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Giovedì 6 maggio 1999
1. KOSSOVO - G8 a Bonn e Rugova a
Roma.
Il leader moderato kossovaro Rugova a Roma con la
famiglia, ospite del governo italiano. Colloqui con il Presidente
del Consiglio ed il Ministro degli Esteri. Guida
"storica" della dissidenza politica kossovara e figura
di indiscusso prestigio morale, sostenitore per anni del
boicottaggio pacifico delle istituzioni jugoslave, eletto
"Presidente" lo scorso con voto plebiscitario, ma non
ufficiale e senza concorrenza di altri candidati, Rugova era
stato ridimensionato dal fallimento della resistenza pacifica ed
appare ora spiazzato dal precipitare degli eventi in Kossovo.
LUCK ne contesta la rappresentatività degli albanesi
kossovari.
Dal vertice di oggi dei Ministri degli Esteri G8 a Bonn ci si
attende un avvicinamento delle posizioni con Mosca e, di
conseguenza, un più completo isolamento di Belgrado. Fischer ha
confermato che unintesa con la Russia servirà da base per
una risoluzione ONU. Anche Clinton è in Germania, in visita ai
militari americani e ai profughi accolti dal Kossovo. Ha ribadito
la volontà di proseguire fino in fondo l'azione militare, ma un
riavvicinamento con Mosca e la conferma di solidarietà
nellincontro con Scrhroeder rappresentano un successo
politico.
Meno intensi i bombardamenti sulla Jugoslavia, mentre si
accentuano le azioni NATO contro il dispositivo militare serbo in
Kossovo. Colpite infrastrutture petrolifere a Nis e Prahovo nella
Serbia meridionale. Ancora chiuso il porto di Bar nel Montenegro.
Ibrahim Rugova è giunto nel primo pomeriggio di ieri a Roma,
ospite ufficiale del governo italiano e con piena libertà di
movimento. Luce verde alla partenza del leader politico albanese
da Pristina dallo stesso Milosevic, comunicata tramite
l'Ambasciatore Sessa, che si trova a Roma. Rugova si è subito
incontrato con il Presidente del Consiglio D'Alema e con il
Ministro Dini. Resta da capire quanto la presenza allestero
di Rugova possa contribuire alla ricerca di una soluzione
negoziata: dovrà spiegare i suoi contatti ed incontri con la
dirigenza serba proprio nei giorni nei quali era avviata la
brutale pulizia etnica in Kossovo, ma soprattutto dimostrare
quale peso abbia oggi nel movimento kossovaro.
Cautela in effetti è stata espressa sulla vicenda sia a
Washington sia presso i comandi NATO a Bruxelles: gli americani,
che in passato avevano sostenuto a lungo Rugova, attendono
comunque di incontrarlo. Posizioni molto più critiche sono state
manifestate a Tirana dalla dirigenza UCK che non riconosce a
Rugova il diritto di parlare in nome dei kossovari e ricorda che
già a Rambouillet il leader "storico" non era stato
designato come capo della delegazione albanese. La leadership di
Rugova era già contestata da tempo soprattutto da parte della
diaspora kossovara in Europa, causa lincapacità di
ottenere concessioni da Belgrado con una politica di resistenza
passiva e di boicottaggio delle istituzioni jugoslave.
Scetticismo anche da parte del governo albanese, che parla
apertamente di un'azione propagandistica di Milosevic alla
vigilia del vertice G8 in Germania.
Dalla riunione G8 di Bonn potrebbe uscire una proposta che
rivaluti il ruolo delle Nazioni Unite e dia mandato al CdS per la
costituzione di una forza di pace. Gli europei spingono per la
ricerca di un'intesa con la Russia e per disporre di una proposta
concreta prima dellincontro Clinton-Schroeder. Intanto la
determinazione americana di non fare cedimenti a Milosevic è
stata ribadita dal Presidente statunitense in visita alla base
NATO di Ramstein.
Sul piano militare è da registrare una notte di raid più
sporadici sulla Jugoslavia. Sarebbero state prese di mira
soprattutto raffinerie e depositi di carburante, in particolare a
Prahovo nella Serbia meridionale vicino alla frontiera rumena ed
a Nis, la terza città della Jugoslavia. Resta sempre chiuso
dalle autorità militari federali il porto di Bar in Montenegro,
dove è bloccata anche una nave italiana. Intense azioni contro
le forze di terra jugoslave in Kossovo: secondo Clark, nè
stata praticamente eliminata la capacità di operazioni di
epurazione della popolazione civile ("quando non si
nascondono dai nostri attaccati, sono bloccate dai lavori di
riparazione").
