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Giorni dell'Europa

Lunedì 29 novembre 1999

1. UNIONE EUROPEA - Convergenza franco-britannica sulla Conferenza intergovernativa.
Alla conclusione del recente vertice franco-britannico, oltre alla nota dichiarazione sulla difesa comune, è stato emesso un documento intitolato: ''termini di riferimento anglo-francesi: lavorare insieme per promuovere sviluppo, innovazione e occupazione in Europa''. Nel testo viene annunciata la creazione di un gruppo di lavoro congiunto a livello ministeriale per preparare il Consiglio Straordinario di Lisbona, sviluppando i contatti bilaterali già avviati sulla promozione dell'innovazione e sulle politiche attive per combattere disoccupazione ed esclusione sociale.
Sulle prospettive dell'allargamento, con riferimento anche alla Turchia e Cipro, e' emersa piena coincidenza di vedute, condividendo i due paesi le proposte della Commissione Europea. Anche sulla prossima conferenza intergovernativa vi e' sostanziale convergenza su agenda e procedure: i britannici sono pronti a considerare altri temi connessi con quelli lasciati in sospeso ad Amsterdam, mentre i francesi condividono la loro preoccupazione per una agenda troppo carica. Per entrambi i Paesi il rapporto della Commissione è migliore di quello dei tre saggi, ma ancora troppo ambizioso.
Fra i temi di attualità' della politica internazionale evocati nel colloquio, l’Irak (vi e' impegno comune per arrivare al consenso in consiglio di sicurezza su nuova risoluzione per sanzioni) e Cecenia (il risultato di Istanbul viene ritenuto soddisfacente, ma occorre mantenere la pressione sulla Russia affinché dia seguito alle aperture fatte in quella sede).

2. CROAZIA - Si voterà il 3 gennaio?
Dopo la nomina di Pavletic a facente funzioni del Presidente Tudjman, le cui condizioni di salute stanno vieppiù peggiorando, l’attenzione si concentra ora sulla nuova data delle elezioni parlamentari, essendo quella del 22 dicembre caduta.
Si assiste ad un tentativo da parte del partito al governo di indirle al più presto possibile, stabilendo di proporre al Presidente facente funzioni la data del 3 gennaio 2000. Pavletic, da parte sua, ha dichiarato che seguendo l'indicazione del partito di maggioranza e quindi del governo, si accingerebbe ad indire le elezioni per tale data. L'opposizione aveva da sempre mostrato la propria contrarietà per elezioni nel periodo "tra Natale e Capodanno", specificando che una data ragionevole avrebbe potuto collocarsi verso la meta' di gennaio. L’eventuale conferma del 3 gennaio, quindi, pur se costituzionalmente corretta e formalmente anche in linea con la dichiarazione dell’Unione Europea emessa al termine del comitato politico di venerdì scorso, sarebbe davvero ai limiti dell’accettabilità'. La data si situa infatti immediatamente dopo la fine del periodo festivo e renderebbe certo non facile il monitoraggio internazionale, che dovrebbe iniziare con anticipo rispetto al giorno delle elezioni costringendo molti degli osservatori a passare parte delle vacanze natalizie in Croazia. La chiesa cattolica, invece, dalle prime reazioni, sembrerebbe voler non commentare e mantenere l'atteggiamento di equidistanza adottato dall'arcivescovo di Zagabria e Presidente della conferenza episcopale croata Bozanic, che aveva invitato nei giorni scorsi i cattolici "a votare secondo coscienza". l'opposizione, da parte sua ha già reagito in maniera negativa.

3. FINLANDIA - Il primo ministro anticipa il Consiglio Europeo.
Nel corso di una riunione del Parlamento appositamente convocata, il Primo Ministro Lipponen ha fornito alcune anticipazioni in merito alla proposta in tema di politica comune di sicurezza e difesa che la Presidenza finlandese prevede di sottoporre ai partners in occasione del prossimo vertice di Helsinki.
Lipponen ha in particolare indicato che la questione dello sviluppo delle risorse comuni da destinare alla gestione militare delle crisi riceverà a Helsinki attenzione prioritaria; in totale, si può prevedere che i paesi Membri potranno globalmente assegnare un totale di 50.000 soldati allo svolgimento di tali compiti. L’assegnazione di ogni singolo contingente nazionale avverrebbe solamente a titolo di prestito per lo svolgimento di singole operazioni, ferma restando l’autonoma possibilità per ogni Paese membro di decidere di volta in volta se, e in quale misura, partecipare alle operazioni. Le decisioni in materia sarebbero prese nel corso di riunioni comuni dei Ministri degli Esteri e della Difesa: a Helsinki potranno essere raggiunte decisioni unicamente in materia di gestione delle crisi. Ne consegue che, in quella sede, il tema della difesa collettiva non potrà essere trattato. Inoltre, le operazioni UE andrebbero svolte in collaborazione con l’ONU e l’OSCE. La Finlandia propone che tra l’UE ed i Paesi NATO che non appartengono all’Unione venga attuato un collegamento per lo scambio di informazioni concernenti la sicurezza, la difesa, e la gestione delle crisi. Gli stati NATO extracomunitari potrebbero partecipare alla preparazione delle operazioni in una fase iniziale, anche se le operazioni stesse verrebbero comunque gestite dalla UE.

4. ITALIA - Al primo posto nel commercio con la Libia.
L'Italia intende consolidare il proprio ruolo di principale partner commerciale della Libia. "La Libia - ha sottolineato il ministro del Commercio Estero Fassino - sta uscendo da una fase di parziale isolamento e si aprono interessanti strade sia per le grandi aziende che per le piccole e medie imprese". Si punterà sul settore petrolifero e del gas, sul turismo e le infrastrutture. E poi, sulla modernizzazione dell'agricoltura e dell'agroalimentare. Un'attenzione a parte verrà dedicata all'intensificazione dei collegamenti marittimi e aerei con la Libia.
Ma per convincere i nostri imprenditori ad investire in Libia occorre - ha chiarito il Ministro Fassino - un quadro giuridico-normativo trasparente e certo, una pubblica amministrazione che non operi con criteri discrezionali e una burocrazia ispirata a semplificare le procedure".

5. REGNO UNITO - Presto un governo per l'Ulster.
Il Consiglio dell'Ulster Unionist Party (UUP, il principale partito unionista protestante della provincia) ha approvato sabato scorso l'accordo per la pace con i repubblicani cattolici del Sinn Fein. L’accordo e' stato approvato con 480 voti a favore e 349 contrari. Il voto apre la strada alla nomina di un governo locale con la partecipazione del Sinn Fein entro la fine della prossima settimana, prima cioè della prevista consegna delle armi da parte dei guerriglieri cattolici dell'Ira. L'UUP ha deciso comunque che nel febbraio prossimo procederà ad un riesame complessivo della situazione, dopo la valutazione del processo di disarmo da parte dell'Ira.

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29 novembre 1999
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