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Giorni dell'Europa

Martedì 8 giugno 1999

1. KOSSOVO - G8 vicino all’accordo sulla risoluzione ONU.
Le richieste dei militari jugoslavi, in contrasto col piano presentato a Belgrado da Cernomyrdin e Ahtisaari, sono di mantenere nella provincia una presenza "ai livelli di pace" (10-15mila uomini); di ridurre da 25 a 5 km la zona di separazione alla frontiera Kossovo-Serbia, dopo il ritiro (25 km metterebbero il confine fuori portata delle artiglierie pesanti); un’estensione dei tempi per l’evacuazione. La NATO è disposta a concedere l’ultima (da 7 a 10 giorni); non le altre. I colloqui alla frontiera macedone sono comunque continuati a più riprese, con la partecipazione del portavoce e vice Ministro degli Esteri jugoslavo, Nebojsa Vujovic.
Da Belgrado, Milosevic riconferma comunque la sua accettazione del piano di pace, dando l’impressione che le difficoltà frapposte dai militari facciano parte di un disegno negoziale dilatorio.
L'Alleanza Atlantica annuncia l'intensificazione dei bombardamenti; il portavoce Shea: "un accordo senza attuazione non e' un accordo. Non ci sono passi avanti da parte dei militari jugoslavi". La campagna è ripresa con vigore ieri (500 missioni), sia pure non ai livelli di fine maggio, indirizzandosi soprattutto contro le postazioni militari in Kossovo occidentale, dove l’esercito serbo è alle prese con azioni offensive dell’UCK. Bel tempo e guerriglieri espongono sempre più le forze armate jugoslave ai bombardamenti alleati, con perdite e danni crescenti.
Le difficoltà jugoslave hanno riattivato l’iniziativa diplomatica G8. A Bonn si sono riuniti i Ministri degli Esteri: l'incontro prosegue questa mattina. Si lavora ad un posizione comune che consenta di presentare al CdS il testo di una risoluzione. Fischer: "abbiamo fatto molta strada, ma il lavoro non è finito"; sulla stessa linea il portavoce del Dipartimento di Stato. Permangono i contrasti con i russi su punti chiave: il comando della futura forza internazionale e il mandato (peacekeeping o peace enforcement). L’impressione è che vi sia la volontà di superarli; Clinton ha telefonato a Eltsin chiedendogli di rinnovare il sostegno al piano concordato con Cernomyrdin.
Ottimisti sulle prospettive di pace il Ministro Dini e il Presidente del Consiglio.
Dall’inizio della crisi del Kossovo, lo scorso anno, la tattica negoziale di Milosevic è consistita nel ritirare concessioni già fatte e fare difficoltà sui dettagli per rimettere i discussione i principi politici, e viceversa. Alla fine i risultati sono stati disastrosi, visto che Belgrado finisce ora con l’accettare un piano di pace più penalizzante di quello di Rambouillet dopo aver (inutilmente) subito tre mesi di bombardamenti devastanti ed aver causato una tragedia umanitaria alla popolazione albanese.
Nella fase attuale, tuttavia, la tattica dilatoria serve anche uno scopo politico preciso: far subentrare l’ONU dove la Jugoslavia si sente più protetta (da Mosca e da Pechino) e salvare la faccia delle forze armate in modo che non appaia una loro capitolazione alla NATO. Rappresenta anche un ennesimo tentativo di rompere la coesione alleata (confermata invece dalle pronte reazioni di tutte le capitali europee) e/o la collaborazione con la Russia.
A Bonn si sono riuniti ieri pomeriggio - e tornano a riunirsi questa mattina - i Ministri degli Esteri del G8 per mettere a punto la bozza di risoluzione sul Kossovo da sottoporre al Consiglio di Sicurezza dell'ONU. I punti di disaccordo rimasti riguardano essenzialmente il linguaggio con cui riferirsi al Tribunale per la ex-Jugoslavia (che ha incriminato Milosevic e il vertice politico-militare per crimini di guerra); il ruolo della NATO e la struttura di comando nella forza internazionale che dovrà garantire il ritorno dei profughi nel Kossovo; il mandato della forza. Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha conseguentemente rinviato la riunione prevista per oggi sul Kossovo almeno fino a domani.
Il Vice Rappresentante cinese all'ONU ha fatto sapere che il suo governo rimane dell'idea che prima debbano cessare i bombardamenti della Nato e poi si possa cominciare a discutere in sede di Consiglio di Sicurezza. Una posizione condivisa da Mosca, come e' emerso chiaramente a Bonn, e come ha confermato al Palazzo di Vetro il Rappresentante russo.
Washington e la NATO vogliono arrivare ad una risoluzione ONU, purché nella sostanza contenga un mandato inattaccabile al dispiegamento di una forza di pace centrata sull’Alleanza. Sui tempi e sulla sequenzialità di ritiro serbo e sospensione dei bombardamenti il compromesso potrebbe essere trovato in una formula di "simultaneità".
Da parte sua, il Rappresentante jugoslavo alle Nazioni Unite ha fatto sapere che Belgrado si attende che la risoluzione venga adottata sulla base del capitolo 6 della Carta dell'ONU, quello concernente "la pacifica composizione delle controversie", e non sulla scorta del capitolo 7, che riguarda le violazioni della pace ed e' applicabile con l'uso della forza militare. La differenza è fondamentale ai fini della capacità della forza di pace di difendersi e quindi dell’efficacia della sua azione, come si è visto in Bosnia, dove l’UNPROFOR cap. 6, comando ONU, è stata incapace di porre termine al conflitto e di prevenire le atrocità di Srebrenica.
I due giorni di colloqui tra le due delegazioni militari si sono conclusi senza che sia stato raggiunto alcun accordo sul piano alleato per il ritiro dei serbi dal Kossovo. La posizione della NATO è semplice: i serbi devono semplicemente dare esecuzione al piano di pace accettato politicamente da Belgrado. La pretesa dei generali jugoslavi di mantenere in Kossovo una forza pari a quella schierata nella provincia "in tempo di pace" e' inaccettabile, visto che il parlamento e Milosevic hanno approvato un piano che prevede il ritiro completo di tutte le forze serbe dalla regione.
Il Presidente finlandese Ahtisaari e' giunto oggi a Pechino per una visita di sei ore per assicurare il sostegno della Cina alla risoluzione all'ONU sul Kossovo. Ahtisaari incontrerà oggi il Presidente Jang Zemin e il Ministro degli Esteri Tang Jiaxuan.
La fase interlocutoria delle trattative ha indotto l'Alleanza Atlantica ad intensificare nelle ultime ore i bombardamenti sulla Serbia e nel Kossovo. Oltre alla concentrazione dei bombardamenti contro l’esercito serbo in Kossovo, gli aerei della NATO sono tornati ad attaccare la zona di Belgrado. Almeno tre missili hanno colpito la zona di Pancevo, appena a nord-est della capitale jugoslava. Immediata la reazione della contraerea jugoslava. L'agenzia ufficiale jugoslava ha riferito che fra le 15.00 e le 20.00 di ieri gli aerei alleati hanno lanciato una settantina di missili nelle aree di Gnjilane, Decani, Prizren, Pristina, Srbica, Glogovac e Vucitrn, in Kossovo.

