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Giorni dell'Europa

Mercoledì 12 gennaio 2000

1. BOSNIA -  Due anni e mezzo per completare la missione Onu.
Secondo l’inviato speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Jaques Klein, ci vorranno altri due anni e mezzo per completare l’addestramento dei 20.000 poliziotti locali e la formazione di una forza di polizia multietnica in Bosnia. Il lavoro delle forze dell’ONU risulterebbe, infatti, rallentato, oltreché dalle complicazioni di ordine "etnico" caratteristiche del Paese, dalle continue interferenze dei partiti politici locali. Klein auspica quindi un maggiore controllo sulle proprie forze al fine di accelerare il processo di addestramento. Alcune misure sono già state prese tra cui l’istituzione di stazioni di polizia internazionale in alcune "zone calde" dove ancora non è iniziato il rientro dei profughi.

2. CROAZIA - Il 24 gennaio sceglie il presidente.
Dopo le elezioni legislative che hanno sancito la vittoria della coalizione di centro-sinistra, la Croazia si appresta a votare (il 24gennaio, con eventuale ballottaggio il 7 febbraio) per il nuovo Presidente della Repubblica, potendo scegliere tra ben nove candidati, sebbene il confronto sia effettivamente ristretto a due, il social liberale Budisa e Granic, dell'HdZ. Dal nuovo presidente la Croazia si attende un’accelerazione sulla strada delle riforme costituzionali in senso parlamentare ed entrambi i due maggiori candidati si dichiarano favorevoli a tale possibilità.
Allo stato attuale il risultato appare incerto e le indicazioni che si avevano poche settimane fa, prima del voto per le politiche, di una vittoria di Granic personaggio in grado di rappresentare l'elettorato moderato e che poteva contare sulla sua notorietà internazionale sono state diametralmente modificate, tanto da fare ritenere a molti osservatori che sarà necessario ricorrere ad un secondo turno dall'esito per niente scontato.
Budisa potrà certamente contare sull'effetto trascinamento della recente vittoria e sul voto, nel caso in cui si dovesse arrivare al ballottaggio del 7 febbraio, che con ogni probabilità non gli faranno mancare gli altri quattro partiti della coalizione democratica, che al primo turno voteranno per Mesic, il loro candidato di bandiera. Nel complesso la base elettorale che ha portato al successo la coalizione di centro sinistra nutre abbastanza fiducia per una vittoria finale.
Granic, Ministro degli Esteri uscente, è personaggio sicuramente più conosciuto dall'opinione pubblica ma che paga lo scotto di essere il candidato dell'HDZ, sviluppo che gli aliena le simpatie di vaste sacche di elettorato. La scelta di Granic è frutto all'interno dell'HDZ di una scelta obbligata per evitare di andare incontro ad una sicura sconfitta, maturata negli ultimi giorni a seguito della sconfitta elettorale.
Rassicuranti sono i propositi di entrambi i candidati di realizzare quel processo di riforme teso a ad ridurre i poteri del Presidente a vantaggio del Parlamento. Ovviamente una vittoria del candidato del centro sinistra eviterebbe un fenomeno di coabitazione "alla francese" e permetterebbe una maggiore collaborazione col governo in via di formazione guidato dal socialdemocratico Racan.

3. ITALIA - Etiopia-Eritrea: missione del sottosegretario Serri.
Inizia oggi da Algeri la missione del SS Serri, nominato rappresentante speciale dell’Unione Europea per il conflitto Etiopia – Eritrea. Ad Algeri Serri incontrerà il Presidente Bouteflika, presidente di turno dell’OUA alla quale l’UE intende assicurare pieno supporto per una soluzione negoziale del conflitto. Al suo rientro a Roma Serri incontrerà il Sottosegretario USA per l’Africa, Susan Rice e l’ex consigliere per la sicurezza nazionale Anthony Lake, inviato speciale del Presidente Clinton per il conflitto Etiopia – Eritrea. Concluso questo primo giro di consultazioni il Sottosegretario potrebbe quindi recarsi ad Asmara e ad Addis Abeba per incontri con il Presidente eritreo Afeworki ed il premier etiopico Zenawi.

