VECCHIAIA
I rapporti intergenerazionali sono frequenti e coinvolgono tutte le età
Non solo anziani in casa di riposo
Tre esperienze di AltaVita presentate al Tavolo della Terza Età di Padova


Nell'ambito delle iniziative del "Tavolo della Terza Età" promosso dall'amministrazione comunale di Padova, l'assessore ai servizi sociali Fabio Verlato ha organizzato venerdì 22 novembre alla Fornace Carotta una serata di presentazione di esperienze di rapporti tra le generazioni. Si è trattato di schematiche "segnalazioni" destinate sia a far conoscere le attività che in questo ambito Padova offre sia spunti di diffusione di buone pratiche. Tra gli interventi, quello di Tino Bedin, presidente di AltaVita, l'istituzione padovana specializzata nel sostegno alla longevità fragile.
Riportiamo lo schema della comunicazione.


di Tino Bedin presidente di AltaVita

Gli anziani di cui vi parlo sono persone fragili, che proprio per questa condizione vivono in residenze protette. I limiti derivanti dalla loro fragilità non costituiscono tuttavia un ostacolo ad un rapporto intergenerazionale. Ve ne darò alcuni esempi, né esaustivi né completi; piuttosto sono titoli di un approfondimento da fare insieme.
Prima, tuttavia, una veloce avvertenza: i rapporti intergenerazionali non riguardano solo giovani e vecchi. Anzi - nell'attuale fase sociale e demografica che richiede di impegnarci nell'invecchiamento attivo - risultano più decisivi i rapporti tra la generazione adulta e anziana con la generazione dei grandi vecchi e la generazione dei centenari.
Restiamo per ora al rapporto su cui è centrata questa serata, cioè quello tra le due ali dello schieramento demografico. Ho scelto tre esperienze, in quanto replicabili.

Servizio civile volontario in una Residenza per Anziani
Ha per titolo "Incontro tra generazioni: la conoscenza reciproca dà vita agli anni" il percorso di Servizio civile volontario, che attraverso il bando regionale, coinvolge da un quinquennio una decina tra ragazze e ragazzi all'anno.
Ai volontari del Servizio civile e agli Operatori di AltaVita che li affiancano sono proposti alcuni obiettivi:
- considerare la città nel suo complesso come un interlocutore nel quale sviluppare consapevolezza di una realtà sociale molto forte considerato che il numero degli anziani è in continuo aumento rispetto a giovani e bambini;
- permettere alle persone anziane di continuare a mantenere il più possibile il contatto con la loro città anche dopo il loro ingresso in Residenza (gli anziani verso la città);
- promuovere all'interno dell'Istituto momenti animativo-ricreativi organizzati in collaborazione con l'associazionismo padovano (la città entra in Residenza);
- promuovere all'interno della realtà giovanile il contatto con gli anziani per superare gli stereotipi e avvicinarli a questo mondo;
- programmare attività in riferimento al concetto di educazione permanente ed attente ai bisogni culturali e alle richieste degli anziani;
- i giovani volontari, nell'ambito della loro attività, oltre ad una formazione generale e specifica riguardante la loro scelta di volontariato, sono, inoltre, formati ai principi di solidarietà, di partecipazione, di ascolto delle persone anziane spesso bisognose di aiuto, ma anche capaci di trasmettere esperienze e valori della loro lunga esistenza;
- promuovere momenti di incontro anche individuali tra volontari e anziani privi di rete parentale.

Scout esploratori di un Mondo Nuovo
L'esperienza è frutto della collaborazione tra Palazzo Bolis e la parrocchia di Selvazzano Dentro. L'iniziativa è nata dall'idea di Daniele, diacono della parrocchia, che già partecipa alla vita del Bolis per il rosario e facendo visita agli ospiti in reparto, come risposta a due importanti bisogni: l'apertura al territorio e l'incontro intergenerazionale.
L'esperienza sta facendo vivere in modo continuativo a due ragazzi scout per volta un "nuovo mondo", ovvero la realtà di una comunità formata esclusivamente da persone anziane nella maggior parte fragili. Per i giovani è l'occasione per venire a contatto con una realtà sconosciuta o comunque poco nota. Essi vi entrano dentro: con la collaborazione del personale di AltaVita condividono infatti attività di socializzazione e animazione e ricevono dagli anziani stessi riconoscenza e soddisfazioni. Da parte loro gli anziani hanno l'opportunità di lasciarsi coinvolgere dalla freschezza e dalla vivacità dei ragazzi, ma soprattutto di poter essere per loro una valida risorsa, sentendosi utili con il proprio bagaglio di ricordi, di conoscenze e di esperienze.

