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Giorni dell'Europa

Martedì 25 maggio 1999

1. KOSSOVO – Più terrore che nei racconti dei profughi.
La prima missione ONU in Kossovo conferma i resoconti fatti dai profughi: situazione "molto peggiore di quanto si potesse immaginare", secondo il brasiliano Vieira de Mello. Devastazione nei villaggi e nelle città, ostruzionismo delle autorità jugoslave agli osservatori internazionali e agli aiuti umanitari.
Proseguono intensamente gli attacchi aerei, favoriti dall’alta pressione su tutta l’Europa centromeridionale. Colpite centrali in tutta la Serbia, Belgrado e la maggior parte del paese senza elettricità ed acqua corrente. Riflessi contrastanti sul pubblico jugoslavo: malgrado le notizie di diserzioni e di crescente disaffezione nei confronti della guerra e del governo di Belgrado, le avversità causate alla popolazione civile dalla campagna area hanno anche l’effetto di accrescere la caparbietà serba e serrare le fila della solidarietà nazionale. E’ tuttavia venuto meno il tono di sfida che caratterizzava le manifestazioni pubbliche delle prime settimane di guerra.
Gli jugoslavi rinforzano le posizioni al confine Kossovo-Albania, facendo anche affluire truppe fresche dal Montenegro. Il controllo della frontiera è essenziale per tagliare le linee di comunicazione all’UCK: la distruzione dei villaggi e l’espulsione della popolazione albanese ha privato la guerriglia dell’entroterra di appoggi e rifornimenti. Il rapporto delle forze, secondo fonti NATO: 40 mila forze regolari serbe, 5-10 guerriglieri. La NATO stima di aver distrutto "un terzo" dell’equipaggiamento pesante dell’esercito serbo in Kossovo; ne ha certamente limitato la mobilità e la capacità dare la caccia all’UCK. Il timore dei bombardamenti costringe i serbi a nascondere e tener fermi carri e artiglierie.
Nelle prossime settimane l’Alleanza dovrà decidere se inviare rinforzi in Albania e Macedonia per avere pronta una forza di protezione per il rientro dei profughi. I tempi sono stretti: a fine ottobre inizia l’inverno balcanico ed il terreno diventa impraticabile. Clark ha chiesto 50mila uomini per un’operazione di "peacekeeping"; gli effettivi necessari per un’invasione del Kossovo sarebbero tre volte tanti.
Nessuno, nell’Alleanza, vuole arrivare alla guerra di terra. Il Presidente del Consiglio D’Alema la esclude. Si punta sempre sulla soluzione diplomatica attraverso il canale G8/Russia. Strobe Talbott torna a Mosca per nuove consultazioni con Cernomyrdin. Successivamente, l’inviato russo potrebbe recarsi a Belgrado.
A Belgrado è intanto rientrato l'Ambasciatore italiano, Riccardo Sessa, dopo un'assenza per consultazioni di circa un mese.
Vieira de Mello ha definito "rivoltante" la situazione trovata in Kossovo, non lesinando critiche alle autorità jugoslave. Il Segretario Aggiunto dell’ONU per le questioni umanitarie si è riservato un resoconto completo nella sua relazione, ma nell’anticipare le reazioni a caldo ha avallato il quadro fatto dai profughi sulle devastazioni ed atrocità dell’epurazione etnica compiuta dai serbi.
La 62ma notte di attacchi aerei dell'Alleanza e' stata caratterizzata da nuove missioni a sud, all'interno della provincia ormai quasi spopolata, ed a nord, ancora una volta attorno a Belgrado, contro installazioni industriali, ripetitori e centrali elettriche, o nel centro della capitale. La radio indipendente "Studio B" ha annunciato che due missili hanno colpito la sede della polizia serba, in una delle strade principali di Belgrado, non distante dai palazzi dei Ministeri e le sedi delle ambasciate occidentali, tutte da tempo chiuse, tranne quella italiana. Ieri e' tornato anche l'Ambasciatore Sessa.
