1. GERMANIA - La nuova geografia politica dei Laender.
Con le elezioni in Sassonia si è completato il giro di elezioni regionali.
Profondamente rinnovata in poche settimane la mappa dei poteri locali che sembra delineare
il superamento dell'emergenza post-riunificazione. Il problema dei Verdi.
Una delle conseguenze principali delle elezioni di queste settimane è una divisione dei
poteri tra i principali partiti secondo un'asse nord-sud piuttosto che est-ovest. I Laender
settentrionali sono infatti uniformemente a guida socialdemocratica, mentre quelli
centromeridionali sono a guida democratico-cristiana. Da questo punto di vista sembra
superata la tradizionale dicotomia est-ovest e fondamentalmente per la prima volta dalla
riunificazione i Laender orientali sembrano entrare in dinamiche politiche
nazionali.
L'est tedesco resta comunque marcato da un forte disagio sociale, che forse sembra avere
componenti ormai più a carattere psicologico che economico, accompagnato da una certa
nostalgia per taluni aspetti della situazione precedente di "socialismo reale".
Questo disagio trova la propria valvola di sfogo a livello politico nel partito
neo-comunista del PDS che, anche alla luce del risultato in Sassonia, sembra ormai avviato
a essere legittimato come componente influente del sistema politico nazionale. Ma anche
l'estrema destra, nonostante i risultati deludenti di queste elezioni regionali, resta un
potenziale bacino per le frange più colpite dal disagio e dovrebbe essere perfettamente
in grado di riacquistare visibilità autonoma con una certa facilità.
Mentre all'interno della SPD aspre si fanno le critiche da sinistra, rivolte
essenzialmente contro il pacchetto di riforme finanziarie in senso liberistico del
Cancelliere, problemi molto pressanti si pongono per i Verdi (partners di coalizione dello
SPD nel governo federale), che vedono a rischio la loro stessa sopravvivenza come forza
politica radicata a livello nazionale. Problemi analoghi per i Liberali che però, a
differenza dei Gruenen, sembrano disporre di una struttura organizzativa più
solida ed adeguata per definire le scelte strategiche per i prossimi impegni elettorali
(elezioni municipali a Berlino in ottobre e soprattutto elezioni regionali in Renania
nella primavera prossima).
2. COMMISSIONE EUROPEA - Primi cambiamenti organizzativi. Nella sua prima riunione collegiale l'esecutivo comunitario guidato da Romano
Prodi fissa la riorganizzazione delle direzioni generali e dei servizi (che saranno
dora in poi conosciuti con nomi e non piu i tradizionali numeri romani) sulla
linea di quanto dichiarato dal Presidente all'inizio dell'estate. La decisione diverrà
operativa a partire dal 1° ottobre.
Le relazioni esterne sono suddivise tra una direzione geografica a competenza globale e
tre direzioni generali specializzate rispettivamente per quanto concerne l'allargamento,
il commercio e lo sviluppo. La Direzione Generale dell'Industria acquisisce le competenze
anche della ex DG XXIII per le piccole e medie imprese e si trasforma in Direzione
Generale per l'Impresa.
Vengono create due nuove Direzioni Generali: Giustizia ed Affari Interni nonché
Educazione e Cultura, composta dalla ex D.G X decurtata della parte relativa allo sviluppo
(che passa alla nuova D.G. specializzata), alla tecnologia dell'audiovisivo (che passa
alla nuova D.G. Impresa) e all'informazione istituzionale (che passa al servizio del
Portavoce). Da segnalare infine proprio il rafforzamento del Servizio del portavoce (che
passa da un organico di 72 ad uno di 175 addetti), unico abilitato a parlare a nome della
Commissione tutta e responsabile della diffusione dell'informazione nelle sedi estere
della Commissione.