VECCHIAIA
Accanto a tutti i membri di ogni famiglia
Amministrare un Centro servizi per Anziani: problemi, risorse, prospettive
La vita delle persone anziane, con le difficoltà che spesso manifesta, è una grande questione comunitaria del nostro tempo


L'Ammininistrazione provinciale di Padova ha organizzato sabato 14 marzo 2009 un convegno sul tema "Case di riposo: dall'Accreditamento all'Eccellenza", nel quale ha messo a confronto organizzazioni di familiari di anziani, case di riposo e sanità pubblica. Tra i relatori, il presidente dell'Istituto di riposo per Anziani di Padova, Tino Bedin, che ha presentato la comunicazione sul tema "Amministrare un Centro servizi per Anziani: problemi, risorse, prospettive".
Pubblichiamo il testo dell'intervento del senatore Tino Bedin.

di Tino Bedin presidente IRA Padova

Espressione del massimo di autonomia esistenziale, tutela dello stato di salute globale, continuità di esperienze di vita: vivere all'Istituto di Riposo per Anziani di Padova ha queste ambizioni sia per le persone anziane che vi abitano, sia per le persone che le hanno a cuore: personale dell'IRA o familiari.
Queste ambizioni sono verificate e si realizzano quotidianamente nei servizi che costituiscono l'essenza dell'IRA.

"Amministrare" bisogni e speranze". L'Istituto è anche struttura recettiva; è anche organizzazione; è anche patrimonio; è anche storia di una comunità. Ma l'IRA è prima di tutto e sopra di tutto il servizio che presta: è per questo che esiste.
Amministrare un istituto come questo significa farlo funzionare per quello che serve, non per se stesso. Ce lo indica bene anche il tema scelto per questo convegno: se traduciamo i due termini tecnico-burocratici di Accreditamento ed Eccellenza, in Posto-letto e Vita cogliamo compiutamente la sfida contenuta nell'amministrare una istituzione per la grande età.
Questo è uno dei messaggi che mi permetto di affidarvi. Proprio per la sua natura comunitaria (preferisco questa dizione rispetto a pubblica, essendo un'istituzione la nostra come le altre derivate prevalentemente dalla beneficenza comunitaria e poi affidate alla struttura pubblica), amministrazione l'Istituto di Riposo per Anziani vuol dire principalmente perseguire il benessere delle persone che ci vivono; e questo obiettivo è prevalente rispetto alla conservazione dell'istituto stesso. Non avrebbe senso tenerlo in vita se non "amministrasse" i bisogni e le speranze della comunità padovana e dei suoi anziani non autosufficienti.
Ringrazio l'assessore Massimo Giorgetti di essersene fatto carico. Come dirò più avanti, la vita degli anziani non autosufficienti non è ancora una "questione pubblica"; è già dunque importante che se ne parli in una sede istituzionale e rappresentativa quale è la Provincia di Padova.

Dalle "buone pratiche" alla Carta dei servizi. L'Istituto, consapevole dell'importanza del servizio erogato alle persone, ha iniziato nel 2000 il processo per la certificazione di conformità del Sistema Qualità alla norma UNI EN ISO 9001:2000, che è stata ottenuta per la prima volta nel giugno del 2002.
Oggi, la certificazione è relativa a ciascuna delle Residenze del Quartiere residenziale Ira di via Beato Pellegrino (Rose, Mimose, Fiordalisi, Tulipani) e al Pensionato Piaggi. Sono certificati anche i servizi Sociale, Psicologico, Logopedico, Riabilitativo, Educativo-animativo, di Ristorazione e Dietetico. Specifica certificazione hanno ottenuto l'Area tecnica, l'Area economico-finanziaria, la Gestione risorse umane e la Lavanderia.
La Certificazione del sistema qualità dell'IRA è diventata nel corso del 2008 anche uno strumento di trasparenza: le "buone pratiche" organizzative e gestionali sono state infatti inserite nella nuova edizione della Carta dei Servizi dell'IRA e assumono così il valore di un impegno vincolante che l'Istituto di Riposo per Anziani di Padova si assume nei confronti dei propri Residenti e dei loro Familiari.
La "misura" della qualità è ora determinata sia dal confronto con gli standard previsti dalla Certificazione sia dal riscontro che ne danno gli utenti dei singoli servizi e di ciascuna Residenza nel suo insieme. Poiché sono stati elencati anche standard di qualità specifici e "misurabili", questo riscontro avviene quotidianamente, nel momento stesso in cui il servizio è prestato. In questa maniera la stessa Carta dei Servizi diventa uno degli strumenti attraverso i quali si mantiene elevato lo standard di qualità dell'Istituto, consentendo un monitoraggio quotidiano ed un allineamento immediato al variare delle esigenze.

