1. KOSSOVO - Attesa della risposta jugoslava al piano di pace internazionale.
Il notevole avvicinamento delle posizioni NATO e UE con quelle russe ha
consentito di presentare a Belgrado, se non unidentica posizione, un comune
programma concreto che ha praticamente lappoggio di tutta la comunità
internazionale, compresa Mosca. La parola sta ora a Milosevic, ma i margini di manovra si
sono ristretti.
L'inviato russo Cernomyrdin ed il Presidente finlandese Ahtisaari sono arrivati ieri a
Belgrado. Prime tre ore di colloqui con Milosevic; proseguiranno oggi. Convocato il
Parlamento serbo per esaminare il piano di pace. Difficile decisione per il Presidente
jugoslavo che si trova di fronte la sostanza delle richieste NATO con lavallo
russo.
Dopo i colloqui di oggi Ahtisaari riferirà al Consiglio Europeo di Bonn.
DallAja unaltra sconfitta giuridico-diplomatica per Belgrado: la Corte
Internazionale di Giustizia ha respinto la richiesta jugoslava di intimare alla NATO la
sospensione dei bombardamenti. Il verdetto era atteso, ma la maggioranza (12-4) è
risultata molto netta, altra conferma dellisolamento internazionale della RFJ.
Nel partire per Belgrado, dopo intense consultazioni con europei ed americani a Bonn,
Cernomyrdin ha parlato di "approccio comune" raggiunto; Talbott è stato più
prudente, ma non cè dubbio che ci sia stato un significativo avvicinamento. La
Russia ha finito con laccettare le esigenze fondamentali della NATO: ritiro totale
delle truppe serbe (militari e paramilitari) dalla regione, nessuna sospensione dei
bombardamenti fino a ritiro in corso e verificato, spiegamento di una forza internazionale
di pace. Restano da superare divergenze sulla composizione e sul comando della forza.
Questa intesa, oltre a rendere possibile la presentazione di un concreto piano di pace a
Milosevic, spiana la via ad una risoluzione del Consiglio di Sicurezza ONU.
Da Washington, Clinton sottolinea che la scelta è ora di Milosevic: "può contenere
le perdite ed accettare le richieste basilari per una pace giusta". Al tempo stesso
il Presidente americano consulta oggi i Capi di Stato Maggiore sulleventualità di
unoffensiva di terra in caso di rigetto del piano di pace: unaltra pressione
indiretta su Belgrado.
Proseguono nel frattempo le azioni militari della NATO, anche se Belgrado è stata
risparmiata in questa settantunesima notte di raid. Colpito incessantemente il Kossovo ed
i ripetitori della televisione.
Dopo una mancanza di rapporti diretti durata oltre settanta giorni (l'ultimo fu l'inviato
statunitense alla vigilia dell'inizio dei raid), un leader dei paesi occidentali, anche se
non NATO, ha ieri incontrato il Presidente Milosevic a Belgrado con proposte concrete di
accordo: il Presidente finlandese Ahtisaari è da ieri nella capitale jugoslava assieme
all'inviato russo per il Kossovo Cernomyrdin per trasmettere al leader serbo le proposte
per l'accordo. Queste, come è noto, prevedono la cessazione dei raid assieme al
contemporaneo ritiro di tutte le forze serbe dal Kossovo, la costituzione e lo spiegamento
di una forza internazionale di pace (alla quale parteciperebbero forze dei Paesi NATO e
della Russia), una risoluzione delle Nazioni Unite ispirata ai principi dell'accordo G8 ed
il controllo dell'osservanza del piano da parte delle stesse Nazioni Unite.
In pratica a Milosevic si chiede di accettare quel che la delegazione serba a Rambouillet
ritenne assolutamente inaccettabile: ed in effetti l'obiettivo della missione di Ahtisaari
sembra essere quello di verificare la disponibilità serba ad accettare tale piano, ma non
discutere proposte od aggiustamenti. Milosevic ha dunque di fronte a se una scelta
difficile e difficile da giustificare al paese. Di qui la necessità di copertura
politica interna per qualunque risposta: convocato per oggi il Parlamento serbo, dove
continua a disporre di considerevole maggioranza. Lo stesso Parlamento serbo innescò
formalmente l'intervento NATO, quando rispose negativamente nello scorso marzo alle
richieste del Gruppo di contatto.
