Alla riunione dei Ministri degli Esteri del G8 di Colonia è stato approvato il
testo di un progetto di risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che
traccia le tappe del processo di pace. Prevista una "concatenazione
sincronizzata": fine della violenza e della repressione in Kossovo; firma del
memorandum sugli aspetti militari del ritiro serbo; inizio verificabile del ritiro dal
Kossovo delle forze serbe militari, paramilitari e di polizia secondo un rapido
calendario; sospensione dei bombardamenti NATO; approvazione di una risoluzione delle
Nazioni Unite sulla base del testo concordato dal G8; ingresso di una forza civile e di
sicurezza in Kossovo sotto gli auspici delle Nazioni Unite, allo scopo di garantire il
rientro dei profughi e l'amministrazione provvisoria del Kossovo.
La bozza di risoluzione è già all'esame del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite,
mentre proseguono alla frontiera macedone i negoziati tecnico-militari fra NATO e serbi.
"Cauto ottimismo" alleato sulla loro prossima conclusione.
Laccordo raggiunto a Colonia allinea pubblicamente Mosca ad un piano di pace che
recepisce gli elementi essenziali delle richieste NATO e rappresenta un notevole successo
diplomatico per Washington e per Bruxelles. La Russia ha ottenuto due concessioni: arresto
dei bombardamenti prima del passaggio della risoluzione in CdS e contingente russo della
forza di pace non nominalmente sotto il comando NATO (la formula è "un livello
accettabile di coordinamento"). Sono importanti per Mosca, specie per la propria
opinione pubblica, ma il piano di pace resta un piano NATO-UE appoggiato dalla
Russia.
Lintesa G8 accresce la pressione su Belgrado per accettarlo rapidamente, senza poter
più sperare di ottenerne cambiamenti. Questo, mentre i bombardamenti hanno ripreso
dintensità e la campagna comincia ormai a far sentire la sua efficacia sul
dispositivo militare serbo in Kossovo. Lunedì, poco dopo linterruzione dei colloqui
sul ritiro, due battaglioni jugoslavi, alle prese con lUCK, sono stati sorpresi allo
scoperto e duramente colpiti da un B-52 americano.
Con l'accordo raggiunto alla riunione di ieri dei ministri del G8 "la pace sta
prevalendo finalmente nella tragedia del Kossovo" secondo quanto dichiarato dal
Ministro Dini. L'importante risultato è stato conseguito da una parte grazie alla
compattezza dimostrata dagli alleati NATO, con un ruolo equilibrato degli europei
nellavvicinare le posizioni americane e russe, e dall'altra grazie alla
flessibilità russa. Su Mosca hanno certamente influito gli interventi diretti di Clinton
(due telefonate a Eltsin) e la prospettiva del negoziato economico-finanziario al vertice
G8 fra dieci giorni.
Il compromesso raggiunto ha permesso di superare i principali nodi negoziali
precedentemente rimasti irrisolti: la forza internazionale (KFOR) sarà composta con una
"partecipazione sostanziale" della NATO, come riportato in un annesso al testo
approvato, senza specificare chi ne dovrà assumere il controllo, anche se quest'ultimo
dovrà essere "unificato". Vari esponenti russi si sono affrettati a dichiarare
che le forze russe non saranno subordinate al comando alleato (e non sono stati smentiti
da Washington); lespressione usata ora (dallo stesso Clinton) di garantire tutto il
coordinamento necessario fra le varie entità della KFOR.
