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Giorni dell'Europa
Venerdì 6 agosto 1999
1. TURCHIA Il Pkk deporrà le armi.
Mentre continua l'iter processuale per la condanna a morte di Ocalan, il
Partito dei lavoratori curdi (Pkk) ha accettato l'appello del suo leader imprigionato,
annunciando che deporrà le armi.
E' questa una risposta alla richiesta fatta da Ocalan al Pkk, lo scorso martedì, di
rinunciare alla lotta armata e, a partire dal prossimo primo settembre, di ritirare le
proprie forze della Turchia.
La richiesta di Ocalan è stata anche commentata dal Primo Ministro Ecevit che, rompendo
il tradizionale silenzio del Governo sulle esternazioni di Ocalan, ha qualificato come
positiva l'iniziativa del leader curdo, pur evidenziando che occorrerà verificarne i
seguiti concreti. Non è comunque escluso che la presa di posizione di Ecevit testimoni di
una maggiore attenzione del Governo turco verso le mosse di Ocalan.
Invece, la prima reazione ufficiale alla notizia dell'accettazione del PKK della richiesta
di deporre le armi e di lasciare la Turchia, giunta per bocca del Ministro di Stato Cay,
è stata di totale indifferenza: le risposte del PKK alle richieste di Ocalan, secondo il
Ministro, "non ci riguardano perché il PKK non è un interlocutore" ed il
terrorismo "deve pagare il suo prezzo".
Continua, intanto, l'iter processuale per la conferma della condanna a morte del leader
curdo, con la presentazione in Cassazione di una richiesta in tal senso da parte del
Procuratore Generale di Stato.
2. ALBANIA Peggiora la situazione della sicurezza.
Mentre l'attenzione internazionale è in gran parte concentrata sul Kosovo,
peggiora la situazione della sicurezza in Albania. L'ultimo rapporto della missione
europea di osservatori, ECMM, denuncia come nel Paese esista la più precaria situazione
in termini di sicurezza dell'intera regione, probabilmente con la sola esclusione del
Kosovo. Ciò è dovuto anche al continuo restringimento delle aree di territorio nazionale
sotto il controllo delle autorità statali.
Tale situazione determina, tra le altre cose, due ordini di conseguenze. Sul piano del
dibattito politico interno, cresce la "aggressività" del partito democratico
nel denunciare il fallimento del Governo nel settore della sicurezza. A riprova che le
denuncie sulla situazione non sono prive di fondamento è giunto l'ordine del Primo
Ministro Majko ai responsabili dell'ordine pubblico di "arrestare o uccidere"
nei prossimi dieci giorni tutti i terroristi.
Sul piano economico, cresce il disinteresse degli investitori, non solo internazionali ma
anche nazionali, ad investire nel Paese. Tale disinteresse ha avuto riscontro anche nella
lentezza con cui procede il processo di privatizzazione, fermo al 17% del totale previsto.
A denunciarlo è la stessa Banca di Albania, il cui bollettino prende atto pubblicamente
dell'aumentato rischio per gli investimenti in tutta l'area balcanica ed in particolare
nella stessa Albania. A ciò va aggiunto la quasi totale assenza, se si esclude la
Albanian Guarantee Agency, che però può contare solamente su un fondo di 10 milioni di
dollari, di istituzioni che garantiscano gli investitori dal rischio politico.
3. RUSSIA Dopo ferragosto negoziato con gli Usa sugli arsenali.
Ripartiranno dopo ferragosto i lunghi negoziati russo-americani miranti alla
conclusione di un trattato Start III per l'ulteriore riduzione degli arsenali strategici.
E' questo il risultato principale dei colloqui a due, tenutisi ieri a Mosca, tra i capi
delle diplomazie di Russia e Stati Uniti, Igor Ivanov e Madeleine Albright, che hanno
fatto registrare un ulteriore riavvicinamento dopo la crisi balcanica. Nella stessa sede
gruppi di esperti da ambo le parti si incontreranno fra il 17 e il 19 del mese per
cominciare le discussioni sui contenuti della futura intesa; tra i probabili temi in
discussione anche modifiche all'accordo Start II sui missili anti-balistici, risalente al
'72 e dunque in più punti superato dagli eventi sebbene non ancora ratificato dalla Duma,
dominata dalle opposizioni a Boris Eltsin.
4. JUGOSLAVIA Il Montenegro propone alla Serbia una "associazione".
Il Montenegro ha intenzione di proporre alla Serbia di sciogliere la
Federazione Jugoslava e di dare vita a una meno vincolante "Associazione di
Stati" tra Montenegro e Serbia.
Se Belgrado non dovesse accettare la proposta, Podgorica sarebbe intenzionata a tenere un
referendum per l'indipendenza. E' quanto scrivono i giornali montenegrini secondo cui i
leader locali vorrebbero abolire l'attuale costituzione, rimpiazzare il governo federale
con un "consiglio dei ministri" composto solo da sei persone, dare vita a una
sola camera legislativa (con rappresentanza paritaria per montenegrini e serbi) e
introdurre una gestione separata per quanto riguarda l'apparato militare.
5. ITALIA-LIBIA Gheddafi collabora contro il terrorismo.
Si è svolta ieri ad Al-Beida, con risultati positivi, una riunione plenaria
della Commissione mista italo-libica, cui hanno partecipato, accompagnando il Ministro
Dini, rappresentanti di altri Dicasteri, dalla Difesa al Tesoro. Quello di ieri è stato
il secondo viaggio in Libia negli ultimi quattro mesi e sancisce definitivamente il
recupero delle relazioni bilaterali che sono entrate, stando a quanto dichiarato dal
Ministro degli Esteri libico Mountasser, "in una fase di intensificazione della
cooperazione politica, economica e culturale e con la visita si intende fare ulteriori
passi avanti in ognuno di questi settori". In un Memorandum firmato ieri si sancisce
il carattere strategico della consultazione politica tra Italia e Libia. Da parte sua, il
Ministro Dini ha ribadito come la Libia stia "cooperando con i paesi europei e con la
comunità internazionale nella lotta contro il terrorismo" e che alla luce degli
ultimi sviluppi sono impensabili nuove sanzioni contro il governo di Gheddafi.
Il primo risultato concreto del ravvicinamento politico è l'avvio verso una soluzione
definitiva dell'annoso problema del recupero dei crediti vantati da imprese italiane nei
confronti della Libia. Si tratta di somme per centinaia di miliardi che finora erano state
negate alle imprese italiane. La formalizzazione dell'accordo avverrà in settembre, ma il
Ministro Dini ha assicurato che prestissimo si potrà avviare un calendario per i
rimborsi.
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