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Giorni dell'Europa
Giovedì 16 settembre 1999
1. UNIONE EUROPEA - Votata la fiducia alla Commissione Prodi.
L'esecutivo comunitario presieduto da Romano Prodi ottiene la fiducia del
Parlamento Europeo. Successo personale del Presidente che oggi sarà in Italia per
dimettersi dal mandato parlamentare. Contrariamente alle aspettative su due delibere,
l'Assemblea di Strasburgo ha votato per ben cinque volte, con voti specifici su Prodi e
sull'intera Commissione sia per quanto riguarda il periodo rimanente del mandato del
precedente esecutivo Santer (fino al 22 gennaio 2000) che per l'intero mandato successivo
(fino al 22 gennaio 2005): il procedimento è stato poi completato da un voto finale di
fiducia. Si chiude così - ed in maniera più che positiva per il nostro paese - una delle
più gravi crisi istituzionale della quarantennale storia comunitaria, i cui esiti qualche
mese fa erano tutti da verificare. Fino alle dimissioni della Commissione Santer, infatti,
la Commissione ed il Parlamento Europeo avevano proceduto come partners di una
sorta di alleanza strategica: da essa la Commissione riceveva quella legittimità
democratica della quale necessita per esercitare al meglio il suo diritto d'iniziativa e
la funzione di guardiana dei Trattati mentre il Parlamento contava sull'appoggio della
Commissione nell'ambito della procedura decisionale. Entrambi poi cercavano di contenere
il presunto "super-potere" del Consiglio. La rottura dell'intesa nel marzo
scorso aveva posto la Commissione in una situazione di debolezza, dal momento che a fronte
di una sfiducia nei suoi confronti non è previsto alcun strumento istituzionale da far
valere nei confronti del Parlamento (sulla falsariga dei poteri di scioglimento delle
assemblee parlamentari previsti in varie forme negli ordinamenti degli Stati membri),
delegittimandola da sola ed esponendola ad ogni sorta di attacchi, responsabile unica
della crisi comunitaria. I risultati delle elezioni europee di giugno avevano introdotto
un ulteriore elemento di complicazione, con una mutata maggioranza politica di
centro-destra a Strasburgo, proprio mentre i governi dei Quindici designavano i loro
candidati alla nuova Commissione, nella maggior parte provenienti dalle fila del
centro-sinistra. Nonostante questo quadro, il Presidente Prodi è apparso in grado di
dominare perfettamente gli eventi. Al di là di alcuni fattori di vantaggio derivati dalla
propria storia politica (capacità di mediazione tra popolari e socialisti, il prestigio
derivante dall'aggancio dell'Italia all'euro), moltissimo sembrano aver contato le prime
decisioni di Prodi dopo la sua designazione. In particolare, il concetto di
responsabilità individuale da lui espresso nei confronti dei Commissari, concetto che, in
alcune circostanze particolarmente gravi - come quelle verificatesi nel marzo scorso -,
Prodi ritiene che si estende fino "alla facoltà per il Presidente di chiedere le
dimissioni del singolo Commissario". Si tratta di un'innovazione importante che
dovrebbe evitare il ripetersi di situazioni à la Cresson (il rifiuto di un
Commissario ormai screditato di dimettersi), ma che nello stesso tempo non pone i
Commissari in balia del parlamento, dal momento che spetta al Presidente la valutazione
degli addebiti mossi e la decisone sul da farsi. Altro elemento decisivo è apparso la
distribuzione dei portafogli tra i Commissari. Si è voluto che ogni portafoglio
comprendesse un settore rilevante, definendone una gamma, grazie anche ai poteri ampliati
del Presidente, che appare razionale, ben equilibrata e coerente. I portafogli a
proiezione estera (relazioni esterne, allargamento, commercio, sviluppo/aiuti alimentari)
sono chiaramente individuati; vengono istituiti nuovi portafogli per la giustizia e gli
affari interni e per le imprese e la società dell'informazione. Infine, per quanto
riguarda il Portavoce della Commissione, i servizi del portavoce e le attività di
informazione e di comunicazione della Commissione, questi sono stati unificati in un unico
servizio stampa, organo collegiale che agirà sotto l'autorità diretta del Presidente.
Ciò dovrebbe porre fine a quello stillicidio di dichiarazioni contraddittorie dei
portavoce dei singoli Commissari che ha caratterizzato, da ultima, la gestione Santer.
Prodi si è anche impegnato per favorire "un avvicendamento significativo" dei
Direttori Generali e dei Direttori per garantire "una maggiore mobilità
interna" e porre fine alla prassi secondo la quale "alcuni settori sono stati
tradizionalmente posti sotto la responsabilità di un cittadino di un determinato Stato
membro".
E' stato anche grazie a questi tempestivi provvedimenti che si è potuto instaurare quel
clima di fiducia che è culminato nel voto di ieri.
2. TURCHIA - Torna il sereno con l'Italia.
A soli tre giorni dalla riunione del Consiglio Affari Generali a Bruxelles, in
occasione della quale i Ministri degli Esteri dell'Unione europea hanno incontrato il loro
omologo Cem, il Ministro Dini è da ieri sera in visita in Turchia. Dopo le difficoltà
legate agli sviluppi del caso Ocalan, la visita si svolge in un clima reso più sereno
dalla solidarietà mostrata dal governo e dalla popolazione italiana in occasione del
recente terremoto.
Durante la visita, che dovrebbe consentire di recuperare il tradizionale legame di
amicizia tra i due Paesi, il Ministro Dini incontrerà il Presidente Demirel, il Primo
ministro Ecevit ed il suo omologo, Cem. Spazio sarà riservato all'incontro con esponenti
delle associazioni a tutela dei diritti umani, tema di grande attualità in Turchia, sia
perché richiama prontamente la questione curda, nonché per il dibattito in corso sulla
pena di morte. Se un momento centrale dei colloqui sarà rappresentato dalla richiesta di
adesione all'Unione, non meno importanti saranno i temi legati al rilancio delle relazioni
politiche ed economiche bilaterali, incrinatisi lo scorso inverno per la vicenda Ocalan.
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