L'Orto delle Generazioni
In queste settimane AltaVita sta definendo il progetto dell'Orto delle Generazioni che sarà realizzato nella prossima primavera nel Centro servizi Beato Pellegrino.
La coltivazione di ortaggi da parte di anziani è già in corso da due stagioni al Centro diurno Casa Famiglia Gidoni di Terranegra con buoni risultati dal punto di vista agronomico, ma soprattutto cognitivo. Per questo si è pensato di farla diventare un'attività stabile nel centro servizi Beato Pellegrino. Si è partiti da una constatazione: le mani di un'anziano in carrozzina e le mani di un bambino sono alla stessa altezza; quindi: dovendo realizzare delle "gombine" rialzate accessibili agli anziani, ne abbiamo immediatamente immaginato l'utilizzo anche da parte di bambini.
La proposta è stata fatta al Primo istituto comprensivo "Petrarca" di Padova, che ha individuato in alunni di classi prime e terze delle elementari "De Amicis" e "Cesarotti Arria" i protagonisti di questo percorso educativo.
In questo momento siamo nella fase della co-progettazione. Significa che disegno, forma e strumenti sono decisi insieme da AltaVita e Scuola. L'Orto delle Generazioni sarà fin dalla progettazione un'esperienza intergenerazionale e la sua realizzazione deve essere funzionale all'utilizzo sia contemporaneo sia distinto delle due generazioni.
Passo successivo sarà il coinvolgimento degli Istituti agrari di Padova (studenti e docenti) per la scelta delle coltivazioni e per la formazione dei coltivatori sia bambini sia anziani.
L'Orto delle Generazioni sarà realizzato bene in vista su via Beato Pellegrino, in modo da attirare l'attenzione di chi passa lungo la strada e invogliare ad entrare ed assistere al lavoro di coltivazione, completando così il legame intergenerazionale con la popolazione adulta.

Dall'assistenza alla formazione
Come ho premesso, ho scelto solo tre esempi, anche se le esperienze sono molteplici. Tutti questi scambi intergenerazionali nascono dal desiderio di prestare assistenza e sostegno alla longevità fragile. Quasi sempre si traducono in percorsi di formazione per i protagonisti stessi. Formazione umana. La catechesi attraverso il servizio agli anziani è un'attività continuativa a Palazzo Bolis con la parrocchia di Rubano. Al Beato Pellegrino svolge attività formativa il Movimento Studenti di Azione Cattolica, con l'assistente don Stefano Manzardo. Esperienze specifiche e strutturate di rapporto con gli anziani sono vissute dalla Comunità di Sant'Egidio, in particolare attraverso i Giovani per la Pace.
Formazione professionale. L'Istituto Leonardo da Vinci - studenti delle classi Prime e Terze - svolge presso il Beato Pellegrino laboratori creativi, nell'ambito della loro formazione professionale, rivolti direttamente agli anziani residenti nel Centro servizi; partecipano anche a laboratori degli anziani, come quello semi-permanente durante l'anno della confezione di pigotte per l'Unicef. Volontari Formazione alla longevità. San Vincenzo, Avo, Auser sono presenti continuativamente: i volontari vanno dai 28 agli 80 anni. La maggior parte sono persone formalmente anziane, cioè uscite dal ciclo produttivo. Il loro servizio diventa anche "appredistato" per la longevità personale.
Ciò vale anche per i familiari dei residenti e dei frequentanti. Essi toccano con mano la fragilità dell'età. Si tratta di un peso affettivo e di un peso esistenziale, ma in molti genera anche la proiezione la proiezione sul proprio futuro, diventa scuola di vecchiaia. Per questo AltaVita ha esteso il servizio psicologico anche ai familiari dei propri anziani. Un servizio specifico è stato attivato al Centro diurno Casa Gidoni: ogni terzo venerdì del mese tutto lo staff è a disposizione dei familiari per condividere il tempo familiare dell'anziano, oltre a quello nel Centro.
I Centri di AltaVita sono infine luoghi di "esibizione" di molti gruppi, in particolare scolastici, studenteschi ed universitari. Si tratta di scambi puntuali, anche se quasi sempre ciclici. Sicuramente restituiscono alla persona anziana la dimensione delle generazioni che hanno vissute.Ma anche in questo caso aiutano a capire la longevità: alcuni di questi gruppi sono diventati essi stessi anziani, penso all'orchestra gogliardica Vitaliano Lenguazza, e possono quindi dialogare con una specifica attenzione con persone di poco più vecchie di loro.

22 novembre 2013


4 dicembre 2013
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Tino Bedin