1. GERMANIA - Dai risultati elettorali difficoltà in parlamento per il governo.
A seguito dei risultati nelle elezioni regionali nella Saar, in Brandeburgo e
Turingia, la Germania si interroga sulle cause del pesante arretramento dei
socialdemocratici e dei brillanti risultati dell'opposizione democratico-cristiana. I
nuovi assetti politici del paese, che saranno riflessi nella composizione del Bundesrat,
influenzeranno anche l'iter di approvazione del pacchetto di misure di contenimento della
spesa pubblica varato dalla maggioranza, rendendo forse possibile nuove forme di
collaborazione fra maggioranza e opposizione.
L'arretramento dei socialdemocratici ha condotto all'erosione del capitale di fiducia
accumulato in occasione delle elezioni nazionali. Fra le cause di questo fenomeno si può
citare l'identificazione dell'elettorato più giovane con le posizioni dell'opposizione
cristiano-democratica, senza però trascurare il fatto che la politica moderata e di
austerità finanziaria condotta da Schroeder da una parte ha scontentato l'elettorato
socialdemocratico schierato più a sinistra e dall'altra non è riuscita ad intercettare
il consenso dell'elettorato di destra.
I motivi dell'insuccesso socialdemocratico servono anche parzialmente a spiegare il
successo della CDU: quest'ultima è riuscita ad intercettare il malcontento presente in
vari strati della popolazione, oltre ad essere riuscita a presentare candidati
particolarmente popolari.
Quanto ai partiti "minori" (verdi e liberali), entrambi hanno avuto risultati
contrastati, che evidenziano da una parte l'incapacità di superare stabilmente la soglia
del 5% e dall'altra le difficoltà di radicarsi nei laender dell'est. In queste
ultime regioni si è confermata invece la propensione al voto per i partiti più
"estremi" (PDS e estrema destra) a testimonianza di un perdurante scontento per
la mancata realizzazione delle speranza, forse eccessivamente utopistiche, seguite alla
riunificazione.
In tale contesto politico, la maggioranza rosso-verde dovrà cercare di ottenere
l'approvazione del pacchetto di misure di risanamento finanziario, per un importo totale
di 30,4 miliardi di marchi. L'esame del provvedimento è già iniziato al Bundestag, dove
non dovrebbero verificarsi seri incidenti di percorso, mentre qualche difficoltà si
potrebbe presentare al Bundesrat a seguito dei recenti risultati nelle elezioni regionali,
specialmente se la tendenza alla perdita di consenso della maggioranza sarà confermata
anche nelle prossime elezioni in Sassonia (19 settembre) e a Berlino (10 ottobre).
L'opposizione della CDU, che approva nella sostanza l'austerità finanziaria proposta
dalla coalizione al governo, pur non volendo accollarsi l'impopolarità che l'adozione di
tali misura comporta, ha fatto sapere di non avere intenzione di bloccare le riforme, ma
che richiederà l'introduzione di alcuni emendamenti non meglio precisati. Si prospetta
quindi la possibilità che si sviluppi qualche forma di collaborazione fra maggioranza e
opposizione per l'approvazione definitiva del pacchetto di misure di austerità.
2. UNIONE EUROPEA - A Bari la riunione del Patto di stabilità. Nella riunione che a Bruxelles ha definito la struttura, l'organizzazione ed il
programma di lavoro del Patto di stabilità, l'Italia ha potuto giocare un ruolo di primo
piano. Il Sottosegretario Ranieri ha infatti potuto dare l'annuncio che la prima riunione
operativa del tavolo operativo su ricostruzione, sviluppo e cooperazione economica si
terrà a Bari il 9 ottobre e che, soprattutto, sarà presieduto da un italiano. Si tratta
di Fabrizio Saccomanni, direttore centrale della Banca d'Italia per le attività estere.
La riunione del 9 dovrebbe essere preceduta il giorno precedente da un incontro a livello
di Ministri degli Esteri dei trenta Paesi partecipanti al Patto di stabilità.
