1. UNIONE EUROPEA - Le decisioni del Consiglio di Helsinki.
Si è svolto nel fine settimana ad Helsinki il Consiglio Europeo che la
presidenza finlandese non ha tardato a definire il Consiglio del Millennio. L'attenzione
è stata in gran parte catturata dal dossier "Turchia" e dalla relativa
accettazione da parte di quest'ultima dell'offerta dei quindici per la sua futura
adesione, ma sono state prese anche altre decisioni come quella di dare il via alla
seconda tornata di adesione di Stati centro europei, nonché quella di ufficializzare la
prossima Conferenza Intergovernativa.
Il negoziato sulla futura adesione della Turchia si è sbloccato con la missione ad Ankara
del nuovo rappresentante per la politica estera e di sicurezza, Solana, che ha ottenuto
l'assenso del governo turco sulle tre condizioni poste dai quindici per assicurare alla
Turchia lo status di paese candidato.
In particolare, aderendo alla prima, Ecevit e Cem hanno accettato la giurisdizione del
tribunale dell'Aja a dirimere le questioni relative a dispute territoriali con i paesi
candidati. In pratica si tratta dell'accettazione di Ankara a vedere eventualmente
regolata dal Tribunale l'annosa questione delle isole dell'Egeo. Con la seconda, la
Turchia si adegua ai criteri il cui rispetto è una pre-condizione richiesta a tutti gli
Stati aspiranti a far parte dell'Unione, rientrando tra questi i valori enunciati nella
Carta dei diritti dell'Uomo. Ma il punto di maggior spessore politico accettato da Ankara
riguarda la adesione di Cipro all'Unione che "sarà facilitata" - secondo
l'espressione utilizzata nel documento conclusivo - ed avverrà anche se nel frattempo non
dovesse avere trovato soluzione la contrapposizione esistente al momento sull'isola.
Nel frattempo è stata formalizzata la decisione di realizzare un'Europa a 28 Stati. I
quindici hanno dato il via libera definitivo alla seconda fase dell'allargamento ad est,
per altri sei paesi (Bulgaria, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Malta) che
potranno iniziare i relativi negoziati di adesione. Il Consiglio ha deciso che il processo
di allargamento investe ora 13 Stati in un quadro unico.
Questa decisione rende ancora più urgente il varo della prossima Conferenza inter-
governativa per la quale è stata ufficializzata la data di inizio per il prossimo
febbraio. I lavori dovranno concludersi per la fine del 2000 e successivamente gli Stati
avranno altri due anni per ratificare le decisioni prese, prima che inizi in concreto il
processo di allargamento ratificato ad Helsinki. Il compito principale affidato alla CIG
(e stata scelta lipotesi "minima", cioè la risoluzione dei problemi
lasciati in sospeso ad Amsterdam) è quello della riforma delle strutture attuali alla
luce proprio del processo di ampliamento. Nello specifico, obiettivo prioritario è la
riforma della ponderazione del voto per il Consiglio dei Ministri, l'estensione del voto a
maggioranza e la revisione del numero dei Commissari. L'agenda della Conferenza si limita
ad affrontare le questioni lasciate insolute dal Trattato di Amsterdam e non rispetta in
pieno quelli che erano i desiderata dell'Italia e del Benelux che avrebbe visto di
buon occhio una agenda dei lavori più ampia. Anche in questo caso è stato raggiunto un
compromesso: l'agenda è quella fissata ma si potranno altri argomenti qualora si delinei
un possibilità di successo.
Infine, va delineandosi sempre più chiaramente il primo embrione di un "esercito
europeo", che pronto per il 2003 dovrebbe essere composto da 50-60.000 uomini.
Risultati diversi erano attesi da Helsinki per quanto concerne il "Pacchetto
fiscale" teso ad armonizzare le politiche fiscali dei 15. La proposta è stata invece
fatta naufragare da Londra, accentuando con ciò la necessità di ricorrere a nuove regole
per non ingessare oltre modo un Unione ancora gestita con le regole predisposte per un
numero di membri di molto inferiore.