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Giorni dell'Europa

Martedì 20 aprile 1999

1. KOSSOVO
Scontri al confine fra Albania e Kossovo, cui partecipano anche truppe albanesi, mentre le operazioni della NATO sono state frenate dal maltempo. Le difese aeree di Belgrado sarebbero già state distrutte, e si mira a interrompere i rifornimenti di carburante all'esercito serbo.
La NATO ha ammesso di aver colpito due convogli civili sulla strada di Djakovica la settimana scorsa, ma l'alto numero di vittime mostrato dalla TV serba non sembra proporzionato; restano interrogativi su eventuali manipolazioni da parte jugoslava.
L’esercito serbo ha chiuso di nuovo, improvvisamente, i confini del Kossovo. Preoccupazione sulla sorte dei profughi bloccati.
Il Presidente D'Alema ha ricordato l'impegno a proseguire l'azione militare, ma anche a ricercare una soluzione politica coinvolgendo Nazioni Unite e Russia. Kofi Annan invitato a Mosca il 29 marzo; Eltsin ha telefonato a Clinton chiedendo nuovamente di sospendere i bombardamenti.
In occasione del prossimo vertice NATO si svolgerà un approfondito dibattito sulle operazioni in corso, e sarà anche organizzata una riunione coi sette Paesi vicini alla Jugoslavia.
E' ancora salita la tensione fra RFJ e Albania, a seguito della rottura delle relazioni diplomatiche. Tirana ha rafforzato il proprio dispositivo militare al confine quale misura cautelativa contro il rischio di incursioni serbe. Scontri alla frontiera si sono verificati ieri nella zona di Dobruna fra guerriglieri dell'UCK, che in questo caso sarebbero stati appoggiati da truppe albanesi, e l'esercito serbo.
Il maltempo ha frenato le operazioni militari della NATO, che ha comunque colpito obiettivi a Novi Sad, intorno a Belgrado e in tutto il Kossovo. Le operazioni militari continueranno a lungo (forse due o tre mesi), secondo quanto reso noto a Bruxelles dal portavoce della NATO, ma intanto sarebbe già stato raggiunto l'obiettivo di distruggere le difese aeree di Belgrado, nonchè circa il 70% dei depositi di carburante. L'interruzione degli approvvigionamenti di carburante è uno degli obiettivi strategici della NATO, allo scopo di fermare la macchina da guerra di Milosevic, e su tale argomento si è incentrata una telefonata di ieri fra Chirac e Clinton, che ha esposto al Presidente francese la proposta americana di blocco del flusso di petrolio verso la RFJ.
La NATO ha ieri ufficialmente ammesso due tragici errori di attacchi dello scorso 14 aprile convogli vicino a Djakovica, che sono costati la vita anche a numerosi civili. Secondo un portavoce della NATO, il numero delle vittime non potrebbe essere (in entrambi i casi i missili hanno colpito solo il veicolo di testa) quello denunciato dai serbi civili. Non ha escluso che i civili siano usati come "scudi umani" (è accaduto in passato, ad esempio in Bosnia), né che dopo l'attacco NATO siano stati "fatti sparire" i veicoli militari, in modo da dimostrare che la colonna attaccata era composta esclusivamente da civili.
Sul piano diplomatico, il Presidente D'Alema, nel ribadire l'impegno italiano a proseguire con fermezza l'azione militare, ha evidenziato l'urgenza di rilanciare l'iniziativa politica, e a tal fine ha fatto appello ad un maggior ruolo delle Nazioni Unite e della Russia.
Attivismo diplomatico di Mosca. Il Governo russo sembra condividere l'appoggio all'azione dell'ONU: il Ministro Ivanov ha infatti affermato che la soluzione politica andrà ricercata nel quadro delle Nazioni Unite e lo stesso Kofi Annan ha annunciato di essere stato invitato a recarsi il prossimo 29 aprile a Mosca, per colloqui che saranno incentrati sul conflitto in Kossovo. Ivanov ha anche criticato l'asserito piano della NATO di creare "terra bruciata" in Kossovo in vista dell'ingresso di truppe di terra, sviluppo che antagonizzerebbe vieppiù Mosca. Secondo cui, invece, le condizioni alle quali, secondo Mosca, per arrivare ad un regolamento della crisi sono: interruzione delle attività belliche, ritiro dal Kossovo della parte eccedente delle truppe serbe, ritiro della NATO dall'Albania e dalla Macedonia e ripresa dei negoziati fra Milosevic e dirigenza kossovara.
La sospensione dei bombardamenti è stata chiesta anche da Eltsin in una lunga conversazione telefonica con Clinton. Il Presidende russo, che ritiene impossibile un cedimento di Milosevic sotto le bombe, ha anche aggiunto che Mosca non permetterà l'instaurazione di un protettorato americano in Jugoslavia, ma quale gesto distensivo ha sospeso l'invio di sei unità della marina militare russa in Adriatico in aggiunta alla nave già presente.
A Roma si sono svolti i primi colloqui dell'Ambasciatore Sessa dopo il richiamo per consultazioni. L'Ambasciatore, che era l'unico rimasto a Belgrado fra i colleghi del Gruppo di Contatto, è stato richiamato per acquisire informazioni di prima mano sulla situazione politica nella RFJ. Ieri è stata anche ricevuta alla Farnesina una delegazione di esponenti dell'UCK, che sta effettuando un giro di visite in Europa, mentre il Presidente Violante si è recato in visita a Skopje per una missione che era già stata programmata da mesi a seguito dell'invito del presidente del locale parlamento, Savo Klimowski.
Altre iniziative politiche sono state annunciate: a margine del prossimo vertice della NATO di Washington (23 - 25 aprile), verrà organizzato un incontro con i rappresentanti dei sette Paesi vicini alla Jugoslavia: Macedonia, Bulgaria, Albania, Slovenia, Romania, Croazia e Bosnia. L'Organizzazione della Conferenza Islamica ha invece preannunciato una missione del "gruppo di contatto" dell'Organizzazione, a livello ministeriale, che toccherà vari paesi europei fra cui l'Italia per colloqui sul Kossovo.

