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Giorni dell'Europa

Giovedì 8 aprile 1999

1. KOSSOVO - La Nato ribadisce le condizioni irrinunciabili.
Comincia la terza settimana di bombardamenti sulla Jugoslavia, mentre la NATO annuncia un’intensificazione degli attacchi contro le truppe e le colonne corazzate serbe nel Kossovo. Colpiti tra l’altro obiettivi al centro di Belgrado a poche centinaia di metri dall’Ambasciata d’Italia. Il Segretario alla Difesa USA Cohen oggi ad Aviano. Il portavoce del Pentagono conferma che il Governo statunitense sta studiando l’ipotesi di chiedere al Tribunale dell’Aja l’incriminazione dei vertici politici e militari serbi per crimini di guerra. In risposta alla tregua unilaterale proclamata da Belgrado la NATO ribadisce le cinque condizioni ritenute irrinunciabili per poter ottenere la sospensione dell’azione militare. Oggi intanto potrebbero essere rilasciati i tre militari USA prigionieri dei serbi anche se la NATO mantiene un cauto scetticismo in proposito e sottolinea che un eventuale liberazione deve essere comunque incondizionata.
Nella notte un missile della NATO ha colpito l’ex sede del comando dell’esercito nel centro di Belgrado. L’edificio sorge in un quartiere densamente popolato e praticamente accanto alla sede del Governo. Anche l’Ambasciata d’Italia sorge nelle vicinanze: contattato per le vie brevi l’Amb. Sessa ha confermato che tutto il personale sta bene e non vi sono stati danni materiali alla sede. Secondo le prime testimonianze riferite dalla televisione locale i danni riportati dal palazzo sarebbero di lieve entità. L’intensità dei bombardamenti di stanotte sulla Jugoslavia sembra essere diminuita rispetto alle notti immediatamente precedenti, non si sa se a causa del maltempo o per un cambiamento di strategia. Certo è che nella giornata di ieri i vertici militari della NATO hanno preannunciato per i prossimi giorni un’intensificazione degli attacchi direttamente contro le truppe ed i mezzi corazzati serbi, mediante l’utilizzo degli elicotteri Apache. Il Segretario alla Difesa statunitense, ieri in missione a Bruxelles, si recherà oggi ad Aviano per ispezionare le truppe ed i mezzi fino ad oggi impegnati nello sforzo bellico e probabilmente conferire con i comandi operativi dell’operazione.
Sul fronte diplomatico, mentre da un lato si assiste ad un’intensificazione dei contatti dei paesi occidentali con Mosca affinché il Presidente Eltsin prema sull’irriducibilità del Presidente jugoslavo, è da registrare un’iniziativa, comunicata dal portavoce del Pentagono Rubin, che indicherebbe la volontà americana di proseguire fino alle estreme conseguenze l’attuale confrontazione con la dirigenza serba: Washington starebbe infatti studiando le mosse per chiedere la messa in stato di accusa presso il Tribunale dell’Aja sui crimini nell’ex Jugoslavia dei vertici politici e militari di Belgrado. Un eventuale inserimento di Milosevic nella lista di quelli accusati per crimini di guerra ancora non è stata definita, ma sicuramente gli strali si rivolgerebbero contro i comandanti dell’esercito ed i vertici del Ministero degli Interni coinvolti nelle operazioni di pulizia etnica in Kossovo. A titolo personale il Segretario Generale della NATO Solana ritiene che sussistano chiare responsabilità da addebitare direttamente anche al Presidente jugoslavo.
Dopo la dichiarazione unilaterale di tregua per la festività ortodossa della Pasqua proveniente da Belgrado, la NATO risponde ribadendo le cinque condizioni irrinunciabili che la Jugoslavia deve rispettare per ottenere la fine dell’azione militare. In sintesi esse riguardano la sospensione di ogni tipo di attacco contro le popolazioni civili del Kossovo, il ritiro delle forze militari e paramilitari dalla regione, l’accesso nel Kossovo di una forza multinazionale, il ritorno di tutti i rifugiati, un quadro politico che riprenda i termini degli accordi di Rambouillet. Sono condizioni sulle quali le riserve di Milosevic sono note, soprattutto per quanto riguarda la presenza di una forza internazionale militare incaricata nel Kossovo di garantire il rispetto degli accordi. Alcuni commentatori si chiedono anche se tutte queste condizioni siano ancora valide o se l’evolversi della crisi non abbia de facto superato alcune di queste condizioni come, per esempio, il richiamo agli accordi di Rambouillet, dove si ricorda viene prevista l’autonomia ma non l’indipendenza della regione, condizione che già all’epoca dei negoziati era stata accettata con riluttanza da parte albanese e che oggi, dopo gli episodi di violenza generalizzata nella regione, potrebbe essere di difficile attuazione.
Oggi frattanto potrebbero essere liberati i tre militari USA catturati dalle forze serbe al confine con la Macedonia la scorsa settimana. In proposito bisogna registrare un’iniziativa del Presidente del Parlamento cipriota, l’ex Capo dello Stato Kiprianou, che oggi potrebbe recarsi a Belgrado per prendere in consegna i prigionieri. Fonti della NATO hanno manifestato un cauto scetticismo in merito ed hanno comunque sottolineato che un eventuale liberazione dei tre deve considerarsi incondizionata ed ininfluente sull’andamento delle operazioni militari.