2. NATO Lammiraglio
Venturoni nuovo presidente del Comitato militare.
Oggi avverrà il passaggio di consegne tra il generale
tedesco Neumann e l'ammiraglio italiano Venturoni al vertice del
Comitato Militare della NATO, l'organismo dell'Alleanza nel quale
siedono i rappresentanti degli stati maggiori dei 19 stati
membri. L'avvicendamento era stato previsto da tempo, ma giunge
in una fase critica per lAlleanza e del ruolo del Comitato.
3. KOSSOVO Diecimila profughi in
Sicilia.
Imminente l'inizio del trasferimento dei 10.000
profughi dalla Macedonia alla ex base militare di Comiso in
Sicilia. Mentre si attendono ancora nuovi arrivi lo sforzo per
decongestionare la Macedonia impegna l'UNHCR si più fronti.
Nuove e più dettagliate notizie di esecuzioni sommarie da parte
delle milizie serbe.
Si stanno definendo gli ultimi dettagli per l'avvio delle
operazioni che porteranno al trasferimento di diecimila profughi
kossovari dai campi della Macedonia alla ex base militare di
Comiso nella Sicilia orientale. La necessità di decongestionare
i sette campi profughi presenti nel paese balcanico appare sempre
più urgente, così come sempre più pressanti appaiono gli
appelli delle autorità di Skopje per rapidi aiuti. L'Alto
Commissariato delle Nazioni Unite ha finora quantificato in oltre
26.000 i trasferimenti già effettuati e sta facendo di tutto per
accelerare il ponte aereo verso l'Italia, la Germania, la
Francia, il Regno Unito e gli Stati Uniti: molto resta ancora da
fare se si pensa che, secondo i dati proprio dell'UNHCR,
sarebbero circa 200.000 i profughi presenti in Macedonia, dei
quali la metà ospitati da privati, e nuovi arrivi premono alle
frontiere.
Con l'arrivo dei nuovi profughi giungono nuove testimonianze
oculari di esecuzioni sommarie effettuate dalle forze serbe nel
Kossovo, in particolare nell'area di Vushtria e Djakova.
4. UNGHERIA Più coinvolgimento
nella guerra del Kossovo.
Si accresce il coinvolgimento del paese magiaro nelle
azioni dell'Alleanza. Imminente il trasferimento sul territorio
ungherese di un maggior numero di aerei dell'Alleanza.
Preoccupazioni di Budapest per il futuro della Vojvodina.
Entrato a pieno titolo nell'Alleanza atlantica pochi giorni prima
dell'avvio delle operazioni militari in Jugoslavia, l'Ungheria
vede accrescere il suo ruolo nell'ambito della strategia della
NATO nella sua azione in Kossovo. Attualmente stazionano
nell'aeroporto della capitale una ventina di aerei da
rifornimento. L'intenzione di Bruxelles sarebbe ora di dislocare
in Ungheria un certo numero di cacciabombardieri F-18. Si
attendono le decisioni di Budapest, che sin dal 24 marzo aveva
concesso l'autorizzazione ad utilizzare il suo spazio aereo, i
suoi aeroporti, la rete di controlli aerei e le installazioni.
La crisi in Jugoslavia tocca da vicino il paese magiaro, e non
soltanto per le frontiere in comune. Oltre ad avere antichi
legami storici con vaste aree della ex-Jugoslavia una volta parte
del Regno d'Ungheria, in Vojvodina, la provincia serba
settentrionale, vive una folta minoranza ungherese di oltre
300.000 persone. Fino ad oggi l'atteggiamento magiaro è stato
particolarmente prudente, ma corre l'obbligo di segnalare alcune
dichiarazioni dell'ex premier Horn che, parlando alla stampa
tedesca, ha sottolineato la necessità di ripristinare nella
regione il regime di autonomia che la stessa godeva - così come
anche il Kossovo - all'epoca del governo di Tito.
5. REGNO UNITO Elezioni in Scozia
e Galles.
