1. BOSNIA - Due anni e mezzo per completare la missione Onu.
Secondo linviato speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite,
Jaques Klein, ci vorranno altri due anni e mezzo per completare laddestramento dei
20.000 poliziotti locali e la formazione di una forza di polizia multietnica in Bosnia. Il
lavoro delle forze dellONU risulterebbe, infatti, rallentato, oltreché dalle
complicazioni di ordine "etnico" caratteristiche del Paese, dalle continue
interferenze dei partiti politici locali. Klein auspica quindi un maggiore controllo sulle
proprie forze al fine di accelerare il processo di addestramento. Alcune misure sono già
state prese tra cui listituzione di stazioni di polizia internazionale in alcune
"zone calde" dove ancora non è iniziato il rientro dei profughi.
2. CROAZIA - Il 24 gennaio sceglie il presidente. Dopo le elezioni legislative che hanno sancito la vittoria della coalizione di
centro-sinistra, la Croazia si appresta a votare (il 24gennaio, con eventuale ballottaggio
il 7 febbraio) per il nuovo Presidente della Repubblica, potendo scegliere tra ben nove
candidati, sebbene il confronto sia effettivamente ristretto a due, il social liberale
Budisa e Granic, dell'HdZ. Dal nuovo presidente la Croazia si attende
unaccelerazione sulla strada delle riforme costituzionali in senso parlamentare ed
entrambi i due maggiori candidati si dichiarano favorevoli a tale possibilità.
Allo stato attuale il risultato appare incerto e le indicazioni che si avevano poche
settimane fa, prima del voto per le politiche, di una vittoria di Granic personaggio in
grado di rappresentare l'elettorato moderato e che poteva contare sulla sua notorietà
internazionale sono state diametralmente modificate, tanto da fare ritenere a molti
osservatori che sarà necessario ricorrere ad un secondo turno dall'esito per niente
scontato.
Budisa potrà certamente contare sull'effetto trascinamento della recente vittoria e sul
voto, nel caso in cui si dovesse arrivare al ballottaggio del 7 febbraio, che con ogni
probabilità non gli faranno mancare gli altri quattro partiti della coalizione
democratica, che al primo turno voteranno per Mesic, il loro candidato di bandiera. Nel
complesso la base elettorale che ha portato al successo la coalizione di centro sinistra
nutre abbastanza fiducia per una vittoria finale.
Granic, Ministro degli Esteri uscente, è personaggio sicuramente più conosciuto
dall'opinione pubblica ma che paga lo scotto di essere il candidato dell'HDZ, sviluppo che
gli aliena le simpatie di vaste sacche di elettorato. La scelta di Granic è frutto
all'interno dell'HDZ di una scelta obbligata per evitare di andare incontro ad una sicura
sconfitta, maturata negli ultimi giorni a seguito della sconfitta elettorale.
Rassicuranti sono i propositi di entrambi i candidati di realizzare quel processo di
riforme teso a ad ridurre i poteri del Presidente a vantaggio del Parlamento. Ovviamente
una vittoria del candidato del centro sinistra eviterebbe un fenomeno di coabitazione
"alla francese" e permetterebbe una maggiore collaborazione col governo in via
di formazione guidato dal socialdemocratico Racan.
3. ITALIA - Etiopia-Eritrea: missione del sottosegretario Serri. Inizia oggi da Algeri la missione del SS Serri, nominato rappresentante
speciale dellUnione Europea per il conflitto Etiopia Eritrea. Ad Algeri Serri
incontrerà il Presidente Bouteflika, presidente di turno dellOUA alla quale
lUE intende assicurare pieno supporto per una soluzione negoziale del conflitto. Al
suo rientro a Roma Serri incontrerà il Sottosegretario USA per lAfrica, Susan Rice
e lex consigliere per la sicurezza nazionale Anthony Lake, inviato speciale del
Presidente Clinton per il conflitto Etiopia Eritrea. Concluso questo primo giro di
consultazioni il Sottosegretario potrebbe quindi recarsi ad Asmara e ad Addis Abeba per
incontri con il Presidente eritreo Afeworki ed il premier etiopico Zenawi.
4. ITALIA - Con l'India riprende un dialogo dopo molto tempo. La visita in Italia del Ministro degli Affari Esteri indiano Jaswant Singh, che
incontrerà oggi il Ministro Dini, costituisce il primo incontro tra i titolari dei
Ministeri degli Esteri dei due Paesi dopo lungo tempo. Lunico contatto ufficiale ad
alto livello è stato, nellultimo biennio, lincontro tra lAmbasciatore
Vattani ed il Segretario Generale indiano per i paesi occidentali, Ambasciatore Kalha,
avvenuto in Italia nel marzo dello scorso anno.
