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Giorni dell'Europa

Martedì 4 gennaio 2000

1. AUSTRIA - Gestisce la presidenza Ocse anche senza governo.
Il Ministero degli Esteri austriaco ostenta fiducia nella capacità dell'Austria di gestire efficacemente la ''presidenza 2000'' dell'OSCE, in una chiave però piuttosto ''tecnica'' che politica, a causa della crisi di governo ancora in atto nel Paese.
Non sono mancati sulla stampa austriaca critiche circa una presunta mancanza di chiara strategia politica, a causa del prolungarsi della crisi di governo. Da non sottovalutare inoltre le difficoltà oggettive, già incontrate dalla presidenza norvegese, in alcuni "dossiers", quali l'organizzazione delle missioni OSCE in Kosovo ed in Cecenia. Le prospettive di successo dell'Organizzazione in tali due crisi non sembrano favorevoli neanche per la presidenza austriaca, visto che il mantenimento della pace nei Balcani dipende dall'azione delle forze NATO, mentre la stabilizzazione del Caucaso è legata alle possibilità di neutralizzare l'intervento militare russo in Cecenia.
A fronte di queste difficoltà "interne ed "esterne", si fa notare alla Ballhausplatz che la crisi di governo non ha impedito all'Austria di presentare posizioni univoche al vertice OSCE di Istanbul. Quanto al merito dei problemi, il Ministro degli Esteri Schuessel ha pubblicamente confermato che Vienna si sforzerà di ottenere concreti risultati soprattutto in tre settori: il coinvolgimento degli stati membri dell'area centro-asiatica nei processi decisionali dell'OSCE; il monitoraggio delle 18 consultazioni elettorali previste nel 2000 (tra l'altro nel Kosovo, in Russia, Croazia, Tazikistan); l'attiva promozione del tema dei diritti umani, in particolare la prevenzione della tortura, l'abuso dei minori nei conflitti armati, il traffico di persone e l'assistenza alle vittime di conflitti interni.
Oltre alla situazione nei Balcani, dove si è rafforzato ultimamente il ruolo della NATO, l'OSCE dovrà giocare un ruolo importante in alcune situazioni di crisi nel Caucaso (in particolare nel conflitto azero - armeno sul Nagorno-Karabakh e fra le regioni dissidenti della Georgia), ove non si intravede ancora la possibilità di interventi di altre Organizzazioni a sostegno dell'azione dell'OSCE.

2. GRECIA - Il 1999, anno del dialogo con la Turchia.
Nel corso del 1999 l'atteggiamento delle principali forze politiche greche riguardo ai rapporti con la Turchia ha subito una notevole evoluzione. Favorita dall'intervento in Kossovo e dal sisma in Turchia, l'evoluzione della politica greca verso il vicino orientale ha subito un'accelerazione che ha portato all'affermarsi, a partire dalla scorsa estate, dell'opzione del dialogo e della collaborazione, fortemente voluta dal Primo Ministro Simitis e dal Ministro degli Esteri Papandreu.
Questa politica ha consentito di arrivare, in occasione del Consiglio Europeo di Helsinki, al riconoscimento dello status di candidato alla Turchia, nonché, per quanto riguarda i rapporti interni fra partners dell'Unione Europea, al superamento della contrapposizione della Grecia con gli altri 14 Paesi membri su una questione di tale importanza strategica.
L'opzione del dialogo sembra ormai affermata anche in settori politici tradizionalmente contrari ad aperture verso la Turchia, nella convinzione che nel lungo periodo risulteranno vantaggiosi anche per la Grecia i "dividendi" di una ritrovata intesa con Ankara.

3. TURCHIA - Rinviata al 12 gennaio la decisione su Ocalan.
La coalizione di Governo ha posticipato al 12 gennaio, dopo la festa del Bayram musulmano, la riunione in cui si discuterà del caso Ocalan. Tale decisione potrebbe essere stata presa per consentire un migliore coordinamento fra alleati di governo.

Giorni dell'Europa


4 gennaio 2000
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