Il Servizio Ristorazione non produce solo alimenti. In un ambiente come l'IRA la "misura della qualità" è comunque la persona dell'Ospite, la singola persona una per una, nella convinzione che la procedura con cui si vive accanto alle persone di grande età è un vestito su misura, non un pret-a-porter con qualche adattamento. Nasce da questa consapevolezza la scelta di operare per obiettivi e risultati e non per prestazioni.
Porto come esempio il servizio di ristorazione, sia sottolineare che questa scelta di operare per obiettivi comprende l'intera vita dell'Istituto, ma anche per indicare una consapevolezza dell'IRA: la qualità della vita deve essere fatta in una residenza protetta dalle stesse componenti che la realizzano nella residenza personale, dove il cibo e la sua assunzione sono una componente decisiva del benessere.
L'IRA ha fatto la scelta di un proprio servizio di ristorazione. Dispone di uno staff di cucina composto da una ventina di addetti, tra cui 9 cuochi professionisti. Per il servizio in tavola lo scorso anno abbiamo sviluppato un progetto con l'Istituto Alberghiero di Abano Terme, allo scopo di professionalizzare anche la distribuzione. La finalità del servizio di ristorazione non è quella di produrre un certo numero di pasti al giorno, ma quello di tenere vivo gusto e appetito, in modo da arricchire la giornata di attese e di sapori.
È possibile? La risposta è sì. Ripeteremo anche quest'anno un'esperienza di "filiera corta" che abbiamo introdotta nelle varie stagioni del 2008 con la collaborazione della Federazione provinciale Coltivatori diretti di Padova e di alcune aziende associate. Il valore non è solo nella indubbia qualità e freschezza degli alimenti, ma soprattutto nella esperienza di sapori e colori ritrovati, che stimolano la memoria ed il confronto.
La ristorazione si integra così con il servizio di psicologia ed il servizio di animazione; così come per un numero importante di anziani residenti si integra con il servizio medico e logopedico: sono ben 170 i menù individualizzati che lo staff di cucina dell'Ira propone ogni giorno, con una ciclicità che evita l'assuefazione e quindi l'inappetenza.
Nella predisposizione dei menù intervengono dunque le dietiste ed il cuoco coordinatore, ma anche il medico del reparto e l'Equipe professionale Multidisciplinare hanno un compito decisivo.

Immersi in un ambiente "pensato". Quello che ho detto del servizio di ristorazione - ma ciascuno dei servizi dell'Ira può prestarsi a questo - evidenza che il rispetto di standard gestionali, ed ora di impegni pubblici presi con la Carta dei servizi, è dunque lo strumento necessario ma non sufficiente per la misura della qualità dell'Ira.
Qui la qualità ambisce a diventare esperienza di vita. Lo conferma l'Indagine sulla percezione della qualità della vita da parte di anziani istituzionalizzati, che è stata condotta all'IRA dalla Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell'Università di Padova e che abbiamo pubblicata e diffusa nel 2008. Ne emerge, ad esempio, che oltre il 43 per cento delle persone che hanno partecipato all'indagine si "sentono meglio" di quanto sulla loro salute certificano i medici curanti. A conferma che la qualità della vita non è la somma di dati statistici, ma l'esperienza soggettiva.
Vi contribuiscono le situazioni più diverse. Cito, anche in questo caso come esempio non convenzionale, la "cura" che l'IRA dedica agli ambienti, in modo che ogni luogo appaia accogliente, "pensato", amato. Nel corso del 2008 sono state ridipinte tutte le Residenze della Sede di via Beato Pellegrino, accrescendone luminosità e freschezza: anche questo contribuisce alla percezione di una qualità di vita complessiva sia nei Residenti che possono spostarsi all'interno dell'Istituto, sia nei loro familiari.

