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Giorni dell'Europa

Venerdì 18 giugno 1999

1. KOSSOVO – Un quadro pesante di atrocità durante l’occupazione militare serba.
Il rebus UCK e partecipazione e ruolo della Russia nella forza multinazionale al centro delle questioni. Infruttuosi fino ad ora i colloqui di Helsinki sul ruolo e la dislocazione delle forze di Mosca nell'ambito della KFOR. Cohen relativamente ottimista: i colloqui continuano oggi. L’accordo, quasi raggiunto, si è finora arenato sulla richiesta russa di un settore del territorio; americani ed europei sono contrari per il timore che conduca ad una spartizione di fatto e perché complicherebbe il già difficile compito della NATO di disarmare e "controllare" l’UCK.
Prove sempre più evidenti ed agghiaccianti delle atrocità commesse dalle milizie paramilitari serbe. I francesi parlano di probabili enormi fosse comuni Il Ministero della Difesa britannica avanza una stima di diecimila morti fra la popolazione civile albanese, in circa cento siti. Attentato contro un blindato italiano a Klina: l'obiettivo era probabilmente un mezzo serbo in fuga.
Prosegue incessante il contro-esodo degli albanesi, nonostante il grave pericolo delle mine che hanno già cominciato a mietere le prime vittime. Anche i serbi continuano ad abbandonare la regione, sordi a qualsiasi appello a rimanere.
Mentre sembra farsi sempre più problematica e densa di rischi la situazione soprattutto in quelle aree della regione ancora non completamente evacuate dalle truppe di Belgrado ma già raggiunte dai miliziani dell'UCK - si segnalano violenti scontri a Klina, circa 25 km da Pec - proseguono i contatti tra la KFOR ed i vertici dell'UCK per concordare il disarmo delle milizie indipendentiste. Queste, d'altra parte, continuano a godere di un indubbio vantaggio sul terreno: ieri le avanguardie dell'UCK sono entrate a Pec - dove si parla di migliaia di serbi in fuga - ed il loro comandante si è autoproclamato sindaco della città. Oggi a Bruxelles in programma il Consiglio Atlantico: all'esame il piano NATO che prevede il disarmo degli albanesi in massimo trenta giorno. Da parte sua l'UCK avrebbe confermato l'intenzione di non disarmare fin quando da parte russa non si accetti di porsi sotto il comando dell'Alleanza. Ma, anche qualora ciò avvenisse, sarebbe tutta da verificare la capacità dello Stato maggiore UCK di farsi obbedire dalle proprie milizie sul campo.
Ad Helsinki, dopo due giorni di colloqui, le delegazioni degli Stati Uniti e della Russia non riescono ancora a trovare un accordo soddisfacente sul ruolo e la dislocazione delle forze di Mosca nell'ambito della KFOR. Dopo momenti di tensione che avrebbero anche fatto parlate di ipotesi di rottura, i rispettivi Ministri della Difesa Cohen e Serghiev dovrebbero oggi riprendere le trattative. Mosca continua ad insistere per uno specifico settore, da parte NATO si continuano ad avere forti riserve in merito.
Più prosegue la presa di controllo del territorio da parte dello KFOR, più evidenti ed impressionanti diventano le prove delle atrocità commesse da parte serba contro la popolazione civile albanese nella regione durante i due mesi e mezzo di attività bellica. Da parte britannica si sostiene di avere prove di oltre cento massacri, con un numero di vittime che si aggirerebbe attorno ai 10.000. Nel comando della polizia jugoslava a Pristina sarebbe stata scoperta una vera e propria camera della tortura, con strumenti di supplizio di medievale memoria. Lo Stato Maggiore delle Forze Armate francesi parla di grandi fosse comuni scoperte nel proprio settore di competenza nel Kossovo, in particolare a Mitrovica e Vlastica, nel sud-est della regione.
Si calcola in quasi 30.000 il numero di albanesi che hanno già abbandonato i campi profughi per far ritorno nei villaggi o nelle città kossovare. Si tratta di un contro-esodo non privo di rischi, soprattutto per quanto riguarda la presenza di mine e trappole disseminate dalle truppe e milizie serbe in ritirata: già si cominciano a contare le prime vittime. Inoltre spesso i profughi non ritrovano quasi nulla di quel che avevano lasciato al momento della fuga. Ciò determinerebbe un movimento di andata e ritorno, in particolare tra Kukes, il valico di Morini ed il Kossovo, che starebbe creando non pochi problemi nella già caotica situazione dell'area. Comunque il ritorno anticipato dei profughi presso i centri ed i villaggi sembra ormai inarrestabile, alimentato anche dalle centinaia di migliaia di "profughi dei boschi", quei kossovari che non avevano raggiunto l'Albania e la Macedonia, ma erano rimasti, sopravvivendo tra innumerevoli stenti, nelle zone più impervie della regione.
Parimente inarrestabile sembra l'esodo della popolazione serba dal Kossovo, diretta, spesso sotto la minaccia delle armi dell'UCK, verso le città della Serbia meridionale e la stessa Belgrado. A nulla sembrano valere gli appelli che provengono da più parti affinché restino nelle loro case: da ieri lo stesso Patriarca della Chiesa Ortodossa serba, Pavle, si troverebbe in Kossovo, nel monastero di Gracanica, per rafforzare anche con la sua presenza l'appello a restare.
Il fronte interno jugoslavo continua ad essere dominato dalla questione Milosevic. La ferma presa di posizione proprio della Chiesa contro il suo governo non è passato sotto silenzio: la stampa più allineata sulle posizioni governative criticava, spesso in modo violento, l'iniziativa del Santo Sinodo. Il leader ultra-nazionalista Seselj chiede elezioni anticipate e nazionaliste dalle quali sarebbero escluse le forze di opposizione. Nel frattempo la Romania ha dichiarato Milosevic, la sua famiglia ed il suo entourage persone indesiderabili.

