1. KOSSOVO Più terrore che nei racconti dei profughi.
La prima missione ONU in Kossovo conferma i resoconti fatti dai profughi:
situazione "molto peggiore di quanto si potesse immaginare", secondo il
brasiliano Vieira de Mello. Devastazione nei villaggi e nelle città, ostruzionismo delle
autorità jugoslave agli osservatori internazionali e agli aiuti umanitari.
Proseguono intensamente gli attacchi aerei, favoriti dallalta pressione su tutta
lEuropa centromeridionale. Colpite centrali in tutta la Serbia, Belgrado e la
maggior parte del paese senza elettricità ed acqua corrente. Riflessi contrastanti sul
pubblico jugoslavo: malgrado le notizie di diserzioni e di crescente disaffezione nei
confronti della guerra e del governo di Belgrado, le avversità causate alla popolazione
civile dalla campagna area hanno anche leffetto di accrescere la caparbietà serba e
serrare le fila della solidarietà nazionale. E tuttavia venuto meno il tono di
sfida che caratterizzava le manifestazioni pubbliche delle prime settimane di guerra.
Gli jugoslavi rinforzano le posizioni al confine Kossovo-Albania, facendo anche affluire
truppe fresche dal Montenegro. Il controllo della frontiera è essenziale per tagliare le
linee di comunicazione allUCK: la distruzione dei villaggi e lespulsione della
popolazione albanese ha privato la guerriglia dellentroterra di appoggi e
rifornimenti. Il rapporto delle forze, secondo fonti NATO: 40 mila forze regolari serbe,
5-10 guerriglieri. La NATO stima di aver distrutto "un terzo"
dellequipaggiamento pesante dellesercito serbo in Kossovo; ne ha certamente
limitato la mobilità e la capacità dare la caccia allUCK. Il timore dei
bombardamenti costringe i serbi a nascondere e tener fermi carri e artiglierie.
Nelle prossime settimane lAlleanza dovrà decidere se inviare rinforzi in Albania e
Macedonia per avere pronta una forza di protezione per il rientro dei profughi. I tempi
sono stretti: a fine ottobre inizia linverno balcanico ed il terreno diventa
impraticabile. Clark ha chiesto 50mila uomini per unoperazione di
"peacekeeping"; gli effettivi necessari per uninvasione del Kossovo
sarebbero tre volte tanti.
Nessuno, nellAlleanza, vuole arrivare alla guerra di terra. Il Presidente del
Consiglio DAlema la esclude. Si punta sempre sulla soluzione diplomatica attraverso
il canale G8/Russia. Strobe Talbott torna a Mosca per nuove consultazioni con Cernomyrdin.
Successivamente, linviato russo potrebbe recarsi a Belgrado.
A Belgrado è intanto rientrato l'Ambasciatore italiano, Riccardo Sessa, dopo un'assenza
per consultazioni di circa un mese.
Vieira de Mello ha definito "rivoltante" la situazione trovata in Kossovo, non
lesinando critiche alle autorità jugoslave. Il Segretario Aggiunto dellONU per le
questioni umanitarie si è riservato un resoconto completo nella sua relazione, ma
nellanticipare le reazioni a caldo ha avallato il quadro fatto dai profughi sulle
devastazioni ed atrocità dellepurazione etnica compiuta dai serbi.
La 62ma notte di attacchi aerei dell'Alleanza e' stata caratterizzata da nuove missioni a
sud, all'interno della provincia ormai quasi spopolata, ed a nord, ancora una volta
attorno a Belgrado, contro installazioni industriali, ripetitori e centrali elettriche, o
nel centro della capitale. La radio indipendente "Studio B" ha annunciato che
due missili hanno colpito la sede della polizia serba, in una delle strade principali di
Belgrado, non distante dai palazzi dei Ministeri e le sedi delle ambasciate occidentali,
tutte da tempo chiuse, tranne quella italiana. Ieri e' tornato anche l'Ambasciatore Sessa.