Dopo più di due mesi di bombardamenti, le richieste non sono cambiate salvo le ulteriori
garanzie necessarie a riparare la "pulizia etnica" compiuta dai serbi. Per
questo, il programma comune presentato da Cernomyrdin e Athisaari rappresenta già un
successo diplomatico per la NATO. A maggior ragione per il fatto di essere portato da un
russo e dal leader di un paese non NATO.
Negli Stati Uniti pochi commenti, in un'attesa degli eventi (forse con qualche
scetticismo). Il Presidente Clinton ha riunito oggi i vertici militari per studiare le
opzioni possibili. Ha continuato ad esprimere giudizi molto negativi sul leader serbo,
definendolo un vero e proprio criminale, ma al tempo stesso lo indica come (indiretto)
interlocutore da cui dipende la scelta sul piano di pace.
I raid dell'Alleanza nel frattempo non si fermano. Risparmiata Belgrado, comunque al buio
da molte ore per le distruzioni delle centrali elettriche. Circa 800 le missioni, rivolte
essenzialmente sul Kossovo e sui ripetitori televisivi della Serbia centrale.
2. CUBA-SPAGNA Rinviata la visita dei reali. Sembra rinviata a data da destinarsi la visita dei Reali di Spagna
nell'isola caraibica. Dopo un lungo periodo di miglioramento nei rapporti tra l'Avana e
Madrid l'irrigidimento del regime castrista negli ultimi mesi proietta adesso prospettive
meno ottimistiche sulle relazioni ispano-cubane. Timori per il vertice ibero-americano che
si dovrebbe tenere nella capitale cubana nel prossimo novembre.
Lo stesso Primo Ministro spagnolo Aznar parla di "circostanze che disgraziatamente
non si sono rese disponibili per la realizzazione dell'evento". Da parte cubana che
non si sia spinto con "sufficiente entusiasmo" per rendere possibili tali
circostanze, sulla falsariga di quelle create per la visita di Giovanni Paolo II
(possibilità per il Sovrano di rivolgersi direttamente al popolo cubano, trasmissione in
diretta televisiva della visita, incontri con dissidenti).
Dopo le aperture dello scorso anno Cuba sembra avviata ad una fase (ciclica?) di
irrigidimento del regime. Lesigenza di mantenere il controllo politico
allinterno- che potrebbero aver anche ispirato la recente sostituzione agli Esteri
di Robaina con un fedelissimo del lider maximo - avrebbero fatto premio sulla
speranza di ricadute positive esterne (anche in USA) della visita.
Il viaggio potrebbe adesso collocarsi a ridosso del vertice ibero-americano, programmato
all'Avana nel prossimo novembre. La scelta di Cuba fu in certo modo accettata da Madrid
nell'ambito della politica di riavvicinamento, ma incominciano adesso ad addensarsi nubi
polemiche, causa l'involuzione politica in atto sull'isola caraibica. Già taluni paesi
latino-americani (Uruguay, Argentina, Nicaragua tra gli altri) manifestano crescentemente
le loro critiche alla repressione del dissenso a Cuba (voto di condanna a Cuba a Ginevra,
alla Commissione dei Diritti Umani), col rischio di assenze o comunque di partecipazioni
non al massimo livello al vertice ibero-americano, esercizio nel quale la Spagna investe
fortemente in termini politici ed economici.
3. GRECIA Attiva presenza nei Balcani. Atene sempre più attiva nell'area, sia in prospettiva di una sua
partecipazione alla ricostruzione economica postbellica della regione, sia nel sostegno
agli investimenti diretti delle imprese elleniche nei paesi dell'area, con una particolare
attenzione verso la Macedonia e la Bulgaria.
Sarebbe in corso di avanzata concertazione un piano d'azione greco per la ricostruzione
postbellica dei Balcani: il Ministro dell'Economia Papantoniou ha incontrato nei giorni
scorsi altri esponenti del governo e rappresentanti del settore privato e bancario. Questo
piano d'azione costituirebbe in seguito la base per ogni decisione in merito al contributo
greco per lo sforzo internazionale di ricostruzione che interesserà l'area attualmente
oggetto del conflitto.
La strategia greca verso i Balcani tende a rafforzare anche i rapporti bilaterali, anche
con paesi in passato divisi da aspre polemiche con Atene. Sarebbe il caso della Macedonia
e della Bulgaria, nei confronti dei quali sarebbe in atto un nuovo impulso sia per quanto
riguarda i contatti politici (scambi frequenti di visite ad alto livello) che le relazioni
economiche, con importanti acquisizioni nel settore energetico in Macedonia e nella
produzione di beni a largo consumo in Bulgaria.
