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Giorni dell'Europa

Venerdì 26 marzo 1999

1. JUGOSLAVIA – Rotte le relazioni diplomatiche con gli Usa.
Seconda notte di attacchi su tutto il territorio della RFY. In Kossovo l’esercito e le forze di polizia jugoslave starebbero intensificando l’offensiva contro UCK e le misure restrittive contro la dirigenza politica kossovara. Belgrado rompe le relazioni diplomatiche con Stati Uniti, Germania, Francia e Gran Bretagna ed effettua un passo nei confronti dell’Italia. Mosca ricerca un dialogo all’interno del gruppo di Contatto, che Washington ritiene prematuro.
Mentre il Vice primo ministro Draskovic annunciava la rottura delle relazioni diplomatiche con Stati Uniti, Germania, Francia e Gran Bretagna, è iniziata la seconda notte di attacchi aerei su tutta la Jugoslavia, finalizzata in modo particolare, secondo il Pentagono, a neutralizzare le truppe serbe a diretto contatto con i separatisti armati. Colpiti obiettivi militari in Serbia, Kossovo ed anche Montenegro. Tutti gli aerei NATO hanno poi fatto ritorno alle basi, nonostante le notizie di fonte serba circa l’abbattimento di a1cuni velivoli dell’Alleanza.
In assenza di osservatori dell’OSCE in Kossovo, è difficile conoscere la situazione sul terreno degli scontri fra serbi e separatisti. Fonti dell’UCK hanno segnalato un massiccia offensiva serba, negando che l’esercito di liberazione del Kossovo stia sfruttando gli attacchi della NATO a proprio vantaggio, come sostenuto ieri da Belgrado. L’azione serba includerebbe anche, sempre secondo fonti dell’UCK, l’evacuazione forzata di civili dai villaggi del Kossovo e la presa di ostaggi.
Proteste filoserbe contro alcune ambasciate e consolati occidentali anche in Macedonia e fuori i Balcani (Mosca, Toronto).
Sul piano diplomatico, continua la fase maggiormente distensiva delle prese di posizione russe. Ieri il Ministro degli Esteri Ivanov ha dichiarato che la Russia non risponderà alla forza con la forza e ha ribadito l’invito ai ministri del Gruppo di Contatto per una riunione a Mosca. La reazione di Washington all’invito è stata negativa, sembrando prematura la ripresa dell’iniziativa diplomatica ad alto livello mentre le azioni militari sono ancora in corso.
Per quanto riguarda l’Italia, sono stati compiuti passi da parte delle Autorità jugoslave sia a Belgrado con l’Ambasciatore Sessa che a Roma con il Segretario Generale Amb. Vattani al fine di richiedere un intervento italiano mirato a sospendere le operazioni militari. Per parte nostra si è ricordato come la decisione della NATO di iniziare le operazioni sia scaturita dall’intransigenza jugoslava nel rifiutare il piano di pace del Gruppo di Contatto, che rimane ancora valido e che offre condizioni accettabili per entrambe le parti in termini di garanzia dell’integrità territoriale della RFY e di riconoscimento dell’autonomia kossovara.
La situazione all’interno delle nostre Rappresentanze a Belgrado e Bar continua ad essere calma. L’Ambasciata ha agevolato la partenza di alcuni connazionali, e il Consolato Generale a Bar ha fornito assistenza agli equipaggi di due navi ancorate nel porto di Bijela.

2. MACEDONIA – Proteste della popolazione serba contro la Nato.
La crisi del Kossovo investe in pieno il paese limitrofo. Disordini nella capitale provocati dalla consistente comunità serba residente a Skopje. Danneggiate le ambasciate USA, Germania e Gran Bretagna. Sparuta protesta anche contro l’ambasciata italiana
Varie migliaia di persone appartenenti alla numerosa comunità serba residente nel paese hanno seminato il panico nel centro della capitale macedone, assaltando l’ambasciata statunitense e l’edificio che ospita quella tedesca ed inglese, e circondando l’albergo dove sono installati varie centinaia di verificati dell’OSCE, compresi i vertici della missione che ha abbandonato il Kossovo pochi giorni fa. Qualche sassata anche contro l’ambasciata italiana. Presi di mira anche vari giornalisti occidentali che sembrano divenire sempre più il primo bersaglio della reazione delle comunità serbe agli attacchi della NATO in Jugoslavia.
Le manifestazioni hanno colto impreparate le autorità di Skopje. La reazione delle forze dell’ordine macedoni è divenuta efficace con ritardo e soltanto quando vi è stato l’intervento dell’esercito a sostegno della polizia. Il Primo Ministro Georgiijev ha lanciato un appello affermando che "la stabilità interna è più necessaria che mai e non bisogna permettere a piccoli gruppi di danneggiare la sostanziale situazione di omogeneità della Macedonia". Purtroppo invece crescono le tensioni fra serbi ed albanesi di Macedonia