2. KOSSOVO – PROFUGHI
Continua la "pulizia etnica" in Kossovo, mentre la polizia serba chiude le frontiere con i Paesi limitrofi. Stime agghiaccianti (decine di migliaia) dei "dispersi" albanesi nella provincia. L'inviato di Kofi Annan in Albania De Mistura elogia il lavoro svolto dal Governo e dai volontari italiani.
Mentre giungono testimonianze di una ripresa dell'epurazione degli albanesi dal Kossovo, con le bande di Arkan di nuovo in azione nella zona di Pec, da Washington gli esperti incaricati di occuparsi di crimini di guerra stimano in 100.000 il numero dei kossovari che "mancano all'appello" e che potrebbero essere vittime della repressione serba. La NATO ha affermato di avere le prove fotografiche dell'esistenza di 43 fosse comuni in Kossovo.
Questa drammatica situazione ha provocato una nuova ondata di profughi, che pero' non hanno potuto trovare accoglienza nei Paesi limitrofi a causa della chiusura, da parte della polizia serba, dei valichi di frontiera con l'Albania e, secondo l'UNHCR, anche con Macedonia e Montenegro.
L'inviato speciale di Kofi Annan in Albania Staffan De Mistura ha elogiato da Tirana il lavoro di assistenza ai profughi svolto nel quadro dell'operazione Arcobaleno, evidenziando che il campo profughi di Kukes deve presto passare "sotto le bandiere" dell'ONU, anche per ragioni di sicurezza data l'ubicazione a ridosso di un confine ad alto rischio.

3. BCE.
Il rapporto annuale dell'Istituto di Francoforte sull'andamento dell'economia europea relativa al 1998 invita i Governi ad adottare le riforme strutturali ed ad accelerare il risanamento della finanza pubblica.
Euro ai minimi sul dollaro: da gennaio ha perso il 10%.
Pochi giorni dopo il taglio di mezzo punto del tasso di riferimento decretato dalla Banca Centrale Europea, l'Istituto di Francoforte pubblica il suo rapporto annuale sull'andamento dell'economia europea relativo al 1998. In estrema sintesi la BCE lancia un appello ai governi europei per una rapida adozione di riforme strutturali, in particolare del mercato del lavoro, e per il rispetto del patto di stabilità.
Il Presidente Duisenberg sottolinea come già sussistano le condizioni monetarie per una crescita economica sostenuta: tassi d'interesse ad un livello storicamente basso, stabilità dei prezzi, stabilità del tasso di cambio, miglioramento dei bilanci pubblici. Ciò nonostante, un persistente calo di fiducia degli operatori economici rischia di vanificare tale opportunità nell'area dell'euro. Per recuperare e consolidare tale fiducia, Duisenberg insiste sulla necessaria priorità che deve essere data alla rimozione degli ostacoli strutturali, in particolare per quanto concerne le rigidità che attengono ai mercati europei del lavoro, il cui cattivo funzionamento, secondo il rapporto della BCE, si riflette nel lento processo di creazione di posti di lavoro e nella diminuzione molto graduale della disoccupazione. La fiducia - prosegue il rapporto - va anche sostenuta tramite l'adozione di politiche fiscali mirate all'equilibrio o ad un avanzo di bilancio, per consentire agli Stati membri sia di affrontare le normali fluttuazioni cicliche senza incorrere in deficit eccessivi, sia per ridurre in modo soddisfacente il rapporto debito/PIL.
Per quanto riguarda i dati relativi alla situazione economica, l'inflazione media per il 1998 si è aggirata attorno all'1,1% (con una riduzione rispetto all'anno precedente dello 0,6 punti percentuali), mentre la crescita economica, robusta nella prima parte dell'anno e con segnali di rallentamento nella seconda, segna un tasso medio complessivo pari a circa il 3%. Il fattore trainante della crescita sarebbe stata la domanda interna e la sua ripresa ha compensato la riduzione delle esportazioni, colpite dalla crisi delle economie emergenti asiatiche e latino-americane. La disoccupazione e diminuita in maniera costante, attestandosi attorno al 10,5%, ma essa, nell'analisi della BCE, permane elevata sia in prospettiva storica sia in paragone ai livelli registrati al di fuori dell'area dell'Euro (Giappone, Stati Uniti, Regno Unito). Miglioramenti sono invece da registrare nei bilanci pubblici, anche se ad un ritmo piuttosto lento e con squilibri mediamente elevati ancora sussistenti.
Con l’abbassamento dei tassi dopo l’uscita di scena di Lafontaine, che lo aveva invocato per mesi, la BCE ha dimostrato la propria indipendenza dal potere politico. L’ulteriore calo dell’euro (ieri ha toccato il minimo di 1,06 col dollaro, con un calo del 10% rispetto al debutto della valuta europea), ne è forse in parte conseguenza, ma non preoccupa Duisenberg. Il problema europeo è la debole crescita (con sintomi di recessione in Germania ed Italia) e l’euro debole può aiutare nel breve periodo, via esportazioni. Ma la chiave di volta della ripresa europea –questa è la linea della BCE- sono le riforme strutturali e la liberalizzazione del mercato del lavoro.

