Strobe Talbott a Mosca ha cercato ieri di ricucire lo strappo causato
dall'improvviso ingresso a Pristina delle truppe russe. Nei colloqui col Ministro Ivanov e
col Generale Ivashov, è stato concordato che si terrà un incontro Clinton-Ieltsin a
margine del prossimo Vertice del G8 di Colonia (18-20 giugno). I colloqui hanno permesso
di compiere qualche passo avanti nella definizione della partecipazione russa alla KFOR.
L'ingresso della KFOR in Kossovo non ha impedito il verificarsi di episodi di violenza: un
poliziotto serbo è stato ucciso per legittima difesa da un paracadutista britannico,
cecchini dell'UCK hanno ucciso tre soldati jugoslavi e un civile a Vraljevo, un morto e un
ferito in uno scontro fra estremisti serbi e soldati del contingente tedesco. A Pristina,
infine, sono stati uccisi tre giornalisti tedeschi al seguito del contingente canadese.
Continua l'esodo dei serbi dal Kossovo: circa 40.000 persone hanno varcato le frontiere
con Serbia e Montenegro.
Dai colloqui di Strobe Talbott a Mosca è emersa un'ipotesi di compromesso basata
sull'assegnazione alla Russia di "un'area di responsabilità propria, chiara e
visibile" (mentre maggiori difficoltà permarrebbero riguardo alla partecipazione
russa alla catena di comando all'interno della KFOR). Non è ancora il settore autonomo
reclamato dai russi, sul quale ieri la Albright si è espressa negativamente, ma un passo
avanti verso le richieste di Mosca. La questione rimarrà al centro dei contatti previsti
per i prossimi giorni fra Clinton e Eltsin, fino al programmato incontro a Colonia per il
Vertice del G8. Dal Cremlino intanto è stata espressa soddisfazione per gli esiti del
colloquio Talbott-Ivanov: "l'America adesso ci ascolta", ha dichiarato un alto
esponente dell'Amministrazione russa, che sembrava implicitamente alludere alla politica
del fatto compiuto (l'ingresso delle truppe russe a Pristina) quale elemento di svolta nel
dialogo con Washington.
Nel frattempo la "convivenza" fra i vari contingenti che compongono la KFOR può
andare avanti in maniera informale: il generale Wesley Clark ha dichiarato ieri che
l'utilizzo da parte delle truppe russe delle insegne KFOR lascia presumere che queste
ultime riconoscano la sua autorità'.
Dopo l'ingresso dei russi nel Kosovo, i primi cinque veicoli del contingente britannico
della Forza di pace sono comunque entrati nel pomeriggio di sabato a Pristina, seguiti
nelle prime ore di domenica dai soldati italiani. I soldati francesi sono riusciti
anch'essi ad entrare in Kosovo nonostante le mine lasciate dai soldati jugoslavi.
Gli aiuti finanziari per la ricostruzione del Kosovo sono stati al centro delle
discussioni dei Ministri delle Finanze del G7, in preparazione delle decisioni che
dovranno essere prese dai Capi di stato e di Governo a Colonia nel prossimo fine
settimana. Proprio per iniziare a valutare sul terreno le esigenze finanziare, una
missione di esperti dell'Unione Europea e della Banca Mondiale si recherà prossimamente
nella regione. Entro la prima meta' di luglio si svolgerà poi la riunione del gruppo ad
alto livello per gli aiuti ai Balcani (presieduto dalla Commissione Europea e dalla Banca
Mondiale) al fine di fare il punto della situazione.
2. CASO OCALAN Maggioranza per limpiccagione. La maggioranza del governo turco e' favorevole all'impiccagione di Abdullah
Ocalan se questi sarà condannato alla pena capitale, dopo che lo stesso ex premier
Yilmaz, leader del Partito della Madrepatria (Anap, conservatore), si e' allineato in tal
senso.
Il Premier Bulent Ecevit ha detto di non poter garantire il 'no' del suo governo e del suo
partito alla pena di morte a causa dell'atmosfera prevalente nel paese. Yilmaz,
intervenendo ad una trasmissione televisiva, ha detto che se Ocalan sarà condannato a
morte dal tribunale di Imrali, la sentenza confermata dalla corte d'appello e la decisione
sottoposta quindi al Parlamento, ''io votero' si''. Con la presa di posizione di Anap,
dello stesso Yilmaz e di Mhp, la maggioranza dei partiti di governo e' orientata per una
conferma di un'eventuale pena capitale per Ocalan, mentre Ecevit mantiene una strategia
attendista. Gli osservatori sono divisi sulla valutazione della posizione, che potrebbe
essere decisiva, dei generali.
3. ELEZIONI EUROPEE - Voto degli italiani all'estero. Scarsa l'affluenza (17,3% degli aventi diritto) alle urne europee nella prima
giornata di voto degli italiani residenti in paesi UE. In Italia ha votato il 71% degli
elettori (la percentuale più bassa della storia repubblicana). Astensionismo record anche
nella maggior parte degli altri Paesi UE. Secondo le prime proiezioni, per la prima volta
la maggioranza del Parlamento Europeo sarebbe stata conquistata dai partiti di
centro-destra.