Continuano i bombardamenti NATO sulla Jugoslavia. Dopo la relativa calma di
domenica, di nuovo Colpita con intensità Belgrado. Missili anche su Novi Sad e Pristina.
Dopo giorni di tensione crescente, l'artiglieria serba colpisce tre villaggi albanesi
oltre confine, mentre continuano gli scontri tra le milizie serbe e gli indipendentisti
dell'UCK. L'Albania sarebbe pronta a cedere il controllo delle sue strutture militari
all'Alleanza atlantica. Ucciso a Belgrado da sconosciuti un giornalista dell'opposizione.
Oggi a Bruxelles riunione del Consiglio Atlantico a livello ministeriale.
La NATO ha ripreso questa notte con intensità i bombardamenti sulla capitale jugoslava,
dopo la relativa calma della nottata e della giornata di ieri, da imputare alle cattive
condizioni atmosferiche ed alla espressa volontà, confermata dal portavoce dell'Alleanza
a Bruxelles, di limitare le incursioni per la Pasqua ortodossa. Stanotte invece sarebbe
stata colpita una grossa raffineria a Pancevo, nelle immediate vicinanze della capitale,
oltre all'aeroporto militare di Batajinica, centri di riparazione dei Mig della Forza
Aerea jugoslava. Anche il Vice Segretario Generale della NATO, l'Ambasciatore Sergio
Balanzino, ha confermato che non sono previste interruzioni imminenti delle missioni aeree
sul territorio jugoslavo.
Si è enormemente accresciuta la tensione tra Tirana e Belgrado e dopo alcune scaramucce
nei giorni scorsi, nella giornata di ieri oltre confine sono stati sparati colpi di
artiglieria pesante nei confronti di tre villaggi in Albania e dei posti di polizia
albanese. Vi sarebbero varie vittime e feriti, mentre il Ministro dell'Interno accusa
esplicitamente Belgrado di "lanci di artiglieria mirati espressamente contro
l'Albania". Nel frattempo da giorni sono in corso azioni di rafforzamento del
confine, con presumibile minamento, da parte dell'Armata Federale jugoslava. Le Autorità
di Tirana, secondo quanto riferito in una teleconferenza dal Primo Ministro Majko,
starebbero studiando le misure per trasferire il pieno controllo di tutte le sue strutture
militari alla NATO. Sul territorio schipetaro prosegue nel frattempo il dispiegamento di
una forza multilaterale di 8000 uomini (dei quali 2000 italiani) incaricata di sorvegliare
la sicurezza delle operazioni di assistenza umanitaria e di collaborare con le ONG
presenti. Questa missione, denominata "Allied Harbour", comunque sottolinea
ancora di più la presenza dell'Alleanza atlantica in Albania. Scontri di una certa
consistenza sarebbero in corso tra serbi ed indipendentisti dell'UCK, che hanno chiesto la
revoca del bando alle armi nei loro confronti decretato nei mesi scorsi dalla comunità
internazionale.
Il direttore di un quotidiano indipendente di orientamento liberale, chiuso dalle
autorità serbe dall'ottobre scorso con accuse di disfattismo ma che continuava ad uscire
irregolarmente grazie al trasferimento della redazione in Montenegro, e fra i protagonisti
della manifestazioni contro il governo Milosevic che un paio di anni fa infiammarono
Belgrado, è stato ucciso in un agguato nei pressi della sua abitazione.
Si riunisce intanto oggi a Bruxelles il Consiglio Atlantico a livello ministeriale, per
esaminare la situazione militare, gli sviluppi della questione umanitaria e le possibili
opportunità di soluzione negoziata, in particolare per quanto riguarda l'iniziativa del
Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan.
2. KOSSOVO Fosse comuni. Continuano le evacuazioni dei profughi dalla Macedonia verso altri paesi. La
NATO dichiara di avere le prove fotografiche dell'esistenza di fosse comuni.
Mentre scarso è stato l'afflusso di nuovi profughi dal Kossovo nelle ultime ore, prosegue
l'evacuazione da parte delle Autorità di Skopje verso altri paesi della regione. Ormai in
Macedonia vengono fatti entrare soltanto quei profughi che possono dimostrare di avere
stretti legami di parentela con esponenti della comunità albanese residente nel paese.
Continua lo stillicidio dell'apertura e chiusura delle frontiere da parte serba, mentre
permangono i timori per la sorte delle decine di migliaia di sfollati ancora presenti nel
Kossovo e sottoposti al rischio di diventare vittime della pulizia etnica che sarebbe in
corso da parte delle milizie serbe.
