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Giorni dell'Europa

Giovedì 14 ottobre 1999

1. UNIONE EUROPEA - Altri sei Paesi nei programmi di allargamento.
La Commissione europea, confermando le anticipazioni dei giorni scorsi, ha proposto ieri che, sulla base dei criteri di Copenaghen riguardanti l'idoneità politica ed economica, siano avviati i negoziati di adesione con altri sei paesi candidati: Bulgaria, Romania, Slovacchia, Lituania, Lettonia e Malta.
Trattative di adesione sono già in corso da un anno con i sei paesi del primo gruppo (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovenia, Estonia e Cipro).
Per due Paesi, all'interno del gruppo dei "nuovi" candidati, la Commissione ha posto alcune condizioni all'avvio di negoziati: per la Bulgaria, la presentazione di un piano di dismissione di due impianti nucleari e la conferma del carattere strutturale dell'attuale crescita economica. Per la Romania, l'adozione di politiche per il sostegno all'infanzia abbandonata e il varo di misure economiche finalizzate a contrastare l'attuale recessione. La decisione finale sull'apertura di negoziati di adesione con i sei paesi del secondo gruppo sarà presa in dicembre dal vertice UE di Helsinki.
La Commissione europea ha anche proposto di riattivare il processo di candidatura all'adesione della Turchia, sospeso due ani fa a Lussemburgo, prevedendo il rafforzamento del dialogo politico e la partecipazione turca ai programmi e alle agenzie dell'Unione, nonché la conclusione di un partenariato "pre-adesione" combinato con un programma nazionale di recepimento dell'acquis comunitario.
La Turchia, tramite un comunicato del Ministero degli Esteri, ha accolto con grande soddisfazione la decisione della Commissione Europea che la riguarda, indicando che questo sviluppo interrompe una lunga fase negativa ed è suscettibile di ''aprire una nuova era'' nelle relazioni con Bruxelles.

2. ITALIA - E' l'Europa la priorità della politica estera.
In un intervento alla Commissione esteri del Senato, il Ministro Dini ha evidenziato come le risorse dedicate al Ministero degli Esteri non possano essere ulteriormente compresse, ed anzi dovrebbero iniziare a crescere per dotare la Farnesina di strumenti adeguati a far fronte alle priorità di politica estera del Governo.
Queste ultime, con riguardo all'Europa, sono essenzialmente tre.
1) Il disordine balcanico, cui bisogna porre rimedio con stanziamenti di risorse per la ricostruzione infrastrutturale, nonché con l’ancoraggio dei Paesi della regione al progetto di integrazione nell’Unione Europea, il ripristino della democrazia e delle sue regole, la lotta alla criminalità organizzata.
2) L’incompiutezza istituzionale dell’Europa, con le nuove sfide costituite dallo sviluppo coerente di uno spazio giuridico comune, di un sistema armonizzato in materia di asilo, immigrazione, giurisdizione civile, giurisdizione penale, lotta alla criminalità organizzata. Queste tematiche verranno esaminate al prossimo Consiglio Europeo di Tampere, che dovrebbe porre le basi di un ulteriore salto in avanti della coesione europea. Si aprirà poi, sotto la prossima presidenza portoghese, il capitolo della composizione della Commissione, del voto a maggioranza in Consiglio, della sua ponderazione. Altro traguardo importante è la sicurezza e difesa europea che, dopo il Vertice del cinquantenario dell’Alleanza Atlantica ed il Consiglio Europeo di Colonia, comincia ad essere un obiettivo concreto e più vicino nel tempo.
3) I confini dell’Unione Europea, ovverosia l'allargamento, che sarà al centro delle discussioni al Consiglio Europeo di Helsinki di fine anno.
In questo contesto, e considerando anche le altre priorità di politica estera italiana, deve essere valutato - ha evidenziato il Ministro Dini - l’ammontare delle risorse che la Legge finanziaria riserva al Ministero degli Esteri. Si tratta dello 0,41% del bilancio dello Stato: un livello minimo non comprimibile oggi, che auspicabilmente dovrà essere accresciuto in futuro.

Giorni dell'Europa


14 ottobre 1999
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