3. GEORGIA – Prossimo ingresso nel Consiglio d’Europa.
L’adesione del paese caucasico al Consiglio d’Europa prevista per il fine aprile.
La Georgia diventerà il 41° stato membro dell’istituzione di Strasburgo, di cui fanno già parte tutti i paesi dell’Europa occidentale, la Turchia ed i sedici stati europei post-comunisti. La domanda di adesione delle Autorità di Tbilisi era stata depositata nel 1996 e la sua accettazione completa l’ingresso delle repubbliche ex sovietiche nell’organizzazione.

4. CONSIGLIO EUROPEO DI BERLINO – Si conclude il negoziato su Agenda 2000.
Positiva conclusione del negoziato su Agenda 2000. Il compromesso raggiunto non comporta un aumento del contributo italiano per i primi due anni e salvaguarda l’aumento delle quote latte in nostro favore.
Si è conclusa alle sei di stamattina con una accordo definito dal Presidente D’Alema "equilibrato e positivo" la maratona negoziale su Agenda 2000. Dal punto di vista italiano l’accordo sarà a costo zero nei primi due anni e permetterà comunque di recuperare lo squilibrio a nostro sfavore nella politica agricola. L’aumento del contributo italiano sarà comunque inferiore alle maggiori entrate per l’Italia nel settore agricolo e dei fondi strutturali. Questo successo conseguito a Berlino si aggiunge dunque alla nomina dell’On. Prodi alla Presidenza della Commissione.
Secondo le prime informazioni disponibili, l’accordo raggiunto prevede una graduale riforma delle risorse proprie dell’Unione, con uno spostamento parziale e per tappe dalla risorsa IVA ad un contributo calcolato sul PIL, senza un tetto ai contributi dei maggiori contribuenti. Per la politica agricola, sono state introdotte alcune modifiche all’accordo raggiunto lo scorso 11 marzo, abbassando i prezzi della carne bovina, dei cereali e dei prodotti lattiero-caseari. Non è stato rimesso in discussione l’aumento delle quote latte italiane. I fondi strutturali per le regioni meno sviluppate sono stati stanziati nella misura di 213 miliardi di Euro, di cui 18 per il fondo di coesione.

5. UNIONE EUROPEA – Accordo di libero scambio con il Sudafrica.
L’accordo di libero scambio con Pretoria riceve l’imprimatur dal Consiglio Europeo.
Si tratta del primo accordo di libero scambio concluso dall’Unione che contenga anche un vasto capitolo dedicato all’agricoltura. Anzi proprio questo aspetto ha sollevato non poche obiezioni soprattutto da parte delle delegazioni dei Paesi del Sud Europa, preoccupati per alcune concessioni ritenute troppo "vantaggiose" per prodotti sudafricani direttamente concorrenziali con quelli mediterranei. Anche per questo le trattative si sono prolungate per oltre quattro anni e su due punti (la pesca e gli scambi di vino ed alcuni liquori – grappa, sherry, porto) ancora bisognerà trovare un’intesa. Secondo il Commissario Pinheiro sono comunque oltre trecento i prodotti agricoli che non saranno toccati dall’accordo e tra questi alcuni particolarmente sensibili per l’Italia quali riso, latte, carne bovina, pomodori in scatola.
Nei suoi termini generali l’accordo – che Pinheiro prevede possa essere firmata ai primi del 2000 – copre oltre l’85% delle esportazioni europee verso il Sudafrica e circa il 90% di quelle sudafricane verso i Quindici. E’ previsto un lungo periodo transitorio che va dai dieci ai dodici anni.

Giorni dell'Europa


31 luglio 1999
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