La sede della polizia era stata già centrata e praticamente messa fuori uso nel corso dei
primi raid, all'inizio del mese di aprile. Nuovamente nel mirino dei
cacciabombardieri anche il quartiere industriale di Rakovica, 8 chilometri dal centro di
Belgrado, e le zone limitrofe all'aeroporto militare di Batajnica, ad una quindicina di
chilometri dal centro della capitale. In precedenza, prima della mezzanotte, gli attacchi
si erano concentrati, stando all'agenzia jugoslava Tanjug, su stabilimenti militari,
caserme e strutture logistiche delle forze serbe nel Kosovo, con raid nelle regioni di
Prizren, Istok e Glogovac, a nord ed a sud della provincia.
I gravissimi disagi alla popolazione civile non sembrano tradursi, almeno apparentemente,
in dissenso politico nei confronti di Milosevic. Comunque, non apertamente; al contrario,
cè una reazione di orgoglio nazionale ferito e di volontà di non piegarsi alle
bombe. Diverso però leffetto della campagna area mirata agli obiettivi militari e
al degrado delle capacità delle forze armate jugoslave (ridotta di un terzo, secondo
Albright risultato non molto soddisfacente ha subito risposto il capo della
maggioranza repubblicana in Senato, Lott). Lopposizione ad una guerra che sanno di
non potere vincere starebbe crescendo negli ambienti militari jugoslavi.
Mentre si attende il nuovo viaggio a Belgrado dell'inviato russo Cernomyrdin, c'è da
registrare che sui punti principali -composizione della forza internazionale e tempi per
un'eventuale tregua- non cè ancora consenso.
Ieri, la Russia ha chiesto di nuovo la cessazione dei bombardamenti per facilitare i
negoziati, addirittura subito dopo il nuovo round di trattative che si terra' nella
capitale russa mercoledì con la partecipazione di Cernomyrdin, del Vice Segretario di
Stato americano Strobe Talbott e, quale rappresentante europeo, del Presidente finlandese
Martii Ahtissari. Difficile che una sospensione sia presa in considerazione a questo
stadio, mentre Milosevic continua a non dare segno di voler accettare le condizioni poste
dalla comunità' internazionale, ma piuttosto (rinforzi in Kossovo) di voler trattare da
posizioni di forza e dal fatto compiuto di un Kossovo jugoslavizzato.
Già' giovedì' Cernomyrdin potrebbe volare di nuovo a Belgrado per colloqui con il
Presidente jugoslavo, questa volta potrebbe accompagnato da Ahtisaari. Cernomyrdin ha già
annunciato questa mattina di avere persuaso i suoi interlocutori occidentali ad
acconsentire alla presenza di truppe jugoslave che resterebbero nel Kosovo, nel quadro
della pacificazione della provincia, a presidiare alcuni luoghi particolarmente
significativi per il nazionalismo serbo.
L'obiettivo delliniziativa diplomatica e' ormai chiaro: arrivare ad una risoluzione
ONU che riprenda i principi del G8. Tornano oggi a riunirsi i Direttori Politici degli
"Otto" per mettere a punto una bozza di testo. Sui punti principali c'è ancora
parecchio da lavorare; cè lincognita cinese in CdS. Le autorità di Pechino
hanno ribadito al Ministro degli Esteri greco Papandreu, in visita nella capitale cinese,
di volere la sospensione prima del voto.
Il rappresentante jugoslavo alle Nazioni Unite, Jovanovic, ha sottolineato ieri sera che
Belgrado dovrà essere un interlocutore a pieno titolo alla trattativa di pace, rinnovando
lopposizione al ruolo della NATO e alla presenza di truppe NATO su territorio
jugoslavo.
Si decide in questi giorni il rafforzamento (50mila uomini) dei contingenti alleati in
Macedonia e Albania. Risponde -chiarisce Bruxelles- alla necessita' di predisporre le
forze che dovranno avere una funzione di peace-keeping una volta raggiunto
l'accordo e di esercitare una pressione sui confini, ma non a un'invasione. Di guerra di
terra nessuno, tranne forse Londra, parla. E comunque certo che qualsiasi operazione
di terra, che sia in ambiente "ostile" (guerra) o "favorevole"
(protezione al rientro dei profughi e peace-keeping), deve essere portata a
compimento prima della fine dellautunno (fine ottobre-novembre nelle montagne del
Kossovo) e richiede una forza sostanziosa, per cui la NATO non può che cominciare a
prepararsi fin da adesso.
