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Giorni dell'Europa

Martedì 6 aprile 1999

1. KOSSOVO – Una settimana di appuntamenti diplomatici.
Nuova notte di duri attacchi sferrati dall’aviazione Nato su varie località della RFJ. Colpiti una raffineria a Novi Sad e un ulteriore ponte sul Danubio.
Inizia una settimana di importanti appuntamenti diplomatici in ambito UE, G8 e ONU per tentare una via politica alla soluzione della crisi e per coordinare l’assistenza ai profughi. Incontro fra il primo Ministro federale Sainovic e Rugova, che ha chiesto di effettuare una missione all’estero per tentare una mediazione.
Il bel tempo ha favorito gli attacchi dell’aviazione NATO, che a differenza delle precedenti tre notti non si sono concentrati sulla capitale Belgrado. Ad Aleksinac, 200 Km a sud di Belgrado, un missile, che avrebbe mancato il suo bersaglio, ha causato secondo fonti serbe la morte di almeno cinque civili ed il ferimento di altri trenta distruggendo alcuni edifici. Secondo fonti della Croce Rossa, gravi danni avrebbero subito anche il locale ospedale. Colpita a Novi Sad una raffineria petrolifera, mentre le immagini della televisione serba hanno mostrato "la palla di fuoco" provocata dall’abbattimento di un missile su un deposito di carburante a Sombor. Cinque grosse deflagrazioni sono state udite anche nella città di Nis, dove un missile ha colpito il quartiere generale della terza armata jugoslava attiva nella provincia del Kossovo. Proseguendo nel programma di indebolimento infrastrutturale, un altro ponte sul Danubio è stato abbattuto: si tratta di quello che assicurava il collegamento ferroviario tra la città di Bogojevo, 160 Km a nord di Belgrado, e Erdut, in Croazia. A Pristina è stata colpita la torre della televisione, mentre nell’area di Belgrado, una forte esplosione si è registrata a Pancevo, dove le bombe hanno colpito una raffineria ed un impianto aeronautico.
Anche a seguito delle perplessità sull’efficacia dei primi giorni di operazioni militari, la NATO ha deciso l’invio di 24 elicotteri americani d’attacco "Apache", che verranno impiegati per rafforzare la capacità di colpire obiettivi terresti in Kossovo, in particolare blindati e carri dell’esercito serbo. Il dispiegamento di tali mezzi è stato approvato da parte dell’Albania, dal cui territorio dovrebbero partire le incursioni degli elicotteri.
Sul fronte diplomatico, si apre una settimana ricca di appuntamenti, finalizzati a coordinare le operazioni di assistenza ai profughi e a ricercare una via d’uscita politica al conflitto. Mercoledì si riuniranno i Ministri degli Interni dell’UE a Lussemburgo, e subito dopo i Ministri degli Esteri. All’ordine del giorno la definizione di una strategia di assistenza ai profughi, con la - da noi auspicata - conferma dell’opzione dell’assistenza nei Paesi limitrofi al Kossovo, in modo da favorire il loro rientro al termine della guerra evitando così di incoraggiare, tramite il trasferimento dei kossovari in Europa, la politica di pulizia etnica di Milosevic. Anche da parte albanese, e per le stesse ragioni, è stata espressa ieri la preferenza per la permanenza dei profughi in Albania. Sempre mercoledì è prevista una riunione del G8 a livello di Direttori Politici, sulla cui opportunità vi erano state alcune riserve da parte statunitense.
Da New York si è appreso che la RFJ ha formalmente richiesto l’intervento del Segretario Generale delle Nazioni Unite per fermare gli attacchi della NATO. Belgrado ha giustificato tale richiesta con la facoltà attribuita al Segretario Generale, ai sensi della Carta delle Nazioni Unite, di portare all’attenzione del Consiglio di Sicurezza ogni questione che può mettere a rischio la pace internazionale. Nella richiesta jugoslava si ricorda anche che la RFJ aveva chiesto una riunione del CdS fin dal primo giorno degli attacchi NATO (24 marzo).
La Russia ha annunciato una missione a Belgrado del presidente della Duma Ghennadi Zeleznikov, che incontrerà Milosevic.
Prosegue intanto l’azione del leader moderato degli albanesi del Kossovo Rugova, che vive "sotto protezione serba". L’esponente della LDK, a seguito di due separati incontri col Primo Ministro federale Sainovic e con l’Ambasciatore russo a Belgrado, ha chiesto di potersi recare all’estero per tentare una mediazione che si baserebbe sulla cessazione dei bombardamenti e sulla ripresa della cooperazione di Belgrado con la comunità internazionale. In occasione dell’incontro con Sainovic, secondo fonti jugoslave, si sarebbe registrata una convergenza di vedute fra i due sulla necessità di lavorare per una soluzione politica e per il rientro nelle loro case dei profughi.

