A seguito della netta affermazione, nelle elezioni regionali del Vorarlberg,
del partito liberal-nazionale (FPOe) di Joerg Haider, i due maggiori partiti che formano
l'attuale coalizione di Governo (socialdemocratici e popolari) sembrano intenzionati a
rinnovare la propria strategia politica, nel tentativo di evitare che alle elezioni
politiche di domenica prossima la FPOe possa diventare il secondo partito su scala
nazionale.
Innanzi tutto i leader dei due partiti di governo hanno abbandonato la litigiosità
all'interno della coalizione, che non poco aveva contribuito alle recenti sconfitte
elettorali. Ma il mutamento più evidente è nella strategia di confrontazione con l'FPOe:
abbandonati i toni della polemica etico-ideologica, si tenta ora di dimostrare
l'incongruenza e la dannosità del programma economico della destra di Haider.
In particolare i popolari, che fanno leva sull'elettorato da cui attinge anche la FPOe, si
sono sforzati di dimostrare che la riforma fiscale proposta da Haider (aliquota unica del
23%) avrebbe effetti dannosi per il bilancio dello stato e comporterebbe effettivi
miglioramenti "netti" solo per la fascia alta dei contribuenti. Anche la
proposta della FPOe di attribuire generosi assegni di famiglia per ogni primogenito
austriaco avrebbe conseguenze pesanti, secondo i popolari, sui conti dello stato. Lo
stesso partito popolare aveva proposto l'introduzione di simili benefici, ma in misura
compatibile con i vincoli di bilancio ed a favore di tutti i residenti, senza
discriminazioni contro gli stranieri.
Resta da stabilire quanto questa nuova strategia di contenimento della FPOe possa essere
successo, vista la presa che le idee xenofobe di Haider continuano ad esercitare su parte
dell'elettorato di ogni ceto sociale. Gli elettori della FPOe sono infatti sparsi sia fra
i lavoratori dipendenti sia fra gli autonomi (è il primo partito d'Austria in questa
fascia sociale), fra i "single" ma anche nelle famiglie numerose.
Particolarmente sensibili al richiamo di Haider sono invece i giovani, che in maggioranza
votano FPOe in occasione della loro prima partecipazione al voto.
Le spinte xenofobe che questo elettorato esprime contrastano con la tradizione
dell'Austria, la cui identità nazionale è da secoli il risultato di una felice sintesi
di culture diverse.
2. UNGHERIA - Fiducia nell'Italia per l'adesione all'Unione
europea. Inizia oggi la visita in Italia del primo Ministro ungherese Viktor Orban, che
sarà ricevuto dal Capo dello Stato e dal Presidente D'Alema. La visita si inserisce in un
contesto di frequenti contatti, che avvengono sia a livello bilaterale sia nelle varie
sedi multilaterali (CEI, Iniziativa Trilaterale italo-sloveno-ungherese, da ultimo la
NATO) di cui i due Paesi fanno parte, sullo sfondo di eccellenti rapporti economici.
LItalia è infatti il terzo partner commerciale in assoluto dellUngheria, con
un saldo attivo che nel 1996 è stato di 416,3 miliardi di lire (più 78,5% rispetto al
1995), nel 1997 ha registrato un ulteriore incremento attestandosi a 614,6 miliardi di
lire, confermando poi questo andamento sia nel 1998 sia nel primo semestre 1999. Lo
squilibrio nelle relazioni commerciali con l'Italia, che si presenta anche a livello
aggregato di saldo della bilancia dei pagamenti, è anche dovuto alla brillante
congiuntura economica del Paese: nel 1998 il PIL è cresciuto del 5%, la crescita più
elevata degli ultimi 20 anni, mentre la produzione industriale è cresciuta del 12,6%.
Linflazione ha continuato a scendere, fino ad una media annua nel 1998 del 14%, in
ribasso di 4,3 punti rispetto alla media '97.Per quanto riguarda i conti dello stato, i
dati più aggiornati non confermano l'eccessivo ottimismo delle previsioni per il bilancio
di quest'anno. Alla fine di aprile 99 il deficit dei conti pubblici è arrivato al
70% del totale prefissato su base annua. Questi dati indicano un preoccupante scostamento
dell'Ungheria dal virtuoso percorso della stabilità economica. Al centro dei colloqui del
Primo Ministro Orban a Roma, oltre alle relazioni bilaterali, saranno l'attualità
regionale, con particolare riferimento alla RFJ, ed il processo di adesione ungherese
all'Unione Europea. In vista di tale obiettivo lUngheria conta molto
sullappoggio dellItalia, che costituisce daltra parte uno dei cardini
dellIniziativa Trilaterale italo-magiaro-slovena. Il governo ungherese ritiene
comunque di essere a buon punto sulla via dell'adesione, come confermato
dall'"avis" emesso dalla Commissione, e dalla decisione del Consiglio, di
iniziare negoziati di adesione con lUngheria (e gli altri cinque paesi), pur in
presenza di ulteriori sforzi da compiere in materia di armonizzazione normativa e di
completamento delle riforme economiche e sociali.
Si discuterà anche di temi concernenti la NATO, a seguito dell'adesione ungherese
all'Alleanza completata il 12 marzo scorso con il deposito a Washington degli strumenti di
ratifica.
3. SLOVENIA - Esame congiunto con l'Italia della situazione nei
Balcani. Il Ministro della Difesa Scognamiglio inizia oggi una visita ufficiale a
Lubiana per esaminare con le autorità slovene la situazione nei Balcani dopo la fine del
conflitto in Kosovo e lo stato della collaborazione militare tra i due paesi. Il Ministro
incontrerà oggi il Presidente sloveno Milan Kucan, il Ministro degli Esteri Boris Frlec e
il Ministro della difesa Franci Dmsar con il quale, oltre ad uno scambio di vedute sulla
situazione nei Balcani, esaminerà gli ultimi dettagli tecnici per la creazione della
Forza multinazionale terrestre (MLF) formata da truppe italiane, slovene ed ungheresi, con
base ad Udine, nell'ambito dell'Iniziativa trilaterale.
L'accordo per la creazione della MLF dovrebbe essere ratificato nei prossimi giorni dal
parlamento italiano. Al centro dei colloqui fra i due ministri della Difesa saranno anche
le prospettive dell'ingresso della Slovenia nell'Alleanza atlantica come membro a pieno
titolo.