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Giorni dell'Europa

Venerdì 26 novembre 1999

1. EUROPA - A Venezia un seminario per giornalisti europei sul Balcani.
Il Segretario Generale Ambasciatore Vattani, e il suo omologo francese, Ambasciatore Hennekinne, inaugurano oggi a Venezia un Seminario per giornalisti europei sul tema "I Balcani e l’Europa".
La manifestazione, organizzata congiuntamente dai Ministeri degli Affari Esteri italiano e francese, in collaborazione con l’ISPI di Milano, si svolgerà presso la Fondazione Cini, e vedrà la presenza di circa quaranta giornalisti, provenienti dai paesi dell’area balcanica e dell’Europa del sud-est, e da Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna. Tra gli invitati al seminario figurano personalità a vario titolo coinvolte nel processo di stabilizzazione dei Balcani e dell’Europa del sud-est, nonché esponenti del mondo accademico, esperti di questioni balcaniche italiani e francesi e funzionari dei due Ministeri.
Il seminario si articolerà su tre tavole rotonde, che verteranno sui temi della democratizzazione e riconciliazione, della ricostruzione economica e sociale e del futuro dei Balcani: europeizzazione e/o balcanizzazione?

2. ARMENIA - Si dialoga con Russia e Azerbaijan sul Nagorno-Karabagh.
Positivo, secondo le valutazioni russe, l’incontro a margine del vertice OSCE di Istanbul dei Presidenti di Armenia e Azerbaijan, dei tre co-presidenti del Gruppo di Minsk e del Ministro degli Esteri norvegese Vollebaek: ne è emersa la comune volontà di sostenere attivamente il processo di pace.
Il rilancio del ruolo del Gruppo di Minsk, i cui tre co-presidenti dovrebbero effettuare una missione congiunta nella regione verso la meta' di dicembre per valutare in loco la situazione, rappresenta per Mosca lo sviluppo più significativo del rinnovato impegno del gruppo di contribuire alla ricerca di una soluzione.
I Presidenti armeno ed azero sarebbero molto vicini ad una soluzione, ma avrebbero preferito mantenere un atteggiamento di cautela, come testimonierebbe l'assenza di una loro dichiarazione congiunta in occasione del Vertice di Istanbul.

3. RUSSIA - Spinte a rafforzare l'esercito.
Si fa sempre più insistente il richiamo di esponenti del mondo politico e militare russo alla necessità che la Russia potenzi il suo apparato militare per recuperare il ruolo di grande potenza.
Il Primo Ministro Putin ha dichiarato che la Russia deve tornare ad essere una potenza anche navale e che il suo complesso militare-industriale deve riacquistare dinamismo produttivo. A tale scopo verrà elaborata una nuova dottrina navale russa, non offensiva ma mirata a difendere gli interessi nazionali di Mosca da porre all'attenzione del Presidente nel corso del 2000.
Il Capo di Stato Maggiore russo Kvashin, dal canto suo, ha affermato che la Russia sarebbe in grado di tenere il passo dell'ammodernamento tecnologico delle proprie armi strategiche in caso di varo, da parte americana, di un sistema anti-missili balistici.
Tali prese di posizione testimoniano della volontà di Putin sia di venire incontro alle aspirazioni dei militari di veder riconosciuto un loro maggiore ruolo, sia di sfruttare in chiave di politica interna, in vista delle prossime elezioni legislative e presidenziali, il tema della sicurezza nazionale e del ritorno ad una Russia ''grande potenza''.
L’effettiva realizzazione delle misure evocate dal Primo Ministro Putin e dal vertice delle forze armate russe si scontra, peraltro, con le realtà della situazione economica del paese e delle sue finanze pubbliche.

4. TURCHIA - I possibili sviluppi del Caso Ocalan.
Dopo la conferma avvenuta ieri della sentenza di condanna a morte, lo scenario più verosimile è quello di una decisione del Governo di attendere la pronuncia della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, alla quale i legali di Ocalan hanno rivolto un'istanza di sospensione dell'esecuzione della pena.
Sul piano giuridico, va notato che, pur non avendo ratificato il protocollo n. 6 del Consiglio d’Europa (relativo all’abolizione pena di morte), la Turchia potrebbe essere comunque tenuta ad atti di sospensiva ai sensi delle disposizioni di altri protocolli di cui è parte nell'ambito della convenzione europea dei diritti dell'uomo.
Indipendentemente dagli impegni gravanti sul Paese ai sensi del diritto internazionale, occorre comunque sottolineare il fatto che la procedura interna turca non si è esaurita, essendo ancora necessario il parere del parlamento sulla sentenza, da esprimere alla luce degli interessi nazionali. Anche se poco probabile, esiste anche la possibilità di una "correzione" della sentenza legata al parere del procuratore della corte di cassazione.
Da parte italiana, il Governo ha avanzato la richiesta alle Autorità turche che la sentenza non venga eseguita, anche in considerazione della mancata applicazione in Turchia della pena capitale dal 1984. Nel sottolineare la ferma contrarietà alla pena di morte dell'Italia e dell'Unione Europea, il Presidente D'Alema e il Ministro Dini hanno evidenziato come il riconoscimento alla Turchia dello status di candidato a pieno titolo dell'Unione dipenda anche dal rispetto dei principi di democrazia, rispetto dei diritti umani e tutela delle minoranze.

Giorni dell'Europa


26 novembre 1999
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