1. GERMANIA - Tiepida con il Giappone sulla riforma dell'Onu.
Il recente incontro a Tokyo dei Capi di Governo di Giappone e Germania sembra
aver dato esiti alquanto limitati e certo non in linea con le aspettative.
Le intese raggiunte sugli scambi giovanili e per una conferenza bilaterale sui problemi
del lavoro e dell'occupazione sono apparse soverchiare le pur numerose e delicate
tematiche internazionali della prima visita in Giappone del Cancelliere Schroeder. I due
paesi hanno concordato inoltre di effettuare un programma di cooperazione comune in
Kossovo, neanche esso definito. Anche il dichiarato interesse comune ad un incremento
degli scambi culturali sembra dimostrare "a contrario" lo scarso successo della
visita su un piano sia politico che economico-commerciale, nonostante le dichiarazioni in
senso contrario delle parti.
A dare questo tono minore ad una visita che avrebbe potuto essere di tutt'altro momento,
hanno verosimilmente contribuito vari fattori, tutti di rilievo.
In primo luogo, il fatto che il reale obiettivo del vasto seguito del cancelliere non
fosse il Giappone ma la Cina, tappa immediatamente successiva della visita in oriente.
Schroeder si è infatti spinto anche a prospettare un allargamento del G8 alla Cina e ciò
non ha certo reso più agevole il dialogo ed ha anche spinto la parte giapponese a
rappresentare subito pubblicamente sia che l'ipotesi di allargamento necessiterebbe in
ogni caso di essere previamente vagliata da tutti i membri del G7/G8, sia che appare
lecito nutrire dubbi sulla volontà' della Cina di entrare a far parte di tale consesso.
In secondo luogo, l'attesa giapponese di un'intesa con la Germania per concordare una
strategia comune ed una battaglia congiunta per la riforma delle Nazioni Unite e del
Consiglio di Sicurezza non sembra essere stata adeguatamente soddisfatta. Ai pressanti
auspici di Obuchi per la ricerca di una soluzione che permetta ai due paesi di accedere
all'inizio del nuovo millennio al ristretto club dei membri permanenti, si e' contrapposta
una più cauta visione tedesca, più consapevole della complessità della partita in gioco
(ed anche più sensibile alle diverse visioni che sulla questione si registrano
all'interno della Germania) e quindi propensa a prospettive di più ampio respiro
(l'inclusione della Germania fra i membri permanenti non e' un fine in se') che richiedono
tempi più lunghi.
Anche sul piano economico-commerciale, alle sollecitazioni di Schroeder per una più ampia
liberalizzazione del sistema Giappone (sul tema era stato organizzato anche un simposio),
la risposta di Obuchi non poteva che essere prudente, consapevole com'egli e' che i già
elevati costi sociali affrontati sulla via della globalizzazione potrebbero ancora
aumentare e trasformarsi anche in costi politici.