1. KOSSOVO - G8 vicino allaccordo sulla risoluzione ONU.
Le richieste dei militari jugoslavi, in contrasto col piano presentato a
Belgrado da Cernomyrdin e Ahtisaari, sono di mantenere nella provincia una presenza
"ai livelli di pace" (10-15mila uomini); di ridurre da 25 a 5 km la zona di
separazione alla frontiera Kossovo-Serbia, dopo il ritiro (25 km metterebbero il confine
fuori portata delle artiglierie pesanti); unestensione dei tempi per
levacuazione. La NATO è disposta a concedere lultima (da 7 a 10 giorni); non
le altre. I colloqui alla frontiera macedone sono comunque continuati a più riprese, con
la partecipazione del portavoce e vice Ministro degli Esteri jugoslavo, Nebojsa Vujovic.
Da Belgrado, Milosevic riconferma comunque la sua accettazione del piano di pace, dando
limpressione che le difficoltà frapposte dai militari facciano parte di un disegno
negoziale dilatorio.
L'Alleanza Atlantica annuncia l'intensificazione dei bombardamenti; il portavoce Shea:
"un accordo senza attuazione non e' un accordo. Non ci sono passi avanti da parte dei
militari jugoslavi". La campagna è ripresa con vigore ieri (500 missioni), sia pure
non ai livelli di fine maggio, indirizzandosi soprattutto contro le postazioni militari in
Kossovo occidentale, dove lesercito serbo è alle prese con azioni offensive
dellUCK. Bel tempo e guerriglieri espongono sempre più le forze armate jugoslave ai
bombardamenti alleati, con perdite e danni crescenti.
Le difficoltà jugoslave hanno riattivato liniziativa diplomatica G8. A Bonn si sono
riuniti i Ministri degli Esteri: l'incontro prosegue questa mattina. Si lavora ad un
posizione comune che consenta di presentare al CdS il testo di una risoluzione. Fischer:
"abbiamo fatto molta strada, ma il lavoro non è finito"; sulla stessa linea il
portavoce del Dipartimento di Stato. Permangono i contrasti con i russi su punti chiave:
il comando della futura forza internazionale e il mandato (peacekeeping o peace
enforcement). Limpressione è che vi sia la volontà di superarli; Clinton ha
telefonato a Eltsin chiedendogli di rinnovare il sostegno al piano concordato con
Cernomyrdin.
Ottimisti sulle prospettive di pace il Ministro Dini e il Presidente del Consiglio.
Dallinizio della crisi del Kossovo, lo scorso anno, la tattica negoziale di
Milosevic è consistita nel ritirare concessioni già fatte e fare difficoltà sui
dettagli per rimettere i discussione i principi politici, e viceversa. Alla fine i
risultati sono stati disastrosi, visto che Belgrado finisce ora con laccettare un
piano di pace più penalizzante di quello di Rambouillet dopo aver (inutilmente) subito
tre mesi di bombardamenti devastanti ed aver causato una tragedia umanitaria alla
popolazione albanese.
Nella fase attuale, tuttavia, la tattica dilatoria serve anche uno scopo politico preciso:
far subentrare lONU dove la Jugoslavia si sente più protetta (da Mosca e da
Pechino) e salvare la faccia delle forze armate in modo che non appaia una loro
capitolazione alla NATO. Rappresenta anche un ennesimo tentativo di rompere la coesione
alleata (confermata invece dalle pronte reazioni di tutte le capitali europee) e/o la
collaborazione con la Russia.
A Bonn si sono riuniti ieri pomeriggio - e tornano a riunirsi questa mattina - i Ministri
degli Esteri del G8 per mettere a punto la bozza di risoluzione sul Kossovo da sottoporre
al Consiglio di Sicurezza dell'ONU. I punti di disaccordo rimasti riguardano
essenzialmente il linguaggio con cui riferirsi al Tribunale per la ex-Jugoslavia (che ha
incriminato Milosevic e il vertice politico-militare per crimini di guerra); il ruolo
della NATO e la struttura di comando nella forza internazionale che dovrà garantire il
ritorno dei profughi nel Kossovo; il mandato della forza. Il Consiglio di Sicurezza
dell'ONU ha conseguentemente rinviato la riunione prevista per oggi sul Kossovo almeno
fino a domani.
Il Vice Rappresentante cinese all'ONU ha fatto sapere che il suo governo rimane dell'idea
che prima debbano cessare i bombardamenti della Nato e poi si possa cominciare a discutere
in sede di Consiglio di Sicurezza. Una posizione condivisa da Mosca, come e' emerso
chiaramente a Bonn, e come ha confermato al Palazzo di Vetro il Rappresentante russo.
Washington e la NATO vogliono arrivare ad una risoluzione ONU, purché nella sostanza
contenga un mandato inattaccabile al dispiegamento di una forza di pace centrata
sullAlleanza. Sui tempi e sulla sequenzialità di ritiro serbo e sospensione dei
bombardamenti il compromesso potrebbe essere trovato in una formula di
"simultaneità".