2. UNIONE EUROPEA Negoziato sullarmonizzazione
fiscale. Si presenta difficile il negoziato che i Ministri europei dell'economia e delle
finanze affronteranno oggi, nel loro incontro di Bruxelles, sulla questione
dell'armonizzazione fiscale.
Si tratta di un punto fondamentale per evitare che i benefici dell'avvento dell'euro a
livello monetario siano poi annullati da una ''guerra' che molti paesi potrebbero essere
orientati a combattere facendo leva sulla concorrenza fiscale. Le possibilità' di
accordo, nonostante il lavoro condotto da oltre due anni da un gruppo di esperti personali
dei Ministri delle Finanze sotto la presidenza della britannica, sembrano per il momento
scarse. Nel pacchetto fiscale, oltre al "codice di condotta" sulla fiscalità'
delle imprese, figurano anche la tassazione del risparmio e quella di interessi e
royalties. La difficoltà' principale, fanno osservare fonti UE, sta nel principio
dell'unanimità' che ostacola a più' riprese il cammino delle iniziative in questo campo.
Scarse anche le possibilità' di successo per una tassa sull'energia.
3. BULGARIA In Italia il capo del governo. Il Presidente del Consiglio D'Alema ha ricevuto il Primo Ministro bulgaro
Kostov. Nel corso del colloquio, che ha evidenziato l'eccellente stato delle relazioni
bilaterali fra i due Paesi, il Presidente del Consiglio ha confermato che le prospettive
di una soluzione negoziale della crisi balcanica passano per le Nazioni Unite sulla base
dellintesa G8 di Petersberg. Il Presidente del Consiglio ha sottolineato inoltre
l'impegno dell'Italia sul fronte umanitario e di assistenza ai profughi.
Il Presidente D'Alema ha inoltre espresso l'apprezzamento per il costruttivo atteggiamento
ed il sostegno della Bulgaria alle operazioni dell'Alleanza atlantica. Da ambo le parti,
si e' espressa la convinzione che sia inoltre necessario, non appena le circostanze lo
permettano, lanciare una vasta iniziativa di stabilizzazione e cooperazione regionale
balcanica, che consolidi in modo irreversibile la pace in tutta l'area. Da parte sua il
Primo Ministro Kostov ha ribadito l'aspirazione bulgara ad entrare a far parte della NATO
e ad iniziare al più' presto i negoziati di adesione all'Unione Europea.
4. UCRAINA Verifica degli scambi con lItalia. Il sottosegretario Ranieri ha incontrato a Kiev il Ministro degli Affari Esteri
Tarsyuk ed il Vice Ministro Bersheda. Hanno discusso dei rapporti bilaterali, il cui
ulteriore sviluppo verra' approfondito nell'ambito del Consiglio di Cooperazione Economica
e dal Comitato misto imprenditoriale, che esaminerà' anche la presenza delle aziende
italiane in Ucraina. Il Sottosegretario Ranieri ed i suoi interlocutori hanno concordato
che le riserve esistenti a Kiev sull'operato della NATO non pregiudicano i rapporti tra
l'Alleanza e l'Ucraina (Kiev, che ha partecipato al vertice di Washington, resta molto
interessata al mantenimento della collaborazione), cosi' come i comuni sforzi per la
ricerca di una soluzione negoziata al conflitto nel Kossovo. E' stata inoltre auspicata la
partecipazione ucraina all'iniziativa di stabilizzazione e ricostruzione per i Balcani che
l'Unione Europea si appresta a varare.
Il Sottosegretario Ranieri ha confermato ai suoi interlocutori l'appoggio italiano al
processo di avvicinamento dell'Ucraina all'Unione Europea.
Nel corso della visita, l'On. Ranieri ha inaugurato dapprima la nuova sede dell'Ambasciata
italiana e poi Italbusiness, manifestazione cui partecipano circa 200 piccole e medie
imprese di varie Regioni italiane, che costituisce la più' importante iniziativa
commerciale di un Paese estero in Ucraina.