3. GIORDANIA - Accordo di associazione con l'Unione Europea. La camera bassa giordana ha ieri approvato la legge di ratifica dell'accordo di
associazione con l'Unione Europea, firmato il 24 novembre 1997. Il provvedimento passa ora
al senato dove l'approvazione appare scontata.
In fase di discussione alla camera bassa, varie voci si sono levate per esprimere la
preoccupazione che l'eliminazione dei dazi doganali per i prodotti industriali europei,
prevista nell'accordo, possa seriamente danneggiare l'industria nazionale giordana, che
non sarebbe in grado di reggere la concorrenza con quella europea. Da questi timori sono
derivate le richieste al governo di accelerare i progetti di ammodernamento industriale
del Paese, peraltro già ampiamente sostenuti nel quadro dell'accordo di associazione
stesso grazie ai fondi comunitari MEDA, stanziati nell'ambito del partenariato
euro-mediterraneo.
4. CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA - Nuove regole stabilite dalla
Cassazione italiana. La prima Sezione Civile della Corte di Cassazione ha stabilito che ogni
qualvolta nelle more di un processo civile il giudice ordinario sarà chiamato ad
applicare un norma controversa di diritto comunitario dovrà in ogni caso adire, in quanto
giudice a quo, la Corte di Giustizia Europea di Lussemburgo quand'anche un giudice diverso
abbia già investito la medesima Corte per una questione analoga. Finora il giudice a quo
poteva limitarsi a sospendere il giudizio principale, in applicazione dell'art. 295 del
codice di procedura civile, in attesa che la Corte del Lussemburgo si pronunciasse su
questioni analoghe per poi applicarne il principio stabilito alla causa pendente presso di
lui.
La ratio della sentenza, avversa al Tribunale di Bologna che aveva deciso di attendere il
pronunciamento della Corte Europea già addita per un caso analogo dal Tribunale di
Venezia, consiste nel permettere alle parti del processo, privati cittadini o soggetti di
diritto privato, di accedere in contraddittorio, e conseguentemente esporre le loro
motivazioni, direttamente alla Corte, anziché attendere la soluzione di un giudizio
analogo.
5. TURCHIA - Definitivo rilancio della cooperazione con l'Italia. Si è svolta ieri ad Ankara l'attesa visita del Ministro Dini che ha sancito il
definitivo rilancio dei rapporti bilaterali, messi alla prova a causa della vicenda
Ocalan. Il Ministro ha definito "molto fruttuosi", "con il caso Ocalan
dietro di noi", i colloqui con il Presidente Demirel, col Primo Ministro Ecevit e con
il suo omologo Cem. Durante la visita, molto intensa, il Ministro ha avuto anche modo di
incontrare rappresentanti delle Organizzazioni dei diritti umani ed esponenti della
Confindustria locale, nonché rappresentanti del mondo imprenditoriale italiano, entrambi
largamente a favore dell'entrata della Turchia nell'Unione europea, per la quale l'Italia
garantirà il proprio sostegno senza però concedere sconti in materia di diritti umani.
Il successo della visita sarà alla base del rilancio delle relazioni bilaterali sia a
livello politico che economico. Tra i risultati concreti va segnalata la decisione di dar
vita a dei gruppi di lavoro per la cooperazione in campo politico per l'approfondimento di
posizioni comuni in aree di particolare interesse reciproco quali il Kosovo ed il
Mediterraneo e per il sostegno comune ad iniziative politiche di carattere economico. E'
stata inoltre prevista la costituzione di un foro, aperto a politici, uomini della cultura
e funzionari dei due Paesi, sulla "dimensione mediterranea dell'Europa".
Il tema dell'adesione della Turchia allUE è stato al centro non solo dei colloqui
con i rappresentanti delle istituzioni, anche negli incontri con le organizzazioni
schierate a difesa dei diritti umani e con gli imprenditori dei due Paesi. Ai primi è
stato assicurato l'impegno a sostegno della candidatura, rinvigorita di nuovo slancio
anche alla luce del mutato atteggiamento in proposito della Grecia, ed ai secondi è stato
confermato che il riconoscimento dello status di candidato non comporterà sconti in
materia di diritti umani e tutela delle minoranze, sconti che lUE non farà mai a
nessuno.