Da parte sua, il Rappresentante jugoslavo alle Nazioni Unite ha fatto sapere che Belgrado
si attende che la risoluzione venga adottata sulla base del capitolo 6 della Carta
dell'ONU, quello concernente "la pacifica composizione delle controversie", e
non sulla scorta del capitolo 7, che riguarda le violazioni della pace ed e' applicabile
con l'uso della forza militare. La differenza è fondamentale ai fini della capacità
della forza di pace di difendersi e quindi dellefficacia della sua azione, come si
è visto in Bosnia, dove lUNPROFOR cap. 6, comando ONU, è stata incapace di porre
termine al conflitto e di prevenire le atrocità di Srebrenica.
I due giorni di colloqui tra le due delegazioni militari si sono conclusi senza che sia
stato raggiunto alcun accordo sul piano alleato per il ritiro dei serbi dal Kossovo. La
posizione della NATO è semplice: i serbi devono semplicemente dare esecuzione al piano di
pace accettato politicamente da Belgrado. La pretesa dei generali jugoslavi di mantenere
in Kossovo una forza pari a quella schierata nella provincia "in tempo di pace"
e' inaccettabile, visto che il parlamento e Milosevic hanno approvato un piano che prevede
il ritiro completo di tutte le forze serbe dalla regione.
Il Presidente finlandese Ahtisaari e' giunto oggi a Pechino per una visita di sei ore per
assicurare il sostegno della Cina alla risoluzione all'ONU sul Kossovo. Ahtisaari
incontrerà oggi il Presidente Jang Zemin e il Ministro degli Esteri Tang Jiaxuan.
La fase interlocutoria delle trattative ha indotto l'Alleanza Atlantica ad intensificare
nelle ultime ore i bombardamenti sulla Serbia e nel Kossovo. Oltre alla concentrazione dei
bombardamenti contro lesercito serbo in Kossovo, gli aerei della NATO sono tornati
ad attaccare la zona di Belgrado. Almeno tre missili hanno colpito la zona di Pancevo,
appena a nord-est della capitale jugoslava. Immediata la reazione della contraerea
jugoslava. L'agenzia ufficiale jugoslava ha riferito che fra le 15.00 e le 20.00 di ieri
gli aerei alleati hanno lanciato una settantina di missili nelle aree di Gnjilane, Decani,
Prizren, Pristina, Srbica, Glogovac e Vucitrn, in Kossovo.
2. EUROPA - Crisi politiche per la carne alla diossina. Dopo le dimissioni dei ministri belgi dell'agricoltura Pinxten e della Sanità
Colla, oggi si è dimesso il Ministro olandese dell'Agricoltura. La Commissione Europea ha
in proposito ribadito che "Belgio, Francia e Olanda erano tenute a comunicare all'UE
le informazioni a loro disposizione sul rischio di diossina nei mangimi''. Informazioni
che i servizi europei hanno ricevuto solo il 27 maggio, mentre il Belgio ne era a
conoscenza dal 26 aprile ed aveva informato dal 3 maggio la Francia e dal 12 maggio
l'Olanda. Il Belgio, secondo la Commissione, non e' al momento ancora in grado di indicare
le cause della contaminazione da diossina dei grassi finiti nei mangimi. In base alle
ultime informazioni sono 12 i fabbricanti di farine animali che si sono forniti dei grassi
contaminati dalla ditta Werkest di Gant, i cui proprietari in carcere da alcuni giorni
sono stati ieri rilasciati.
Intanto il Governo belga ha esteso il numero di prodotti vietati al consumo aggiungendo il
burro alla lista nera che comprende polli, uova, carni di maiale e di manzo, latte e
prodotti derivati.
3. ITALIASPAGNA Recapitati due pacchi-bomba. Due pacchi bomba - poi disinnescati - sono stati recapitati ieri presso il
Consolato Generale a Barcellona e presso l'abitazione del Vice Console Onorario a Burgos.
Un pacco bomba è stato recapitato ieri al Consolato Generale d'Italia a Barcellona. Il
pacco è stato giudicato sospetto dall'archivista del Consolato Generale, che ha quindi
avvisato la polizia spagnola, subito intervenuta per neutralizzare l'ordigno. Ed un altro
pacco bomba e' stato recapitato sempre ieri sera al domicilio del Vice Console Onorario a
Burgos. La bomba (composta di mollette, viti, cavi e una batteria più una sostanza
esplosiva di cui non si conosce ancora la natura) era nascosta in una busta di grandi
dimensioni. Avvertiti dal Vice Console, gli artificieri del Corpo di disattivazione
esplosivi hanno preso in consegna il pacco bomba e lo hanno portato in un terreno nei
pressi della città, dove hanno provveduto a neutralizzarlo.
I due attentati non sono stati per il momento rivendicati.