Il testo prevede la sospensione dei bombardamenti NATO prima dell'approvazione di una
risoluzione da parte del CdS, venendo così incontro alle richieste russe e cinesi
(ribadite, queste ultime, ancora una volta ieri in occasione della visita di Ahtisaari a
Pechino). La delegazione russa ha ottenuto che fra i compiti della forza internazionale ci
sia anche la smilitarizzazione dell'UCK (la cui minaccia alle truppe serbe è diventata un
fattore nei negoziati militari per il ritiro). Questo riguarderà tutte le forze
serbo-federali, con la possibilità di un successivo rientro ad un livello concordato in
base all'intesa Cernomyrdin/Ahtisaari (che prevede una presenza di centinaia, non migliaia
di militari). Il ruolo del Tribunale per i Crimini di guerra è stato menzionato
(eliminando la possibilità che laccordo sottintenda limpunità per Milosevic
e per gli altri dirigenti jugoslavi indiziati il problema del TPI rimarrà
inevitabilmente un elemento di complicazione nei rapporti con Belgrado), ma cercando di
attenuarne le conseguenze maggiormente cogenti della sua azione. La durata dell'operazione
è infine stabilita in dodici mesi con possibilità di proroga, come suggerito dal
Ministro Dini.
Dopo l'accordo raggiunto in ambito G8, si dovranno innanzi tutto concludere i negoziati
tecnico-militari fra il generale Jackson e la delegazione jugoslava a Kumanovo, stamani
sono ancora in corso; quindi dovrà essere approvato dal Consiglio di Sicurezza il testo
predisposto in ambito G8. L'esame a New York è già iniziato, e si prevede che possa
concludersi entro 24-48 ore. L'ultimo ostacolo da superare è rappresentato dalle
perplessità cinesi (che, in quanto detentore del diritto di veto, potrebbe impedire
l'approvazione della risoluzione) sui riferimenti al Tribunale per i Crimini di Guerra e
al cap. VII della Carta delle Nazioni Unite contenuti nel testo del progetto di
risoluzione.
Ovviamente tutti molto positivi i commenti a livello internazionale sull'accordo raggiunto
in ambito G8. Il Presidente D'Alema ha evidenziato come ci sia stia avviando verso una
"pace giusta", grazie anche all'azione italiana che è stata sempre improntata
da una parte alla fedeltà atlantica, e dall'altra alla ricerca di una soluzione negoziata
tramite il coinvolgimento della Russia.
Intanto sono proseguiti i bombardamenti NATO, che hanno colpito sia Belgrado sia Novi Sad
oltre che le truppe jugoslave in Kossovo.
2. EURO - Valutazioni americane. Nelle analisi statunitensi prevale la tesi che oltre alle cause congiunturali
(tassi, andamento delle rispettive economie reali, guerra del Kossovo) la debolezza
delleuro è dovuta al disorientamento che crea la pluralità di voci non sempre
coerenti che provengono dalle capitali europee (Banche centrali e Ministri finanziari). La
mancanza di un messaggio univoco è percepito come principale fattore di volatilità della
valuta unica europea.
L'accentuato deprezzamento dell'euro sul dollaro delle ultime settimane è stato oggetto
di numerose analisi da parte di operatori finanziari, policymakers, ed osservatori
economici doltreoceano, assieme anche alle recenti decisioni del Consiglio Ecofin
sul deficit pubblico italiano.
La valutazione prevalente tende sia a ritenere in generale ragionevoli le posizioni
espresse dal Tesoro italiano, sia a ricercare in cause meno contingenti le ragioni della
debolezza dell'Euro. In effetti, piuttosto che un rinnovato problema italiano, sarebbero
state proprio le polemiche scaturite al riguardo a confermare, nella valutazione
americana, quel che appare essere il principale elemento di debolezza dell'euro: la
molteplicità di voci, alimentate dal frequente antagonismo che caratterizza taluni
rapporti tra gli Stati membri, che, senza un'adeguata ed efficace stanza di compensazione,
finirebbe con il minare la credibilità sia della moneta unica che dell'istituzione cui ne
è affidato il governo. Alle autorità monetarie europee sarebbe quindi rimproverato di
non definire in modo univoco la politica di cambio, accentuando quindi una tendenza alla
volatilità della moneta europea. Accanto a questa che appare essere una causa
istituzionale, adeguato peso sarebbe dato anche al conflitto nei Balcani.