4. INTERVENTI ITALIANI DI EMERGENZA IN KOSSOVO E STATI LIMITROFI.
L'azione italiana in favore dei profughi del Kossovo caratterizzata in questa prima fase del conflitto da un consistente sforzo finanziario e da tempestività di erogazione. Impegnati entro il prossimo mese di giugno circa 170 miliardi per interventi in Albania, Macedonia e Montenegro. Particolare rilievo all'assistenza ai profughi fuori dai campi ed alla popolazione locale che a sua volta presta assistenza volontaria ai profughi.
Gli interventi italiani nel trimestre che va dall'inizio della crisi (24 marzo) fino a fine giugno prossimo sono complessivamente valutabili in 86 milioni di Euro (circa 170 miliardi), ripartiti tra l'azione posta in essere dalla Protezione Civile e quella realizzata dalla Cooperazione. Questo senza tener conto delle offerte volontarie che si stanno raccogliendo nell'ambito dell'Operazione Arcobaleno, che avrebbero ormai toccato quota 40 miliardi di lire.
L'azione realizzata dalla Protezione Civile e gli interventi della Cooperazione sono complementari. La prima consiste nella rapida messa in opera di 8 campi in Albania per assistere circa 25.000 profughi, mentre i secondi sono perlopiù diretti all'assistenza ai profughi al di fuori dei campi, tramite piccoli interventi mirati, da porre in essere soprattutto con le ONG e con progetti realizzati in collaborazione con OO.II. (UNHCR, OMS, OIM, UNDP, UNICEF). Particolare attenzione viene data alla popolazione locale albanese che a sua volta presta assistenza volontaria ai profughi in condizioni spesso estremamente precarie. Le linee principali dell'intervento della Cooperazione sono rivolte fondamentalmente a dare un aiuto alle famiglie che assistono i profughi, a rafforzare i presidi sanitari, ad assistere le fasce più deboli della popolazione, a realizzare in cofinanziamento con l'OIM un programma mirato a ricostruire l'identità anagrafica dei profughi. Tra le iniziative realizzate vanno citate inoltre forniture di aiuti alimentari, di materiale sanitario, di tende e materiale da campo, di ospedali da campo. L'Albania è la prima destinataria degli aiuti e dell'assistenza italiana, ma questa non si esaurisce nel paese schipetaro: anche la Macedonia ed il Montenegro rientrano nell'area di attività di tali iniziative.
Nel mettere a punto gli interventi, inoltre, si cerca di tener presente, oltre all'emergenza immediata, anche le prospettive di medio periodo. L'azione della Protezione Civile si pone infatti, per la sua stessa natura, obiettivi a medio termine. Essa dovrebbe gradualmente evolvere verso forme di più diretta collaborazione con il sistema della Nazioni Unite, in vista anche di un possibile passaggio della gestione dei campi montati dagli italiani ad OO.II e ONG. La Cooperazione si sta adoperando a tal fine.

Giorni dell'Europa


25/4/1999
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