di Tino Bedin
Sono passati due anni dall'inizio dell'applicazione della nuova normativa regionale per l'accesso nella case di riposo. Dal luglio del 2007 la "titolarità" della residenza è passata dalle case di riposo ai singoli anziani. Le quote riconosciute alle strutture sono state trasformate in impegnative a disposizione dei cittadini.
L'impegnativa di residenzialità è un titolo rilasciato dall'Ulss di appartenenza del cittadino, per poter avere l'accesso alle prestazioni sanitarie nelle aree residenziali indicate dalla Regione Veneto in base alle normative vigenti e le relative convenzioni stabilite da tali normative. L'impegnativa di residenzialità può essere utilizzata esclusivamente per servizi residenziali convenzionati o accreditati.
Meccanismo da completare. In linea di principio si vuole offrire al cittadino il beneficio di poter scegliere e valutare quale servizio risponde meglio alle specifiche esigenze tra un'ampia gamma. In pratica il meccanismo non dà ancora questi vantaggi agli anziani e alle loro famiglie: la ricerca dell'equilibrio tra la libertà di scelta e la pari opportunità tra cittadini è tuttora in corso con alcuni problemi sia per le famiglie che per le case di riposo.
Va comunque osservato che finora il dibattito pubblico, anche politico, sulle impegnative di residenzialità ha riguardato più il loro numero che la loro qualità. Specialmente in alcune Ulss si è sostenuto e si sostiene che il numero di impegnative è inferiore sia all'offerta effettiva sia ai bisogni.
La polemica sul numero è stata facilitata dal fatto che giornalisticamente (ed anche politicamente) la sfida contenuta nel nuovo sistema di impegnative di residenzialità è stata a suo tempo evidenziata soprattutto nei contenuti alberghieri.
Più protezione sanitaria. Sono personalmente un convinto sostenitore che la qualità della residenza e la qualità della vita di relazione che vi si riesce a creare sono decisive nella vita degli anziani e nella vita del personale. Ma un'altra, decisiva sfida riguarda la componente sanitaria. A me pare, dunque, che uno dei punti essenziali su cui confrontarsi sia il valore organizzativo ed assistenziale delle cure sanitarie ricevute dai residenti nelle case di riposo.
Strutture adibite alla residenzialità extra ospedaliera, come l'Istituto di Riposo per Anziani di Padova, che offrono assistenza sanitaria accompagnata da un alto livello sia di protezione sia di servizi alberghieri, rappresentano una risposta essenziale ai diversi bisogni delle persone anziane non autosufficienti, non assistibili a domicilio.
In molte situazioni questa presenza non è tuttavia in grado di soddisfare la richiesta di aiuto che viene dalle famiglie, in conseguenza dei mutati criteri di attività del servizio ospedaliero. Siamo infatti in presenza di crescenti dimissioni dalle strutture sanitarie di pazienti anziani non ancora stabilizzati, con importanti co-morbilità, o che necessitano di assidui controlli sanitari anche a causa di tracheotomie, PEG, ossigeno terapia, ventilatori meccanici, ecc.
Per questo l'IRA si è candidato alla creazione al proprio interno di un nuclei a maggior assistenza sanitaria con l'obiettivo di fronteggiare necessità assistenziali e sanitarie complesse e di ridurre il peso delle famiglie nella fase post urgenza ospedaliera. Si tratta di una risposta socio-assistenziale con l'adeguamento dello standard di personale sanitario, riconvertendo alcune figure sociali scarsamente utilizzabili, potenziando la consulenza specialistica.
Allargare la spendibilità. Un secondo tema di confronto, sempre in merito alla nuova disciplina delle impegnative di residenzialità, riguarda il contenuto della loro spendibilità.
La personalizzazione della scelta non si esprime infatti esclusivamente nella capacità (ancora teorica) di scegliere la casa di riposo più rispondente alle proprie attese. Questa personalizzazione dovrebbe potersi esprimere anche nella scelta di come spendere l'impegnativa: trattandosi di una impegnativa sanitaria, essa dovrebbe eventualmente poter essere spesa anche in un centro diurno oppure ad integrazione del servizio infermieristico a domicilio.
Se la spendibilità viene allargata e variata, anche l'impegnativa può favorire l'integrazione tra servizi residenziali per persone non autosufficienti e servizi domiciliari, favorire la prevenzione ai diversi livelli, consentire la presa in carico e la gestione personalizzata dei percorsi assistenziali per le malattie croniche, promuovere la riabilitazione.
È proprio la rapida evoluzione della popolazione anziana che richiede un'integrazione socio-sanitaria. Servizi residenziali e domiciliari devono procedere integrando competenze e abilità, favorendo quindi un'assistenza sociale e sanitaria che consideri il reale peso rappresentato dalla non autosufficienza per età.
19 luglio 2009
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