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Giorni dell'Europa

Giovedì 1 aprile 1999

1. JUGOSLAVIA – Sedici ore di bombardamenti
Nuova ondata di bombardamenti sulla Jugoslavia. Belgrado sotto allarme aereo per più di sedici ore. Arrestati tre militari americani al confine con la Macedonia. Clinton dichiara che non vi sarà nessuna tregua pasquale. Inizia oggi la missione diplomatica di Mons. Tauran a Belgrado.
La NATO annuncia un ampliamento degli obiettivi che dovrebbero includere anche bombardamenti sui siti ritenuti strategici in Belgrado ed esclude qualsiasi ipotesi di sospensione per Pasqua come richiesto da più parti. Ieri sera è stato colpito il quartier generale delle forze speciali di Belgrado. A Novi Sad, in Voivodina, è stato distrutto un ponte sul Danubio. Nella notte l’esercito jugoslavo ha intimato agli albanesi di arrendersi. Al confine con la Macedonia, in territorio contestato, tre soldati americani sono stati catturati e sono attualmente prigionieri dell’esercito jugoslavo. I militari, che sono stati mostrati dalla Televisione serba, recavano segni di contusioni, attribuite dai serbi alla resistenza da essi opposta alla cattura. L’episodio contribuisce comunque all’ "escalation" di tensione di queste ultime ore.
Anche il Presidente Clinton definisce inattuabile una sospensione degli attacchi in occasione della Pasqua, ma tiene comunque a precisare di essere contrario all’invio di truppe di terra nella regione, per "il rischio di non poterle mai tirare fuori". Il Presidente americano ritiene che ci vorranno ancora "una o due settimane" di raids e sta valutando l’ipotesi che il Kossovo diventi una regione autonoma "sotto protettorato NATO".
Il leader moderato degli albanesi Rugova, ricomparso dopo che si era temuto per la sua sorte, è a Pristina e lancia un appello per la sospensione dei bombardamenti. Fonti statunitensi, non confermate dalla NATO, smentiscono l’uccisione dei negoziatori albanesi a Rambouillet Fehmi Agani e Baton Haxhiu.
Sul fronte diplomatico, dopo il fallimento del Premier russo Primakov, è da registrare la missione oggi a Belgrado del sostituto alla Segreteria di Stato vaticana, Monsignor Jean Louis Tauran, che proporrà a Milosevic la cessazione delle operazioni in Kossovo, in contemporanea alla sospensione degli attacchi, che configuri una "tregua delle Pasque" (quella cattolica del 4 aprile e quella ortodossa dell’11), in vista di un nuovo negoziato.
Il Ministro Dini ha detto che il Governo italiano si propone adesso un triplice obiettivo: non rinunciare all’azione militare nell’ambito dell’Alleanza Atlantica per ridurre i mezzi di repressione di Belgrado; avviare l’opera di soccorso dei profughi che si riversano oltre la frontiera del Kossovo; garantire il mantenimento di una prospettiva politica, che deve essere l’obiettivo finale dell’uso della forza.

2. KOSSOVO – Migliaia di profughi verso Albania e Macedonia.
Prosegue ininterrotto il flusso dei profughi verso l’Albania e la Macedonia che, secondo dati delle Nazioni Unite, superano ormai il numero di 130.000 in sette giorni. Avviata dall’Italia, d’intesa con l’Albania, l’Operazione Arcobaleno per fronteggiare l’emergenza. Skopije ribadisce la richiesta di sostegni economici ed umanitari. Incominciata la missione a Tirana del Commissario Bonino.
La situazione sembra essere particolarmente drammatica in Albania, dove nella città settentrionale di Kukes sarebbero ieri giunti circa 20.000 profughi. Questi sembrano per la maggior parte provenire dal Kossovo meridionale e raccontano di aver incominciato a fuggire sotto le minacce delle forze serbe che avrebbero ordinato l’evacuazione da massa. Ma anche in Macedonia la pressione non accenna a diminuire e, mentre oltre 30.000 persone sarebbero già entrate nel paese, un pari numero sarebbe ormai stremato alle frontiere.
Per far fronte all’emergenza, il Governo italiano, d’intesa con quello albanese, ha avviato la "Operazione Arcobaleno", attuata di concerto con la Protezione Civile, il Ministero dell’Interno e quello della Difesa. Sono già stati trasportati a Durazzo i materiali necessari per l’allestimento di campi in grado di accogliere 20/25.000 profughi, nonché diverse decine di tonnellate di materiale sanitario, cibo e coperte.
E’ intanto cominciata ieri la missione del Commissario UE agli aiuti umanitari, Emma Bonino, in Albania per coordinare gli aiuti che saranno concessi da parte comunitaria. Anche il Ministro degli Esteri greco, Ghiorgos Papandreou, si è recato a Tirana per discutere con le autorità albanesi il problema dell’eventuale stanziamento dei profughi nelle città dove vive la minoranza greca nel sud dell’Albania, ipotesi osteggiata da Atene.
Le Autorità di Skopje hanno ribadito l’assoluta necessità di ricevere sostegni economici ed umanitari per far fronte al problema dei profughi: il Primo Ministro macedone Liupco Georgevski, in visita a Bonn, ha ricordato la già difficile situazione economica del suo paese prima dell’attuale crisi e l’importanza che si concludano intese per il ritorno dei profughi nelle loro terre dietro garanzia internazionale.

3. COMMISSIONE EUROPA – Sostegno ai popoli ex-comunisti.
Aiuti umanitari per 20 milioni di euro (circa 40 miliardi di lire) agli Stati di nuova indipendenza dell’ex area sovietica.
Gli aiuti sono diretti ad aiutare gli stati ex sovietici a superare le gravi conseguenze della crisi finanziaria in Russia, paese dal quale ancora dipendono largamente nelle loro forniture e commercio estero. I progetti, per un totale di 24 saranno finanziati con capitali dell’assistenza tecnica Tacis – destinata all’area dell’ex economia di stato – e verranno attuati in Armenia, Azerbaigian, Bielorussa, Georgia, Moldavia, Tagikistan, Kirghizistan e Ucraina. Si tratta essenzialmente di interventi di tipo umanitario, con rifornimenti di farmaci e di viveri, nonché di finanziamento di programmi di sostegno alle strutture sanitarie e di assistenza alle persone più vulnerabili.

Giorni dell'Europa


31 luglio 1999
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