4. ITALIA - Con l'India riprende un dialogo dopo molto tempo.
La visita in Italia del Ministro degli Affari Esteri indiano Jaswant Singh, che incontrerà oggi il Ministro Dini, costituisce il primo incontro tra i titolari dei Ministeri degli Esteri dei due Paesi dopo lungo tempo. L’unico contatto ufficiale ad alto livello è stato, nell’ultimo biennio, l’incontro tra l’Ambasciatore Vattani ed il Segretario Generale indiano per i paesi occidentali, Ambasciatore Kalha, avvenuto in Italia nel marzo dello scorso anno.
Il soggiorno a Roma del Ministro Singh si colloca in una fase molto interessante delle relazioni dell’India con i principali paesi occidentali, cioè subito dopo i viaggi effettuati da Singh a Londra e a Tokyo ed alla vigilia dell’incontro tra lo stesso Singh ed il Sottosegretario di stato americano, Strobe Talbott, previsto il 16 e 17 gennaio in Gran Bretagna e che dovrebbe fornire ulteriori chiarimenti sulla posizione indiana sul CTBT e sulle altre tematiche nucleari. La visita rientra altresì nel più generale riavvicinamento dell’India agli Stati Uniti, al Giappone e ai maggiori paesi dell’Europa occidentale, voluto dal BJP (il partito di maggioranza induista recentemente confermato al governo di cui sono membri sia il Primo Ministro Vajpayee sia il Ministro degli Esteri) in sostanziale alternativa al non allineamento cui l’India appartiene ormai solo nominalmente. Essa inoltre coincide con un periodo nel quale il Ministro degli Esteri indiano sta cercando di proiettare all’esterno un immagine moderata del suo Paese.
La circostanza infine che Singh abbia, nell’ambito di un viaggio che lo porterà anche in altre capitali europee, deciso di soggiornare a Roma costituisce la conferma sia del suo personale interesse per l’Italia sia dell’importanza che egli attribuisce al nostro paese nel contesto internazionale.
Infine il soggiorno di Singh avviene a pochi giorni di distanza dalla positiva conclusione del drammatico dirottamento dell’aereo dell’Indian Airlines, operazione nella quale il Ministro degli Esteri indiano si è personalmente impegnato e particolarmente distinto.
I rapporti bilaterali italo-indiani potranno conoscere un ampio sviluppo dopo l’incontro con il Ministro Singh e l’auspicata visita del Primo Ministro Vajpayee in Italia. Sarà anche possibile avere uno scambio di vedute sui principali temi di politica internazionale, nel contesto di un’area, quella del subcontinente, attraversata da irrisolte tensioni (i difficili rapporti con il Pakistan, la situazione nel Kashmir, la non proliferazione nucleare e missilistica, il recente colpo di stato a Islamabad). Sarà possibile ricevere dall’India indicazioni sulla sua politica nei confronti del Pakistan (in particolare sulla possibilità, a breve termine, di una ripresa del dialogo bilaterale), le sue valutazioni sulla situazione in Afganistan e chiarimenti sulla politica nucleare e di sicurezza di New Delhi, in particolare sulla più volte proclamata volontà indiana di firmare il CTBT. Sul tema della riforma del Consiglio di Sicurezza, potrà essere fatto il punto sulle reciproche posizioni, come rinnovare il nostro desiderio di un appoggio indiano alla nostra candidatura come membro non permanente del CdS per il biennio 2001-2002.

5. RUSSIA - I cambi nel governo "tranquillizzano" l'Occidente.
Il recente rimpasto di Governo deciso da Putin appare motivato dall'esigenza di migliorare il coordinamento dell'esecutivo, ma anche dal desiderio di diminuire il peso dell'entourage eltsiniano. Il Ministro delle Finanze Kasianov ha assunto l'incarico di unico primo Vice - Primo Ministro, mentre l'influente Ministro per le Emergenze Shoigu ha assunto la carica di Vice Primo Ministro.
Fra i rimossi spicca l'ex Vice Primo Ministro Aksyonenko (considerato vicino alla famiglia Eltsin), che manterrà la carica di Ministro delle Ferrovie, nonché Khristenko, declassato a Vice Primo Ministro. Dopo la rimozione della figlia di Eltsin Tatiana, Putin ha inoltre allontanato il "tesoriere" del Cremlino Borodin, uno degli uomini più vicini all'ex Presidente.
Gli avvicendamenti decisi da Putin potrebbero anche essere motivati dal desiderio di "tranquillizzare" l'occidente, che ben conosce un personaggio come Kasyanov, che ha partecipato, raccogliendo ampi consensi, ai negoziati in ambito Club di Parigi e di Londra sui debiti dell'ex URSS.

Giorni dell'Europa


12 gennaio 2000
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