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Giorni dell'Europa

Lunedì 23 agosto 1999

1. TURCHIA – La Grecia accantona le divergenze.
Possibile apertura della Grecia nei confronti della Turchia per il protocollo finanziario UE. Situazione sempre drammatica nel paese: nuovo bilancio ufficiale provvisorio è di più di 11.000 morti e di 33.000 feriti. I dispersi ammontano a 35.000.
Il Ministro degli Esteri greco ha lasciato aperta l’eventualità di revocare il veto greco per il protocollo finanziario dell’Unione Europea per la Turchia a causa della situazione creatasi dopo il sisma. Si tratterebbe di un primo ammorbidimento dopo molto tempo della nota posizione di Atene nei confronti di un maggiore coinvolgimento nell’Unione del paese vicino, ma nulla cambierebbe per quanto concerne l'attitudine greca nei confronti di una possibile adesione turca.
La Grecia sta attivamente partecipando alle azioni di aiuti nei confronti della Turchia, sia mediante l'invio di personale specializzato sia con l'invio di medicinali e generi di assistenza.
Continua intanto a salire il numero dei morti mentre si affievoliscono le speranze di ritrovare altre persone vive sotto le macerie. Sono più di 100.000 edifici distrutti in un’area che va dalla Turchia nord-occidentale alle zone nei pressi di Ankara. Sempre aspre le critiche al Governo per la carenza dei soccorsi ed ai militari.

2. KOSSOVO – Riunito a Pristina il Consiglio di transizione.
Aperta seconda riunione Consiglio di transizione del Kossovo. In Serbia l'opposizione al regime sempre divisa.
Nel pomeriggio di sabato si è aperta a Pristina la seconda riunione del Consiglio di transizione del Kossovo. All’incontro era presente Rugova, che aveva boicottato la riunione del 16 luglio, mentre era assente Thaci.
Si registrano, intanto, ancora violenze e vendette nella regione. Due serbi sono rimasti gravemente feriti sabato nel corso di un attacco di separatisti albanesi kossovari nei pressi del villaggio di Banje. A tal riguardo, Zivorav Igic, dirigente del Partito Socialista di Milosevic e uomo vicino al Presidente, ha nuovamente accusato la forza internazionale di pace di inerzia di fronte al "genocidio etnico e spirituale" dei serbi.
L’opposizione jugoslava resta profondamente divisa. Draskovic ha annunciato che non parteciperà più a manifestazioni per sollecitare le dimissioni del Presidente Milosevic ed ha accusato gli altri leaders del fronte democratico (in un’intervista ad una Tv locale il capo del Movimento per il Rinnovamento Serbo ha polemizzato specialmente con Zoran Djindjic, che lo ha accusato, a sua volta, di "cooperare" con il regime) di spingere il Paese verso una guerra civile con il rifiuto delle elezioni anticipate proposte dal regime.

3. RUSSIA – Per il Cremlino impossibile soluzione rapida in Daghestan
Il portavoce di Boris Eltsin, in una intervista ad una radio di Mosca, ha riconosciuto che è "impossibile aspettarsi una soluzione rapida" della crisi del Daghestan. I combattimenti, infatti, continuano violenti al confine con la Cecenia nonostante l’intensificazione dell’azione delle forze russe contro i ribelli.
Sul fronte della politica interna, Stepashin fa saltare l’alleanza a tre con Cernomyrdin e Kiryenko ideata per creare un fronte unito da contrapporsi allo schieramento capeggiato da Primakov e Luzhkov.

4. ITALIA - Italiano rapito in Iran, sequestratori chiedono impunità.
La richiesta di una garanzia di impunità da parte dei rapitori sarebbe all’origine del ritardo nella liberazione del turista sequestrato in Iran, che sabato sera era data per imminente da diverse fonti, secondo quanto ha affermato domenica il quotidiano "Entekhab". Tuttavia, in un intervista al quotidiano "Teheran Times", il Direttore Generale del Dipartimento per la Sicurezza del Governatorato di Kerman ha detto che le autorità hanno "raggiunto un accordo con i sequestratori in seguito a negoziati".
Da segnalare inoltre che, secondo quanto riferisce il quotidiano Hamshahri, ad un mese dal suo insediamento, il nuovo capo dell’apparato giudiziario iraniano, l’ayatollah Mahmoud Hashemi Shahroudi, ha sostituito nove dirigenti conservatori di alcuni uffici chiave con esponenti più moderati vicini al Presidente Khatami.

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23 agosto 1999
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