Il soggiorno a Roma del Ministro Singh si colloca in una fase molto interessante delle
relazioni dellIndia con i principali paesi occidentali, cioè subito dopo i viaggi
effettuati da Singh a Londra e a Tokyo ed alla vigilia dellincontro tra lo stesso
Singh ed il Sottosegretario di stato americano, Strobe Talbott, previsto il 16 e 17
gennaio in Gran Bretagna e che dovrebbe fornire ulteriori chiarimenti sulla posizione
indiana sul CTBT e sulle altre tematiche nucleari. La visita rientra altresì nel più
generale riavvicinamento dellIndia agli Stati Uniti, al Giappone e ai maggiori paesi
dellEuropa occidentale, voluto dal BJP (il partito di maggioranza induista
recentemente confermato al governo di cui sono membri sia il Primo Ministro Vajpayee sia
il Ministro degli Esteri) in sostanziale alternativa al non allineamento cui lIndia
appartiene ormai solo nominalmente. Essa inoltre coincide con un periodo nel quale il
Ministro degli Esteri indiano sta cercando di proiettare allesterno un immagine
moderata del suo Paese.
La circostanza infine che Singh abbia, nellambito di un viaggio che lo porterà
anche in altre capitali europee, deciso di soggiornare a Roma costituisce la conferma sia
del suo personale interesse per lItalia sia dellimportanza che egli
attribuisce al nostro paese nel contesto internazionale.
Infine il soggiorno di Singh avviene a pochi giorni di distanza dalla positiva conclusione
del drammatico dirottamento dellaereo dellIndian Airlines, operazione nella
quale il Ministro degli Esteri indiano si è personalmente impegnato e particolarmente
distinto.
I rapporti bilaterali italo-indiani potranno conoscere un ampio sviluppo dopo
lincontro con il Ministro Singh e lauspicata visita del Primo Ministro
Vajpayee in Italia. Sarà anche possibile avere uno scambio di vedute sui principali temi
di politica internazionale, nel contesto di unarea, quella del subcontinente,
attraversata da irrisolte tensioni (i difficili rapporti con il Pakistan, la situazione
nel Kashmir, la non proliferazione nucleare e missilistica, il recente colpo di stato a
Islamabad). Sarà possibile ricevere dallIndia indicazioni sulla sua politica nei
confronti del Pakistan (in particolare sulla possibilità, a breve termine, di una ripresa
del dialogo bilaterale), le sue valutazioni sulla situazione in Afganistan e chiarimenti
sulla politica nucleare e di sicurezza di New Delhi, in particolare sulla più volte
proclamata volontà indiana di firmare il CTBT. Sul tema della riforma del Consiglio di
Sicurezza, potrà essere fatto il punto sulle reciproche posizioni, come rinnovare il
nostro desiderio di un appoggio indiano alla nostra candidatura come membro non permanente
del CdS per il biennio 2001-2002.
5. RUSSIA - I cambi nel governo "tranquillizzano"
l'Occidente. Il recente rimpasto di Governo deciso da Putin appare motivato dall'esigenza di
migliorare il coordinamento dell'esecutivo, ma anche dal desiderio di diminuire il peso
dell'entourage eltsiniano. Il Ministro delle Finanze Kasianov ha assunto l'incarico di
unico primo Vice - Primo Ministro, mentre l'influente Ministro per le Emergenze Shoigu ha
assunto la carica di Vice Primo Ministro.
Fra i rimossi spicca l'ex Vice Primo Ministro Aksyonenko (considerato vicino alla famiglia
Eltsin), che manterrà la carica di Ministro delle Ferrovie, nonché Khristenko,
declassato a Vice Primo Ministro. Dopo la rimozione della figlia di Eltsin Tatiana, Putin
ha inoltre allontanato il "tesoriere" del Cremlino Borodin, uno degli uomini
più vicini all'ex Presidente.
Gli avvicendamenti decisi da Putin potrebbero anche essere motivati dal desiderio di
"tranquillizzare" l'occidente, che ben conosce un personaggio come Kasyanov, che
ha partecipato, raccogliendo ampi consensi, ai negoziati in ambito Club di Parigi e di
Londra sui debiti dell'ex URSS.