i-e61

Giorni dell'Europa

Martedì 16 marzo 1999

1. LE DIMISSIONI DELLA COMMISSIONE EUROPEA
La decisione dopo che il rapporto del gruppo dei saggi, incaricato lo scorso gennaio di indagare sulle presunte frodi dell’esecutivo comunitario, aveva rivolto serie critiche all’operato della Commissione nel suo insieme, ed aveva accusato esplicitamente il Commissario francese Edith Cresson di favoritismo.
Con una decisione senza precedenti nella più che quarantennale storia dell’esecutivo comunitario, il Presidente Santer, al termine di una lunga riunione, ha comunicato stanotte le dimissioni, decise all’unanimità, dell’intera Commissione. Questa decisione è da ricollegarsi con la responsabilità collettiva del collegio che viene richiamata nel rapporto dei saggi diffuso ieri, al termine di un mese e mezzo di inchiesta prevista.
Nel rapporto è specificato che "non è stato riscontrato nessun caso nel quale un commissario fosse direttamene e personalmente implicato in attività fraudolente né prove che un commissario si sia arricchito finanziariamente in seguito a frodi, irregolarità, o cattiva gestione, peraltro emerse nei loro servizi o settori di competenza". Ma la Commissione è censurata nel suo insieme per "deresponsabilizzazione, ignavia, indifferenza o incapacità di reagire a quel che avveniva nei suoi servizi" mancanza di interesse da imputare non a interessi privati in attid’ufficio ma più semplicemente a disinteresse personale e collettivo degli alti e bassi gradi dell’amministrazione comunitaria. Critiche più circostanziate vengono comunque mosse nei confronti del Commissario francese alla scienza, ricerca, istruzione e formazione l’ex primo ministro Edith Cresson, riconosciuta esplicitamente "colpevole di non aver informato né la Commissione né il Parlamento Europeo di gravi irregolarità commesse negli anni nei settori di sua competenza e delle quali era a conoscenza, ciò specialmente per quanto riguarda il Programma Leonardo sul quale il P.E. aveva competenza a decidere". La Cresson è anche accusata esplicitamente di favoritismo in determinate assunzioni.
La costituzione del Comitato di cinque saggi faceva parte del "pacchetto d’accordo" negoziato da Santer con il Parlamento Europeo nello scorso gennaio per scongiurare la mozione di censura in discussione allora a Strasburgo. Ma, dopo la diffusione nel pomeriggio di ieri della loro relazione, si era già rimesso in moto il meccanismo della mozione al Parlamento, dove si è subito ricreato l’accesso antagonismo tra i due gruppi principali, il socialista ed il popolare. Con il passare delle ore è apparso evidente che l’esecutivo Santer non avrebbe più goduto del necessario rapporto di collaborazione con l’Assemblea di Strasburgo per l’anno ancora da restare in carica. Da qui anche la decisione delle dimissioni.
Si apre adesso uno scenario del tutto nuovo nella storia dell’Unione, dagli sviluppi imprevedibili. La Commissione è il motore dell’attività comunitaria e la sua importanza relativa si è grandemente accresciuta con l’allargamento della Comunità e l’espandersi delle sue competenze. E’ quindi necessario risolvere al più presto possibile l’"impasse" creatasi. D’altra parte proprio questa grave ed inaspettata crisi apre spazio per i critici più convinti e ridà fiato alle componenti anti-europeiste negli Stati membri.
La Presidenze tedesca del Consiglio ha preso atto della decisione, chiedendo a Santer di sbrigare gli affari correnti almeno fino al Consiglio Europeo straordinario di Berlino del 24-25 marzo prossimo.

2. CONSIGLIO ECOFIN
Agenda 2000, situazione economica e prospettive per l’occupazione nell’agenda del Consiglio.
Si è trattata della prima riunione dei Ministri economici e finanziari europei dopo le dimissioni del Ministro delle Finanze tedesco Lafontaine che ne era il Presidente di turno. In attesa del completamento delle procedure interne per la nomina del suo successore, la riunione è stata presieduta dal Ministro dell’Economia Mueller.
Al centro dei colloqui la questione di Agenda 2000, a poco più di una settimana dal Consiglio Europeo di Berlino del 24-25 marzo prossimo dove la Presidenza tedesca vorrebbe giungere all’accordo formale e definitivo. In proposito, i Ministri hanno concordato sull’importanza di mantenere l’obiettivo della stabilizzazione della spesa dell’Unione per le prossime prospettive finanziarie e si sono rallegrati per i progressi compiuti nel negoziato agricolo che aprono la strada ad un accordo globale a Berlino sull’Agenda 2000 nel suo complesso, osservando però che le riforme concordate comporteranno un aumento della spesa rispetto alla prospettiva della stabilizzazione.