2. KOSSOVO – La Macedonia svuota un campo profughi.
Scoppia il problema dei profughi in Macedonia. In una notte e con una deportazione forzata in particolare verso l’Albania, la Turchia e la Grecia le Autorità di Skopje svuotano il campo di Blace sulla frontiera con la Jugoslavia. Timori per le decine di migliaia di profughi che erano ancora bloccati al di là del confine in territorio serbo. Belgrado, dando seguito a quanto già preannunciato ieri, ha chiuso le frontiere con i paesi limitrofi e starebbe spingendo i profughi ad un ritorno nella regione: si teme un utilizzo di questi come scudi umani. Si intensificano gli sforzi umanitari, mentre un primo gruppo di sfollati giunge in Germania. Visita dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati in Italia, pessimista su una rapida conclusione della crisi.
Le autorità di Skopje hanno completamente svuotato il campo profughi di Blace, dove da giorni si ammassavano oltre 25.000 persone in attesa di poter entrare nel paese. L’evacuazione, che sarebbe avvenuta in modo estremamente rude e forzata, è stata aspramente criticata da Washington, che ha ammonito la Macedonia per le modalità dell’evacuazione e per il mancato rispetto dei più elementari diritti. Rapporti molto tesi anche tra Tirana e Skopje, con accuse di malafede dell’Albania nei confronti della Macedonia. La grande maggioranza dei profughi di Blace sono stati portati in Albania a Korcia, dove la situazione logistica è allo stremo, mentre altri avrebbero già raggiunto la Turchia, la Grecia e la Germania. Apprensione invece per quelli che erano ancora bloccati al di là della frontiera serba: anche in questo caso, infatti, non si trova nessuno più e sembra che fossero varie migliaia quelli che ancora premevano per abbandonare la Serbia. Si teme che i profughi siano stati costretti dalle truppe serbe a rientrare verso il Kossovo e non si esclude un loro utilizzo come scudi mani contro le incursioni degli aerei NATO.
Anche sulla frontiera tra Albania e Serbia ormai non vi è più traccia delle migliaia di profughi che aspettavano di superare il confine. Questo è stato chiuso manu militari dai serbi e si parla di un possibile minamento dell’area. Preannunciata dall’appello dell’altro giorno dal Vice premier di Belgrado, la strategia di Belgrado nei confronti dei profughi sembra adesso cambiata e dopo averne forzato l’esodo, svuotando per esempio la città di Pristina, adesso è in atto un blocco anch’esso forzato della partenze.
Prosegue, pur tra varie polemiche, l’azione umanitaria a sostegno delle centinaia di migliaia di profughi. Si intensificano in particolare gli sforzi italiani in Albania, nell’ambito dell’operazione Arcobaleno, e sono ormai numerosi i soldati italiani nel paese balcanico per gestire l’emergenza. Anche il Sottosegretario alla Protezione Civile Barberi è in Albania da diversi giorni per coordinare gli sforzi. Di questo impegno italiano ha dato atto l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ieri in visita a Roma. La sig.ra Ogada ha manifestato un certo pessimismo sull’ipotesi di una rapida conclusione della crisi ed ha sottolineato quindi la necessità di uno sforzo continuato e coordinato per evitare un disastro umanitario; sul trasferimento dei profughi in altri paesi l’Alto Commissario ha ribadito che questo non deve essere se non momentaneo e dovrebbe preferibilmente avvenire soltanto su base volontaria.
Oggi a Lussemburgo sessione straordinaria del Consiglio Affari Generali sulla questione kossovara e sulle iniziative umanitarie intraprese o da intraprendere. Il Commissario Bonino illustrerà i risultati della sua missione in Albania e Macedonia dei giorni scorsi e monitorerà le iniziative avviate dagli Stati membri. Per l’Italia saranno presenti il Ministro Dini ed il Sottosegretario Ranieri.

