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Giorni dell'Europa

Venerdì 28 maggio 1999

1. KOSSOVO - L’incriminazione di Milosevic.
L’incriminazione di Milosevic e di quattro alti dirigenti serbi per "crimini contro l’umanità" complica le prospettive di negoziato con Belgrado.
Il Procuratore Capo del TPI ha esposto quattro capi d’accusa: omicidio; deportazioni; persecuzione per motivi politici, di razza o religione; violazione del diritto internazionale di guerra. Incriminati, con mandato internazionale d’arresto, Milosevic, Milutinovic (Presidente della Serbia), Sainovic (Vice Primo Ministro RFJ), Ojdanic (Capo di stato Maggiore), Stojiljkovic (ministro degli Interni Serbia).
Dure reazioni da parte di Belgrado, che afferma di non riconoscere la giurisdizione del Tribunale dell'Aja: Louise Arbour "marionetta dei padroni della guerra", secondo la TV serba. Critiche anche da Russia ("controproducente" la pronuncia dell’Aja), Cina e Grecia. Kofi Annan difende l’operato del TPI: "il Procuratore Capo deve andare dove lo conducono le prove". Commenti generalmente positivi da parte delle cancellerie occidentali, ma Fischer e Védrine sottolineano subito che l’incriminazione non è un ostacolo politico alla ricerca di una soluzione diplomatica.
Dopo un rinvio di ventiquattrore, oggi arriva a Belgrado Cernomyrdin. Ieri ha continuato lunghi colloqui a Mosca con Talbott ed il Presidente finlandese. Difficile la missione dell’ex-Primo Ministro: Mosca ha un ruolo pivotale nella ricerca di una soluzione politica ma pochi elementi di pressione su Belgrado. Terminata la Conferenza sui Balcani a Bonn.
La NATO intanto intensifica la pressione militare aumentando i bombardamenti.
L’Alleanza non ha commentato la pronuncia dell’Aja, se non per escludere che inducano cambiamenti nella campagna ed obiettivi militari. Ma Bruxelles sta accrescendo la pressione militare, con un crescendo di missioni, approfittando della congiuntura favorevole di condizioni atmosferiche favorevoli e, da ieri, dell’indiretta legittimazione politica dell’intervento da parte del Tribunale dell’Aja.
Intensi bombardamenti nella notte in particolare contro Aleksinac, dove sono morti anche tre civili. A Belgrado diverse zone della città sono rimaste al buio in seguito ad attacchi contro le centrali elettriche.
La pronuncia del TPI era attesa, ma le imputazioni sono risultate più ampie e severe del previsto. Ancora presto per fare un bilancio degli effetti politici dell’incriminazione dell’alta dirigenza jugoslava. Tutti gli Stati membri dell’ONU sarebbero tenuti ad eseguire il mandato di cattura e a congelare eventuali beni di proprietà degli imputati. L’intervento del TPI introduce nella crisi del Kossovo un elemento di natura giuridico-morale, forse non determinante ma difficile da ignorare, accanto ai tradizionali processi politici, diplomatici e militari; sotto questo profilo non ci sono precedenti internazionali.
Il Procuratore Capo ha detto che le prove su cui e' basata l'incriminazione non saranno rese note fin quando gli accusati non compariranno di fronte all'Aja. Lo statuto del TPI non prevede procedimenti in contumacia. Le prove sono state raccolte dalle testimonianze dei profughi e da informazioni documentali di fonti giornalistiche e dei governi NATO. Arbour ha aggiunto che nei confronti dei cinque accusati e' stato emesso un mandato d'arresto ed ha invitato tutti gli Stati membri dell'ONU ad adoperarsi per eseguirlo (compresa quindi la RFJ…).
Clinton plaude all'incriminazione e note positive giungono anche da Londra e Parigi; più cauti i giudizi provenienti da Bonn.
Il Ministro Dini ha dichiarato che "tutti gli Stati hanno l'obbligo di collaborare con il Tribunale Penale Internazionale dando esecuzione alle decisioni da esso assunte''. Ha aggiunto che, nella ricerca di una soluzione politica basata sui principi adottati dai ministri degli esteri del G8, ''non dobbiamo escludere la continuazione di contatti con le autorità di Belgrado''. Sulla stessa linea Fischer.
La Jugoslavia ha reagito duramente. Il Ministro senza portafoglio Matic ha affermato che la Jugoslavia non riconosce il TPI, ma che se anche lo riconoscesse, nel caso del Kossovo mancherebbero comunque i presupposti per la giurisdizione poiché nella provincia non c'è una guerra "ma una operazione contro terroristi".
La partecipazione di Athisaari alla missione di Cernomyrdin a Belgrado potrebbe essere stata la prima vittima dell’incriminazione dell’Aja. Cernomyrdin va da solo, non senza accompagnare l’iniziativa con un esercizio di diplomazia pubblica: un eloquente articolo a sua firma sul Washington Post di ieri presenta efficacemente le motivazioni per cui Mosca vorrebbe una sospensione dei bombardamenti e minaccia il disimpegno russo dal processo diplomatico. Alle argomentazioni di Cernomyrdin non è estranea la preoccupazione di un fallimento della mediazione - per la Russia una grossa opportunità di rilancio di statura internazionale- per impossibilità di superare l’intransigenza di Milosevic.
E' inoltre da segnalare che si è tenuta ieri a Bonn la conferenza internazionale convocata per delineare le prospettive regionali dopo la fine del conflitto nel Kossovo. L'incontro ha permesso di concordare di portare avanti il "Patto di stabilità" per i Balcani proposto dalla Germania. Il percorso di lungo periodo su cui hanno trovato un'intesa i rappresentanti dei 15 Paesi dell'Unione Europea, degli Usa, della Russia e di 10 nazioni balcaniche riuniti a Bonn prevede come traguardo finale l'adesione alla UE e alla Nato degli Stati della regione.