Tali timori sono stati rafforzati dalle dichiarazione del portavoce della NATO che ha
sostenuto di essere in possesso di prove fotografiche che attesterebbero l'esistenza di
fosse comuni vicino a taluni villaggi evacuati a forza nei giorni scorsi dai loro
abitanti. Da parte dell'Alleanza è stata ribadita la ferma volontà di perseguire i
responsabili di tali eccidi, fino ai massimi vertici dello stato jugoslavo.
3. GERMANIA - Schroeder alla presidenza della SPD. Oggi congresso straordinario a Bonn della SPD per l'elezione alla presidenza
del partito del Cancelliere Schroeder. Forti polemiche tra la corrente di sinistra e la
maggioranza del partito sulla partecipazione della Germania all'azione NATO in Kossovo.
La crisi aperta con le dimissioni il mese scorso dell'ex Presidente e Ministro delle
Finanze Oskar Lafontaine dovrebbe chiudersi oggi con un congresso straordinario dei
socialdemocratici e la nomina alla presidenza del cancelliere Schroeder. In tal modo
verrebbe a sanarsi "l'anomalia" dei primi mesi di governo del centrosinistra in
Germania dopo sedici anni di potere cristiano-sociale che vedeva il Presidente del partito
di maggioranza (Lafontaine) non alla Cancelleria (come era stato nel caso di Adenauer,
Brandt, Schmidt e Kohl), dove invece sedeva un "uomo nuovo" che era riuscito a
sfondare verso il centro e conquistare parte dell'elettorato moderato che per vari lustri
aveva favorito i partiti di centrodestra, l'attuale Cancelliere Schroeder. Tale situazione
aveva dato vari segnali di logoramento già nel corso dei primi mesi di esistenza del
nuovo governo tedesco ed era irreparabilmente, ma anche con una certa sorpresa, scoppiata
agli inizi di marzo, con le improvvise dimissioni di Lafontaine sia dalla sua carica
ministeriale che da quella alla presidenza del partito.
La nomina oggi di Schroeder al vertice della SPD dovrebbe essere certa, tenendo conto
della maggioranza di cui egli gode ormai all'interno del partito. Ma la concomitanza della
crisi del Kossovo, e la partecipazione a pieno titolo della Germania alle azioni militari
in Jugoslavia, rischiano di surriscaldare un congresso che avrebbe dovuto soltanto
sanzionare una decisione già presa. La minoritaria ma vivace opposizione interna di
sinistra nel partito, alla quale appartiene anche il dimissionario Lafontaine, è
fortemente critica nei confronti delle scelte del Cancelliere per quanto riguarda la crisi
jugoslava ed intenderebbe manifestare chiaramente questa posizione alle assise di Bonn.
Vari commentatori di questioni tedesche, d'altronde, incominciano ad imputare proprio al
Kossovo la responsabilità dello scoppio della crisi finale tra il Cancelliere e l'ex
Ministro delle Finanze, rivedendo in parte quelle che erano state le prime analisi che
facevano risalire a divergenze in politica economica la decisione di Lafontaine. Questi
avrebbe manifestato in maniera inequivocabile, con la sua decisione di lasciare le cariche
pubbliche, la sua ferma opposizione a coinvolgimenti tedesche nelle azioni della NATO
quando era in fase di definizione la strategia dell'opzione armata, scoppiata poi in tutta
la sua gravità alla fine del mese di marzo.
4. GERMANIA - Nuove relazioni con l'Iran. Durante la visita a Teheran del Ministro Hombach, la magistratura iraniana
accetta di rilasciare il tedesco Hofer, condannato a morte, contribuendo ad una schiarita
nelle relazioni fra Germania ed Iran, che verrà suggellata da una visita ufficiale di
Khatami a Bonn.
In coincidenza con la visita a Teheran del Ministro tedesco alla cancelleria Bodo Hombach,
che ha incontrato il Presidente Khatami, è stata annunciata la liberazione dietro
cauzione del cittadino tedesco Helmut Hofer, precedentemente condannato a morte per
presunte relazioni sessuali con una musulmana (vietate dalla sharia per i non
musulmani).
La vicenda Hofer, iniziata nel 1997, aveva condotto ad una crisi nelle relazioni
bilaterali fra Germania e Iran, che appare ora superata grazie alla visita di Hombach, che
ha anche ottenuto laccettazione da parte di Khatami dellinvito a recarsi in
visita ufficiale a Bonn.