3. UE-ASEAN
E’ de facto cancellato il vertice ministeriale di Berlino a causa della questione birmana.
La riunione doveva tenersi il 30 marzo. La conferma dell’annullamento della riunione è di fonte filippina, ma anche nella programmazione della Presidenza non è più inserita. Il problema riguarda la partecipazione della Birmania, la cui giunta militare è accusata da parte europea di gravi e ripetute violazioni dei diritti umani. I Quindici ritengono inopportuna la presenza delle autorità governative di Rangoon al meeting, e ne bloccano de facto la partecipazione non concedendo i visti. Da parte ASEAN si ritiene questa decisione un’ingerenza e si ricorda che la Birmania è un membro a pieno titolo dell’organizzazione economica del sud-est asiatico. La questione trascinatasi per mesi non ha trovato soluzione: è peraltro da specificare che il giorno prima della prevista riunione con l’ASEAN i Ministri degli Esteri dei Quindici si incontrano con i loro omologhi dell’ASEM alla quale partecipano praticamente tutti esclusi proprio i birmani.

4. KOSSOVO
Negoziati di Rambouillet: la delegazione albanese dichiara la sua piena disponibilità a firmare l’accordo anche nella giornata di oggi. Solita intransigenza invece da parte di Belgrado, sulla quale aumentano le pressioni e le minacce di un intervento armato.
Dando una prova di unità che era finora mancata a causa dei diversi orientamenti delle sua varie componenti, la delegazione albanese ha accantonato le riserve sui due punti dell’accordo che contestavano (scioglimento dell’UCK, referendum sull’indipendenza entro tre anni) e si è detta pronta – con una lettera a firma del capo-delegazione - a firmare l’intesa nella sua totalità. La decisione è stata commentata molto favorevolmente dai due co-presidenti della conferenza, i Ministri degli Esteri francese Vedrine e britannico Cook, che hanno sottolineato come sia necessario adesso un pari approccio da parte serba. E da questa parte i segnali sono tutt’altro che incoraggianti: Belgrado per il momento non ha commentato l’apertura albanese, ma non si è discostata dalla sua ferma posizione di rifiuto al progetto di dislocamento di una forza NATO nel Kossovo. I serbi continuano a sostenere che in tal modo si trasformerebbe la regione in una sorta di "protettorato internazionale" e ciò sarebbe inaccettabile per la loro identità nazionale.
Il vero risultato della decisione albanese, memore forse dei negoziati di febbraio a Rambouillet, sembra per il momento di aver spiazzato la controparte serba che adesso si trova ad essere la destinataria della pressione internazionale. Il Presidente Clinton ed il Segretario Generale della NATO Solana da Washington – al termine di una riunione dedicata al ruolo dell’Alleanza atlantica nei balcani - hanno esplicitamente parlato di possibile intervento armato per "danneggiare seriamente le capacità militari serbe".
Nel frattempo si assiste ad un’ulteriore "escalation" dell’intensità degli scontri tra le due parti nella regione, con intervento di mezzi pesanti da parte serba e lanciarazzi da parte albanese.

5. ITALIA-RUSSIA
Il Ministro Dini a Mosca. Le prospettive in Kossovo e una cooperazione economica bilaterale "privilegiata" al centro dei colloqui.
Il Ministro incontrerà nella giornata di oggi il Primo Ministro Primakov, il Vice Primo Ministro Gustov, con il quale aprirà la IV sessione del Consiglio Italo-Russo di Cooperazione, il Ministro degli Esteri Ivanov, il Ministro delle Finanze Zadornov. Il livello e l’intensità degli incontri è la riprova del canale privilegiato sul quale si trovano i rapporti tra Roma e Mosca, rafforzati da una fitta serie di incontri ad alto livello negli ultimi due anni.
La difficile situazione economica russa sarà esaminata in dettaglio, alla luce anche delle ripercussioni sui progetti di imprese italiane nel paese. Da parte italiana si conferma la piena volontà di sostegno del paese nell’attuale complessa contingenza e la presenza degli investimenti, ma si guarda con attenzione agli sviluppi dei negoziati con il FMI per prestiti a Mosca, decisione che faciliterebbe anche l’attivazione della SACE e un eventuale riscadenzamento dell’enorme debito ex sovietico.
Per quanto riguarda il Kossovo, gli ultimi sviluppi da parte albanese rendono quanto mai necessaria una decisa pressione russa nei confronti di Belgrado.

Giorni dell'Europa


25/4/1999
webmaster@euganeo.it
home page
il collegio senatoriale di
Tino Bedin