La "vita buona" delle Persone che ci lavorano. Decisivo per la "misura della qualità" nella dimensione esistenziale resta nella vita dell'IRA il personale. Anzi nel caso delle Persone che lavorano all'IRA questa qualità diventa addirittura doppia: riguarda infatti sia la qualità del servizio prestato sia la qualità della vita del personale stesso. Quest'ultimo aspetto rischia a volta di passare in secondo piano, rispetto al primo, in quanto l'accento va naturalmente sulle persone più "fragili". L'IRA ha invece da sempre puntato anche sulla qualità di vita del proprio Personale nella convinzione che un lavoro bene accettato produce una qualità superiore. Vanno in questa direzione i corsi di aggiornamento professionale che hanno registrato nel corso del 2008 una straordinaria frequenza. Ha avuto lo scopo di riduzione dei rischi professionali il corso sulla movimentazione dei carichi cui hanno partecipato gli Operatori addetti all'assistenza.
Nel corso del 2009 il filo conduttore dell'aggiornamento professionale è stato individuato sulla base delle risposte ad un questionario diffuso tra le Persone che lavorano all'IRA. Lo abbiamo raccolto sotto il titolo "Cuore e mente per la vecchiaia".
Il filo conduttore è appunto la conoscenza del cuore e della mente delle persone che vi risiedono con lo scopo primario di consentire la loro massima funzionalità. Poiché cuore e mente costituiscono l'essenza della persona, la riflessione coinvolge inevitabilmente l'umanità di chi condivide professionalmente la vita degli anziani.
Anche in questo impegno formativo, come in tutte le attività che quotidianamente tutti i settori dell'IRA svolgono, l'ambizione è di trasformare le "buone pratiche in "vita buona".

L'alimentazione su misura: necessaria e costosa. Ritorno alla ristorazione e a quel dato che ho citato: i 170 menù personalizzati giornalieri prodotti dalla cucina dell'IRA.
Vediamo cosa esprimono dal punto di vista gestionale.
L'IRA è la maggiore istituzione pubblica di assistenza della città di Padova; opera nel settore degli Anziani dal 1821. Gestisce strutture residenziali protette dove risiedono complessivamente 564 anziani: 118 autosufficienti e 446 non autosufficienti; di questi ultimi 326 usufruiscono di servizi ad intensità assistenziale ridotta (1° livello) e 120 di servizi ad intensità assistenziale media (2° livello).
Questi dati ci dicono che quasi 4 anziani non autosufficienti su 10 traggono un vantaggio esistenziale (fisico e psicologico) da un'alimentazione su misura. Questo ha chiaramente un costo.
Ed è qui, in questa situazione generalizzabile all'intera vita - non tanto nel menu personalizzato - il nodo finanziario della condizione della grande età in residenze protette.
All'inizio di ogni anno, in concomitanza con la discussione e l'approvazione del bilancio della Regione Veneto, partecipiamo ad un confronto-scontro sull'adeguamento della quota regionale di residenzialità ai costi ed il riferimento è tradizionalmente fatto all'inflazione (programmata, reale o di settore, a seconda delle parti in causa). Certamente questo è un tema essenziale, specie se succede come quest'anno, quando le quote regionali di residenzialità sono state adeguate al 2 per cento, di fronte ad un'inflazione di settore attorno al 3,7 per cento e a rinnovi contrattuali già contabilizzabili oltre il 3 per cento.
Ma anche se la Regione fosse nelle condizioni di riconoscere l'intera inflazione di settore e magari di recuperare progressivamente il deficit di adeguamento accumulato negli anni, non avremmo affrontato in maniera decisiva il nodo finanziario.

