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Giorni dell'Europa

Mercoledì 17 marzo 1999

1. LE DIMISSIONI DELLA COMMISSIONE europea
Il Consiglio Europeo straordinario di Berlino si occuperà della questione.

La volontà del Consiglio- espressa dal suo Presidente di turno, il Cancelliere Schroeder – è di giungere rapidamente, possibilmente già tra una settimana a Berlino, alla nomina del nuovo esecutivo comunitario, tra i quali naturalmente il successore di Santer alla guida della Commissione: sarebbe stato in particolare il Premier inglese Blair, preoccupato del dibattito interno al Regno Unito sulla questione Europa, a spingere il Cancelliere per una rapida soluzione. Ma si sarebbe anche concordato sulla necessità di trovare una soluzione di peso per la Presidenza della Commissione. Potrebbe a questo punto essere rilanciata la candidatura Prodi, che sarebbe vista con favore anche da Blair, mentre da parte spagnola si avanzano i nomi di Gonzales e Solana. La situazione però non è di così facile soluzione e la volontà politica di una rapida uscita dalla crisi potrebbe scontrarsi con difficoltà politico-istituzionali.
Oggi a Roma è in visita il Cancelliere tedesco per incontrare sia il Presidente del Consiglio D’Alema che il Ministro Dini. La visita era già stata programmata da tempo per preparare il vertice di Berlino del 24-25 marzo, ma la questione della Commissione (e dell’ipotesi Prodi) sarà sicuramente affrontata.

2. BOSNIA
Un grave attentato a Saraievo riduce in fin di vita il Vice Ministro degli Interni della Federazione croato-mussulmana, il croato Leutar. Timori per le reazioni croate e per eventuali ipotesi di secessione.
L’esplosione è avvenuta a poche centinaia di metri dall’Ambasciata statunitense, dove abita l’uomo politico croato, colpendo in pieno l’automobile sul quale viaggiava il Vice Ministro assieme alla sua scorta. Ignoti gli autori.
Dopo le tensioni delle settimane scorse nella Repubblica Sprska – innescate dal risultato dell’arbitrato su Brcko e dalla destituzione del Presidente decretate da Westendorp – adesso si teme che il clima si possa surriscaldare nella Federazione croata-mussulmana, l’altra entità che compone lo stato bosniaco secondo gli accordi di Dayton. La volontà di uscire dalla Federazione per unire il proprio territorio alla Croazia è sempre stata molto forte in seno ai croato-bosniaci ed in particolare nell’HDZ, il principale partito della comunità croata di Bosnia, omonimo e strettamente collegato con la formazione politica al potere a Zagabria, ed adesso si teme che questo attentato possa rinfocolare le spinte secessionistiche.

3. KOSOVO
L’intransigenza serba ai negoziati a Parigi causa un irrigidimento anche nella parte kosovara. Mentre la NATO segue da vicino l’evoluzione dei negoziati, il Ministro Dini in visita a Mosca discute della situazione col Ministro Ivanov.
Permane l’indisponibilità serba a sottoscrivere l’accordo di pace nella sua globalità, e anche sulla parte politica la delegazione di Belgrado ha proposto emendamenti. La delegazione kosovara ha ribadito la disponibilità di principio a firmare l’accordo, subordinandola però alla pronuncia serba sul contenuto dell’accordo. Intanto l’ala "combattente" dell’UCK, impegnata da giorni in violenti scontri con le forze di sicurezza serbo-jugoslave, si è dissociata dalle aperture dei negoziatori kosovari (aperture che comunque sono state giudicate dal Presidente serbo Milutinovic "nulle", perché’ riguardano "un accordo che non esiste").
In questo scenario poco rassicurante, la NATO continua a studiare le varie opzioni, e il Segretario Generale Solana ha ribadito la volontà dell’alleanza di evitare una tragedia umanitaria forzando le parti a raggiungere un accordo anche tramite l’esecuzione di raids aerei.
Il Ministro Dini, in visita a Mosca per la riunione del Consiglio italo-russo di Cooperazione economica, ha esaminato col collega Ivanov l’andamento dei negoziati a Parigi. Entrambi i Ministri si sono detti preoccupati per le notizie che provengono da Parigi e per gli sviluppi destabilizzanti che un fallimento del negoziato potrebbe innescare nei Balcani. Il Ministro Dini ha anche sottolineato l’importanza di raggiungere un accordo politico sullo status dell’autonomia del Kosovo quale premessa per una sistemazione globale.

Giorni dell'Europa


25/4/1999
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