Allo scadere di due mesi dall'inizio delle operazioni militari, la NATO
continua a colpire la RFJ e il Generale Clark sostiene che i bombardamenti proseguiranno
con maggiore intensità.
Il Segretario di Stato Albright si dice disponibile ad accettare una presenza militare
simbolica dei serbi in Kossovo, precisando però che il dispiegamento dovrebbe riguardare
solo l'area di confine con la Serbia. La NATO intanto studia l'invio di una forza di pace
di 50.000 uomini in vista del raggiungimento di un accordo di pace, che non sembra però
in vista come sostenuto dal Ministro Dini in visita ieri alla base di Comiso, dove sono
attualmente ospitati 3.200 profughi. Col bel tempo è ripreso ieri il flusso di profughi
(circa 300, in gran parte kossovari, ma anche serbi e montenegrini) sulle coste del
Salento.
I negoziati proseguono senza particolari novità, con la Russia che critica l'eccessiva
rigidità della NATO, che starebbe sabotando - secondo il Ministro Ivanov - l'iniziativa
di mediazione di Cernomyrdin.
Il Ministro degli Esteri tedesco Fischer parte oggi per Washington dove avrà dei colloqui
con il Segretario di Stato Albright. Quest'ultima, in un'intervista televisiva, ha intanto
affermato di essere disponibile ad accettare la permanenza di un contingente
"simbolico" di truppe serbe in Kossovo se Belgrado accetterà le condizioni
poste dalla comunità internazionale. La Albright ha comunque precisato che la forza serba
dovrebbe essere dislocata esclusivamente al confine col Kossovo, in modo da impedire
azioni di disturbo delle truppe di Belgrado durante la fase di rientro dei profughi.
Tale auspicata fase è già oggetto di pianificazione all'interno della NATO, che domani
riunirà il Consiglio Atlantico - ha dichiarato la Albright - per studiare l'invio di una
forza di 50.000 uomini con il mandato di applicare l'eventuale accordo di pace.
Il Governo italiano non stima però che una soluzione al conflitto possa essere trovata in
tempi rapidi, come ha dichiarato il Ministro Dini in visita ieri alla base di Comiso,
anche se esistono spiragli negoziali. Il Ministro ha anche auspicato che i profughi
presenti nella base di Comiso (con l'arrivo ieri di 247 kossovari sono ora 3.200 gli
abitanti della base) possano fare rientro in Kossovo quanto prima.
Procedono intanto i negoziati per trovare una soluzione diplomatica del conflitto, anche
se - come ha riferito Kofi Annan dopo un incontro con il Presidente Ahtisaari - ci sono
ancora molti dettagli da mettere a punto. Per parte sua, il Cancelliere tedesco Schroeder
ha spiegato alla stampa di essere anche pronto a incontrare Milosevic se ciò si rivelasse
necessario per raggiungere una soluzione politica. Schroeder si è comunque detto convinto
che in questa fase i bombardamenti non debbano essere fermati.
La Russia sembra invece incline ad attribuire almeno parte della responsabilità del
mancato raggiungimento di un'intesa politica ai Paesi della NATO: il Ministro degli Esteri
russo Ivanov ha, infatti, dichiarato che i Paesi della NATO "avanzano richieste
illogiche e innaturali, respingono giustificate esigenze di Belgrado e cercano di sabotare
la mediazione russa di Cernomyrdin".
La missione delle Nazioni Unite in Kossovo, inviata sotto la guida del Segretario Generale
aggiunto Vieira de Mello allo scopo di verificare le esigenze umanitarie della
popolazione, prosegue intanto le ispezioni fra notevoli difficoltà. Le Autorità serbe
sembrano, infatti, intenzionate a consentire l'accesso solo ad alcuni villaggi, con il
sospetto intento - secondo esponenti della delegazione ONU - di impedire una visione
equilibrata della situazione sul terreno.
Mentre è stato raggiunto il sessantesimo giorno di operazioni militari, gli aerei della
NATO hanno colpito ieri la zona di Novi Sad e la centrale termoelettrica di Kostolac, 30
chilometri a sud di Belgrado. Nella notte di sabato erano state effettuate 684 missioni
aeree. La NATO ha anche ammesso di aver colpito per errore una postazione dell'UCK situata
nella località di Kosare, un ex posto di frontiera al confine con l'Albania. Secondo gli
osservatori dell'OSCE, nell'attacco avrebbero perso la vita almeno un miliziano dell'UCK
ed altri 15 sarebbero riamasti feriti.
Nuovi segnali di tensione sono emersi al confine fra Albania e Kossovo: per tutta la
giornata di ieri sono state udite esplosioni in una zona assai vicina all'area di Kukes,
dove sono ancora presenti circa centomila profughi.
2. GERMANIA Elezione del presidente della Repubblica. L'Assemblea elettorale tedesca (Bundesversammlung) ha eletto con 690 voti su
1338 il socialdemocratico Johannes Rau alla carica di Presidente della Repubblica.
L'elezione è avvenuta al secondo turno, dopo che nel corso della prima votazione al
candidato della SPD e dei Verdi erano mancati 13 voti. Determinanti per l'elezione del
nuovo presidente si sono rivelati i deputati Liberali, che dopo aver votato al primo turno
il candidato della CDU (Dagmar Schipanski, una scienziata senza tessera di partito), hanno
votato al secondo turno "secondo coscienza", premettendo il raggiungimento della
maggioranza assoluta necessaria all'elezione del Presidente della Repubblica.
Rau, il secondo Presidente socialdemocratico della Germania postbellica, ha dichiarato
dopo l'elezione di considerarsi il Presidente di tutti i tedeschi e degli stranieri che
vivono in Germania, manifestando quindi l'intendimento di operare a favore della
convivenza civile nel proprio Paese.
3. UNIONE EUROPEA - Solana favorito per "Mr. Pesc". L'attuale Segretario Generale della NATO Solana sta emergendo come il candidato
favorito nella corsa alla nomina a rappresentante della politica estera e di sicurezza
dell'Unione Europea (il cosiddetto Mr. PESC). Secondo fonti di Bruxelles, a due settimane
dalla nomina, che sarà presa in occasione del Consiglio Europeo di Colonia, Solana
dispone del sicuro sostegno di Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna. Nel caso fosse
nominato, Solana porterebbe comunque a termine il suo mandato alla NATO, che scade il
prossimo dicembre.