2. EUROPA - Crisi politiche per la carne alla diossina.
Dopo le dimissioni dei ministri belgi dell'agricoltura Pinxten e della Sanità Colla, oggi si è dimesso il Ministro olandese dell'Agricoltura. La Commissione Europea ha in proposito ribadito che "Belgio, Francia e Olanda erano tenute a comunicare all'UE le informazioni a loro disposizione sul rischio di diossina nei mangimi''. Informazioni che i servizi europei hanno ricevuto solo il 27 maggio, mentre il Belgio ne era a conoscenza dal 26 aprile ed aveva informato dal 3 maggio la Francia e dal 12 maggio l'Olanda. Il Belgio, secondo la Commissione, non e' al momento ancora in grado di indicare le cause della contaminazione da diossina dei grassi finiti nei mangimi. In base alle ultime informazioni sono 12 i fabbricanti di farine animali che si sono forniti dei grassi contaminati dalla ditta Werkest di Gant, i cui proprietari in carcere da alcuni giorni sono stati ieri rilasciati.
Intanto il Governo belga ha esteso il numero di prodotti vietati al consumo aggiungendo il burro alla lista nera che comprende polli, uova, carni di maiale e di manzo, latte e prodotti derivati.

3. ITALIA–SPAGNA – Recapitati due pacchi-bomba.
Due pacchi bomba - poi disinnescati - sono stati recapitati ieri presso il Consolato Generale a Barcellona e presso l'abitazione del Vice Console Onorario a Burgos.
Un pacco bomba è stato recapitato ieri al Consolato Generale d'Italia a Barcellona. Il pacco è stato giudicato sospetto dall'archivista del Consolato Generale, che ha quindi avvisato la polizia spagnola, subito intervenuta per neutralizzare l'ordigno. Ed un altro pacco bomba e' stato recapitato sempre ieri sera al domicilio del Vice Console Onorario a Burgos. La bomba (composta di mollette, viti, cavi e una batteria più una sostanza esplosiva di cui non si conosce ancora la natura) era nascosta in una busta di grandi dimensioni. Avvertiti dal Vice Console, gli artificieri del Corpo di disattivazione esplosivi hanno preso in consegna il pacco bomba e lo hanno portato in un terreno nei pressi della città, dove hanno provveduto a neutralizzarlo.
I due attentati non sono stati per il momento rivendicati.

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