Un forte terremoto nella notte ha seminato terrore e distruzione nella Turchia
nordoccidentale, dove vi sarebbero almeno 250 vittime. Stando ad una dichiarazione del
Ministro dell'Interno, vi sarebbero almeno 150 morti nella città di Izmit, centro
industriale a 100 chilometri ad est di Istanbul, mentre il Ministro del Lavoro ha indicato
in 100 le vittime nella città di Yalova, zona dell'epicentro. Secondo l'agenzia di stampa
Anadolu, ci sono state circa 40 vittime ad Istanbul e 30 a Bolu. Sempre secondo la
Anadolu, non ci sono né morti né feriti ad Ankara. Al momento non ci sono ancora notizie
di eventuali connazionali coinvolti, né di danni all'Ambasciata ed ai Consolati ad
Istanbul e Smirne.
2. RUSSIA - Putin ottiene la fiducia della Duma. Il neo Primo Ministro russo, Vladimir Putin, superando per una manciata di voti
il quorum necessario di 226, ha ottenuto ieri la scontata fiducia da parte del Parlamento
russo. Il risultato è stato possibile anche grazie alla libertà di voto lasciata dal
partito comunista, maggioritario alla Duma, ai suoi parlamentari.
Nel discorso programmatico di fronte all'Assemblea, Putin ha ribadito la continuità della
sua linea di Governo rispetto a quella di Stepashin, ponendo l'accento sul perseguimento
delle riforme economiche e sugli interventi a favore delle classi più disagiate. Secondo
quanto affermato in Parlamento, non vi saranno mutamenti nella compagine governativa,
mentre sarà confermato il calendario delle prossime elezioni. Ma se la ratifica del
mandato al nuovo "uomo di Eltsin" appariva come una pura formalità, più
incerto appare il futuro del Primo Ministro se si considerano gli ultimi avvenimenti in
corso nel Caucaso. La capacità di sedare la rivolta in Daghestan, e forse ancor di più
quella di evitare l'insorgere di una crisi simile in Cecenia ed in tutta la regione
caucasica, saranno il vero banco di prova della "sopravvivenza politica" di
Vladimir Putin.
3. JUGOSLAVIA - Karic si dimette dal governo. Il ricco imprenditore serbo Boboljub Karic, finora stretto alleato di
Milosevic, ha rassegnato le proprie dimissioni da membro del Governo serbo. Karic, che è
tra gli uomini più ricchi di Jugoslavia, svolge attività imprenditoriale nel settore
televisivo e della telefonia mobile. Era rimasto fedele a Milosevic nonostante che il suo
nome fosse inserito nella lista di 200 nominativi, redatta dall'UE, a cui non può essere
concesso il visto di entrata, ma nelle ultime settimane aveva espresso delle critiche
sull'operato del Presidente jugoslavo ed aveva altresì invocato un riavvicinamento della
Serbia all'occidente.
Karic ha assicurato che non entrerà in conflitto con il presidente jugoslavo, ma nella
sua lettera di dimissioni ha affermato che presto arriverà il momento in cui non si
potrà più rimanere neutrali nei confronti di Milosevic. In un quadro più generale, le
dimissioni di Karic sono un ulteriore segnale di quanto si stia facendo difficile la
situazione del leader serbo e giungono a soli tre giorni dalla prevista manifestazione
anti-governativa del 19 agosto che, stando alla propaganda presidenziale affidata alla
moglie di Milosevic, Mirjana Markovic, "sarà una dimostrazione a favore della NATO
in una capitale che è stata regolarmente bombardata dagli aerei dell'Alleanza ed i cui
cittadini sono stati uccisi per due mesi e mezzo". Dello stesso tenore le
dichiarazioni della Agenzia di stampa ufficiale Tanjug, secondo la quale i dimostranti
"intendono celebrare il compleanno del Presidente Clinton". Le dichiarazioni
propagandistiche degli ultimi giorni denotano un crescente nervosismo del gruppo dirigente
jugoslavo nei confronti della manifestazione del 19, cui la Chiesa Ortodossa non ha fatto
mancare la propria "benedizione".
4. ITALIA - Impegno italiano in Kossovo. Nella visita effettuata il giorno di Ferragosto dal Sottosegretario alla
Presidenza Minniti e dai sottosegretari alla Difesa, Brutti, e agli Esteri, Ranieri, è
stato nuovamente ribadito l'impegno anche di carattere amministrativo che il nostro paese
metterà in campo per la ripresa, civile e democratica, del Kossovo. A detta dei tre
sottosegretari, la convivenza tra serbi e albanesi ed il disarmo dellUCK, sono
requisiti indispensabili per l'avvio della ricostruzione che sarà pianificata nella
Conferenza di Bari, ad ottobre. Ma per sperare di assistere ad una convivenza tra le due
etnie ed avere un equo funzionamento della società, si rende necessaria la ricostruzione
del sistema amministrativo della Regione a cui dovrebbero prendere parte prefetti e
magistrati italiani, in stretta collaborazione con Kouchner.
Se, per quanto attiene l'utilizzazione un contingente di personale del Ministero
dell'Interno da inserire in UNMIK, è verosimile che possa avvenire nell'alveo delle
Nazioni Unite, meno complesso appare l'invio di giudici italiani da affiancare a quelli
locali. In previsione delle elezioni da tenersi in Kossovo, che dovranno avere luogo dopo
il rientro nella regione di una consistente parte della popolazione di etnia serba, è
emersa la necessità di censire tutti gli aventi diritto al voto. A tal fine è pensabile
una collaborazione tra Comuni italiani e kossovari, finalizzata a mettere a disposizione
di questi ultimi tutte le conoscenze tecniche necessarie alla ricostruzione di anagrafi e
catasti.