La sede della polizia era stata già centrata e praticamente messa fuori uso nel corso dei primi raid, all'inizio del mese di aprile. Nuovamente nel mirino dei cacciabombardieri anche il quartiere industriale di Rakovica, 8 chilometri dal centro di Belgrado, e le zone limitrofe all'aeroporto militare di Batajnica, ad una quindicina di chilometri dal centro della capitale. In precedenza, prima della mezzanotte, gli attacchi si erano concentrati, stando all'agenzia jugoslava Tanjug, su stabilimenti militari, caserme e strutture logistiche delle forze serbe nel Kosovo, con raid nelle regioni di Prizren, Istok e Glogovac, a nord ed a sud della provincia.
I gravissimi disagi alla popolazione civile non sembrano tradursi, almeno apparentemente, in dissenso politico nei confronti di Milosevic. Comunque, non apertamente; al contrario, c’è una reazione di orgoglio nazionale ferito e di volontà di non piegarsi alle bombe. Diverso però l’effetto della campagna area mirata agli obiettivi militari e al degrado delle capacità delle forze armate jugoslave (ridotta di un terzo, secondo Albright – risultato non molto soddisfacente ha subito risposto il capo della maggioranza repubblicana in Senato, Lott). L’opposizione ad una guerra che sanno di non potere vincere starebbe crescendo negli ambienti militari jugoslavi.
Mentre si attende il nuovo viaggio a Belgrado dell'inviato russo Cernomyrdin, c'è da registrare che sui punti principali -composizione della forza internazionale e tempi per un'eventuale tregua- non c’è ancora consenso.
Ieri, la Russia ha chiesto di nuovo la cessazione dei bombardamenti per facilitare i negoziati, addirittura subito dopo il nuovo round di trattative che si terra' nella capitale russa mercoledì con la partecipazione di Cernomyrdin, del Vice Segretario di Stato americano Strobe Talbott e, quale rappresentante europeo, del Presidente finlandese Martii Ahtissari. Difficile che una sospensione sia presa in considerazione a questo stadio, mentre Milosevic continua a non dare segno di voler accettare le condizioni poste dalla comunità' internazionale, ma piuttosto (rinforzi in Kossovo) di voler trattare da posizioni di forza e dal fatto compiuto di un Kossovo jugoslavizzato.
Già' giovedì' Cernomyrdin potrebbe volare di nuovo a Belgrado per colloqui con il Presidente jugoslavo, questa volta potrebbe accompagnato da Ahtisaari. Cernomyrdin ha già annunciato questa mattina di avere persuaso i suoi interlocutori occidentali ad acconsentire alla presenza di truppe jugoslave che resterebbero nel Kosovo, nel quadro della pacificazione della provincia, a presidiare alcuni luoghi particolarmente significativi per il nazionalismo serbo.
L'obiettivo dell’iniziativa diplomatica e' ormai chiaro: arrivare ad una risoluzione ONU che riprenda i principi del G8. Tornano oggi a riunirsi i Direttori Politici degli "Otto" per mettere a punto una bozza di testo. Sui punti principali c'è ancora parecchio da lavorare; c’è l’incognita cinese in CdS. Le autorità di Pechino hanno ribadito al Ministro degli Esteri greco Papandreu, in visita nella capitale cinese, di volere la sospensione prima del voto.
Il rappresentante jugoslavo alle Nazioni Unite, Jovanovic, ha sottolineato ieri sera che Belgrado dovrà essere un interlocutore a pieno titolo alla trattativa di pace, rinnovando l’opposizione al ruolo della NATO e alla presenza di truppe NATO su territorio jugoslavo.
Si decide in questi giorni il rafforzamento (50mila uomini) dei contingenti alleati in Macedonia e Albania. Risponde -chiarisce Bruxelles- alla necessita' di predisporre le forze che dovranno avere una funzione di peace-keeping una volta raggiunto l'accordo e di esercitare una pressione sui confini, ma non a un'invasione. Di guerra di terra nessuno, tranne forse Londra, parla. E’ comunque certo che qualsiasi operazione di terra, che sia in ambiente "ostile" (guerra) o "favorevole" (protezione al rientro dei profughi e peace-keeping), deve essere portata a compimento prima della fine dell’autunno (fine ottobre-novembre nelle montagne del Kossovo) e richiede una forza sostanziosa, per cui la NATO non può che cominciare a prepararsi fin da adesso.

