Incontro alla Farnesina tra il Ministro Dini ed il Presidente eritreo Afeworki.
Colloqui essenzialmente incentrati sul conflitto in corso tra Eritrea ed Etiopia. Il
Ministro Dini ha ribadito - come già nell'incontro della scorsa settimana con il Ministro
degli Esteri etiopico - il pieno sostegno dell'Italia all'azione di mediazione svolta
dall'Organizzazione per l'Unità Africana sotto presidenza algerina. In tale contesto, da
parte italiana è stato auspicato che le parti possano accogliere favorevolmente le
proposte algerine e che pertanto il piano dell'OUA possa essere attuato al più presto. Il
Ministro ha altresì ripetuto il forte appello alle parti affinché nella fase attuale non
vengano ripresi i combattimenti, evidenziando che il ritorno di una pace stabile è quanto
mai necessario sia per ridare efficacia agli interventi di cooperazione, sia per
riattivare i flussi di investimenti privati nella regione.
Il Presidente eritreo, da parte sua, ha sottolineato l'esigenza che quanto già sottoposto
alle parti venga accettato, senza condizioni, anche da Addis Abeba.
2. ROMANIA - Revocato il primo ministro. Il Presidente rumeno Constantinescu ha deciso di revocare dalle sue funzioni il
Primo Ministro Vasile che aveva finora rifiutato di lasciare il suo incarico nonostante le
dimissioni in massa dei ministri.
Secondo fonti della presidenza, il Capo dello Stato avrebbe preso tale decisione dopo aver
constatato che il premier era nell'impossibilità di esercitare le sue funzioni a
causa delle dimissioni della maggioranza del suo governo e dopo aver notato che tutti i
partiti della coalizione avevano ritirato il loro appoggio politico a Vasile. La decisione
del Presidente sarebbe stata presa al termine di una lunga riunione con i dirigenti della
coalizione di governo e con i ministri dimissionari.
Da parte sua il Primo Ministro ha denunciato la "deriva presidenzialista" che,
dopo questa iniziativa, sussisterebbe ormai nel paese, contestando la sua destituzione,
qualificata come atto incostituzionale. In una dichiarazione pubblica Vasile ha sostenuto
che soltanto il Parlamento può pronunciarsi su sue eventuali dimissioni e non ha escluso
il ricorso a misure giuridiche per garantire i suoi diritti e la legittimità
costituzionale.
Si apre nel paese una crisi che potrebbe tanto chiudersi rapidamente, tanto provocare
forti contrasti ed incertezze per l'immediato futuro del paese, Quel che appare certo è
che continuano ad esservi, a circa dieci anni dal ritorno della democrazia in Romania dopo
la caduta del regime comunista, debolezze istituzionali. In particolare, ogni cambio di
governo continua ad avere un carattere estremamente polemico, se non traumatico. Si tratta
certamente di uno dei problemi che Bucarest dovrà risolvere sulla strada della sua
adesione alla NATO ed all'UE, obiettivi primari della politica estera rumena.