4. EURO Continua la debolezza. La valuta europea è scesa sotto la soglia di 1,04 dollari per un euro. E le
avvisaglie che giungono dai mercati asiatici per la giornata di oggi non sembrano essere
particolarmente incoraggianti. Critiche sempre forti in Germania sulle decisioni a favore
dell'Italia prese nell'ultimo Consiglio Ecofin della settimana scorsa.
Alla radice della debolezza delleuro i problemi strutturali delle economie UE.
A Tokyo la valuta europea è stata valutata sotto il livello di 1,035 dollari per un euro.
C'è molta attesa per quanto accadrà oggi sui mercati valutari europei, alla luce anche
di possibili sviluppi provenienti da Belgrado. Le difficoltà della valuta europea ridanno
intento fiato agli oppositori dell'Euro nel Regno Unito, mentre in Germania aspre critiche
sono mosse alle decisioni del Consiglio Ecofin della settimana scorsa e preoccupazioni,
per bocca dello stesso Ministro delle Finanze Eichel, si esprimono nei confronti della
congiuntura italiana.
La debolezza delleuro è perniciosa per limmagine dellEuropa in
Germania, in un pubblico abituato ad un cinquantennio di marco forte e con una cultura
monetaria ancora influenzata dalliperflazione di Weimar. Daltro canto, è una
debolezza solo in parte congiunturale (differenziale tassi, guerra Kossovo), mentre
riflette problemi strutturali (rigidità del mercato del lavoro, eccessiva
regolamentazione, insufficiente concorrenza ecc.), non monetaria, delleconomia
europea rispetto a quella americana. Di qui, dopo gli entusiasmi iniziali, la minor
fiducia dei mercati verso leuro rispetto alle valute tradizionali (dollaro,
sterlina, yen).
5. CONSIGLIO EUROPEO DI COLONIA Lagenda dei lavori. Iniziano questa mattina i lavori del vertice dei Capi di Stato e di Governo dei
Quindici di fine presidenza tedesca. Temi di politica estera e di sicurezza comune nella
mattinata, il Patto europeo sull'occupazione e le tematiche istituzionali nei lavori
pomeridiani.
La riunione di Colonia costituisce un importante momento di verifica per l'Unione, al
termine di un semestre di presidenza tedesco svoltosi in condizioni difficili e non
previste sia per cause esogene (la crisi nei Balcani) che endogene all'UE (la crisi e le
dimissioni della Commissione Santer). Si tratta quindi di un Consiglio che è chiamato a
dare risposte sulle capacità di reazione dell'Unione, sia per quanto riguarda la
situazione di grave crisi internazionale che si svolge a pochi chilometri dai suoi
confini, sia per quanto concerne il proseguimento della costruzione istituzionale in senso
lato dell'Unione Europea, dopo l'importante risultato dell'approvazione di Agenda 2000
nello scorso mese di marzo.
LO.d.G. del Consiglio è grosso modo diviso in queste due grandi tematiche. Le
questioni di politica estera e della sicurezza saranno affrontate nel corso della
mattinata (compreso la politica di difesa e di sicurezza comune), mentre nel pomeriggio i
Capi di Stato e di Governo dei Quindici esamineranno le questioni connesse con il c.d. trittico
istituzionale (avvio del processo di revisione dei Trattati, Carta Europea dei diritti
fondamentali, oltre alla politica di difesa), nonché l'altro grande tema delle politiche
interne della Comunità, l'elaborazione di un patto europeo per l'occupazione.
Fra i temi di politica estera da segnalare, oltre naturalmente al Kossovo ed al Patto di
stabilità per i Balcani, la strategia comune dell'Unione nei confronti della Russia.
Nel corso dei lavori del Consiglio potrebbe anche essere definita la nomina del c.d. Mr.
Pesc, il rappresentante-responsabile della politica estera comune dei Quindici introdotto
con le recenti riforme istituzionali. Al momento sembrerebbe favorita la candidatura
dell'attuale Segretario Generale della NATO Javier Solana, ma il perfezionamento potrebbe
slittare ad un momento ritenuto più opportuno, tenuto conto della valenza politica e
dellattuale ruolo di Solana come Segretario generale di una NATO impegnata
militarmente per il Kossovo.
Ai lavori sarà presente, oltre che il Presidente dimissionario della Commissione Jacques
Santer, anche quello designato, Romano Prodi, su invito della Presidenza tedesca.