2. UNIONE EUROPEA – Negoziato sull’armonizzazione fiscale.
Si presenta difficile il negoziato che i Ministri europei dell'economia e delle finanze affronteranno oggi, nel loro incontro di Bruxelles, sulla questione dell'armonizzazione fiscale.
Si tratta di un punto fondamentale per evitare che i benefici dell'avvento dell'euro a livello monetario siano poi annullati da una ''guerra' che molti paesi potrebbero essere orientati a combattere facendo leva sulla concorrenza fiscale. Le possibilità' di accordo, nonostante il lavoro condotto da oltre due anni da un gruppo di esperti personali dei Ministri delle Finanze sotto la presidenza della britannica, sembrano per il momento scarse. Nel pacchetto fiscale, oltre al "codice di condotta" sulla fiscalità' delle imprese, figurano anche la tassazione del risparmio e quella di interessi e royalties. La difficoltà' principale, fanno osservare fonti UE, sta nel principio dell'unanimità' che ostacola a più' riprese il cammino delle iniziative in questo campo. Scarse anche le possibilità' di successo per una tassa sull'energia.

3. BULGARIA – In Italia il capo del governo.
Il Presidente del Consiglio D'Alema ha ricevuto il Primo Ministro bulgaro Kostov. Nel corso del colloquio, che ha evidenziato l'eccellente stato delle relazioni bilaterali fra i due Paesi, il Presidente del Consiglio ha confermato che le prospettive di una soluzione negoziale della crisi balcanica passano per le Nazioni Unite sulla base dell’intesa G8 di Petersberg. Il Presidente del Consiglio ha sottolineato inoltre l'impegno dell'Italia sul fronte umanitario e di assistenza ai profughi.
Il Presidente D'Alema ha inoltre espresso l'apprezzamento per il costruttivo atteggiamento ed il sostegno della Bulgaria alle operazioni dell'Alleanza atlantica. Da ambo le parti, si e' espressa la convinzione che sia inoltre necessario, non appena le circostanze lo permettano, lanciare una vasta iniziativa di stabilizzazione e cooperazione regionale balcanica, che consolidi in modo irreversibile la pace in tutta l'area. Da parte sua il Primo Ministro Kostov ha ribadito l'aspirazione bulgara ad entrare a far parte della NATO e ad iniziare al più' presto i negoziati di adesione all'Unione Europea.

4. UCRAINA – Verifica degli scambi con l’Italia.
Il sottosegretario Ranieri ha incontrato a Kiev il Ministro degli Affari Esteri Tarsyuk ed il Vice Ministro Bersheda. Hanno discusso dei rapporti bilaterali, il cui ulteriore sviluppo verra' approfondito nell'ambito del Consiglio di Cooperazione Economica e dal Comitato misto imprenditoriale, che esaminerà' anche la presenza delle aziende italiane in Ucraina. Il Sottosegretario Ranieri ed i suoi interlocutori hanno concordato che le riserve esistenti a Kiev sull'operato della NATO non pregiudicano i rapporti tra l'Alleanza e l'Ucraina (Kiev, che ha partecipato al vertice di Washington, resta molto interessata al mantenimento della collaborazione), cosi' come i comuni sforzi per la ricerca di una soluzione negoziata al conflitto nel Kossovo. E' stata inoltre auspicata la partecipazione ucraina all'iniziativa di stabilizzazione e ricostruzione per i Balcani che l'Unione Europea si appresta a varare.
Il Sottosegretario Ranieri ha confermato ai suoi interlocutori l'appoggio italiano al processo di avvicinamento dell'Ucraina all'Unione Europea.
Nel corso della visita, l'On. Ranieri ha inaugurato dapprima la nuova sede dell'Ambasciata italiana e poi Italbusiness, manifestazione cui partecipano circa 200 piccole e medie imprese di varie Regioni italiane, che costituisce la più' importante iniziativa commerciale di un Paese estero in Ucraina.

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25 maggio 1999
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