SICUREZZA E DIFESA

La legge italiana sul commercio delle armi è all'avanguardia in Europa
È possibile approvare subito
l'Accordo di Farnborough
senza modificare la legge 185

Gli interventi del senatore Tino Bedin nelle commissioni Esteri e Difesa

Dal resoconto della seduta del 4 luglio 2002 delle commissioni riunite Esteri e Difesa del Senato, riportiamo gli interventi del senatore Tino Bedin.

Disegno di legge
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro tra la Repubblica francese, la Repubblica federale di Germania, la Repubblica italiana, il Regno di Spagna, il Regno di Svezia e il Regno Unito della Gran Bretagna e dell'Irlanda del Nord relativo alle misure per facilitare la ristrutturazione e le attività dell'industria europea per la difesa, con allegato, fatto a Farnborough il 27 luglio 2000, nonché modifiche alla legge 9 luglio 1990, n. 185,
approvato dalla Camera dei deputati

di Tino Bedin
segretario della Giunta per gli Affari europei del Senato

... Il senatore BEDIN ribadisce l'orientamento della sua parte politica, consistente nell'approvare l'Accordo di Farnborough senza modificare la legge n. 185 del 1990.
In particolare, per ciò che attiene al trattato di Farnborough osserva trattarsi di un accordo "europeo" nella sua dimensione politica, pur non coinvolgendo tutti gli stati membri dell'Unione e pur tenendo conto che la Politica europea di sicurezza e di difesa non è ancora completamente realizzata, ed inoltre sempre con tale accordo, promosso e sostenuto soprattutto dai governi di centro-sinistra, si individua nell'Europa la sede ineludibile per promuovere un sistema di sicurezza e di difesa moderno. Inoltre, sul piano interno, esso completa la legge n. 185 del 1990, rispetto ad uno dei suoi limiti oggettivi: e cioè la sua dimensione nazionale e la non previsione delle licenze globali di progetto. Tuttavia, la crescente integrazione dell'industria militare, nonché la nascita di coproduzioni, di società transnazionali e di joint venture rendono sempre più difficile quantificare e identificare la destinazione dei trasferimenti di parti e componenti che appartengono alle stesse società transnazionali.
Per ciò che attiene alle modifiche alla legge n. 185 del 1990, ricorda che L'Italia dispone in materia di una legge rigorosa e all'avanguardia in campo internazionale nel controllo del commercio delle armi. Sarebbe quindi necessario compiere un percorso inverso rispetto a quello prefigurato dal Governo. Il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica va infatti oltre l'Accordo, modificando in senso peggiorativo la legge n. 185 del 9 luglio 1990.
A tal riguardo osserva inoltre che, nella scorsa legislatura, il governo di centro-sinistra aveva presentato una proposta di modifica della legge n. 185 indipendente dall'Accordo e precedente rispetto a questo, a riprova di una non necessaria connessione tra le due questioni. Ricorda poi che l'uso dell'Accordo allo scopo di modificare la regolamentazione del traffico di armi rappresenterebbe un errore grave, non essendoci alcun rapporto tra la politica di pace che deve svolgere e che sta svolgendo l'Unione europea ed il segreto sulle transazioni creditizie e finanziarie o sull'uso finale delle armi, i quali peraltro possono ledere la stessa credibilità del trattato.
Qualora il Senato accettasse il testo approvato dalla Camera, ratificherebbe infatti la mancata conoscenza del valore del progetto, la mancanza del certificato di uso finale e le mancanza di informazioni sulle transazioni bancarie. Da tale consapevolezza ha peraltro preso avvio anche il vasto movimento di cittadini italiani che da mesi richiamano l'attenzione del Parlamento sul disegno di legge ed in particolare sulle modifiche alla legge n. 185 del 1990. L'opposizione ha avuto comunque un atteggiamento cooperativo durante l'iter parlamentare del disegno di legge presso la Camera dei Deputati, il quale richiede, come passo successivo e logico presso il Senato, quello di votare subito a favore dell'Accordo, e consentire successivamente, attraverso lo stralcio degli altri articoli, il completamento in maniera più approfondita dell'esame delle modifiche alla legge n. 185 del 1990. Ribadisce quindi l'intento della sua parte politica di procedere ad uno stralcio degli articoli che non riguardano la ratifica.

4 luglio 2002



 INTERVENTO IN DISCUSSIONE GENERALE

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26 settembre 2002
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