Spostamento di prestazioni dalla Sanità alle famiglie. Sui costi di esercizio delle istituzioni per anziani incidono ovviamente gli aumenti che colpiscono anche le famiglie (in particolare nel 2008 su alimentari ed energia), ma l'aumento maggiore si ha per il servizio specifico dell'IRA e deriva dalla sempre più elevata età delle Persone Ospiti e dal conseguente carico assistenziale e sanitario che esse comportano; carico che deriva anche dalla riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale che continua a ridurre drasticamente le prestazioni ospedaliere e a collocare fuori dell'ospedale (in case di riposo o nelle rispettive abitazioni) persone anziane che fino a qualche anno fa sarebbero state assistite in Ospedale Geriatrico o comunque in reparti di Geriatria.
La Regione Veneto non ha finora riconosciuto questo spostamento di prestazioni dal punto di vista finanziario e ciò comporta un crescente peso per le famiglie sia per l'assistenza diretta sia per l'affidamento a strutture protette. I numeri sono più eloquenti delle parole.
Secondo una recente rilevazione all'IRA tra le 446 persone non autosufficienti che ci vivono ben 299 hanno da 81 anni ad oltre 100; quelle che hanno meno di 70 anni sono appena 39. Vuol dire che quasi 7 persone su 10 hanno un'età molto grande.
Questo succede ovviamente per l'aumento della vita media. Ma succede anche perché le famiglie puntano a convivere il più a lungo possibile con la persona anziana. Solo nel momento in cui l'affiancamento richiede un'attenzione psicologica ed un'organizzazione non sostenibile in casa, si chiede il sostegno di una residenza protetta, senza comunque - generalmente - abbandonare l'affiancamento.
Allungamento dell'età media e spostamento sempre più in avanti dell'ingresso in casa di riposo sono due fatti positivi. In questa fase di assestamento andrebbero seguiti da politiche pubbliche e comunitarie importanti in modo da consentire alle famiglie, alle strutture e a tutta la società di attrezzarsi per valorizzarle a pieno.
Questo per ora non avviene e la conseguenza negativa si ha sia sulle famiglie sia sulle istituzioni per anziani.
Per queste ultime non c'è solo la costrizione a prendere atto dell'inadeguatezza della risposta finanziaria pubblica.

Una condizione di "finanza derivata" per i Centri per Anziani. Si è anche determinata una condizione di "finanza derivata" nella quale l'IRA - come gli altri prestatori di servizi agli anziani - è stato progressivamente condotto dalle scelte economiche regionali. In buona sostanza l'IRA è messo dalla Regione nelle condizioni di erogare un servizio prefissato dalla regione e dalle Ulss, secondo standard non contrattabili, addirittura senza la possibilità di individuare i destinatari del servizio sulla base della propria organizzazione interna. Lo stesso ente fissa anche annualmente l'ammontare del rimborso agli utenti per le stese sostenute. La Regione cioè predetermina sia il servizio sia il prezzo del servizio. Si tratta di un prezzo che è sempre meno rapportato al costo del servizio stesso sopportato dalle Case di riposo per conto degli utenti.
È del tutto evidente la rigidità che si crea per i bilanci di Enti che non dispongono di nessuna "leva" finanziaria, il cui patrimonio è soggetto - giustamente - a controllo regionale, il cui personale ha contratti non di settore ma riferiti a quello più generale degli Enti locali, con ricadute - solo per fare due esempi - sui congedi per maternità e sui turni festivi.
Questa rigidità potrebbe ridimensionare un servizio che - con le caratteristiche fin qui descritte - risulta decisivo per il benessere della famiglia, intendo dire del benessere di ciascuno dei suoi componenti a cominciare dall'anziano fragile affidato alla sicurezza di una residenza protetta.
Anche per la descrizione di questa esigenza le cifre sono eloquenti. La presenza effettiva di ospiti nelle Residenze dell'IRA rispetto ai 446 posti autorizzati per non autosufficienti e convenzionati è di oltre il 98 per cento. Il dato è la conferma più importante di quanto la gestione, il personale ed i servizi dell'IRA siano apprezzati dagli anziani padovani e dalle loro famiglie. L'apprezzamento riguarda tutte le Residenze.
L'IRA sta dimostrando di aver reagito positivamente all'applicazione non facile della nuova disciplina regionale sulle impegnative di residenzialità.
Ora ci aspetta - su questo fronte - una nuova sfida: la riduzione delle capacità economiche di molte famiglie potrebbe condizionare la scelta di avvalersi di strutture residenziali per gli anziani.
L'IRA ha adottato al riguardo per il 2009 rette che - grazie all'applicazione di un'ampia parte dell'avanzo di amministrazione previsto - restano sopportabili anche perché non incorporano integralmente l'intero aumento percentuale che i settori collegati a quello dell'IRA hanno registrato nel corso del 2008 (i generi di consumo e le tariffe energetiche sono cresciuti rispettivamente del 3,7 e del 5,6 per cento su base annua).
La modulazione temporale dell'aumento delle rette ha poi inteso richiamare l'attenzione dei cittadini e delle istituzioni sull'urgenza di una politica pubblica più rispondente alle effettive condizioni degli anziani non autosufficienti. Siamo infatti ben consapevoli che la situazione economica aggiunge un'ulteriore difficoltà ai propri Ospiti e alle loro Famiglie. Il Comitato Ospiti e Familiari ce le ha ben rappresentate e la scelta che abbiamo fatta è una risposta, seppur modesta a queste difficoltà. Resta però l'urgenza di un'azione complessiva che comporti il riconoscimento pubblico che la vita delle Persone anziane, con le difficoltà che spesso manifesta, è una grande questione comunitaria del nostro tempo e che per le sue dimensioni e la sua generalità non può essere affrontata e risolta solo dai diretti interessati. L'IRA è pronto a fare al riguardo tutta la sua parte assieme a quanti vorranno e potranno mettere la loro voce e la loro forza civica.
Non a caso, proprio in vista dell'approvazione delle rette e del bilancio 2009, l'Ente ha condiviso il coinvolgimento degli utenti attraverso il Comitato Ospiti e Familiari dell'IRA. Questo organismo si è fatto promotore di un incontro che, se ha confermato la seria attenzione del Comitato stesso, ha anche rivelato un diffuso disinteresse della società e delle sue rappresentanze.
Bisognerà quindi dedicare iniziative e collaborazioni a questo tema nel corso del 2009.
La buona situazione dal punto di vista strategico e gestionale di cui l'IRA può giovarsi anche per il 2009 non può infatti nasconderci le difficoltà e non può nasconderle a tutti i nostri interlocutori, primi fra tutti i familiari degli ospiti in quanto cittadini ed attraverso di loro alle Istituzioni.

