetica, ma non crea rappresentanza politica.

Gabriella Burba


29 aprile 2003

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