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Giorni dell'Europa

Lunedì 17 maggio 1999

1. RUSSIA – Eltsin sopravvive al voto della Duma.
Mancata la maggioranza (2/3) per l’impeachment. Sarebbero stati necessari 300 voti su 450. L’assenteismo è stato determinante (il numero dei votanti è stato di 348).
I capi d’accusa erano politici:
a) dissoluzione dell’URSS avvenuta nel 1991 come conseguenza degli Accordi firmati da Eltsin nel dicembre di quell’anno in Bielorussia. (240 voti)
b) scioglimento della Duma nel 1993 e successiva repressione militare della rivolta dei deputati che causò 150 morti. (263 voti)
c) responsabilità di Eltsin nella guerra cecena che, tra il 1994 ed il 1996, fece 80.000 morti. (283 voti)
d) indebolimento delle forze armate provocato dai tagli degli effettivi e dei finanziamenti statali. (241 voti)
e) genocidio del popolo russo provocato dalla politica delle riforme. (238 voti).Eltsin può trarre conforto dal voto, ma non dal fatto che la maggioranza semplice abbia votato a favore di tutti i capi e manifesti un caparbio rifiuto di avallare la dissoluzione dell’URSS. Sul fronte opposto, Zyuganov ha fallito nel tentativo di raccogliere il parlamento intorno al partito comunista, pur con un Presidente a livelli minimi di popolarità.
Lo scontro si sposta ora sulla nomina di Stepashin quando mercoledì la Duma sarà chiamata a ratificare la sostituzione del Premier uscente Primakov. Il mancato impeachment allontana tuttavia la prospettiva di un confronto extra-costituzionale; Eltsin può ora decidere di sciogliere la Duma nel rispetto dell’ordinamento.

2. KOSSOVO – Tentativi di ripresa diplomatica.
La settimana che inizia oggi, con un fitto calendario di incontri ai massimi livelli, si profila molto importante per la ricerca di una soluzione diplomatica alla crisi. Di nuovo possibile un viaggio congiunto Cernomyrdin-Athisaari a Belgrado.
Proposta del Presidente del Consiglio D'Alema: dopo una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, intravede la possibilità di far cessare i raids sulla Jugoslavia suscita. Reazioni molto caute da parte della NATO, ma D’Alema insiste che a pronunciarsi siano i responsabili politici dell’Alleanza. Al Consiglio di Sicurezza si va rafforzando il legame russo-cinese come conseguenza del bombardamento della ambasciata cinese a Belgrado.
Il Pentagono annuncia il probabile rilascio dei tre prigionieri serbi detenuti in Germania.
Continuano i bombardamenti, ma restano per ora inattivi i vulnerabili elicotteri Apache, causa la preoccupazione del Pentagono di evitare perdite.
I primi calcoli sui danni causati dai bombardamenti ammonterebbero a circa 20.000 miliardi di lire.
Fatta ieri in un'intervista pubblicata sulla stampa italiana, la proposta del Presidente del Consiglio D'Alema, prevede la cessazione dei bombardamenti a seguito di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza. Non entusiastico il commento del portavoce della NATO, Shea; al momento Bruxelles rimane ferma sulla posizione concordata al vertice dell’Alleanza: ritiro delle truppe e delle milizie paramilitari serbe dal Kossovo prima, stop ai raids poi. La preoccupazione della NATO sembra anche di non offrire a Milosevic margini per temporeggiamenti tattici, consolidando così il fatto compiuto dell’epurazione etnica, proprio quando da Belgrado cominciano a giungere ammissioni di indebolimento militare (ma non ancora segnali politici concludenti e/o di rallentamento delle operazioni in Kossovo – proprio ieri oltre un migliaio di nuovi profughi ha varcato il confine con la Macedonia).
Il Presidente del Consiglio italiano ha sottolineato la necessità che a pronunciarsi sulla proposta siano i leaders politici dell’Alleanza, al di là della reazione a livello tecnico da Bruxelles. Non ci sono stati ancora commenti del Cancelliere tedesco che si incontrerà domani a Bari col capo del Governo italiano, occasione per discutere approfonditamente della proposta italiana.
La settimana che inizia oggi è densa di incontri ai massimi livelli. Lo scenario è ancora confuso ma nell’insieme potrebbe propiziare il rilancio dell’iniziativa diplomatica. Lo stesso Schroeder avrà l'opportunità di discutere del piano italiano col cancelliere finlandese Athisaari, prossimo presidente di turno dell'UE, che incontrerà nella giornata di oggi ad Helsinki. Domani è invece fissato l'appuntamento tra Victor Cernomyrdin e Strobe Talbott. Possibile che entro la fine della settimana Athisaari e Cernomyrdin si rechino a Belgrado. Intanto i Ministri degli Esteri UE si incontrano oggi a Bruxelles (Consiglio Affari Generali).
Dopo la distruzione dell’ambasciata cinese a Belgrado la crisi kossovara ha prodotto un primo, non voluto, risultato politico: il riavvicinamento tra Cina e Russia in Consiglio di Sicurezza. Riavvicinamento tattico, perché tra i due paesi resta una diffidenza di fondo, ma confermato è dal loro veto congiunto ad una risoluzione sulla situazione umanitaria in Kossovo, perché non prevedeva la fine dei bombardamenti.
Pare imminente il rilascio dei due (o tre) soldati serbi detenuti in Germania, dopo che erano stati consegnati alla NATO da membri dell'UCK che li avevano catturati in territorio albanese. Sarebbero consegnati alla Croce Rossa Internazionale (non è chiaro se tutti vogliano tornare in RFJ). Le fonti americane escludono la reciprocità col rilascio dei tre marines statunitensi ottenuto dal reverendo Jackson.
A Belgrado sono cominciate a circolare le prime stime sui economiche sui danni provocati da questi oltre 50 giorni di bombardamenti. I calcoli sono stati fatti separando i danni provocati alla città di Belgrado ed all'intera RFJ, dove risultano al momento danneggiati oltre 530 edifici. Nel secondo caso la cifra raggiunge l'astronomica cifra di 100 miliardi di dollari.
Controversia sulla causa delle vittime di Kosira. Incuranza nel colpire obiettivi civili, secondo Belgrado; profughi (scudi umani?) scientemente lasciati accampare in prossimità di obiettivi militari, sostiene la NATO.
Washington denuncia la scomparsa di 100.000 uomini di etnia kossovara, "in età di leva". Secondo il Segretario alla Difesa statunitense William Cohen, molti potrebbero essere stati vittime delle milizie paramilitari serbe. Finora secondo le notizie di cui dispongono gli americani, oltre 4.000 kossovari sarebbero stati passati per le armi dall'inizio dell’offensiva jugoslava nella provincia.

