1. KOSSOVO A Bruxelles la conferenza dei paesi
donatori.
Organizzata dalla Commissione Europea e dalla Banca Mondiale, si è tenuta a
Bruxelles la conferenza dei Paesi donatori per il Kossovo. Per i bisogni più immediati
della popolazione sono stati stanziati 300 milioni di Euro, mentre l'azione umanitaria
delle Nazioni Unite e le spese dell'amministrazione civile ONU in Kossovo saranno
finanziate con 200 milioni e 44 milioni di dollari rispettivamente.
Quasi la metà degli aiuti d'emergenza di quest'anno, che serviranno soprattutto alla
ricostruzione delle 160.000 abitazioni danneggiate nella provincia, saranno versati dalla
Commissione. Per l'anno prossimo la Commissione ha stanziato 500 milioni di Euro.
L'opera di ricostruzione si presenta assai complessa perché non riguarda solo le
infrastrutture, che pur assorbiranno ingenti risorse, ma anche l'amministrazione civile e
il "tessuto" economico, in modo da far decollare la disastrata economia locale.
Già prima dell'inizio della guerra il reddito pro capite, secondo la Banca Mondiale, era
più basso di quello albanese (350 dollari nel 1995, il più basso d'Europa). La struttura
industriale della provincia si basa sull'industria pesante di proprietà statale, che
necessita di una profonda ristrutturazione a causa della bassa produttività. Pure da
riformare è il settore agricolo, che contribuisce ad un terzo del prodotto interno lordo
ed occupa la metà della popolazione.
2. JUGOSLAVIA Rugova chiede libere scelte per i kossovari. Il leader kossovaro Ibrahim Rugova è stato ricevuto ieri dal Presidente
D'Alema. Al centro dei colloqui la situazione politica della provincia: mentre la
comunità internazionale insiste per il mantenimento dell'integrità territoriale della
RFJ, il capo della Lega democratica del Kossovo, nel ribadire l'impegno alla creazione di
un Kossovo democratico, multietnico e integrato all'Europa, ha dichiarato che bisogna
"lasciare la porta aperta alle libere scelte dei kossovari".
Rugova ha anche ringraziato il Governo italiano per l'aiuto fornito alla popolazione della
provincia.
3. GRAN BRETAGNA Non ancora deciso il referendum per
leuro. La questione dell'adesione britannica alla moneta unica, discussa anche durante
il recente vertice italo-britannico, continua a mantenere la sua attualità nell'agenda
politica interna britannica. Nonostante le recenti prese di posizione del premier Tony
Blair, fortemente critiche degli "euroscettici" britannici, non è ancora stata
presa una decisione sulla controversa questione della data per il referendum sulla moneta
unica.
La strategia del Labour si basa probabilmente sullo spostamento della battaglia
sulla moneta unica ad una data più vicina a quella della decisione finale, nell'auspicio
che il previsto rialzo del tasso di cambio dell'Euro possa convincere una parte
dell'opinione pubblica sull'opportunità di entrare a far parte della moneta unica. Il
recente deprezzamento dell'Euro ha, infatti, compromesso le argomentazioni dei fautori
dell'adesione.
Risulterà fondamentale, nel determinare le strategie sull'adesione del partito laburista,
verificare la consistenza dello schieramento a favore dell'Euro. Quest'ultimo,
tradizionalmente costituito, in primo luogo, dal mondo dell'industria, ha recentemente
tratto forza dalle prese di posizione di esponenti della comunità finanziaria
internazionale, che hanno ammonito circa le difficoltà di effettuare investimenti diretti
in Gran Bretagna in assenza di adesione all'Euro.
Sull'altro fronte, quello dei Tories, non è da escludere un ulteriore indurimento
della tradizionale politica anti-euro che porti il partito a richiedere l'esclusione
definitiva della prospettiva dell'adesione della Gran Bretagna.
4. TURCHIA Possibile riavvicinamento allItalia. Positive le reazioni turche alla lettera del Presidente D'Alema in cui si
ricorda l'importanza sia dell'avvicinamento della Turchia all'Unione Europea che delle
relazioni bilaterali, da rilanciare tramite la tenuta di un incontro ad alto livello. Il
Primo Ministro Ecevit, durante una riunione con i parlamentari del suo partito, ha
dichiarato di considerare uno sviluppo positivo il messaggio del Presidente D'Alema,
mentre il Ministro degli Esteri Cem, parlando di "riavvicinamento" con l'Italia,
ha ventilato la possibilità di un incontro col Ministro Dini a margine del vertice di
Sarajevo.