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Giorni dell'Europa
Giovedì 18 marzo 1999
1. LE DIMISSIONI DELLA COMMISSIONE EUROPEA
Un rebus giuridico-istituzionale di non facile soluzione che si inserisce nella annosa
questione dellequilibrio dei poteri tra il Parlamento Europeo, il Consiglio e la
Commissione stessa.
Mentre le competenti istanze politiche del Consiglio spingono per una rapida
sostituzione dellesecutivo Santer dimessosi laltro ieri, dalla lettura di
quanto previsto dai Trattati comunitari la soluzione non appare così facile per gli
aspetti giuridici-istituzionali, alla luce anche di alcune scadenze temporali previste.
Larticolo del Trattato CE che regola lipotesi delle dimissioni volontarie dei
Commissari (art. 159) prevede che essi devono essere sostituiti per la parte restante del
loro mandato, con una procedura formalmente diversa a seconda che si tratti del Presidente
(necessaria lapprovazione del Parlamento Europeo) o dei singoli Commissari (nomina
di competenza governativa senza intervento del P.E.). Due sono però gli elementi
temporali che complicano la vicenda: da un lato la scadenza naturale del mandato
dellattuale Commissione (5 gennaio 2000); dallaltro, le ormai prossime
elezioni per il rinnovo del Parlamento, fissate per metà giugno.
Il primo punto pone evidenti problemi per quanto riguarda la composizione ed il profilo da
dare alla Commissione da nominare, dato che comunque essa dovrà rassegnare il mandato il
6 gennaio prossimo. Si potrebbe concordare di nominare una Commissione
"transitoria" ad alto livello, che sarebbe de facto riconfermata in toto alla
data di avvio del nuovo mandato. Questa soluzione però si scontra con laltra
scadenza temporale, quella relativa al Parlamento, e con la procedura prevista dalla
nomina di una Commissione ad inizio mandato (art. 158 Trattato CE), che prevede
lapprovazione del P.E. per tutti i Commissari: difficilmente un Parlamento ad inizio
legislatura accetterebbe di ratificare il "fatto compiuto" di Commissari
precedentemente nominati dai governi senza lintervento dellAssemblea di
Strasburgo. Stessa indisponibilità potrebbe aversi nel caso del Presidente che, benché
già sottoposto ex art. 159 al vaglio parlamentare, si troverebbe a dover essere
"ratificato" da un Parlamento diverso, uscito dai risultati delle elezioni di
giugno. Lalternativa potrebbe essere di nominare fino al gennaio 2000 una
Commissione di basso profilo, destinata ad essere sostituita. A parte la difficoltà di
individuarne i membri disposti a farne parte, è da non sottovalutare che questa
Commissione "a tempo" sarebbe quella che gestirebbe i primi passi di Agenda
2000, dellentrata in vigore del Trattato di Amsterdam
Esisterebbero anche altre soluzioni intermedie come quella di una sorta di
rimpasto, con la riconferma della gran parte dei Commissari attuali, quelli non
compromessi dal rapporto del Comitato dei saggi o quella di tentare di ritardare la
sostituzione della Commissione dimissionaria (ipotesi giuridicamente possibile) fino alle
elezioni europee ed allinsediamento del nuovo Parlamento sempre però con
alcune difficoltà connesse.
Quel che invece con il passare delle ore sembra divenire sempre più chiaro è la
necessità di circoscrivere gli effetti di questa crisi. Ciò potrebbe avvenire inviando
sia alle istituzioni che allopinione pubblica europea un chiaro e forte segnale,
come la nomina di un Presidente di alto livello che abbia la sufficiente autorità
politica per negoziare sia con il Parlamento uscente che con quello che sarà formato dopo
le elezioni di giugno la composizione della Commissione "pre e post 2000".
2. KOSOVO
La situazione volge al peggio, fra lo stallo negoziale a Parigi e i crescenti segnali di
incremento del dispositivo militare delle parti nella provincia. Deludenti i risultati
dellinchiesta sulla strage di Racak: le responsabilità non sono del tutto chiare,
anche se di strage si è effettivamente trattato.
