1. UNIONE EUROPEA - Cala di poco la disoccupazione.
Il tasso di disoccupazione medio nei paesi Euro si e' confermato a quota 9,8%
nel mese di novembre 1999, lo stesso livello del dato rivisto di ottobre (nel novembre
1998 i 'senza lavoro' erano stati il 10,6%). Nell'UE a Quindici, il tasso di
disoccupazione a novembre e' stato del 9,0% contro il 9,7% di un anno prima. Nel
complesso, i disoccupati della zona Euro sono 12,6 milioni, quelli dell'UE 15,4 milioni.
L'Italia, il cui ultimo dato disponibile risale al mese di ottobre, è ferma al penultimo
posto a quota 11,1% (11,8% nel novembre 1998). I tassi più bassi sono quelli del
Lussemburgo (2,6%), dell'Olanda (2,8% ad ottobre), di Austria, Danimarca (4,2%) e
Portogallo (4,7%). La Spagna evidenzia ancora il dato più alto (15,4%), ma anche il
miglior risultato nella lotta alla disoccupazione, avendola tagliata nell'ultimo anno di
quasi 3 punti percentuali (era al 18,1% nel novembre 1998). Altre riduzioni significative
negli ultimi 12 mesi sono state quelle dell'Olanda (dal 3,6 al 2,8%) e dell'Irlanda (dal
7,3 al 6,0%). L'Italia conserva il primato europeo dei senza lavoro al di sotto dei 25
anni (32,4% ad ottobre).
Nell'ultimo biennio, i "Paesi Euro" sono riusciti dunque a ridurre la
disoccupazione di 1,6 punti, dall'11,4% del novembre 1997 al 9,8 del novembre 1999. Negli
Stati Uniti, il tasso è al 4,1%, in Giappone al 4,6%.
2. CROAZIA - Con la nuova maggioranza, più vicina all'Europa. Si profila una vittoria storica per la coalizione croata di centro-sinistra.
Stando ai risultati ancora parziali, dopo lo spoglio del 75% dei voti, la formazione
costituita dai sei partiti di opposizione ha conseguito un consistente vantaggio sull'Hdz,
il partito nazionalista del defunto presidente Franjo Tudjman. In forte crescita, rispetto
la voto del 1995, l'affluenza alle urne.
L'Hdz di Tudjman avrebbe ottenuto il 24 per cento dei voti (con una perdita del 21 per
cento) mentre la principale coalizione dell'opposizione, quella tra Partito
Socialdemocratico e Partito Social Liberale può contare, sommando anche i voti ottenuti
dagli altri quattro partiti d'opposizione che ne fanno parte, su oltre il 56 per cento
delle preferenze. Allo stato attuale dello spoglio, la coalizione vincitrice potrebbe
contare su 94 dei 140 seggi disponibili, mentre solo 41 andrebbero all'Hdz. Se
l'opposizione raggiungesse i due terzi dei voti, potrebbe procedere facilmente a
realizzare importanti riforme costituzionali. Da Ivica Ravan, con ogni probabilità il
prossimo Primo Ministro, ci si attende nel prossimo futuro un avvicinamento della Croazia
all'Europa, spezzando quell'isolamento nel quale il Paese è confinato. Tra gli obiettivi
principali della coalizione di centro-sinistra ci sarebbero il risanamento dell'economia
ed un ripensamento nelle modalità di attuazione del processo di privatizzazione.
Il seggio riservato al rappresentante della minoranza italiana è stato assegnato con
percentuale quasi plebiscitaria a Furio Radin, che conferma così la sua popolarità.
I risultati confermano dunque che non vi è stato l'"effetto Tudjman" sul
comportamento dell'elettorato, che ha votato premiando una nuova dirigenza intenzionata ad
ancorare il Paese ai valori della democrazia e dell'integrazione europea. Peraltro, il
processo di rinnovamento potrebbe avere un seguito importante in occasione delle elezioni
presidenziali, in programma per il 24 gennaio, momento cruciale per il futuro della
Croazia anche in funzione delle estese prerogative e competenze presidenziali.
I risultati delle elezioni in Croazia sono stati salutati con soddisfazione dai leaders
dell'opposizione serba. In particolare, sia Vladan Batic, coordinatore dell'"Alleanza
per il cambiamento" che Vuk Draskovic responsabile del "Movimento per il
rinnovamento serbo" considerano quanto avvenuto in Croazia un "fattore di
democrazia" ed entrambi auspicano che altrettanto possa verificarsi in Serbia.
3. ITALIA - Relazioni diplomatiche con la Corea del Nord. Italia e Corea del Nord hanno deciso ieri di stabilire relazioni diplomatiche.
Le relazioni saranno a livello di Ambasciatori e si baseranno sui principi del rispetto
reciproco della sovranità e uguaglianza. Con il passo di ieri si è formalizzata una
situazione che, di fatto, aveva già dato luogo a contatti di varia natura e a vari
livelli, tra cui va segnalato l'incontro che lo stesso Ministro Dini ebbe con il suo
omologo nordcoreano Paek Nam Sum a margine dell'Assemblea Generale dell'Onu lo scorso
settembre. Nel portare avanti il processo di stabilizzazione delle relazioni diplomatiche,
l'Italia ha potuto godere anche dell'incoraggiamento di Seul. La decisione è stata
sancita con uno scambio di lettere che ha avuto luogo ieri alla Farnesina tra il Ministro
Dini ed il Rappresentante Permanente presso la FAO, Ambasciatore Kim Hung Rim. Il primo
Ambasciatore italiano accreditato sarà non residente: si tratta infatti dell'Ambasciatore
a Pechino.
Con la formalizzazione di ieri, l'Italia, primo tra i Paesi del G 7 ad instaurare
relazioni diplomatiche con la Corea del Nord, non solo intende dare un impulso ai rapporti
bilaterali ma vuole contribuire fattivamente allo sforzo della comunità internazionale
affinché il dialogo tra le due Coree si intensifichi cosi come la collaborazione tra la
Corea del Nord ed il resto della regione. In questo ambito, l'Italia continuerà a
sostenere in maniera ferma le posizioni europee sulla sicurezza, le armi di distruzione di
massa, la non proliferazione e i diritti dell'uomo.