Secondo l'opinione prevalente, tali problemi non farebbero altro che amplificare un
fenomeno le cui cause sarebbero da trovare in un marcato sfasamento ciclico, accentuato da
divari strutturali, tra l'economia europea e quella americana; uno sfasamento che gli
operatori di mercato ritengono possa continuare anche nel prossimo futuro. Si sottolinea,
d'altronde, che i segnali di un'imminente ripresa congiunturale in Europa sono al momento
di difficile percezione, così come i sintomi di un'eventuale rallentamento dell'economia
americana.
Quando parla la BCE non ha ancora lautorità della FED: secondo gli americani, alla
radice del problema Euro cè il problema dellEuropa, cioè di istituzioni
politiche ancora deboli e di latenti antagonismi fra gli Stati membri.
3. CASO OCALAN Richiesta la pena di morte. Reiterata la richiesta di pena di morte a carico del leader curdo in base
all'art. 125 del Codice Penale turco per tradimento e tentativo di dividere l'unità
territoriale dello Stato. Il pubblico ministero ha riconosciuto che Ocalan ha ammesso le
sue colpe, ma non si sarebbe mostrato "sinceramente pentito".
In particolare sarebbe stato sottolineato che, mentre Ocalan faceva offerte di pace al
processo, il suo partito, il PKK, avrebbe continuato nelle sue "azioni
terroristiche" nel paese.
Il processo, su richiesta della difesa, è stato aggiornato al 23 giugno al fine di
esaminare gli atti processuali.
4. BENELUX In Olanda resta Kok. Rientrata dopo tre settimane la crisi di governo nei Paesi Bassi, con il ritiro
delle dimissioni da parte del premier Kok: unico cambiamento quello del titolare del
dicastero dell'Agricoltura, dimessosi a causa dello scandalo della diossina. Proprio
questo scandalo potrebbe portare alla sconfitta nelle elezioni di domenica prossima del
Primo Ministro belga Dehaene, in carica dal 1991.
Su richiesta della Regina Beatrice, alla luce dell'accordo raggiunto dai tre partiti della
coalizione al potere all'Aja grazie ai buoni uffici dell'inviato della Sovrana, il Primo
Ministro olandese Wim Kok ha ieri ritirato le dimissioni, concludendo una inaspettata
crisi politica di tre settimane. L'unico cambiamento rispetto al passato è la
sostituzione del Ministro dell'Agricoltura, dimessosi a seguito dello scandalo dei mangimi
contaminati alla diossina provenienti dal vicino Belgio.
In questo paese domenica prossima si terranno le elezioni generali e, dopo gli ultimi
sondaggi, vi sono seri rischi di bocciatura per il Primo Ministro in carica, il
cristiano-sociale Jean-Luc Dehaene, al potere sin dal 1991 con una coalizione di
centro-sinistra composta dai partiti cristiano-sociali e socialisti sia fiamminghi che
valloni. Il quadro politico belga potrebbe spostarsi a destra, con un ritorno al potere
dopo quasi quindici anni dei liberali, in coalizione con i cristiano-sociali guidati da
qualche altro leader politico. Timori si nutrono per una forte affermazione della
formazione di estrema destra fiamminga del Vlams Block, fautore di politiche xenofobe e
della divisione del regno.
5. SPAGNA Pacco-bomba al consolato italiano. Un terzo pacco bomba, dopo quelli di ieri a Barcellona e Burgos, è stato
recapitato al Consolato d'Italia a Saragoza. L'attentato, che è stato sventato a seguito
dell'intervento della polizia, viene messo in relazione dagli inquirenti spagnoli con
l'imminente inizio del processo contro membri italiani di "Prima Linea"
rifugiatisi in Spagna da tempo ed autori di numerose rapine, nonché del tentato sequestro
del Console d'Italia a Malaga e dell'uccisione di due poliziotti.