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Giorni dell'Europa

Giovedì 29 aprile 1999

1. SERBIA – Destituito il vice primo ministro.
Il vice primo ministro Draskovic destituito per essersi dichiarato a favore di una presenza militare internazionale. Esce dal governo insieme a tre ministri. E’ la prima spaccatura nella dirigenza jugoslava.
Riprende l’iniziativa diplomatica della Russia: dopo le visite di Talbott e Kofi Annan a Mosca, oggi Cernomyrdin viaggia a Bonn, Roma e Belgrado.
Intensissima, intanto, la pressione militare su tutta la Jugoslavia. Si intensificano le operazioni missilistiche sul Montenegro; bersagli a Pogdorica e, soprattutto, nella città portuale di Bar, snodo vitale per l'approvvigionamento petrolifero della Jugoslavia.
La NATO ammette l’errore di bersaglio che ha causato circa vittime civili (20 morti secondo le fonti serbe) in un quartiere residenziale di Surdulica. Un altro missile sarebbe caduto questa notte per errore in un sobborgo di Sofia (Bulgaria) causando solo danni materiali. Il Segretario Generale dell’ONU parla di "sofferenze inaccettabili" per la popolazione da entrambe le parti del conflitto.
Notte di durissimi bombardamenti sui cieli della RFJ. A Belgrado per ben tre volte è risuonato l'allarme antiaereo che ha fatto da preludio a ripetuti e massicci attacchi dell'aviazione NATO che hanno distrutto un ponte sulla Sava, mentre un altro risulta gravemente danneggiato. Colpite anche zone residenziali e industriali della capitale serba. Intenso bombardamento anche su Podgorica, dove oltre 40 missili hanno preso di mira la città ed in particolare l'aeroporto. Ma l'obiettivo principale di questa notte di bombardamenti sembra essere stato il porto di Bar, cruciale punto di approdo per l'approvvigionamento petrolifero della RFJ, dove negli ultimi giorni, per prevenire l’embargo petrolifero da parte della NATO, si erano intensificati gli arrivi di petroliere cariche di greggio. Forte fuoco di sbarramento della contraerea jugoslava; risposta NAT, colpita duramente una fattoria dove si trovavano batterie missilistiche della II Armata Jugoslava. Sul piano politico gli attacchi NATO in Montenegro creano però problemi al governo di Podgorica, sempre più messo alle corde dall'opposizione filoserba che capitalizza consensi con i bombardamenti.
Dopo l'ammissione fatta ieri da parte del portavoce NATO, Marrani, che una "bomba fuori bersaglio" ha causato vittime civili a Surdulica, probabilmente, nella notte, un missile NATO uscito fuori traiettoria è caduto su un sobborgo alla periferia della capitale bulgara Sofia causando fortunatamente solo danni materiali ad un'abitazione civile.
In parallelo con l'acuirsi dell'attività militare continua la ricerca di una via d'uscita politica: a tal fine l'inviato speciale di Eltsin, Victor Cernomyrdin, avrà oggi una fitta rete di incontri che si concluderà in serata a Belgrado. Dopo aver visto stamani Kofi Annan a Mosca, l'ex-primo ministro russo partirà alla volta di Bonn da dove raggiungerà Roma per incontri col Presidente del Consiglio, D'Alema, e con il Ministro Dini. In serata poi si recherà per la seconda volta in pochi giorni a Belgrado, dove oltre a Milosevic, avrà un incontro anche con il leader kossovaro Rugova.
Il vertice NATO ha concordato essenzialmente un doppio binario: intensificata pressione militare e, contemporaneamente, rilancio diplomatico. L'iniziativa russa sembra essere la prima conseguenza delle decisioni prese dall’Alleanza a Washington, vale a dire il recupero della Russia (che malgrado la scarsa influenza esercitata fin qui su Milosevic, è però in grado di "comunicare" con il leader serbo ed ha ascolto negli ambienti politici e militari jugoslavi) al processo negoziale, senza rinunciare ai bombardamenti. I governi occidentali sembrano determinati ad esplorare a fondo ogni possibile spiraglio di soluzione politica senza nascondersene le difficoltà; l’alternativa è una escalation militare che nessuno vuole.
E’ durata lo spazio di un mattino l'apertura di Belgrado ad una forza di pace internazionale, manifestata pubblicamente da Draskovic: ieri il vice Primo Ministro è stato silurato. E’ venuto così allo scoperto un certo dissenso all'interno del gruppo dirigente serbo. A seguito dell'esautoramento di Draskovic altri tre ministri hanno dato le dimissioni per solidarietà con il vice primo ministro.

2. KOSSOVO – Sempre più verso l’Albania.
Riprende il flusso di profughi verso l'Albania, soprattutto al valico di Kukes. Aumentano le preoccupazioni sulla situazione nei campi. Riprende la pressione dei profughi che verso il confine albanese dove nella giornata di ieri sono giunte oltre 2000 persone. Come nei primi giorni dell'esodo, a caratterizzare il nuovo flusso è la totale assenza di uomini i quali verrebbero "fermati" dai serbi.
Intanto, da ieri la bandiera dell'ONU affianca quella italiana nei due campi di Kukes, a simboleggiare che è gradualmente iniziata la seconda fase dell'assistenza. In particolare, secondo De Mistura, rappresentante ONU in Albania, bisogna attuare un decentramento consenziente dei profughi, sull'esempio di quanto fatto dall'UNHCR con le popolazioni curde dell'Iran. Inoltre, lo stesso De Mistura ha nuovamente posto l'accento sulle strutture che dovranno essere create per far fronte ad un eventuale inverno, non sopportabile, in considerazione del clima dei Balcani, dai profughi sotto le tende.

3. ITALIA-OLANDA - Rinviato l'accordo Alitalia- Klm.
E' stato rinviato al 1° Novembre il perfezionamento dell'accordo per l'alleanza strategica tra Alitalia e KLM, la compagnia di bandiera olandese. A rallentare il negoziato sono stati i dubbi sull'effettiva operatività di Malpensa e chiarimenti necessari sui conti delle due aziende.

Giorni dell'Europa


31 luglio 1999
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