2. KOSSOVO – L’Europa organizza il sostegno ai profughi.
Sale il numero dei profughi, mentre il Sottosegretario Ranieri effettua una serie di visite (col Sottosegretario tedesco Verheugen e con l’Alto Commissario delle NU per i rifugiati Ogata) per coordinare l’azione di assistenza agli sfollati.
I profughi sarebbero attualmente circa 395 mila, secondo fonti ONU, 44 mila dei quali arrivati nella sola giornata di domenica.
Nel quadro dell’impegno italiano per il coordinamento delle operazioni umanitarie a favore dei profughi, il Sottosegretario Ranieri ha incontrato ieri il collega tedesco Verheugen e quindi l’Alto Commissario delle NU per i rifugiati, Signora Sadako Ogata. Con Verheugen sono state discusse le alternative fra assistenza "in loco" e trasferimento dei profughi in Europa, concordando sull’importanza di studiare le capacità di accoglienza dei Paesi limitrofi prima di decidere su eventuali spostamenti. Alla Signora Ogata il Sottosegretario Ranieri ha esposto l’impegno italiano per l’assistenza ai profughi, in vista del vertice di oggi a Ginevra, convocato dall’Alto Commissario per pianificare le operazioni umanitarie.
Intanto nella tarda serata di ieri circa 1000 kossovari sono stati trasferiti in aereo in una località della Turchia nord-occidentale nei pressi del confine con la Bulgaria, mentre altri 91 sono giunti nella nottata in Norvegia.

3. OLANDA – Consegnati i sospettati della strage di Lockerbie.
I due sospettati dell’attentato sono stati consegnati alla Corte scozzese appositamente istituita in Olanda per il processo. A seguito di questo sviluppo le Nazioni Unite sospendono le sanzioni, mentre soddisfazione viene espressa un po’ ovunque a livello internazionale.
L’Italia, da sempre in prima fila nei tentativi di mediazione, inaugura per prima con la visita del Ministro Dini a Tripoli il processo di reinserimento della Libia nella comunità internazionale e di rilancio delle relazioni bilaterali, già normalizzate a seguito della firma il 4 luglio scorso della dichiarazione congiunta.
Sono giunti ieri all’Aja, dove saranno processati secondo il diritto scozzese, i due agenti libici sospettati di essere gli autori dell’attentato di Lockerbie. Si pongono così le basi per una soluzione alla decennale controversia che ha opposto la Libia da una parte alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale dall’altra. La decisione di consegnare i sospettati (anche se l’agenzia ufficiale Jana ha sottolineato ancora ieri che si tratta di una decisione spontanea dei due agenti libici, che al momento della partenza da Tripoli si sono dichiarati innocenti) dimostra dell’intenzione libica di normalizzare le relazioni con la Comunità internazionale, dopo che vari Paesi – da ultimo Sud Africa e Arabia Saudita – si erano adoperati per tentare una mediazione.
La consegna dei sospettati è stata salutata positivamente a livello internazionale, e il Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan ha subito redatto un rapporto al Consiglio di Sicurezza in base al quale quest’ultimo organo ha disposto la sospensione delle sanzioni. Gli Stati Uniti, pur esprimendo soddisfazione per la decisione libica, hanno affermato che manterranno le sanzioni unilaterali in campo petrolifero.
Per "marcare" questa positiva svolta libica, il Ministro Dini effettua oggi una visita a Tripoli, il cui obiettivo è di porre le basi per un pieno rilancio delle relazioni bilaterali in modo da suggellare il ruolo italiano di partner privilegiato della Libia in campo politico ed economico, nonché di "porta all’Europa". La visita del Ministro – la prima dopo la consegna dei sospettati – riconferma il ruolo dell’Italia di capofila nello sforzo di reinserimento della Libia nella comunità delle nazioni, dopo che il nostro Paese aveva già provveduto a normalizzare le relazioni bilaterali con la firma, nel luglio scorso, della dichiarazione congiunta che poneva fine a trent’anni di contenzioso sul retaggio coloniale italiano.

4. CONSIGLIO EUROPEO – Al primo punto i Balcani.
La ripresa delle attività caratterizzata dalla crisi del Kossovo. Domani riunione dei Ministri degli Interni e della Giustizia a Lussemburgo, dopodomani sempre nella capitale granducale sessione speciale del Consiglio Affari Generali con la partecipazione dei Ministri degli Esteri dei Quindici.
L’aggravarsi della crisi del Kossovo e la drammatica emergenza dei profughi, che a decine di migliaia stanno abbandonando forzatamente la regione, sarà al centro dell’attività del Consiglio dell’Unione Europea nell’immediata ripresa dei lavori dopo la pausa pasquale. Già domani i Ministri dell’Interno e della Giustizia, in riunione nella sessione del Consiglio Giustizia ed Affari Interni a Lussemburgo, esamineranno l’emergenza profughi alla luce delle iniziative da prendere e del sostegno dell’Unione.
Il giorno dopo, sempre nella capitale del Granducato, si riunirà in sessione straordinaria il Consiglio Affari Generale, alla presenza dei Ministri degli Esteri dei Quindici. In tale occasione potrebbe essere discussa anche l’ipotesi di un blocco totale della Serbia, avanzata in questi giorni su diversi organi di stampa dal Ministro Dini, come ulteriore strategia da seguire per piegare la resistenza del regime di Belgrado.

Giorni dell'Europa


31 luglio 1999
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