2. UNIONE EUROPEA – Francia e Germania per una difesa comune.
Francia e Germania intendono presentare un'iniziativa comune per la difesa europea al Consiglio Europeo di Colonia la prossima settimana. L'iniziativa comune, secondo quanto riferito dal portavoce dell'Eliseo, scaturirà dal vertice franco-tedesco che inizia oggi a Tolosa.

3. UNIONE EUROPEA – Con gli Usa controversia anche sulle banane.
Dopo le pronunce negative della WTO sul sistema di importazione europeo delle banane, sono allo studio della Commissione diverse soluzioni per porre fine alla controversia con Washington e numerosi paesi latino-americani.
Fra le soluzioni allo studio, quella che sembrerebbe essere più consona per i servizi della Commissione prevederebbe la fine del sistema delle quote a favore dei paesi ACP e l'adozione di un sistema di tariffa unica per l'importazione del prodotto, con eventuali agevolazioni tariffarie per gli ACP e compensazioni per i paesi latino-americani. Questo sistema, secondo il portavoce della Commissione, dovrebbe essere compatibile con la normativa WTO e sarebbe difficilmente contestabile anche da parte degli Stati Uniti.

4. UNIONE EUROPEA – Prosegue la disputa con gli Stati Uniti per la carne agli ormoni.
Tra l'Unione Europea e gli Stati Uniti si inasprisce la controversia sulla carne americana agli ormoni, visto che le Autorità di Bruxelles hanno rilevato la cancerosità di alcuni di essi.
Stati Uniti e Unione Europea sembrano destinate a lunghe dispute commerciali con tanto di sanzioni, ritorsioni e boicottaggi: se il braccio di ferro sulle banane e' forse giunto alla conclusione, i due contendenti hanno inasprito i toni sulla controversia relativa alla carne agli ormoni americana, visto che Bruxelles ha rilevato la cancerosita' di almeno uno su sei ormoni. Gli americani temono in sostanza che lo stop europeo a tutte le importazioni di carne dagli Usa sfoci in una posizione protezionistica. La Commissione Europea ha in effetti bloccato le importazioni di questa carne, invitando gli Stati Uniti a valutare le analisi effettuate dai laboratori incaricati da Bruxelles. Gli Stati Uniti hanno proposto di etichettare la carne avvertendo i consumatori, ma l'Europa ha risposto negativamente.

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31 luglio 1999
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