3. ALBANIA - Cresce il ruolo umanitario e militare.
Il ruolo albanese nella crisi del Kossovo sembra aumentare ogni giorno di più. Tirana si trova al centro di tutte le iniziative umanitarie di sostegno ai profughi, mentre anche sul fronte militare, con il dispiegamento nel paese degli elicotteri Apache, si accresce l’importanza della collaborazione albanese.
Pur nella già precaria situazione economica e sociale, l’Albania non sembra lesinare in alcun modo sforzi per venire incontro alla popolazione di etnia albanese scappata dal Kossovo. Questo sforzo del governo e della popolazione albanese nei confronti dei kossovari ha sottolineato ulteriormente la centralità che il paese schipetaro sta acquisendo nell’evolversi della crisi nei Balcani. L’Albania, in un certo modo, starebbe investendo in termini di credibilità nei confronti della comunità internazionale e non a caso il Ministro degli Esteri di Tirana, riferendosi alla situazione di questi giorno, ha parlato "della più grande sfida di questo secolo per l’Albania".
Il ruolo e l’importanza di Tirana sembrano destinati ad accrescersi anche sul piano militare. Con una rapidità inusitata il Parlamento albanese ha concesso l’autorizzazione al dispiegamento di mezzi e truppe della NATO sul proprio territorio, circostanza decisiva soprattutto per quanto riguarda i 24 elicotteri Apache che dovrebbero nei prossimi giorni acquisire un ruolo centrale nelle azioni dell’Alleanza contro le truppe serbe impegnate nella repressione delle popolazioni albanesi del Kossovo. E nell’eventualità di ipotetiche operazioni via terra, per il momento peraltro ancora ufficialmente smentite, la logistica principale finirebbe con il trovarsi inevitabilmente in Albania. Questo secondo aspetto evidenzia come, oltre a indubbi slanci umanitari, vi siano però anche precisi calcoli politici della dirigenza di Tirana: un ruolo accresciuto del paese nella regione, dove vivono numerose comunità albanesi come per esempio in Macedonia, dovrebbe consentire un maggior ritorno in termini di aiuti e sostegno per lo sviluppo economico e la stabilizzazione politica dell’Albania. Ciò senza prendere in considerazione ipotesi di "Grande Albania" che, pur essendo presenti nella cultura di alcune componenti della vita politica albanese, appaiono sostanzialmente impraticabili. Cero è però che un eventuale Kossovo indipendente rafforzerebbe il concetto di "nazione albanese" ed i legami tra Tirana e Pristina.
In questo quadro l’Operazione Arcobaleno ed in generale la tradizionale politica di assistenza ed amicizia del governo italiano nei confronti di Tirana acquista un valore ancora più specifico.

4. UE – WTO approva le ritorsioni americane.
Gli organi arbitrali dell’Organizzazione Mondiale del Commercio si pronunciano a favore della congruità delle ritorsioni americane al nuovo regime comunitario sulle banane, riducendo però di oltre 2/3 il livello delle ritorsioni ammissibili. L’UE si riserva il diritto di appellarsi.
La congruità delle sanzioni annunciate da Washington agli inizi dello scorso mese di marzo come ritorsione al nuovo regime comunitario delle banane è stata riconosciuta dagli organi arbitrali della WTO, ma queste dovranno attestarsi su un livello massimo di 191,4 milioni di dollari, cifra ritenuta dall’organo ginevrino come l’ammontare del danno subito dagli Stati Uniti (che avevano invece inizialmente stimato tale danno in quasi 521 milioni di dollari). Si riaprirebbe quindi la lista dei prodotti colpiti dai superdazi, con conseguenti pressioni da parte degli Stati membri sull’amministrazione americana per cercare di ottenere l’eliminazione o la riduzione dei propri prodotti dall’elenco. Per quanto riguarda invece il nuovo regime comunitario di importazione sulle banane, questo è stato ritenuto non conforme a vari articoli del Trattato GATT e dovrebbe quindi essere modificato dall’Unione. I competenti servizi della Commissione a Bruxelles si sono comunque riservati il diritto di appellarsi, anche se nessuna decisione è stata ancora presa in materia.
L’intero pacchetto dei lodi arbitrali dovrà essere sottoposto all’approvazione del Consiglio Soluzione Controversie OMC nei prossimi giorni prima di diventare operativo. Sembra probabile che, una volta superato quest’ultimo elemento procedurale, i superdazi vengano applicati con decorrenza 3 marzo, secondo il meccanismo di copertura con cauzione a garanzia dei dazi da parte degli importatori. Secondo una prima stima della lista dei prodotti inserita nella lista, l’Italia e il Regno Unito risultano essere i paesi più colpiti.