Le condizioni per continuare ad "amministrare" i bisogni. A queste ultime ricordo che non è in gioco solo il servizio attuale di queste strutture, che è ciò che più direttamente - se non esclusivamente - interessa le famiglie con anziani fragili. È in gioco anche la possibilità per queste istituzioni di dare nuove risposte comunitarie a bisogni più recenti, ma altrettanto impellenti delle famiglie con anziani fragili.
Cito solo due impegni dell'Istituto di Riposo per Anziani di Padova.
L'IRA ha aperto in queste settimane a Terranegra, quartiere di Padova, il Centro diurno "Casa Famiglia Gidoni" in grado di accogliere 30 anziani non autosufficienti.
Attraverso questo intervento l'IRA si è prefissato un triplice obiettivo:
- integrazione della persona anziana in un contesto privilegiato di relazioni sociali;
- sollievo, per il tempo ritenuto utile, della famiglia con un anziano fragile;
- allontanamento della soglia della non autosufficienza oltre la quale le forme di assistenza domiciliare o semiresidenziale diventano inefficaci.
Secondo il calendario prefissato, procede la realizzazione di un nuovo Centro di servizi alla persona anziana a Selvazzano Dentro. L'area metropolitana di Padova avrà a disposizione entro il 2010 una struttura nuova e completa in grado di sostituire quella dell'Arcella, ma soprattutto di offrire - in collaborazione con l'Ulss - eventuali nuovi servizi non ospedalieri ma di recupero.
Sia il Centro diurno Casa Famiglia Gidoni che il nuovo complesso di Selvazzano Dentro sono realizzati con la trasformazione del patrimonio proprio dell'Istituto. In particolare per Selvazzano, su un investimento che supera i 22 milioni di euro, l'IRA ha ricevuto un finanziamento pubblico di 1 milione e mezzo di euro.
Diversificare ed aggiornare l'offerta di servizi è uno degli impegni degli amministratori delle istituzioni per anziani. Ma anche in questo non possono essere lasciati soli.

14 marzo 2009


4 aprile 2009
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Tino Bedin