Elezioni inedite per la costituzione dei parlamenti
regionali in Scozia e Galles e rinnovo in oltre 350
amministrazione locali: importante test elettorale oggi per il
governo Blair. L'astensionismo sarà determinante per i
risultati.
Fortemente voluta dallo stesso Primo Ministro - che ne aveva
cominciato a tratteggiarne i contorni già nel corso della
campagna elettorale del 1997 - la riforma che introduce forti
elementi di decentralizzazione nella struttura del Regno Unito
culmina oggi nelle elezioni dei Parlamenti di Scozia e Galles.
Accanto a quella nazionale di Westminster a Londra ed a quella
già esistente da giugno a Belfast, anche Edimburgo e Cardiff
diventano quindi sedi di assemblee parlamentari. E' previsto un
afflusso considerevole alle urne, dove si voterà con un sistema
elettorale con inusitati elementi proporzionali rispetto alla
tradizione maggioritaria britannica. I sondaggi danno i laburisti
vincitori delle elezioni sia in Scozia sia in Galles, ma le
dimensioni di questa affermazione dovrebbero rappresentare un
segnale importante per il governo Blair, nonché chiarire le
dimensioni delle spinte indipendentiste nelle due aree
interessate, in particolare in Scozia.
Ma il test elettorale ha dimensioni più ampie poiché domani si
vota anche in importanti elezioni amministrative che riguardano
oltre tredicimila incarichi in 362 amministrazioni locali: qui i
risultati sembrano meno acquisiti per i laburisti, soprattutto se
l'astensionismo eccederà le già forti previsioni (non oltre il
30% dei votanti). Elezioni importanti anche per il futuro del
capo dell'opposizione, il conservatore William Hague: i
conservatori, con poche possibilità di successo in regioni
tradizionalmente ostiche per loro come Scozia e Galles, devono
invece assolutamente invertire il pessimo risultato delle stesse
elezioni amministrative del 1995 (23% rispetto al 47% dei
laburisti).
6. FRANCIA Crisi politica per la
Corsica.
La crisi che ha portato alla sostituzione del prefetto
in Corsica rischia di coinvolgere anche gli equilibri politici
sul continente.
Alla vigilia della consultazione elettorale europea, il governo
Jospin si trova alle prese con una inaspettata crisi proveniente
dalla prefettura corsa e che coinvolge organi scelti dello Stato.
La rimozione del prefetto Bonnet e lo scioglimento dell'unità
dei supergendarmi accusati di aver incendiato volutamente un
ristorante ad Ajaccio non è servita a tacitare le opposizioni,
che, nel corso di una animata seduta all'Assemblea Nazionale,
avrebbero chiesto immediate ed esaustive spiegazioni al governo:
salvo le frange più estremiste non sono state avanzate per ora
richieste di dimissioni, ma forti critiche sono state mosse
all'operato governativo. In un momento nel quale tutti i sondaggi
di opinione premiavano l'esecutivo guidato da Jospin, la
ragnatela corsa sembra di nuovo aver invischiato un governo a
Parigi, a dimostrazione della irrisolta complessità della
questione corsa.
7. GRECIA Va bene la lotta
allinflazione.
Risultati incoraggianti nella riduzione
dell'inflazione, il principale ostacolo nel cammino di Atene
verso l'euro.
L'inflazione su base annua alla fine di aprile sarebbe scesa in
Grecia al 2,8%, secondo dati del Ministero dell'economia
nazionale. Si tratterebbe della prima volta da molti anni che
l'inflazione nel paese scenderebbe sotto il tre per cento e, se
confermato nei mesi prossimi, questo risultato rende più
realizzabile l'obiettivo principale del governo Simitis di
ridurre l'inflazione attorno al 2-2,5% entro la fine dell'anno.
La lotta all'inflazione è uno dei principali impegni delle
autorità di Atene sul cammino per giungere, entro il 2001,
all'adesione alla moneta unica europea. In effetti, del gruppo
dei paesi membri dell'UE attualmente escluso dal "Club
dell'Euro" (oltre alla Grecia, il Regno Unito, la Svezia e
la Danimarca) quello ellenico è l'unico che ne è fuori per non
aver centrato i noti parametri di Maastricht e non per sua libera
scelta, come nel caso degli altri tre.
8. TURCHIA Incarico per il
governo.
