1. RUSSIA Collaborazione strategica con la Cina.
La collaborazione strategica tra Russia e Cina è stata al centro del colloquio
svoltosi questa mattina nella capitale del Kirghizistan tra Boris Eltsin e Jiang Zemin. Il
ministro degli esteri russo, Ivanov, ha riferito che tra i due leader si è discusso
"delle tappe dello sviluppo" di una cooperazione definita, per l'appunto,
strategica, da inserire nel quadro di un futuro ordine mondiale, che Russia e Cina
auspicano multipolare. Lo stesso Ivanov ha tenuto però immediatamente a precisare che non
si tratta di un'alleanza militare.
2. RUSSIA In Daghestan le truppe rioccupano i villaggi. Sembra ad una svolta, perlomeno da un punto di vista militare, la crisi nella
repubblica federata caucasica. Le truppe federali russe hanno rioccupato i villaggi
occupati dai guerriglieri islamici.
Il comandante dei guerriglieri, Shamil Basaiev, si sarebbe rifugiato indenne nelle
montagne vicine al confine con la Cecenia con circa un migliaio di uomini al suo seguito,
la metà di quelli che hanno partecipato all'insurrezione ed alla occupazione dei villaggi
del distretto di Botlikh il 7 agosto scorso. Un portavoce russo ha affermato che circa
l'altra metà dei guerriglieri guidati da Basaiev è rimasta uccisa e quelli che hanno
trovato scampo a Botlikh sono tutti quelli rimasti a sua disposizione.
Ma se gli sviluppi militari sembrano deporre a vantaggio delle truppe di Mosca, nella
capitale russa nei prossimi mesi si dovranno affrontare le prime conseguenze di ordine
finanziario legate alla crisi Daghestana. Il vice Primo Ministro Khristenko ha affermato
che il conflitto nel caucaso determinerà un aumento di oltre 300 milioni di rubli per le
spese militari, imputabili principalmente alla promessa fatta da Eltsin, per invogliare i
militari impegnati nel Daghestan, per lincremento degli stipendi fino ad un massimo
di mille dollari al mese.
La crisi in Daghestan rimane in questo momento la più visibile tra tutte quelle, più o
meno cruente, che stanno insorgendo in molte repubbliche ex-sovietiche, dove la spinta
disgregatrice islamista è molto forte. Proprio in questi giorni, in concomitanza del
cosiddetto vertice del "Gruppo di Shanghai", che si tiene nella capitale kirgiza
Bichkek, si è inasprita la situazione in Kirghistan dove un gruppo di guerriglieri
tagiki, dopo aver preso in ostaggio quattro geologi giapponesi, ha assaltato altri due
villaggi non molto distanti dalla capitale, dando vita ad uno furioso scontro a fuoco con
l'esercito governativo nel quale sono rimaste vittime almeno una decina di persone.
3. RUSSIA Restano pesanti le condizioni economiche. In un quadro caratterizzato dal perdurare di una stagnazione di fondo dei
principali fattori dell'economia russa, il Pil del primo semestre ha subito una
contrazione di quasi il 3% rispetto allo stesso periodo del 1998, gli ultimi dati relativi
alla situazione economica generale, resi noti nei giorni scorsi, indicano alcuni aspetti
positivi, in particolare quelli relativi all'attivo commerciale, allo stato delle riserve,
all'inflazione, ormai sotto controllo, ed alla stabilità del rublo.
Il dato più rilevante riguarda l'ulteriore consolidamento dell'attivo della bilancia
commerciale, che, beneficiando dell'aumento dei prezzi di alcune materie prime, in
primis il petrolio, nonché di alcuni metalli di cui la Russia è grossa esportatrice,
nei primi sei mesi del 1999 ha sfiorato i 17 miliardi di dollari, . La ripresa della
domanda interna ha invece contribuito all'incremento della produzione industriale che non
ha avuto però ripercussioni positive sulla disoccupazione, rimasta stabile ad oltre il
14%. I dati sono stati resi noti alla vigilia della visita a Mosca del vice direttore del
dipartimento europeo del FMI, Belanger, dal cui esito dipenderà l'erogazione al governo
di Mosca della seconda tranche del prestito da oltre 22 miliardi di dollari concesso dal
Fondo Monetario alla Russia.
4. ALBANIA Le privatizzazioni cominciano dai telefonini. Con la predisposizione dell'offerta pubblica di vendita della compagnia di
telefonia mobile, prende il via la prima fase del processo di privatizzazioni in Albania.
Le privatizzazioni delle imprese attive nei settori strategici sono state concordate dal
governo albanese con il Fondo Monetario Internazionale ed hanno come scopo precipuo quello
di favorire il rilancio dell'economia schipetara, soprattutto attraverso l'immissione di
capitali freschi dall'estero e l'introduzione nel paese di tecnologia produttiva avanzata.
La prima compagnia ad essere messa in vendita è l'"Albanian Mobile
Communications" una delle poche imprese albanesi a godere di buona salute. I prossimi
settori ad essere interessati al processo di privatizzazione saranno quello della
telefonia fissa, quelli dell'estrazione del ferro e del rame e della distribuzione di
prodotti petroliferi. Al momento in Albania non sono trapelate indiscrezioni circa le
imprese estere intenzionate all'acquisto della Albanian Mobile Communications, mentre
notizie di un interessamento da parte di uno dei gestori italiani è trapelata da Roma. La
presenza italiana è già assicurata dal consorzio, di cui è capofila l'Imi, che si è
aggiudicato il bando di gara del Fondo Monetario per il ruolo di advisor
dell'intero pacchetto di privatizzazioni in Albania.