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Padova
Giusto il Progetto della Croce Verde
per la qualificazione del volontariato
Il
senatore Tino Bedin commenta in una lettera
il commiato di Giorgio Ortolani
Il presidente della Croce
Verde di Padova, Giorgio Ortolani, ha considerato concluso il suo
mandato nella benemerita associazione di volontariato. Ne ha
informato, oltre che gli associati, anche la cittadinanza, con un
prezioso fascicoletto in cui fa il punto non solo sulla Croce
Verde ma sul volontariato padovano.
Il senatore Tino Bedin ha inviato una lettera di risposta al
presidente Ortolani.
Egregio Presidente Ortolani, ho
letto con interesse il Suo "Commiato"; linteresse
si è trasformato in gratitudine per il "servizio
pubblico" che Lei ha svolto per oltre un decennio attraverso
la Croce Verde.
Scorrere con puntualità il progetto di volontariato che si è
sviluppato, magari senza essere preordinato sulla carta ma come
risultato della capacità di "ascoltare" i bisogni
profondi di Padova, è illuminante di dove un volontariato
stabile e organizzato, quale è la Croce Verde di Padova, può
arrivare.
E per questo, egregio Presidente Ortolani, che mi permetto
di soffermarmi brevemente su un solo aspetto del Suo
"Commiato", che mi coinvolge anche come legislatore. Mi
riferisco a quella che Lei definisce "forse lidea più
originale di questo decennio: la Scuola di formazione del
Volontariato".
Dispiace che la Regione del Veneto non abbia finora colto il
significato innovatore che il progetto della Croce Verde include.
E singolare che la rappresentanza politica del Veneto, la
regione leader in Europa in tema di volontariato, non abbia
finora "investito" in approfondimento e partenariato
con questa vostra iniziativa.
E indubbio infatti che la modernizzazione della nostra
società richiede una trasformazione culturale del volontariato,
di cui gli assetti organizzativi saranno la conseguenza. Non
possono essere la premessa: qualsiasi cambiamento tecnico è
infatti sterile, se pretende di essere lunica risposta
pragmatica.
Dicevo del cambiamento culturale.
Oggi il volontariato, il "privato sociale", non si
trova a rispondere a bisogni primari in una società senza
risposte. In molti casi è piuttosto chiamato ad
"aggiungere" umanità, prontezza, professionalità, a
risposte che comunque ci sono. Ciò esige una
"professionalità" che lo spontaneismo da solo non può
assicurare, anche se la gratuità spontanea è allorigine
di ogni volontariato. Succede in tutti i settori: quello
socio-assistenziale (che è il vostro), quello culturale, quello
sportivo, quello internazionale.
Unaltra novità. Finora (e ancora) il volontariato si è
affiancato, sostituito (a volte si è messo in competizione).
Erano (e ancora sono) aspetti dello Stato sociale che il
volontariato è chiamato ad integrare. In prospettiva non è più
così, almeno per una parte importante del Volontariato
organizzato. In futuro sarà soprattutto con il Mercato che il
Volontariato sarà chiamato a confrontarsi; sarà cioè spinto a
perfezionare la sua offerta sociale, con due obiettivi:
1) consentire anche alle persone che "non sono sul
mercato" di avere uno standard di qualità della vita
accettabile;
2) dal punto di vista etico-culturale segnalare alla società che
"non tutto è mercato" e che non tutto si può
"comprare".
Sono come dicevo, cambiamenti profondi, che richiedono appunto
una Scuola per diventare patrimonio di tutti e soprattutto
perché la trasformazione avvenga con professionalità.
E quanto auguro alla Croce Verde di Padova. E quanto
auguro anche a Lei: che la Sua iniziativa diventi un riferimento
non solo per la Sua Associazione, ma per il Volontariato
padovano.
Tino Bedin
Roma, 3 luglio 1998
03/07/1998 webmaster@euganeo.it |
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