1. UNIONE EUROPEA - Altri sei Paesi nei programmi di allargamento.
La Commissione europea, confermando le anticipazioni dei giorni scorsi, ha
proposto ieri che, sulla base dei criteri di Copenaghen riguardanti l'idoneità politica
ed economica, siano avviati i negoziati di adesione con altri sei paesi candidati:
Bulgaria, Romania, Slovacchia, Lituania, Lettonia e Malta.
Trattative di adesione sono già in corso da un anno con i sei paesi del primo gruppo
(Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovenia, Estonia e Cipro).
Per due Paesi, all'interno del gruppo dei "nuovi" candidati, la Commissione ha
posto alcune condizioni all'avvio di negoziati: per la Bulgaria, la presentazione di un
piano di dismissione di due impianti nucleari e la conferma del carattere strutturale
dell'attuale crescita economica. Per la Romania, l'adozione di politiche per il sostegno
all'infanzia abbandonata e il varo di misure economiche finalizzate a contrastare
l'attuale recessione. La decisione finale sull'apertura di negoziati di adesione con i sei
paesi del secondo gruppo sarà presa in dicembre dal vertice UE di Helsinki.
La Commissione europea ha anche proposto di riattivare il processo di candidatura
all'adesione della Turchia, sospeso due ani fa a Lussemburgo, prevedendo il rafforzamento
del dialogo politico e la partecipazione turca ai programmi e alle agenzie dell'Unione,
nonché la conclusione di un partenariato "pre-adesione" combinato con un
programma nazionale di recepimento dell'acquis comunitario.
La Turchia, tramite un comunicato del Ministero degli Esteri, ha accolto con grande
soddisfazione la decisione della Commissione Europea che la riguarda, indicando che questo
sviluppo interrompe una lunga fase negativa ed è suscettibile di ''aprire una nuova era''
nelle relazioni con Bruxelles.
2. ITALIA - E' l'Europa la priorità della politica estera. In un intervento alla Commissione esteri del Senato, il Ministro Dini ha
evidenziato come le risorse dedicate al Ministero degli Esteri non possano essere
ulteriormente compresse, ed anzi dovrebbero iniziare a crescere per dotare la Farnesina di
strumenti adeguati a far fronte alle priorità di politica estera del Governo.
Queste ultime, con riguardo all'Europa, sono essenzialmente tre.
1) Il disordine balcanico, cui bisogna porre rimedio con stanziamenti di risorse per la
ricostruzione infrastrutturale, nonché con lancoraggio dei Paesi della regione al
progetto di integrazione nellUnione Europea, il ripristino della democrazia e delle
sue regole, la lotta alla criminalità organizzata.
2) Lincompiutezza istituzionale dellEuropa, con le nuove sfide costituite
dallo sviluppo coerente di uno spazio giuridico comune, di un sistema armonizzato in
materia di asilo, immigrazione, giurisdizione civile, giurisdizione penale, lotta alla
criminalità organizzata. Queste tematiche verranno esaminate al prossimo Consiglio
Europeo di Tampere, che dovrebbe porre le basi di un ulteriore salto in avanti della
coesione europea. Si aprirà poi, sotto la prossima presidenza portoghese, il capitolo
della composizione della Commissione, del voto a maggioranza in Consiglio, della sua
ponderazione. Altro traguardo importante è la sicurezza e difesa europea che, dopo il
Vertice del cinquantenario dellAlleanza Atlantica ed il Consiglio Europeo di
Colonia, comincia ad essere un obiettivo concreto e più vicino nel tempo.
3) I confini dellUnione Europea, ovverosia l'allargamento, che sarà al centro delle
discussioni al Consiglio Europeo di Helsinki di fine anno.
In questo contesto, e considerando anche le altre priorità di politica estera italiana,
deve essere valutato - ha evidenziato il Ministro Dini - lammontare delle risorse
che la Legge finanziaria riserva al Ministero degli Esteri. Si tratta dello 0,41% del
bilancio dello Stato: un livello minimo non comprimibile oggi, che auspicabilmente dovrà
essere accresciuto in futuro.