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Giorni dell'Europa

Martedì 7 dicembre 1999

1. UNIONE EUROPEA - Il Consiglio affari generali accelera sulle riforme.
Il dibattito in seno al CAG sull'allargamento ha evidenziato l'intenzione della Commissione di concludere il processo di riforma istituzionale entro il 2002, in modo da affrettare i tempi dell'iter di adesione dei Paesi candidati.
I negoziati si svolgeranno, secondo quanto riferito ai Ministri dal Presidente Prodi, in maniera differenziata per ciascun candidato, che verrà valutato sulla base dei progressi compiuti nell'adattamento all'acquis comunitario. Nel momento in cui si deciderà di aprire i negoziati anche coi paesi del cosiddetto secondo gruppo, vi sarà quindi una competizione fra tutti i candidati (indistintamente del primo o secondo gruppo) per abbreviare le tappe dell'adesione.
Tale approccio è stato giudicato in maniera positiva dalle delegazioni, ed il Ministro Dini ha evidenziato come l'obiettivo di fine 2002 debba anche servire di stimolo ai 15 per concludere proficuamente il processo di riforma istituzionale.

2. ZONA EURO - La disoccupazione sotto il 10 per cento.
Per la prima volta dopo il 1992, il tasso di disoccupazione nei "Paesi Euro" si è attestato sotto il 10%, a quota 9,9%. Tale dato, relativo al mese di ottobre, costituisce un notevole miglioramento rispetto al 10,6% dello stesso mese dell'anno precedente. Nella UE i senza lavoro si attestano invece al 9,1%, lo stesso tasso del settembre scorso, con una diminuzione dello 0,6% rispetto a ottobre del '98. In cifre si tratta di 12,7 milioni di disoccupati nella zona Euro, e di 15,4 nella UE. Prosegue così la riduzione della disoccupazione in Europa nonostante il divario con gli Usa e il Giappone resti molto grande: i disoccupati in Usa, a ottobre erano il 4,1% mentre in Giappone erano pari al 4,6%.
In testa alla classifica dei Paesi europei con meno disoccupazione ci sono Lussemburgo e Olanda con tassi pari, rispettivamente, al 2,7 e 3%. In coda l'Italia a quota 11,4% (dati di luglio) e la Spagna, al 15,3%, ma interessata da un costante calo della disoccupazione.
I positivi dati sulla disoccupazione hanno contribuito alla ripresa delle quotazioni dell'Euro, risalito dopo le pesanti perdite delle scorse settimane rispetto al dollaro.

3. MACEDONIA - Alle elezioni presidenziali prevale Trajkovski.
Dopo la ripetizione del voto per le presidenziali in 230 seggi in Macedonia, si conferma la vittoria del candidato governativo Boris Trajkovski. L'opposizione degli ex-comunisti afferma che ci sono stati massicci brogli e chiede nuovamente che il voto venga invalidato. Trajkovski, esponente della coalizione governativa guidata dal VMRO e appoggiata dalle principali forze politiche della minoranza albanese, ha ottenuto circa 118.000 voti contro i 3.300 del suo avversario, il socialdemocratico Tito Petkovski. L'affluenza alle urne, nella terza tornata di voto, e' stata di circa l'85%.
Si attende ora il rapporto della missione OSCE sulla regolarità delle elezioni ma dalle prime indiscrezioni pare accertato che gli incidenti non abbiano influito in modo significativo sull'esito del voto.

4. RUSSIA - Verso l'attacco finale in Cecenia.
Il comando militare russo nel Caucaso ha notificato ieri con un lancio di volantini su Grozny che i civili che non lasceranno la città entro sabato 11 dicembre saranno considerati a tutti gli effetti dei ''terroristi''.
L'avvenuto accerchiamento di Grozny era stato annunciato dal comandante delle truppe russe nel Caucaso, Kazantsev, sabato scorso. Il generale aveva anticipato che a partire da lunedì sarebbe stato aperto un 'corridoio umanitario' per permettere ai civili che ancora si trovano in città di sottrarsi ai bombardamenti, ma non aveva precisato che il corridoio sarebbe stato chiuso dopo soli sei giorni. Nella notte scorsa le Autorità russe hanno anche accusato i guerriglieri indipendentisti di tenere in ostaggio i civili impedendo loro di servirsi del corridoio umanitario.
In questo clima che sembra preludere ad un'azione decisiva sulla capitale cecena da parte dell'esercito russo, è giunto un invito a posare le armi da parte dal Ministro degli Esteri norvegese Vollebaek, presidente di turno dell'OSCE: alla vigilia del suo viaggio in Cecenia, il Ministro ha sollecitato le autorità russe a non sferrare l'attacco finale contro Grozny, sottolineando come la soluzione al conflitto in Cecenia possa essere solo politica.

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7 dicembre 1999
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