Il vice primo ministro Draskovic destituito per essersi dichiarato a favore di
una presenza militare internazionale. Esce dal governo insieme a tre ministri. E la
prima spaccatura nella dirigenza jugoslava.
Riprende liniziativa diplomatica della Russia: dopo le visite di Talbott e Kofi
Annan a Mosca, oggi Cernomyrdin viaggia a Bonn, Roma e Belgrado.
Intensissima, intanto, la pressione militare su tutta la Jugoslavia. Si intensificano le
operazioni missilistiche sul Montenegro; bersagli a Pogdorica e, soprattutto, nella città
portuale di Bar, snodo vitale per l'approvvigionamento petrolifero della Jugoslavia.
La NATO ammette lerrore di bersaglio che ha causato circa vittime civili (20 morti
secondo le fonti serbe) in un quartiere residenziale di Surdulica. Un altro missile
sarebbe caduto questa notte per errore in un sobborgo di Sofia (Bulgaria) causando solo
danni materiali. Il Segretario Generale dellONU parla di "sofferenze
inaccettabili" per la popolazione da entrambe le parti del conflitto.
Notte di durissimi bombardamenti sui cieli della RFJ. A Belgrado per ben tre volte è
risuonato l'allarme antiaereo che ha fatto da preludio a ripetuti e massicci attacchi
dell'aviazione NATO che hanno distrutto un ponte sulla Sava, mentre un altro risulta
gravemente danneggiato. Colpite anche zone residenziali e industriali della capitale
serba. Intenso bombardamento anche su Podgorica, dove oltre 40 missili hanno preso di mira
la città ed in particolare l'aeroporto. Ma l'obiettivo principale di questa notte di
bombardamenti sembra essere stato il porto di Bar, cruciale punto di approdo per
l'approvvigionamento petrolifero della RFJ, dove negli ultimi giorni, per prevenire
lembargo petrolifero da parte della NATO, si erano intensificati gli arrivi di
petroliere cariche di greggio. Forte fuoco di sbarramento della contraerea jugoslava;
risposta NAT, colpita duramente una fattoria dove si trovavano batterie missilistiche
della II Armata Jugoslava. Sul piano politico gli attacchi NATO in Montenegro creano però
problemi al governo di Podgorica, sempre più messo alle corde dall'opposizione filoserba
che capitalizza consensi con i bombardamenti.
Dopo l'ammissione fatta ieri da parte del portavoce NATO, Marrani, che una "bomba
fuori bersaglio" ha causato vittime civili a Surdulica, probabilmente, nella notte,
un missile NATO uscito fuori traiettoria è caduto su un sobborgo alla periferia della
capitale bulgara Sofia causando fortunatamente solo danni materiali ad un'abitazione
civile.
In parallelo con l'acuirsi dell'attività militare continua la ricerca di una via d'uscita
politica: a tal fine l'inviato speciale di Eltsin, Victor Cernomyrdin, avrà oggi una
fitta rete di incontri che si concluderà in serata a Belgrado. Dopo aver visto stamani
Kofi Annan a Mosca, l'ex-primo ministro russo partirà alla volta di Bonn da dove
raggiungerà Roma per incontri col Presidente del Consiglio, D'Alema, e con il Ministro
Dini. In serata poi si recherà per la seconda volta in pochi giorni a Belgrado, dove
oltre a Milosevic, avrà un incontro anche con il leader kossovaro Rugova.
Il vertice NATO ha concordato essenzialmente un doppio binario: intensificata pressione
militare e, contemporaneamente, rilancio diplomatico. L'iniziativa russa sembra essere la
prima conseguenza delle decisioni prese dallAlleanza a Washington, vale a dire il
recupero della Russia (che malgrado la scarsa influenza esercitata fin qui su Milosevic,
è però in grado di "comunicare" con il leader serbo ed ha ascolto negli
ambienti politici e militari jugoslavi) al processo negoziale, senza rinunciare ai
bombardamenti. I governi occidentali sembrano determinati ad esplorare a fondo ogni
possibile spiraglio di soluzione politica senza nascondersene le difficoltà;
lalternativa è una escalation militare che nessuno vuole.
E durata lo spazio di un mattino l'apertura di Belgrado ad una forza di pace
internazionale, manifestata pubblicamente da Draskovic: ieri il vice Primo Ministro è
stato silurato. E venuto così allo scoperto un certo dissenso all'interno del
gruppo dirigente serbo. A seguito dell'esautoramento di Draskovic altri tre ministri hanno
dato le dimissioni per solidarietà con il vice primo ministro.
2. KOSSOVO Sempre più verso lAlbania. Riprende il flusso di profughi verso l'Albania, soprattutto al valico di Kukes.
Aumentano le preoccupazioni sulla situazione nei campi. Riprende la pressione dei profughi
che verso il confine albanese dove nella giornata di ieri sono giunte oltre 2000 persone.
Come nei primi giorni dell'esodo, a caratterizzare il nuovo flusso è la totale assenza di
uomini i quali verrebbero "fermati" dai serbi.
Intanto, da ieri la bandiera dell'ONU affianca quella italiana nei due campi di Kukes, a
simboleggiare che è gradualmente iniziata la seconda fase dell'assistenza. In
particolare, secondo De Mistura, rappresentante ONU in Albania, bisogna attuare un
decentramento consenziente dei profughi, sull'esempio di quanto fatto dall'UNHCR con le
popolazioni curde dell'Iran. Inoltre, lo stesso De Mistura ha nuovamente posto l'accento
sulle strutture che dovranno essere create per far fronte ad un eventuale inverno, non
sopportabile, in considerazione del clima dei Balcani, dai profughi sotto le tende.
3. ITALIA-OLANDA - Rinviato l'accordo Alitalia- Klm. E' stato rinviato al 1° Novembre il perfezionamento dell'accordo per
l'alleanza strategica tra Alitalia e KLM, la compagnia di bandiera olandese. A rallentare
il negoziato sono stati i dubbi sull'effettiva operatività di Malpensa e chiarimenti
necessari sui conti delle due aziende.