Il Primo Ministro uscente Ecevit incaricato di formare
il nuovo governo, il primo della nuova legislatura iniziata con
le elezioni del 18 aprile scorso.
Si tratta della nona volta che l'esperto leader politico turco
riceve tale incarico e da parte del Presidente Demirel si è
trattato di una sorta di atto dovuto, soprattutto a seguito dei
risultati elettorali del 18 aprile scorso. Il partito di Ecevit,
il DSP, ha infatti conquistato la maggioranza relativa al
Parlamento di Ankara. Nelle prime dichiarazioni pubbliche il
Primo Ministro incaricato, pur senza fornire indicazioni sulla
possibile formula di governo, ha parlato in un esecutivo
costituito da almeno tre partiti, escludendo l'eventuale
formazione di esecutivi di minoranza.
9. PARLAMENTO EUROPEO
Approvato Romano Prodi.
La nomina di Romano Prodi approvata a larga
maggioranza dall'Assemblea di Strasburgo. Con 392 voti a favore,
72 contrari e 41 astensioni il Parlamento Europeo ha approvato la
designazione di Romano Prodi alla presidenza della Commissione. I
maggiori gruppi parlamentari (in particolare quello socialista e
quello popolare) si sono espressi a favore della nomina del
neo-presidente, mentre i voti contrari provengono essenzialmente
dall'estrema sinistra e da parte della destra. Il successo di
Prodi era largamente preventivato, tuttavia l'ampia maggioranza
raccolta sul suo nome (superiore per esempio a quella che
ricevette il suo predecessore Santer) dovrebbe consentire al
nuovo capo dell'esecutivo comunitario di negoziare con i governi
degli Stati membri da una posizione di maggiore forza la
composizione della futura Commissione, che lo stesso Prodi si è
impegnato a completare e presentare durante la sessione
inaugurale della V legislatura del Parlamento Europeo il prossimo
20 luglio.
10 CINA Colloqui con lUE
sugli scambi commerciali.
Il vicepresidente della Commissione Europea sir Leon
Brittan a Pechino per colloqui con la dirigenza cinese
sull'accessione del paese asiatico alla WTO.
Il commissario britannico ha sottolineato come l'Unione da un
lato auspichi l'accessione della Cina all'Organizzazione Mondiale
del Commercio prima di novembre, quando dovrebbe iniziare il
nuovo ciclo di negoziati sul commercio internazionale già noto
con il nome di "Millenium round", ma dall'altro lato
ritiene che le richieste UE siano più che legittime. Queste in
particolare riguardano i dazi doganali (con richieste europee di
adeguate riduzioni per vari settori), i servizi (liberalizzazione
nel settore assicurativo, bancario e delle telecomunicazioni) e
maggiori libertà per gli studi legali operanti in Cina.
11. EURO - La valuta europea in ripresa.
Dopo aver sfiorato il minimo storico nei giorni
scorsi, l'euro appare in netta risalita sul mercato dei cambi
internazionali negli ultimi due giorni. Questa mattina a Wall
Street la moneta europea è tornata sopra alla soglia dell'1,07
dollari per euro.
12. BOSNIA ERZEGOVINA - La visita del
Presidente Scalfaro a Sarajevo.
Nonostante si trattasse di una visita non ufficiale e
che era la quinta volta che il Capo dello Stato si recava in
Bosnia, grande rilievo è stato dato al viaggio lampo del
Presidente Scalfaro a Saraievo, accompagnato dal Ministro delle
Difesa Scognamiglio, dal Sottosegretario Ranieri e dal Capo di
Stato Maggiore gen. Arpino.
Il Presidente è stato accolto all'aeroporto dai tre membri della
presidenza collegiale della Bosnia Erzegovina e si è
intrattenuto a colloquio in un clima definito di grande
cordialità. Il Capo dello Stato ha manifestati il proprio
apprezzamento per il mantenimento dell'armonia tra la popolazione
nonostante le guerra nella vicina Jugoslavia potesse provocare
una rinnovata esplosione di sentimenti e di atteggiamenti
diversi. Particolarmente intenso anche l'incontro del Presidente
Scalfaro con le unità italiane presenti nel paese nell'ambito
della SFOR.
31 luglio 1999 webmaster@euganeo.it |
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il collegio senatoriale
di Tino Bedin |