5. UE - Commissione Prodi a settembre.
Settimana importante la prossima per il Presidente designato della Commissione, l’on. Romano Prodi, che di seguito si presenterà al Parlamento Europeo per illustrare il suo programma martedì prossimo ed incontrerà mercoledì i Capi di stato e di Governo dell’Unione, riuniti in una sessione straordinaria del Consiglio Europeo a Bruxelles per incontrare il nuovo capo dell’esecutivo comunitario.
L’approvazione da parte del P.E. interverrà però soltanto alla prossima sessione di maggio, l’ultima dell’attuale legislatura. Su richiesta dello stesso Prodi, la conferenza dei capigruppo dell’Europarlamento ha deciso invece di abbandonare l’ipotesi di richiedere una rapida sostituzione dei commissari uscenti per il periodo rimanente di mandato dell’attuale esecutivo. Ciò significa che i nuovi commissari saranno ufficializzati non prima del prossimo luglio, quando il nuovo Parlamento avrà pienamente assunto le sue funzioni, e la Commissione Prodi otterrà la necessaria (ex Trattato di Amsterdam) luce verde da Strasburgo non prima di settembre. Nelle more rimarrà in carica l’attuale Commissione dimissionaria.

6. UE - Riunione della BCE a Francoforte.
Si riunisce oggi a Francoforte il Consiglio della BCE. Un eventuale riduzione dei tassi al centro delle attese, anche se la politica finora seguita dall’Istituto sembra escludere tale eventualità.
Il Consiglio della BCE, composto dagli undici governatori delle banche centrali più i sei componenti del direttorio BCE guidati dal Presidente Duisenberg, procederà ad un esame della politica monetaria sulla scorta degli sviluppi più recenti. Come già in passato vi è molta attesa tra gli operatori per una eventuale riduzione del tasso d’interesse, anche se non sembrano provenire dall’Istituto di Francoforte segnali in senso contrario alla politica finora seguita.

7. ITALIA – Visita del primo ministro  slovacco Dzurinda.
Nel corso della sua visita a Roma il premier slovacco ha incontrato il Capo dello Stato, il Presidente del Senato ed il Presidente del Consiglio. Nel corso dei colloqui tra D’Alema e Dzurinda è stato esaminato lo stato delle relazioni bilaterali tra Roma e Bratislava, registrando con soddisfazione l’andamento ascendente in molti settori, nel quadro di intensi contatti politici, di una cooperazione economica dinamica e ricca di ulteriori possibilità e di una crescente comunicazione tra le rispettive società civili, grazie all’accresciuta democratizzazione della vita slovacca dopo le ultime elezioni nel paese. Il Presidente del Consiglio ha altresì riaffermato l’appoggio dell’Italia all’aspirazioni slovacche di integrazione alle strutture dell’Unione Europea e di avvicinamento all’Alleanza atlantica.
Da parte italiana è stata inoltre illustrata la nostra posizione nel quadro della crisi nel Kossovo e dell’azione della NATO. Il Primo Ministro slovacco ha espresso piena concordanza in merito, ricordando che Bratislava ha aperto nel suo spazio aereo un corridoio a favore della NATO e che mantiene allo stesso tempo continui contatti con le autorità jugoslave tramite la sua ambasciata a Belgrado. In proposito è stato concordato di proseguire la cooperazione italo-slovacca anche nell’ambito dell’iniziativa Centro europea e dell’OSCE.

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8 aprile 1999
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