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Giorni dell'Europa

Mercoledì 25 agosto 1999

1. RUSSIA – Collaborazione strategica con la Cina.
La collaborazione strategica tra Russia e Cina è stata al centro del colloquio svoltosi questa mattina nella capitale del Kirghizistan tra Boris Eltsin e Jiang Zemin. Il ministro degli esteri russo, Ivanov, ha riferito che tra i due leader si è discusso "delle tappe dello sviluppo" di una cooperazione definita, per l'appunto, strategica, da inserire nel quadro di un futuro ordine mondiale, che Russia e Cina auspicano multipolare. Lo stesso Ivanov ha tenuto però immediatamente a precisare che non si tratta di un'alleanza militare.

2. RUSSIA – In Daghestan le truppe rioccupano i villaggi.
Sembra ad una svolta, perlomeno da un punto di vista militare, la crisi nella repubblica federata caucasica. Le truppe federali russe hanno rioccupato i villaggi occupati dai guerriglieri islamici.
Il comandante dei guerriglieri, Shamil Basaiev, si sarebbe rifugiato indenne nelle montagne vicine al confine con la Cecenia con circa un migliaio di uomini al suo seguito, la metà di quelli che hanno partecipato all'insurrezione ed alla occupazione dei villaggi del distretto di Botlikh il 7 agosto scorso. Un portavoce russo ha affermato che circa l'altra metà dei guerriglieri guidati da Basaiev è rimasta uccisa e quelli che hanno trovato scampo a Botlikh sono tutti quelli rimasti a sua disposizione.
Ma se gli sviluppi militari sembrano deporre a vantaggio delle truppe di Mosca, nella capitale russa nei prossimi mesi si dovranno affrontare le prime conseguenze di ordine finanziario legate alla crisi Daghestana. Il vice Primo Ministro Khristenko ha affermato che il conflitto nel caucaso determinerà un aumento di oltre 300 milioni di rubli per le spese militari, imputabili principalmente alla promessa fatta da Eltsin, per invogliare i militari impegnati nel Daghestan, per l’incremento degli stipendi fino ad un massimo di mille dollari al mese.
La crisi in Daghestan rimane in questo momento la più visibile tra tutte quelle, più o meno cruente, che stanno insorgendo in molte repubbliche ex-sovietiche, dove la spinta disgregatrice islamista è molto forte. Proprio in questi giorni, in concomitanza del cosiddetto vertice del "Gruppo di Shanghai", che si tiene nella capitale kirgiza Bichkek, si è inasprita la situazione in Kirghistan dove un gruppo di guerriglieri tagiki, dopo aver preso in ostaggio quattro geologi giapponesi, ha assaltato altri due villaggi non molto distanti dalla capitale, dando vita ad uno furioso scontro a fuoco con l'esercito governativo nel quale sono rimaste vittime almeno una decina di persone.

3. RUSSIA – Restano pesanti le condizioni economiche.
In un quadro caratterizzato dal perdurare di una stagnazione di fondo dei principali fattori dell'economia russa, il Pil del primo semestre ha subito una contrazione di quasi il 3% rispetto allo stesso periodo del 1998, gli ultimi dati relativi alla situazione economica generale, resi noti nei giorni scorsi, indicano alcuni aspetti positivi, in particolare quelli relativi all'attivo commerciale, allo stato delle riserve, all'inflazione, ormai sotto controllo, ed alla stabilità del rublo.
Il dato più rilevante riguarda l'ulteriore consolidamento dell'attivo della bilancia commerciale, che, beneficiando dell'aumento dei prezzi di alcune materie prime, in primis il petrolio, nonché di alcuni metalli di cui la Russia è grossa esportatrice, nei primi sei mesi del 1999 ha sfiorato i 17 miliardi di dollari, . La ripresa della domanda interna ha invece contribuito all'incremento della produzione industriale che non ha avuto però ripercussioni positive sulla disoccupazione, rimasta stabile ad oltre il 14%. I dati sono stati resi noti alla vigilia della visita a Mosca del vice direttore del dipartimento europeo del FMI, Belanger, dal cui esito dipenderà l'erogazione al governo di Mosca della seconda tranche del prestito da oltre 22 miliardi di dollari concesso dal Fondo Monetario alla Russia.

4. ALBANIA – Le privatizzazioni cominciano dai telefonini.
Con la predisposizione dell'offerta pubblica di vendita della compagnia di telefonia mobile, prende il via la prima fase del processo di privatizzazioni in Albania. Le privatizzazioni delle imprese attive nei settori strategici sono state concordate dal governo albanese con il Fondo Monetario Internazionale ed hanno come scopo precipuo quello di favorire il rilancio dell'economia schipetara, soprattutto attraverso l'immissione di capitali freschi dall'estero e l'introduzione nel paese di tecnologia produttiva avanzata.
La prima compagnia ad essere messa in vendita è l'"Albanian Mobile Communications" una delle poche imprese albanesi a godere di buona salute. I prossimi settori ad essere interessati al processo di privatizzazione saranno quello della telefonia fissa, quelli dell'estrazione del ferro e del rame e della distribuzione di prodotti petroliferi. Al momento in Albania non sono trapelate indiscrezioni circa le imprese estere intenzionate all'acquisto della Albanian Mobile Communications, mentre notizie di un interessamento da parte di uno dei gestori italiani è trapelata da Roma. La presenza italiana è già assicurata dal consorzio, di cui è capofila l'Imi, che si è aggiudicato il bando di gara del Fondo Monetario per il ruolo di advisor dell'intero pacchetto di privatizzazioni in Albania.

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25 agosto 1999
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