VECCHIAIA
La Festa della Liberazione per gli anziani
Un giorno della loro vita è diventato una data della storia
All'alza-bandiera nel giardino dell'Ira di Padova hanno partecipano i giovanissimi della Guizza


di Tino Bedin presidente dell'Ira

Tutti hanno cantato "Fratelli d'Italia": chi non ha potuto farlo con la voce, ha intonato l'Inno nazionale con le labbra o con le mani o anche solo con gli occhi. La Festa della Liberazione è stata un appuntamento largamente condiviso nel cuore delle Persone che vivono all'Istituto di Riposo per Anziani di Padova. Non poteva essere diversamente: il 25 aprile 1945 per questi anziani non è solo una festa nazionale; è prima di tutto una data della loro vita; contiene ricordi, è ricca di speranze, misura la distanza tra giovinezza e vecchiaia che è riempita di volti e di nomi.

La storia raccontata da mons. Gios. Lo si è visto molto bene durante il momento centrale delle celebrazioni del 25 Aprile all'IRA: la conferenza di mons. Pierantonio Gios sulla partecipazione del clero padovano alla Resistenza ed in particolare alla fase conclusiva della guerra con i molti rischi che proprio in quelle settimane ha corso la popolazione civile sia nella città di Padova che nei paesi della provincia e della diocesi.
Mons. Gios è un profondo conoscitore di questa materia, alla quale ha dedicato numerose pubblicazioni, sia documentarie che di approfondimento. È bastato che mons. Gios citasse il nome di qualche prete, oppure che nominasse un paese o un quartiere di Padova per suscitare la "partecipazione narrativa" degli anziani che gremivano la sala polivalente di via Beato Pellegrino. Silenzi di rifugi sotto gli argini del Bacchiglione, rumori di truppe tedesche pronte a fare strage a Dolo, voci di giovani preti che rassicurano la loro gente: solo particolari di centinaia di pellicole per nulla sbiadite, al centro di ciascuna delle quali c'è comunque la propria famiglia, la mamma e il papà, il fratello in Albania, lo zio in Russia...
È venuto dunque spontaneo il brindisi che ha concluso i vari momenti della celebrazione di questo 25 Aprile, nel quale "continua la Festa della libertà", come abbiano titolato l'insieme degli appuntamenti. Si è brindato contemporaneamente alla propria vita e alla libertà collettiva.
Il filo conduttore di questi appuntamenti - oltre all'Inno nazionale - è stato un film: "Il Generale Della Rovere" di Roberto Rossellini. Vittorio De Sica, il protagonista, ha di nuovo incantato tutti gli spettatori. In via Beato Pellegrino, come in via Guido Reni, come al Pensionato Piaggi gli Ospiti hanno voluto vedere il film integralmente, in due puntate, e non in edizione condensata.
È accaduto anche a Casa Famiglia Gidoni, il Centro diurno che l'IRA ha da poco aperto a Terranegra e dove la Festa della Liberazione è stata vissuta per la prima volta. Qui la celebrazione oltre agli ospiti ha coinvolto anche un buon gruppo di anziani che abitano nel quartiere, secondo lo stile specifico di Casa Famiglia Gidoni, che punta a mantenere gli anziani non autosufficienti nel tessuto familiare e di quartiere.

Una lezione di catechismo. Rapporto sempre efficace anche nelle Residenze. Per il canto conclusivo dell'Inno nazionale, proprio nella giornata del 25 Aprile gli anziani Ospiti dell'IRA hanno potuto contare anche sui... polmoni di un folto gruppo di ragazzini e dei loro educatori. Alla cerimonia ufficiale dell'alza-bandiera nel giardino di via Beato Pellegrino hanno infatti partecipato i giovanissimi della scuola di catechismo della Parrocchia dei Santi Angeli Custodi della Guizza, uno dei quartieri più popolosi di Padova.
Quasi un centinaio di persone (bambini e ragazzi, catechisti, genitori, suore) hanno passato l'intera mattina del 25 aprile con gli anziani di via Beato Pellegrino, guidate dal loro parroco don Sandro De Paoli. Nell'itinerario formativo dei ragazzi della Guizza, ogni anno don Sandro inserisce quello che egli chiama "un piccolo pellegrinaggio". Negli anni scorsi erano stati alla Basilica del Santo e al Santuario di San Leopoldo. Quest'anno sono venuti in pellegrinaggio tra gli anziani.
Davvero un accostamento che aiuta a riflettere. Andare pellegrini in una chiesa come in una casa di riposo, aiuta i ragazzi che apprendono il rispetto, anzi la "devozione" che si deve alle persone la cui vita dipende in diversa misura da altri. Essere luogo di pellegrinaggio, aiuta l'IRA ad essere all'altezza di questa sfida: richiamando l'intitolazione della parrocchia della Guizza ai Santi Angeli Custodi, ho invitato i ragazzi ad aprire gli occhi e ad individuare quanti angeli custodi riuscivano a scoprire quella mattina accanto alle persone anziane che erano venuti ad incontrare.

2 maggio 2009


23 agosto 2009
ve-047
scrivi a
Tino Bedin