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I Popolari coerenti con la scelta della loro origine
Non c’era maggioranza politica
contro il governo Prodi
Le ragioni per le quali è utile approvare la legge Finanziaria e non danneggiare ulteriormente le famiglie italiane

Per il governo hanno votato 312 parlamentari tenuti insieme da un programma e da una strategia politica; contro Prodi hanno votato 313 parlamentari uniti solo dall’obiettivo di demolire ciò che l’Ulivo in questi due anni ha costruito. Dal voto "contro" Prodi non è venuta una indicazione alternativa del governo, in quanto è improponibile una maggioranza che sommi i voti della sinistra estrema con i voti della Lega e del Polo.
I popolari hanno sacrificato l’unità del Partito Popolare all’Ulivo quando i numeri erano dall’altra parte, ed hanno superato una discriminante che pareva insuperabile e che continua ad essere ben presente nelle viscere del paese. Quella scelta coerente e coraggiosa ha esposto i popolari all’accusa di essere "catto-comunisti", di essere più settari degli stessi post-comunisti.
Un confronto che voglia restare sul terreno della democrazia, ha bisogno anche di momenti di tregua e di decantazione delle tensioni, specie quando non c’è una maggioranza parlamentare capace di assumere la responsabilità di governare l’Italia in questa difficile fase della vicenda europea. E non c’è regola che la possa garantire sempre.
Essere d’accordo sull’approvazione di una
Finanziaria che rappresenta una significativa svolta sociale, dopo anni di sacrifici, e che conclude l’iter verso l’Euro, ed evitare gli scogli delle elezioni in un momento molto difficile per l’economia del mondo, non sono forse ragioni sufficienti per ridare vita ad una maggioranza politica, ma sono più che sufficienti per avviare un confronto parlamentare che tenga conto delle novità maturate a cavallo della crisi del governo.
Sarebbe un errore che non è giusto fare pagare al paese e in particolare alle fasce sociali più deboli, alimentare una polemica che divide la società italiana o restare prigionieri di un risentimento che porta a troncare questa riflessione con un inasprimento delle posizioni, senza altro sbocco di uno scontro elettorale senza prospettive e di una radicalizzazione del conflitto sociale.

13/14 ottobre 1998

 


14/10/1998
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