3. UCRAINA – Vertice dei paesi centro-europei.
Il vertice informale conclusosi sabato ha chiesto a Belgrado di accettare il piano G8, confermando il totale isolamento di Milosevic nella regione. Il Vertice informale dei nove Paesi centro-europei (Austria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Germania, Ungheria, Polonia, Romania, Slovenia ed Ucraina) si è concluso sabato a Lviv (Ucraina) con l’adozione di una dichiarazione comune con cui si "chiede al governo di Belgrado di assumersi gli impegni richiesti dalla comunità internazionale come precondizioni per una soluzione pacifica" della crisi del Kossovo. I nove Presidenti propongono inoltre "una conferenza di alto livello sull’Europa sud-orientale" per elaborare una strategia globale per la stabilizzazione dell’intera regione attraverso la ricostruzione economica e la promozione della democrazia". La Conferenza dovrebbe tenersi a Vienna sotto l’egida dell’ONU, dell’OSCE e del Consiglio d’Europa. Il summit di Lviv è il settimo dal 1994; il prossimo appuntamento si terrà nel 2000 in Ungheria.

4. SLOVACCHIA - Elezioni presidenziali, Schuster e Meciar al ballottaggio.
Rudolf Schuster, candidato della coalizione al potere, e l’ex Primo Ministro Meciar, leader dell’opposizione, disputeranno il 29 maggio il ballottaggio, non avendo nessuno dei due raggiunto, nelle elezioni presidenziali di sabato, il 50% più uno dei voti necessari per essere eletto al primo turno. Secondo i dati ufficiali resi noti dalla Commissione elettorale, Schuster ha ottenuto il 47,38% e Meciar il 37,24%. L’ex attrice Vasaryova, l’unica donna tra i nove candidati in lizza, ha avuto il 6,6% dei voti. L’affluenza è stata del 74%.

5. CONSIGLIO EUROPEO AFFARI GENERALI - Presenti anche Rugova e Ivanov.
Il Kossovo dominerà inevitabilmente la riunione di oggi dei Ministri degli Esteri dell’Unione alla presenza anche di Rugova e del Ministro degli Esteri russo Ivanov. Altri argomenti all’ordine del giorno sono, tra gli altri, la strategia comune verso la Russia (il CAG dovrebbe raccomandarne l’adozione da parte del Consiglio Europeo di Colonia), le relazioni con gli Stati Uniti in tema di carni prodotte con ormoni di crescita, il processo di pace in Medio Oriente.

6. ITALIA-GERMANIA – A Bari il vertice.
Iniziano oggi gli incontri tra Primi Ministri e Ministri dell’Interno. In serata l’arrivo dei Ministri degli Esteri provenienti dal CAG di Bruxelles. Inizia oggi e continuerà nella giornata di domani il vertice italo-tedesco di Bari che conferma una prassi di consultazioni bilaterali al più alto livello che, sulla base di un accordo del maggio 1998, si svolgono fra i due Paesi almeno una volta l’anno fra Capi di Governo e Ministri degli Esteri, cui si aggiungono altri Ministri a seconda delle esigenze del momento (a Bari saranno presenti anche i Ministri dell’Interno). Molti i temi nell’agenda dei colloqui. Tra tutti domina la crisi del Kossovo che verrà analizzata nei suoi diversi aspetti, sia dal punto di visto politico che umanitario che di stabilità dell’intera regione dei Balcani. Ma i lavori serviranno per passare in rassegna altre tematiche quali quelle europee, la preparazione del Vertice G8 di Colonia, le tematiche di sicurezza alla luce del Vertice NATO di Washington, i rapporti con la Cina e la Turchia. I temi di carattere bilaterale toccheranno un’ampia serie di settori, dal politico, all’economico, al socio-migratorio ed al culturale.

Giorni dell'Europa


31 luglio 1999
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