VECCHIAIA
Man mano che aumenta l'età media, sempre più ci si trova di fronte a popolazione di disabili
Ammalati di vecchiaia metà degli ultraottantenni
L'ospitalità in residenza sanitaria assistenziale è evidentemente più costosa di quella in casa di riposo


di Tino Bedin

Il progressivo aumento della popolazione anziana è una constatazione e - quello che più importa - una consapevolezza collettiva. Fermarsi qui però non basta a fare scelte sia familiari che comunitarie. Aggiungiamo, ad esempio, che l'aumento delle classi d'età avviene ad un ritmo che supera quello della crescita della popolazione anziana generale. Notiamo, in particolar modo, che cresce la quota di ultrasettantacinquenni, i cui livelli di disabilità richiedono la realizzazione di una rete idonea di servizi assistenziali socio-sanitari.
Mentre la società camminava e cammina verso la consapevolezza, gli anziani si sono dunque messi a correre, costringendo all'inseguimento famiglie, enti locali, finanza pubblica, servizio sanitario, istituzioni come l'IRA a Padova, volontariato. Tutti arrancano oggi dietro l'accelerazione impressa dagli anziani.

Più cure e più assistenza. Per restare a Padova, cito due momenti di recenti trasformazioni dei servizi alla persona anziana.
Il rafforzamento (anzi in molti casi, la creazione) dell'assistenza domiciliare integrata era parsa la strada maestra dal punto di vista del rispetto delle persone, del mantenimento dei legami parentali; interessante e decisiva essa era sembrata anche nella distribuzione delle risorse economiche pubbliche.
La chiusura dell'ospedale geriatrico di Padova - al di là degli aspetti organizzativi - rientrava nella volontà di non codificare la vecchiaia come malattia; la vecchiaia come "terza età" - si è sostenuto - non ha bisogno di strutture specifiche ma di specializzazioni dentro la sanità generale come avviene per la prima e la seconda età. Si era pensato che il miglioramento delle condizioni dello stato di salute potesse fare da contraltare all'aumento numerico e alla longevità.
Senza scendere nei particolari operativi e gestionali delle due trasformazioni, sul piano sociale e culturale si è trattato e si tratta di due indirizzi validi, che hanno prodotto innovazione nei servizi e anche maggiore integrazione.
Solo che man mano che aumenta l'età media, sempre più ci si trova di fronte a popolazione di disabili, popolazione che presenta indubbiamente un aumento quantitativo di bisogni. Insomma il costante aumento della popolazione anziana, ha come prima conseguenza quella di accrescere il numero di persone non autosufficienti, che necessitano, sia di cure sanitarie, che di assistenza per quanto riguarda le attività quotidiane.

La non autosufficienza causata dall'età. Aumentano anche le patologie croniche dell'anziano, la cui prevalenza rispetto alle altre malattie ha subito un aumento addirittura del 50 per cento in soli 10 anni. Un'indagine sulle "Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari" realizzata dall'Istat ha stimato che tra le persone tra i 70 e i 74 anni la quota di popolazione con disabilità è del 9,7 per cento, e raggiunge il 44,5 per cento (35,8 per gli uomini e 48.9 per le donne) tra le persone di 80 anni e più. La condizione di non autosufficienza, dunque, risulta inevitabilmente legato all'allungamento della vita, essendo in molti casi la diretta conseguenza dell'avanzare dell'età.
Sempre utilizzando dati Istat sulla disabilità, è possibile stimare che nel territorio dell'Ulss 16 di Padova siano presenti almeno 20 mila persone non autosufficienti, tre quarti dei quali anziani.
Sono eloquenti anche i dati delle valutazioni di ingresso in case di riposo: se ne ricava che oltre tre su quattro delle persone valutate, per cui è stato formulato un progetto di tipo residenziale, presentano un deterioramento dello stato cognitivo e/o disturbi del comportamento, almeno sei su dieci non sono in grado di spostarsi autonomamente ed oltre otto su dieci non è in grado di deambulare. La necessità di assistenza nelle comuni attività quotidiane riguarda quasi nove anziani su dieci.

L'esplosione dei bisogni. Insomma tra le persone che decidono di vivere stabilmente in residenza protetta è sempre maggiore il numero di soggetti con grave dipendenza, e confusi deambulanti, che presentano importante carico di tipo assistenziale. E si tratta di un di aumento straordinario, che in appena cinque anni ha raddoppiato nelle residenze protette dell'Ulss di Padova i residenti con gravi problemi di tipo sanitario.
Assistere anziani dipendenti di elevate età non è la stessa cosa, sia dal punto di vista sociale che da quello biologico ed organizzativo, che assistere anziani dipendenti in età più "giovanili", anche se lo si fa per un tempo minore. L'ospitalità in residenza sanitaria assistenziale è evidentemente più costosa di quella in casa di riposo. Si era pensato che l'aumento dei servizi domiciliari avrebbe potuto far ridurre la domanda di ospitalità, e si potessero così bilanciare le risorse pubbliche e volontarie destinate a questa parte della popolazione. Non sta andando così e bisogna prenderne atto.

2 agosto 2009


16 agosto 2009
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