i-t09

Lettera dal Senato. 17
14
ottobre 1997

Chiarezza e rapidità:
la crisi di governo al tempo del bipolarismo

Il primo governo dell'Ulivo c'è ancora, ci sarà. Romano Prodi governerà nell'anno in cui l'Italia diventa Europa.
Dice molte cose la crisi di governo aperta sul rapporto tra Ulivo e Rifondazione Comunista. Da parlamentare ne colgo una: l'Italia è cambiata, noi italiani stiamo cambiando. Stiamo costruendo il futuro: europei e moderni anche nell'approccio politico. Dicono le opposizioni che nemmeno nella "Prima Repubblica" s'era visto qualcosa del genere: hanno ragione, ma non per le motivazioni di Berlusconi o di Bossi.

Con rapida chiarezza
Un governo che al giovedì è finito e al lunedì successivo è in piedi, pronto a ricominciare. Una settimana (il voto finale del Senato è per giovedì sera) per presentare le dimissioni, per fare le consultazioni da parte del Presidente della Repubblica, per la successiva verifica in Parlamento. Forze politiche che alle trattative e alle consultazioni si presentano prevalentemente come "coalizioni": la "processione televisiva" da Scalfaro che abbiamo vissuta alla caduta del governo Berlusconi è ormai un reperto archeologico. Gruppi parlamentari che "trattano" pubblicamente e formalmente in Parlamento: i due interventi di Romano Prodi prima della crisi e quello successivo sono stati puntuali, non convenzionali, chiari sui contenuti delle offerte e sui loro limiti.
Mai visto prima, appunto. Ma è quello che gli italiani si auguravano di vedere: chiarezza, franchezza, rapidità, prospettiva.
La prospettiva che l'Ulivo ha subito indicato agli italiani era chiara: il traguardo della Unione monetaria europea deve essere raggiunto; non devono essere buttati al vento i sacrifici delle famiglie italiane per questo obiettivo; è una questione di rispetto prima che di politica. Dunque occorrono decisioni coerenti in tempi utili per non perdere il treno.
Tradotto: se queste decisioni non si possono prendere in questo parlamento, gli italiani devono avere la possibilità di eleggerne uno nuovo e di farlo subito; prima che cominci il nuovo anno l'Italia avrà parlamento e governo per l'Europa. Italiani moderni ed europei anche in questa rapidità: così hanno appena fatto inglesi e francesi, così - se serve - possiamo fare noi.

Difesa la scelta dei cittadini
La prospettiva delle elezioni è ora cancellata (ne sono contenti gli italiani, ne sono contenti i parlamentari: personalmente sarei "invecchiato" a parlamentare con due legislature in appena due anni e mezzo). E tuttavia lo sbocco che il sistema bipolare avrebbe reso per così dire "normale", ci ha consentito di fare un ulteriore passo verso i comportamenti che il sistema bipolare appunto richiede. un ulteriore passo verso la chiarezza.
Certo, la chiarezza maggiore è la conferma dell'alleanza elettorale che il 23 aprile dell'anno scorso è risultata prevalente nel voto popolare. La capacità della politica di essere fedele alle indicazioni elettorali, anche in condizioni eventualmente modificate, è una risorsa di cui la democrazia ha bisogno: così i cittadini elettorali potranno veramente giudicare e scegliere.
Altre soluzioni alla crisi, come la costituzione di maggioranze larghissime proposta da Berlusconi, avrebbero ridotto di molto la possibilità di ciascun cittadino di capire il contributo che le diverse forze politiche sono in grado di dare alla soluzione dei problemi italiani con una riduzione effettiva del tasso di democrazia nella nostra società.

Lo "spostamento in Europa" dell'intera sinistra
Al risultato della chiarezza e della continuità delle scelte hanno attivamente lavorato in molti: un particolare impegno è stato posto dai Popolari, con il loro segretario Franco Marini, e da altre componenti del Centro. Proprio questo impegno, spinto anche oltre il livello di condivisione media presente nell'Ulivo, basta da solo a smentire una delle osservazioni critiche che si sono dette e scritte all'indomani della conclusione della crisi. E' credibile, politicamente, che presunto "spostamento a sinistra" del governo Prodi sia il frutto proprio dell'iniziativa delle forze di centro? E' credibile che il Ppi abbia sacrificato la sua area elettorale per favorire Rifondazione a sinistra e il Pds verso il centro?
Il fatto è che il ruolo politico del Centro ha potuto esprimersi proprio perché ha fatto accettare e prevalere la "logica del Centro", che non è la logica della mediazione ma quella dei valori. Il "valore Europa", storica ed attuale piattaforma programmatica e politica del cattolicesimo democratico italiano ed europeo, è stato posto come prevalente ed alla fine accettato come unificante. A voler dare pagelle, si potrebbe osservare che lo "spostamento in Europa" dell'intera sinistra italiana è il vero fatto politico di questa crisi.

Famiglia e orario di lavoro
Si tratta di una Europa fatta di persone e non di monete: cioè di persone che spenderanno un'unica moneta, a condizione però che siano poste nella condizione... di guadagnarsela. Il tema dell'occupazione, che il nuovo Trattato europeo sottoscritto ad Amsterdam all'inizio di ottobre pone in testa al progetto dell'Unione, è quindi strettamente concatenato con quello monetario.
La questione dei tempi di lavoro rientra in questo progetto più ampio, che a sua volta è un aspetto della più generale ristrutturazione dei tempi di lavoro e dei tempi di vita, alla quale le democrazie sociali dell'Unione Europea sono impegnate. Si apre, anche in questo progetto globale, uno spazio grandissimo ed innovativo per le forze di Centro, chiamate ad arricchire la revisione dei tempi di lavoro in funzione non solo dell'economia, ma della vita delle persone ed in particolare della capacità e possibilità delle famiglie di accrescere (a volte riacquisire) il loro ruolo affettivo ed educativo: ruolo che oggi è compromesso anche dall'organizzazione dei tempi di lavoro.

I figli un po' a carico di tutti
Si tratta di un contributo finalmente maturo nella nostra società, come dimostrano le proposte del governo in tema di revisione dell'Irpef: proposte presentate proprio nel giorno in cui si concludeva politicamente la crisi di governo. Si tratta di proposte articolate, sulle quali tornerò in una prossima Lettera dal Senato. Su una scelta mi sembra utile richiamare già ora l'attenzione, perché aiuta a formarsi un giudizio più completo dell'attuale fase politica.
Attraverso la revisione dell'Irpef, a parità dichiarata di incasso da parte dello Stato, vengono trasferiti alle famiglie dal 1998 altri duemila miliardi di risorse collettive. In particolare la detrazione fiscale per ogni figlio a carico passa da 94.400 a 250.000 lire (nel caso anche il coniuge sia a carico). Per fare un esempio: una famiglia monoreddito dipendente con due figli su un reddito lordo di 30 milioni pagherà 520 mila lire di tasse in meno.
Come per l'Europa, siamo anche in questo caso ad un salto di qualità. Da una legislazione fiscale "indifferente" rispetto alla famiglia, passiamo ad un fisco che considera i figli una "risorsa sociale" e quindi comincia a farsene carico. Era importante che si compisse questo salto culturale: passato il confine, potremo già in sede di discussione delle proposte e poi progressivamente rendere sempre più evidente, con altre risorse economiche, che l'Italia ha a cuore i figli.
Dentro la continuità del governo Prodi c'è anche questa ulteriore speranza.

Tino Bedin

Roma, 14 ottobre 1997


04/01/1998
webmaster@euganeo.it
home page il collegio senatoriale di
Tino Bedin