Proseguono scontri su vasta scala in Kosovo, tanto che gli Stati Uniti accusano
Belgrado di prepararsi alla guerra. Nessun segnale positivo è giunto dal negoziato in
corso a Parigi, dove è arrivato ieri il portavoce del Dipartimento di Stato americano
Rubin, che ha avuto colloqui coi mediatori e con le due delegazioni. Secondo il mediatore
europeo Petrisch, per la rottura è ormai solo questione di ore.
Nel frattempo sono stati resi noti i risultati dellinchiesta condotta da un gruppo
di medici legali finlandesi sulla strage di Racak: dalla voluminosa documentazione
prodotta non emerge chiaramente la dinamica, e quindi le precise responsabilità,
delleccidio, che comunque "è stato un crimine contro lumanità",
secondo quanto dichiarato da uno dei medici. Non è neanche completamente chiarita la
questione della presenza di civili fra le vittime: forse si trattava di "civili
armati".
3. ITALIA-GERMANIA
Visita a Roma del Cancelliere Schroeder, dedicata ad Agenda 2000 e alla crisi
istituzionale dellUnione Europea. Si sono registrati progressi sul primo punto e
identità di vedute sulla necessità di procedere speditamente alla nomina di un esecutivo
comunitario.
Il Cancelliere federale Schroeder ha incontrato il presidente DAlema e il
Ministro Dini a Roma nellambito di una tornata di visite nelle capitali europee
finalizzata ad approfondire il negoziato su Agenda 2000. Su tale questione si sono
compiuti importanti passi avanti - secondo quanto dichiarato dal Presidente DAlema
verso un accordo in vista del prossimo Cionsiglio Europeo di Berlino.
A seguito delle dimissioni della Commissione, i due Presidenti hanno discusso anche
delleventualità di nominare un nuovo Presidente, concordando sulla necessità di
procedere in tempi brevi, anche se non necessariamente entro il prossimo Consiglio Europeo
di Berlino (24 25 marzo). Qualora ciò non fosse possibile, la Presidenza tedesca
non esclude leventualità di convocare un ulteriore vertice dei Capi di Stato e di
Governo. Risulteranno comunque fondamentali le prossime tappe (Madrid e Parigi) del giro
di capitali europee di Schroeder per conoscere lidentità del candidato
"rivale" di Romano Prodi ("che è il candidato italiano", ha ribadito
il Presidente DAlema) e i tempi che gli altri partners auspicano per la nomina di un
nuovo esecutivo.
4. ITALIA OCSE
Visita in Italia del Segretario generale dellorganizzazione.
Inizia oggi la visita in Italia del Segretario Generale dellOCSE, Donald Johnston.
Oltre al Ministro Dini, Johnston incontrerà il Presidente DAlema e i ministri
economici, per colloqui incentrati sullattualità economica internazionale in vista
della riunione ministeriale dell'organizzazione prevista per fine maggio.
5. COOPERAZIONE CON LEUROPA CENTRO-ORIENTALE RUOLO DELLE REGIONI
Limportanza di contatti anche a livello regionale è stata sottolineata dal
Sottosegretario Ranieri durante un incontro coi Presidenti delle Regioni italiane dedicato
alla cooperazione con i paesi dellEuropa centrale e orientale e dei Balcani.
Il Sottosegretario Ranieri ha incontrato i Presidenti delle Regioni italiane per
discutere del ruolo di queste ultime nella politica italiana di cooperazione con i paesi
dellEuropa centrale e orientale e dei Balcani. Secondo il Sottosegretario, che ha
anche illustrato i risultati di recenti missioni italiane nellarea cui hanno
partecipato esponenti regionali, la priorità accordata dallItalia alle relazioni
con larea deve portare ad allargare sempre più il livello dei contatti, includendo
anche le entità locali, in modo da rafforzare "dal basso" la marcia di questi
Paesi verso le istituzioni europee e la stabilità politica e sociale.
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