2. BELGIO – La diossina porta al collasso alcuni settori economici.
Pesanti ricadute sull'economia dello scandalo della diossina. Praticamente al collasso le esportazioni in alcuni settori mentre evidenti ripercussioni si cominciano a registrare anche sul fronte occupazionale.
La Federazione delle Industrie Alimentari belghe avrebbe stimato in circa 2.500 miliardi di lire le perdite presumibilmente causate dalla conseguenza connesse con la scoperta di grassi contaminati alla diossina nei mangimi venduti da un'azienda fiamminga a numerosi produttori belgi, francesi ed olandesi. Particolarmente pesanti le ripercussioni sulle esportazioni dei prodotti alimentari, che rappresentano la quota dell'11% del totale delle esportazioni del paese: praticamente al collasso quelle della carne, ma molto vicino la blocco anche quelle riguardanti il latte ed i prodotti derivati, con perdite che si aggirerebbero su centinaia di miliardi. Ed i calcoli andrebbero per difetto, non prendendo in considerazione l'industria collegata, dai panifici a quella dolciaria e della cioccolata.
La crisi della diossina avrebbe inoltre già avuto diretti impatti anche sull'occupazione: si parla di circa 25.000 posti di lavoro persi in poco più di una settimana.
In questo quadro il paese è anche alle prese con una difficile crisi politica, dopo il risultato delle elezioni politiche di domenica scorsa. Sarebbero già in corso contatti tra il Sovrano ed i vertici del Partito Liberale - ritornato primo partito in Belgio dopo circa cinquant'anni a scapito dei Cristiano-sociali - per l'incarico a formare un nuovo governo dalla maggioranza ancora da inventare.

3. FRANCIA – In disaccordo con gli Usa solo sull’Iraq.
Negli incontri a Parigi del Presidente Clinton con il Capo dello Stato francese Chirac ed il Primo Ministro Jospin emergerebbe una sostanziale convergenza di vedute tra i due paesi. Unico punto di disaccordo l'Iraq.
La crisi del Kossovo ha avvicinato significativamente Parigi e Washington.
Il Presidente americano ha avuto un lungo colloquio, protrattosi per più di due ore, con il suo omologo francese ed uno più breve con Jospin. Washington e Parigi sembrano avere punti di vista sostanzialmente concordi sulla situazione nel Kossovo, sul processo di pace in Medio Oriente alla luce del cambiamento di governo in Israele nonché sulla preparazione del vertice G8 in programma da oggi a Colonia. Sembrano invece sussistere notevoli divergenze sull'atteggiamento da tenere nei confronti dell'Iraq, dove da parte francese si contesterebbe la linea di forte intransigenza finora tenuta da Washington verso Baghdad.
Per quanto riguarda specificamente la Jugoslavia, il Presidente francese Chirac si sarebbe associato alle posizioni di Clinton circa l'impossibilità di concedere aiuti per la ricostruzione fintanto che Milosevic resti al potere a Belgrado. Ciò peraltro non escluderebbe la concessioni di aiuti alla Serbia che abbiano però un carattere prettamente umanitario.

4. IRAQ – La proposta anglo-olandese sulle sanzioni.
Cautela è stata espressa dalle Autorità di Baghdad circa la proposta anglo- olandese di sospensione delle sanzioni sulle esportazioni di petrolio imposte dalle Nazioni Unite all'Iraq. La proposta, che dovrebbe essere presentata in Consiglio di Sicurezza entro venerdì, è comunque vincolata agli stessi meccanismi di attuazione della risoluzione "oil for food".
Per il regime iracheno, che ha sempre richiesto la completa levata delle sanzioni, la proposta anglo-olandese appare comunque insufficiente. Non va inoltre dimenticato che l'Iraq incontra già difficoltà a raggiungere i tetti di produzione di petrolio consentiti dalla risoluzione "oil for food", a causa dei danni ai pozzi arrecati dai bombardamenti e dei bassi prezzi del greggio, per cui la levata delle sanzioni sulle esportazioni petrolifere potrebbe rivelarsi un esercizio puramente teorico o comunque con scarsissimi effetti pratici.
La discussione in sede di Nazioni Unite potrebbe comunque innescare un più ampio processo di revisione del regime sanzionatorio nei confronti di Baghdad, mentre la recente ripresa dei prezzi del petrolio potrebbe migliorare col tempo le capacità produttive irachene.

5. CONSIGLIO EUROPEO TRASPORTI – D’accordo su un sistema unico di navigazione satellitare.
Via libera dai Ministri dei Trasporti dei Quindici ad un sistema europeo di navigazione satellitare. L'investimento previsto per i prossimi due anni di 2,2 miliardi di Euro.
A gestire la realizzazione del progetto sarà innanzi tutto chiamata l'Agenzia Spaziale Europea e tra le società maggiormente coinvolte dovrebbero esservi la Daimler-Chrysler Aerospace, l'Alcatel, l'Alenia e la Matra Marconi. Il progetto, denominato "Galileo", dovrebbe essere operativo a partire dal 2008.

6. COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO – A Roma il presidente.
Il Ministro Dini ha incontrato alla Farnesina il Presidente del Comitato Economico e Sociale dell'UE, l'on. Beatrice Rangoni-Macchiavelli. Sottolineato il ruolo e l'importanza del Comitato, istanza rappresentativa degli interessi delle varie categorie della vita produttiva dell'Unione. Il Presidente del CES è stata inoltre ricevuta dal Presidente della Repubblica e dal Presidente della Camera e dai Ministri del Lavoro e delle Politiche Comunitarie.

Giorni dell'Europa


31 luglio 1999
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